venerdì 27 settembre 2024

Intervista al Dottore Agronomo Antonio Bruno sul Corbezzolo del Salento

 

Intervista al Dottore Agronomo Antonio Bruno sul Corbezzolo del Salento


Intervistatore : Dottor Bruno, lei ha scritto di recente un interessante articolo sui "rusciuli", il corbezzolo del Salento leccese. Cosa l'ha ispirata a parlare di questo frutto?

Antonio Bruno : I "rusciuli" hanno una storia affascinante, e sono profondamente radicati nella cultura del Salento. Mi ha sempre colpito il loro legame con il territorio e con la tradizione popolare, che purtroppo oggi rischia di andare perduto. Ho voluto riscoprire e raccontare la bellezza di questa pianta e dei suoi frutti, che per tanto tempo hanno accompagnato la vita quotidiana di generazioni di salentini.

Intervistatore : Nel suo scritto lei menziona una canzone popolare che esalta i "rusciuli". Qual è il legame tra questo frutto e la cultura salentina?

Antonio Bruno : Sì, la canzone popolare "Rusciuli russi, ci òle rusciuli?" rappresenta un chiaro esempio di come il corbezzolo fosse parte integrante della vita salentina. Questi frutti erano comuni e venivano offerti con leggerezza e allegria, come simbolo di abbondanza e convivialità. Le canzoni e i racconti popolari, come questa, sono testimonianze di una connessione profonda tra le persone e la natura che le circondava. In passato, il corbezzolo è stato raccolto, mangiato e condiviso, diventando parte di un immaginario collettivo che oggi riscopriamo con nostalgia.

Intervistatore : I frutti del corbezzolo non si trovano più facilmente come un tempo. Secondo lei, cosa ha contribuito alla loro scomparsa?

Antonio Bruno : Ci sono diversi fattori che hanno portato alla quasi scomparsa del corbezzolo nel Salento. Il cambiamento degli stili di vita, l'urbanizzazione e l'abbandono delle campagne hanno fatto sì che questa pianta, un tempo comune, fosse dimenticata. Inoltre, la sua raccolta è diventata meno frequente. Il corbezzolo richiede un ambiente specifico, la macchia mediterranea, che è spesso soggetta a incendi estivi, e solo chi conosceva davvero i tempi e i modi per raccoglierlo continuava a farlo.

Intervistatore : Nel suo articolo ha fatto riferimento a un aspetto curioso: i Romani raccomandavano di mangiare solo un frutto per volta. Può spiegarci meglio?

Antonio Bruno : Certo! Il nome latino della pianta, Arbutus unedo , deriva dall'espressione "unum edo", che significa "ne mangio uno". Questo perché i Romani avevano osservato che mangiare troppi frutti poteva causare disturbi gastrointestinali e persino un lieve stato di ebbrezza. Quando i corbezzoli maturano, infatti, contengono una discreta quantità di alcol. Quindi, la raccomandazione era di godere del loro sapore con moderazione.

Intervistatore : Ha parlato anche del ruolo del corbezzolo come simbolo patriottico durante il Risorgimento. Ce ne può parlare?

Antonio Bruno : Assolutamente! Il corbezzolo è stato associato ai colori della bandiera italiana: il bianco dei suoi fiori, il rosso dei suoi frutti e il verde delle foglie. Durante il Risorgimento, questi tre colori furono visti come un simbolo della lotta per l'unità d'Italia. È affascinante pensare come una pianta così umile sia diventata un simbolo di speranza e di lotta per l'indipendenza. È una di quelle storie che arricchiscono il legame tra natura e storia nazionale.

Intervistatore : Oltre al suo valore simbolico e storico, ci sono altri aspetti interessanti della pianta dal punto di vista agronomico?

Antonio Bruno : Il corbezzolo ha molte caratteristiche che lo rendono interessante anche dal punto di vista agronomico. È una pianta molto resistente, capace di rigenerarsi dopo un incendio, caratteristica che lo rende adatto alla nostra macchia mediterranea, spesso soggetta ad incendi estivi. È una pianta che contribuisce alla biodiversità e che, per via dei suoi frutti, attira molte specie di uccelli, favorendo la diffusione dei semi. Inoltre, ha anche un valore estetico: in inverno, la combinazione di fiori bianchi, frutti rossi e foglie verdi lo rende davvero unico.

Intervistatore : Crede che ci sia una possibilità di reintrodurre il corbezzolo nel Salento e farlo tornare parte della vita quotidiana?

Antonio Bruno : Lo spero davvero. Il corbezzolo è una pianta che potrebbe essere riscoperta, sia per il suo valore estetico che per la sua importanza storica e culturale. Credo che con un'adeguata campagna di sensibilizzazione e il supporto delle istituzioni locali, si possa lavorare per la sua reintroduzione nelle aree rurali del Salento. Inoltre, potrebbe diventare un simbolo della riscoperta delle nostre radici, unendo passato e futuro in un legame con il territorio.

Intervistatore : Grazie mille, dottor Bruno, per questa interessante chiacchierata e per aver condiviso con noi la storia del corbezzolo.

Antonio Bruno : Grazie a voi, è stato un piacere parlare di una pianta a cui sono molto legato. Spero che il corbezzolo possa tornare a occupare un posto speciale nel cuore dei salentini e non solo!


https://centrostudiagronomi.blogspot.com/2010/08/rusciuli-del-salento-leccese-corbezzolo.html 

 

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