Giorgio Napolitano e Antonio Moschetta |
Identificato il ruolo nutrigenomico dell’olio extravergine
d’oliva: ogni cultivar ha i propri geni con azione antiinfiammatoria e
antitumorale
(Università di Bari) – Lo studio di nutrigenomica condotto
da un gruppo di ricercatori dell’Università di Bari (guidato dal prof. Antonio
Moschetta, docente di Medicina Interna della facoltà medica barese) ha
dimostrato che più l’olio extravergine di oliva è ricco di polifenoli maggiore
è l’effetto benefico sulla nostra salute.
Protagoniste dello studio proprio le “cultivar” pugliesi,
dalla Coratina alla Peranzana: – i ricercatori – partiti dal presupposto che
l’olio extravergine d’oliva rappresenta un target ideale per gli studi di
nutrigenomica – si sono concentrati su come i nutrienti influenzano il nostro
organismo. La scoperta sorprendente è che ogni cultivar di olio extravergine
d’oliva è cosi specifica da percorrere strade individuali “accendendo” geni
specifici nel nostro organismo. In altre parole, ogni tipo di olio va
considerato come un alimento diverso.
La ricerca ha mirato a identificare geni e microRNA deputati
al funzionamento delle cellule infiammatorie (i monociti), la cui espressione
può variare in rapporto all’assunzione acuta di varietà di olio extravergine
d’oliva più o meno ricche in polifenoli (i composti chimici “buoni” che vi sono
contenuti e che conferiscono all’olio il sapore caratteristico). Lo studio ha
confermato in pieno che l’olio extravergine d’oliva ricco in polifenoli giova
alla salute non solo da un punto di vista metabolico, ma anche sullo stato
ossidativo dell’organismo, sull’infiammazione e sulla prevenzione
dell’aterosclerosi e del cancro. La notizia ancora più rilevante è che tali
effetti benefici appaiono più marcati nei volontari sani che non in quelli
obesi e affetti da sindrome metabolica, a sottolineare l’importanza della
combinazione tra qualità dell’alimento e qualità dell’organismo che lo riceve.
Questi risultati aprono nuovi ed inediti scenari in ambito
nutrizionale: “È possibile prevedere – spiega Moschetta – che in un prossimo
futuro ogni ristoratore dovrà avere, insieme alla carta dei vini, anche quella
degli olii, e che la scelta di questi ultimi sarà basata sul gusto e sulle
proprietà nutrigenomiche”. Avremo così, aggiunge il coordinatore dello studio,
la possibilità reale di difendere la qualità dei nostri olii pugliesi e
italiani e di esaltarne la forza, la palatabilità e le già ampiamente riconosciute
proprietà chimico-fisiche. Longevità e prevenzione delle malattie
cardiovascolari e oncologiche sono gli obiettivi della cosiddetta
personalizzazione della nutrizione.
Lo studio è stato condotto dal gruppo del prof. Antonio
Moschetta con primo autore la dottoressa D’Amore presso il Dipartimento
Interdisciplinare di Medicina dell’Università degli Studi di Bari in
collaborazione con l’IRCCS Istituto Tumori di Bari e con la Fondazione Mario
Negri Sud di Santa Maria Imbaro ed è stato finanziato con fondi PON/POR e
dell’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro ed è stato pubblicato
online sulla sezione Molecular Biology of Lipids della rivista Biochimica et
Biophysica Acta.
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