Intervista al Dottore Agronomo Antonio Bruno sui vigneti da vino e siccità in Puglia
Intervistatore: Dottor Bruno, la situazione della viticoltura in Puglia, come sottolineato da Angelo Maci, presidente della Cantina “Due Palme”, appare davvero critica. Qual è il suo punto di vista su questa crisi?
Dottor Antonio Bruno: La crisi che stiamo vivendo è davvero senza precedenti e, come ha giustamente evidenziato Maci, ha portato a un calo significativo della produzione di uva. Questo fenomeno non riguarda solo la quantità, ma anche la qualità, con conseguenze drammatiche per l'intera filiera vitivinicola pugliese. Le condizioni climatiche estreme, in particolare la siccità prolungata e le alte temperature, hanno avuto un impatto devastante. Negli ultimi mesi abbiamo avuto una quantità di pioggia decisamente insufficiente per sostenere i vigneti, con solo 70 millimetri di precipitazioni dal primo aprile. Questo scenario ha portato a una vendemmia anticipata, con uve che non hanno raggiunto la maturazione ottimale.
Intervistatore: A suo parere, quali sono le azioni immediate che dovrebbero essere intraprese per affrontare questa crisi?
Dottor Antonio Bruno: Prima di tutto, è fondamentale che le istituzioni comprendano la gravità della situazione e agiscano di conseguenza. Non possiamo permetterci di sottovalutare il problema, come è successo con la xylella per gli ulivi. Dobbiamo adottare misure di emergenza per sostenere i viticoltori, magari attraverso aiuti finanziari diretti e incentivi per l'implementazione di tecnologie avanzate. Inoltre, la promozione dell'agricoltura 4.0, con l'utilizzo di sensori per monitorare l'umidità del suolo e sistemi di irrigazione di precisione, potrebbe aiutare a mitigare gli effetti della siccità. È anche cruciale avviare campagne di sensibilizzazione per far comprendere alla popolazione l'importanza del risparmio idrico e la necessità di strategie a lungo termine per affrontare i cambiamenti climatici.
Intervistatore: Parlando di strategie a lungo termine, quali innovazioni tecnologiche potrebbero essere utili per rendere l'agricoltura pugliese più resiliente?
Dottor Antonio Bruno: Le tecnologie digitali e le innovazioni scientifiche rappresentano senza dubbio un punto di svolta. L'implementazione di centraline meteorologiche per monitorare le condizioni atmosferiche e del suolo, sistemi di irrigazione smart che ottimizzano l'uso dell'acqua, e l'adozione di tecniche di agricoltura di precisione possono migliorare la gestione delle risorse. Un esempio virtuoso è il progetto realizzato a Gallipoli (Lecce), dove l'uso di acque reflue depurate ha soddisfatto fino al 70% del fabbisogno idrico, riducendo i costi per i fertilizzanti. Penso che un approccio simile potrebbe essere adottato anche in tutta la Puglia, adattandolo alle specifiche esigenze di ogni Azienda.
Intervistatore: Quali sono i rischi se non si interviene rapidamente?
Dottor Antonio Bruno: Il rischio più immediato è l'abbandono delle terre da parte degli agricoltori, stremati dalla crisi e dalla mancanza di supporto. Questo potrebbe portare a una desertificazione progressiva del nostro paesaggio rurale, con conseguenze non solo economiche, ma anche sociali e ambientali. I turisti che visitano il Salento sono attratti dai nostri paesaggi vitivinicoli e olivicoli; senza queste coltivazioni, perderemmo una parte importante della nostra identità e attrattiva turistica. A lungo termine, la mancanza di interventi potrebbe compromettere la sicurezza alimentare e la sostenibilità ambientale della nostra regione. Dobbiamo agire ora, con determinazione e visione, per evitare che questa crisi diventi irreversibile.
Intervistatore: La desalinizzazione è una delle soluzioni proposte per affrontare la siccità. Qual è la sua opinione su questa tecnica?
Dottor Antonio Bruno: La desalinizzazione può certamente essere una parte della soluzione, specialmente in aree con gravi problemi di scarsità idrica. Tuttavia, è una tecnica che presenta delle sfide, in particolare legate al suo impatto ambientale, come l'aumento della salinità nelle acque marine adiacenti. È importante investire in ricerca per sviluppare tecnologie di desalinizzazione più sostenibili e meno impattanti. Inoltre, la desalinizzazione non dovrebbe essere vista come l'unica risposta alla siccità; deve essere parte di una strategia integrata che includa il miglioramento delle infrastrutture idriche, il riciclo delle acque reflue e l'adozione di tecniche agricole sostenibili.
Intervistatore: In conclusione, quale messaggio vuole lanciare ai viticoltori pugliesi e alle istituzioni?
Dottor Antonio Bruno: Ai viticoltori, dico di non perdere la speranza e di continuare a lottare per le nostre terre. So che è difficile, ma la resilienza e l'innovazione sono le chiavi per superare questa crisi. Alle istituzioni, chiedo di ascoltare la voce degli agricoltori e di agire con tempestività e coraggio. È il momento di passare dalle parole ai fatti, di investire nelle nostre comunità rurali e di proteggere il nostro patrimonio agricolo. La viticoltura non è solo un settore economico; è parte integrante della nostra cultura e del nostro modo di vivere. Non possiamo permetterci di perderla.
Intervistatore: Grazie mille, Dottor Bruno, per il suo tempo e per le sue preziose riflessioni.
Dottor Antonio Bruno: Grazie a voi per l'opportunità di condividere queste preoccupazioni. Speriamo che questo appello non cada nel vuoto e che si possano trovare soluzioni concrete e sostenibili per il futuro della viticoltura pugliese.
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