giovedì 10 ottobre 2024

Intervista al Dottore Agronomo Antonio Bruno sull’insetto che minaccia i fichi nel Salento

 

Intervista al Dottore Agronomo Antonio Bruno sull’insetto che minaccia i fichi nel Salento


Intervistatore: Buongiorno Dottor Bruno, grazie per aver accettato di parlarci di una questione così attuale e preoccupante per l'agricoltura pugliese. Può spiegarci brevemente che cos’è Cryphalus dilutus e perché rappresenta una minaccia per i fichi?

Dott. Bruno: Buongiorno a voi. Cryphalus dilutus è un piccolo coleottero, di meno di 3 millimetri di lunghezza, originario del Sud-Est asiatico. È stato identificato per la prima volta in Italia nel 2021, e da allora ha iniziato a causare il disseccamento di numerosi alberi di fico, soprattutto nella zona del Salento. Questo insetto scava gallerie sotto la corteccia, compromettendo il vigore della pianta e portando alla sua morte. La situazione è davvero allarmante, soprattutto considerando che in altre regioni, come Malta e Sicilia, i danni sono stati devastanti.

Intervistatore: Abbiamo letto che la produzione di fichi nel Salento è già diminuita a causa di questo parassita. Quali sono i sintomi principali che i coltivatori devono osservare?


Dott. Bruno: I sintomi più evidenti includono ingiallimento fogliare, disseccamento dei rami e morte della pianta. Sulla corteccia, è possibile notare i fori di sfarfallamento dell’insetto e la presenza di larve e adulti. Inoltre, l'insetto è un vettore di funghi patogeni, come Fusarium e Ceratocystis, che possono aggravare ulteriormente la situazione. È importante che i coltivatori siano vigili e segnalino tempestivamente qualsiasi cambiamento nelle loro piante.

Intervistatore: Sappiamo che la prevenzione è fondamentale in questi casi. Quali misure possono adottare gli agricoltori per proteggere i propri fichi?

Dott. Bruno: Esattamente. La prevenzione è cruciale. Gli agricoltori dovrebbero abbattere le piante compromesse e rimuovere i rami colpiti per evitare che l'infestazione si propaghi. È anche fondamentale distruggere il materiale vegetale di risulta, preferibilmente tramite bruciatura, prima dello sfarfallamento degli adulti, che solitamente avviene in primavera. Al contempo, è necessario monitorare attentamente le piante, in particolare quelle più vecchie, che sembrano essere le più vulnerabili.

Intervistatore: In base alla sua esperienza, quali potrebbero essere le prospettive future per la coltivazione di fichi in Puglia, considerando la presenza di C. dilutus?


Dott. Bruno: Le prospettive sono incerte. La situazione attuale è simile a quella affrontata con la Xylella fastidiosa nell’olivicoltura, dove la perdita di piante è stata massiccia. Se non vengono adottate misure efficaci di controllo e prevenzione, rischiamo di vedere un ulteriore declino della produzione di fichi. È fondamentale che venga effettuata ricerca approfondita sulla biologia di C. dilutus e sulle sue interazioni con le piante e i funghi patogeni, affinché possiamo sviluppare strategie di contenimento efficaci.

Intervistatore: Dottor Bruno, grazie per la sua disponibilità e per le preziose informazioni. È chiaro che il futuro dei fichi in Puglia dipende da un’azione collettiva e dalla ricerca scientifica.

Dott. Bruno: Grazie a voi per l'attenzione su questo tema cruciale. Solo unendo forze e conoscenze possiamo affrontare questa sfida e proteggere le nostre tradizioni agricole.

 

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