Intervista al Dottore Agronomo Antonio Bruno sulla gestione dei
ristori per la siccità in Puglia
Intervistatore: Dottor Bruno, la Regione Puglia ha
recentemente stanziato oltre 143 milioni di euro per aiutare più di 5.000
aziende agricole colpite dalla siccità del 2022. Qual è il suo punto di vista
su questo intervento?
Dott. Antonio Bruno: Questo stanziamento rappresenta una
risposta significativa e necessaria a un fenomeno che sta diventando purtroppo
sempre più frequente. La siccità ha prodotto danni importanti e prolungati sul
nostro comparto agricolo e zootecnico, minando la produttività delle aziende e
creando difficoltà per chi lavora quotidianamente nella terra. Questa somma
rappresenta una vera e propria boccata d'ossigeno per le imprese che, con
impegno, continuano a contribuire in modo rilevante alla ricchezza e
all'occupazione della nostra regione.
Intervistatore: Come sono state distribuite queste risorse
e quale è stato il processo di assegnazione?
Dott. Antonio Bruno: La Regione ha seguito un percorso ben
definito, basato sull'istruttoria della Sezione Competitività delle Filiere
Agroalimentari e sul lavoro dei tecnici del dipartimento agricoltura, sviluppo
rurale ed ambientale, per verificare l'effettiva entità dei danni subiti. Le
imprese che hanno subito una riduzione della produzione lorda vendibile
superiore al 30% possono beneficiare degli aiuti, calcolando le perdite su base
triennale o quinquennale, a seconda dei casi. Questo processo di verifica ha
richiesto la delimitazione precisa del territorio colpito e la raccolta di dati
dai Servizi Territoriali, con sopralluoghi svolti in aree critiche come Lecce,
Foggia, Taranto, Bari-BAT e Brindisi.
Intervistatore: La procedura è stata tempestiva?
Dott. Antonio Bruno: Sì, la Regione ha rispettato i termini
previsti. La proposta di declaratoria dell'eccezionalità della siccità è stata
inoltrata al Ministero dell'Agricoltura e il decreto di riconoscimento è stato
pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 7 gennaio 2023. Questo è stato un passo
fondamentale, poiché ha permesso di avviare i procedimenti di ristoro per i
Comuni e le imprese coinvolte.
Intervistatore: Ci sono dei Comuni in cui le imprese hanno
ricevuto maggiori ristori rispetto ad altri?
Dott. Antonio Bruno: Esatto. Ci sono differenze
significative, determinate in parte dalla gravità dei danni subiti e dalla
distribuzione geografica delle colture colpite. A Cerignola, ad esempio, sono
594 le aziende che riceveranno oltre 14 milioni di euro. Ad Andria, 270 imprese
riceveranno ristori per oltre 13 milioni. L'importo varia anche in base alla
dimensione delle aziende, all'estensione dei terreni coltivati e alla media
storica della produzione: ciò riflette la necessità di calibrare gli aiuti in
modo mirato e proporzionato.
Intervistatore: Alcuni territori hanno ricevuto solo aiuti
minimi, è così?
Dott. Antonio Bruno: Sì, vi sono casi in cui un'unica
azienda per comune ha ottenuto somme molto basse. Ad esempio, a Lizzano nel
Tarantino sono stati erogati quasi 97.000 euro, mentre a Bagnolo del Salento
un’azienda ha ricevuto meno di 101 euro. Queste differenze dipendono dalle
caratteristiche delle singole realtà aziendali e dal tipo di danni accertati.
Intervistatore: Qual è, secondo lei, il futuro
dell’agricoltura in Puglia di fronte a eventi climatici sempre più estremi?
Dott. Antonio Bruno: L'agricoltura pugliese si trova
davanti a una sfida complessa. È indispensabile lavorare su modelli di gestione
più resilienti, magari attraverso un sistema di irrigazione avanzato e
l’introduzione di colture più resistenti alla siccità. Serve un Ente pubblico che
dia un supporto continuo, che affianchi queste misure straordinarie per
garantire la sostenibilità a lungo termine del nostro comparto agricolo. La
strada intrapresa con i ristori è senz’altro positiva, ma dobbiamo guardare
ancora oltre, pensando a un’agricoltura che possa far fronte alle avversità
future.
Intervistatore: Grazie, Dottor Bruno, per questa panoramica
esaustiva.
Dott. Antonio Bruno: Grazie a lei. È sempre un piacere
contribuire a informare su questioni così rilevanti per la nostra terra e per
chi la coltiva con passione.
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