Antonio Bruno è Laureato in Scienze Agrarie Dottore Agronomo iscritto all'Ordine di Lecce - Esperto in diagnostica urbana e territoriale e studente all'Università del Salento del Corso di laurea in Viticultura ed Enologia
sabato 28 maggio 2011
Le acque delle piogge persistenti provocano problemi di efficienza depurativa: cattiva gestione o usanze sbagliate?
Le acque delle piogge persistenti provocano problemi di efficienza depurativa: cattiva gestione o usanze sbagliate?
La pioggia sino all’arrivo dell’acqua dell’Acquedotto pugliese era la benedizione del salento leccese. Le cisterne erano le fonti di approvvigionamento idrico di questo territorio a Sud Est. Ancora oggi è possibile ammirare le cisterne delle Masserie e quelle delle pozzelle della Grecia Salentina che alimentavano interi paesi. Un bellissimo studio sull’argomento a cui ha contribuito il Prof. Paolo Sansò dell’Università del Salento è disponibile on line http://www.geoteca.unisalento.it/Geopozzellestoria.htm . Poi a Bari, in Piazza Umberto I, presso la fontana monumentale per prima sgorgò l’acqua nel 24 aprile 1915, e le cisterne con le pozzelle furono pian piano abbandonate soppiantate dall’acqua del rubinetto dell’Acquedotto pugliese . Ma l’acqua per l’agricoltura nel Salento leccese è fornita da pozzi che emungono la risorsa dalla falda profonda: “L’eccessivo sfruttamento degli acquiferi carsici del Salento ha prodotto, da tempo, l’insorgere del fenomeno della salsificazione delle acque di falda. L’uso di acque salmastre per l’irrigazione delle colture può determinare, nel lungo termine, la perdita del potenziale biologico dei suoli. Pertanto, vi è l’esigenza di utilizzare acqua anche da altre fonti approvvigionamento ...(MARCO DELLE ROSE, MICHELE DE MARCO, ANTONIO FEDERICO, CORRADO FIDELIBUS,GAETANO INTERNÒ, WALTER ORGIATO, ALBERTO PISCAZZI STUDIO PRELIMINARE SUL RISCHIO DI DESERTIFICAZIONE NEL TERRITORIO CARSICO DI LECCE).
I cambiamenti climatici del Salento leccese
In Italia e soprattutto negli ambienti meridionali come il nostro territorio del salento leccese così come anche in altri Paesi del mondo ormai sono chiari gli effetti dei cambiamenti climatici. Ve ne siete accorti? A forti ed intense piogge seguono lunghi periodi di siccità con conseguente carenza di acqua. Diventa anche altrettanto evidente come la qualità delle acque (convenzionali e non convenzionali) stia diventando sempre peggiore. Proprio per questo motivo si può notare come negli ultimi decenni si sono intensificati studi e pubblicazioni sul tema “ depurazione delle acque” e “riutilizzo dei reflui depurati”.
Divieti di balneazione nei periodi di piogge persistenti
Nonostante ciò, si nota la continua lamentela da parte dei sindaci che sono obbligati a mettere davanti al loro litorale divieti di balneazione; continuano i problemi di efficienza depurativa nei periodi di piogge persistenti in quanto le acque meteoriche venendo convogliate in fognatura alterano l’attività di nitrificazione/denitrificazione (depurazione biologica).
Infatti, le acque di pioggia gelide come noto (le acque meteoriche di dilavamento e gli impianti di depurazione urbani: problemi progettuali e gestionali S. Papiri, G. Bertanza, S. Todeschini 2008) abbassano per giorni l’attività depurativa compromettendo l’efficienza di nitrificazione e denitrificazione a discapito dell’ambiente.
La depurazione delle acque e il loro riuso c’è solo all’Estero
Il motivo perché tutto ciò continua ad accadere è sempre lo stesso: gli studi sulla depurazione ed il riutilizzo dei reflui aumentano insieme ai progetti, anno dopo anno, ma queste applicazioni e progettazioni le vediamo realizzare e funzionare solo all’estero. La Spagna infatti è un esempio per la quantità di acque reflue riutilizzate in agricoltura, come anche la Germania è un esempio sull’efficienza di raccolta delle acque di pioggia di interi quartieri a Berlino; accumulandole in delle cisterne e con trattamenti di filtrazione e disinfezione le riutilizzano per l’irrigazione del verde pubblico. In Italia invece si spreca ancora acqua potabile per l’irrigazione dei campi, salinificando sempre di più le falde ed irrigando il verde pubblico di ogni singola città o paese con acqua che arriva direttamente dall’acquedotto, opportunamente trattata e potabilizzata con i cospicui costi che tutto ciò comporta, senza pertanto preservandone la risorsa.
Cambiare la gestione degli scarichi del Salento leccese
Penso che sia arrivato il momento, specialmente per la Puglia ed in particolare per il Salento Leccese, di cambiare gestione di scarichi. Infatti accumulando le acque reflue civili depurate e le acque di pioggia nelle cave dismesse abbiamo la conseguenza di ridurre i massicci prelievi dalla falda (come previsto da normative Europee ed italiane ) sperando in un lento ma possibile addolcimento delle falde già salinificate.
L’inquinamento delle acque di prima pioggia
Ulteriore attenzione deve essere indirizzata verso recenti studi che dimostrano come una parte significativa della massa inquinante derivante dagli eventi di pioggia, specialmente dopo lunghi periodi di asciutto, vengono recapitate in corpi idrici o nel suolo; queste sono definite le acque di prima pioggia che una volta dilavate le superfici industriali-commerciali o grandi bacini scolanti impermeabili come centri urbani, se non correttamente raccolte e trattate recano un forte impatto negativo sull’ambiente (tutto ciò in occasione di eventi meteorici brevi e di forte intensità, come sono appunto quelli peculiari del clima italiano e del Salento leccese). Diventa importante capire l’influenza di queste intense contaminazioni nel territorio. In tal proposito diversi studi sono stati effettuati in tutta Italia, a partire dalle analisi delle acque sverzate da scaricatori di piena nei corpi idrici superficiali, spesso molto piccoli da non permettere un’ autodepurazione di tali ecosistemi acquatici tra un evento meteorico e l’altro. In molti casi per ovviare a tali problemi d’inquinamento da acque di prima pioggia si sono costruite a valle degli scaricatori di piena delle vasche di prima pioggia che trattengono le acque più inquinate per poi inviarle ai depuratori entro le 48-72 ore dopo l’evento meteorico.
Utilizziamo le acque di seconda pioggia
Le acque di seconda pioggia invece spesso vengono infiltrate nel terreno , sverzate in corpi idrici superficiali o convogliate a mare invece di riutilizzarle per eventuali usi irrigui di varia natura o per lo spegnimento di incendi molto frequenti durante tutto il periodo estivo nel nostro territorio.
di Nicola Negro dottore in Biologia stagista presso il Consorzio di Bonifica “Ugento e Li Foggi”
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