venerdì 11 ottobre 2024

Intervista al Dottore Agronomo Antonio Bruno sul Verde Urbano e l'Approccio Ecosistemico

 Intervista al Dottore Agronomo Antonio Bruno sul Verde Urbano e l'Approccio Ecosistemico 


Intervistatore: Buongiorno, Dottor Bruno. Viviamo in un’epoca di grandi cambiamenti sociali e ambientali, e il tema del verde urbano assume un ruolo sempre più centrale. Come si inserisce l’approccio ecosistemico nella gestione del verde urbano e quali sono i principali benefici?

Antonio Bruno: Buongiorno e grazie per questa opportunità. L'approccio ecosistemico si basa sul considerare la città non solo come un insieme di edifici e infrastrutture, ma come un sistema complesso dove gli elementi naturali interagiscono strettamente con quelli artificiali. Il verde urbano, in quest’ottica, diventa una componente fondamentale per rendere la città più vivibile e resiliente, soprattutto alla luce dei cambiamenti climatici che stiamo affrontando. Pensiamo, ad esempio, alle ondate di calore: gli alberi e le piante hanno la capacità di abbassare la temperatura grazie all’evapotraspirazione e all’ombra che offrono. Questo non solo migliora la qualità dell’aria, ma riduce anche il rischio di eventi estremi come le alluvioni, trattenendo l’acqua piovana e favorendo la sua infiltrazione nel suolo.

Intervistatore: In effetti, con l’aumento previsto della popolazione urbana e l'intensificarsi di eventi climatici estremi, la questione del verde urbano diventa cruciale. Può parlarci di come questo approccio possa aiutare a mitigare questi rischi?

Antonio Bruno: Assolutamente. Le previsioni indicano che, entro il 2050, circa l’81% della popolazione italiana vivrà in aree urbane, e questo significa una maggiore concentrazione di persone esposte a rischi climatici come ondate di calore e alluvioni. L’approccio ecosistemico permette di agire preventivamente, integrando il verde nelle città per aumentare la loro capacità di adattamento. Per esempio, gli alberi possono abbassare la temperatura di oltre 4°C grazie all’ombra e all’evapotraspirazione, e una vegetazione ben curata può intrappolare le particelle inquinanti, migliorando la qualità dell'aria. Inoltre, il verde aiuta a ridurre l’impatto delle piogge intense, prevenendo allagamenti attraverso la protezione dei suoli dall'erosione e favorendo l’infiltrazione dell’acqua.

Intervistatore: Questo sembra avere un impatto non solo ambientale, ma anche sulla salute e il benessere dei cittadini. Quali altri benefici possiamo aspettarci dalla presenza di aree verdi nelle città?

Antonio Bruno: I benefici sono molteplici. Oltre alla riduzione delle temperature e al miglioramento della qualità dell’aria, gli spazi verdi hanno un impatto diretto sul benessere psicofisico delle persone. La presenza di parchi, giardini e alberi nelle aree urbane offre un luogo di svago e relax, riducendo lo stress e favorendo l’attività fisica. Inoltre, un aspetto spesso sottovalutato è il risparmio energetico: la vegetazione circostante agli edifici agisce come isolante naturale, riducendo la necessità di riscaldamento in inverno e raffrescamento in estate. Si stima che il verde possa ridurre i consumi energetici di oltre il 10%, il che si traduce non solo in un risparmio economico per i cittadini, ma anche in un minor impatto ambientale.

Intervistatore: Molto interessante. Ha accennato al concetto di "servizi ecosistemici". Può spiegarci meglio cosa sono e come vengono applicati al contesto urbano?

Antonio Bruno: Certo. I servizi ecosistemici sono i benefici che l’ecosistema fornisce a chi lo abita. De Groot li ha suddivisi in quattro grandi categorie. La prima è quella dei servizi di regolazione, come il bilancio energetico, la regolazione del clima e il controllo del ciclo idrologico. Poi ci sono i servizi di produzione, come l’ossigeno, il cibo e l’acqua. Seguono i servizi di supporto, che riguardano il sostegno alla coltivazione e alla ricreazione. Infine, ci sono i servizi di informazione, che includono valori estetici, culturali e scientifici. In un contesto urbano frammentato, come quello delle nostre città, questi servizi sono spesso ridotti, ma possiamo compensare questa frammentazione con la creazione di infrastrutture verdi che offrano più benefici possibili.

Intervistatore: Dunque, possiamo dire che un ecosistema urbano sano non solo rende le città più resilienti, ma anche più vivibili e sostenibili. Qual è il ruolo del pianificatore urbano in tutto questo?

Antonio Bruno: Esattamente. Il pianificatore urbano ha un ruolo fondamentale nella progettazione di spazi verdi che non siano solo estetici, ma funzionali al benessere complessivo della città. Deve considerare il verde come un'infrastruttura strategica, in grado di migliorare la qualità dell'aria, mitigare le temperature e ridurre i rischi idrogeologici. È un lavoro complesso che richiede competenze multidisciplinari, ma è l’unica strada per garantire città più resilienti e capaci di affrontare le sfide future.

Intervistatore: Grazie, Dottor Bruno, per questa analisi così completa e interessante. C’è un messaggio finale che vorrebbe lasciare ai nostri lettori?

Antonio Bruno: Vorrei sottolineare l'importanza di un cambio di mentalità. Non possiamo più vedere il verde urbano come un elemento accessorio o puramente decorativo. Il verde è una risorsa essenziale per la nostra salute, per la qualità della vita e per la resilienza delle nostre città. Siamo tutti responsabili nel proteggerlo e valorizzarlo, e dobbiamo iniziare a pensare in modo sistemico e integrato, considerando la natura come parte integrante del tessuto urbano.

Intervistatore: Grazie ancora per il suo tempo e le sue riflessioni.

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