Intervista al Dottore Agronomo Antonio Bruno: L'agricoltura e i limiti come sicurezza
Intervistatore: Buongiorno dottor Bruno, è un
piacere averla qui con noi. In uno dei suoi interventi, ha parlato delle
difficoltà di raccontare il mondo agricolo. Da cosa nasce questa difficoltà?
Antonio
Bruno: Buongiorno
a voi. Sì, effettivamente spesso si racconta il mondo agricolo paragonandolo a
una storia d'amore non corrisposto. È una realtà ricca di sfumature, che spesso
viene vista con superficialità o con luoghi comuni. Mi trovo in difficoltà perché
non è semplice trasmettere quanto l'agricoltura sia essenziale per la nostra
vita quotidiana, ma anche per l'equilibrio del nostro pianeta. È un settore
complesso, che ha un ruolo chiave nella protezione del territorio e nella
sostenibilità, ma è ancora spesso percepito solo come fatica fisica o
produzione di cibo.
Intervistatore: Ha detto che racconta il mondo
agricolo attraverso gli occhi di una bambina. Cosa ha portato a questa scelta?
Antonio
Bruno: Credo che
gli occhi di un bambino abbiano una capacità unica di cogliere dettagli che noi
adulti spesso ignoriamo. Chiedendo a una bambina di disegnare un paesaggio
agricolo, ho voluto esprimere la purezza e l'ingegno con cui si possono vedere
aspetti dell'agricoltura che sfuggono ai più. Il suo disegno mi ha aiutato a
spiegare visivamente ciò che io stesso a volte trovo difficile mettere in
parole: l'agricoltura è un sistema fatto di equilibri, dove l'attenzione ai
piccoli particolari è fondamentale.
Intervistatore: Ha parlato dell'agricoltura come
soluzione ai problemi ambientali, mentre spesso viene vista come una causa. Ci
può spiegare meglio questo punto?
Antonio
Bruno:
L'agricoltura viene frequentemente accusata di essere dannosa per l'ambiente,
ma è una visione limitata. In realtà, l'agricoltura sostenibile è la risposta a
molte sfide ambientali. Dove c'è agricoltura, c'è meno desertificazione, meno
erosione del suolo, più biodiversità. I contadini svolgono un ruolo
fondamentale nella cura del territorio: mantengono i pascoli, ruotano le
colture e arricchiscono i terreni di sostanza organica, rendendoli fertili.
L'agricoltura può proteggere l'ambiente, ma è necessario un impegno condiviso,
un patto tra cittadini e agricoltori.
Intervistatore: Interessante. Ha anche fatto
riferimento alla "food security" "sicurezza alimentare" e
alla "food safety""sicurezza alimentare". Potete chiarirci
la differenza?
Antonio
Bruno: Certo. La sicurezza
alimentare "food security" riguarda la disponibilità di cibo in
quantità sufficienti per tutti. È la garanzia che ci sia cibo a sufficienza per
soddisfare i bisogni della popolazione. La "food safety" sicurezza
alimentare , invece, si riferisce alla qualità del cibo, cioè alla
sicurezza che ciò che mangiamo non rechi danno alla nostra salute. Sono due
aspetti complementari, entrambi essenziali. L'Italia è un esempio virtuoso su
entrambi i fronti: produciamo cibo in abbondanza e di qualità, con standard
molto rigorosi, come dimostrano i dati sui controlli effettuati sui prodotti
alimentari.
Intervistatore: Un tema che sta emergendo di
recente è quello del "cibo sintetico". Qual è la sua opinione a
riguardo?
Antonio
Bruno: Il cibo
sintetico è un tema delicato. Da un lato, può sembrare una soluzione innovativa
per sfamare una popolazione mondiale in crescita, dall’altro solleva molti
interrogativi etici e pratici. Personalmente, credo che il rischio sia quello
di disumanizzare il rapporto con il cibo. Mangiare non è solo un processo
fisiologico, è anche cultura, memoria, tradizione. Inoltre, lasciare il
controllo dell'alimentazione in mano a pochi, con il cibo sintetico, potrebbe
mettere in discussione la sicurezza alimentare di cui parlavamo prima. Per
questo, come dottore agronomo, credo fermamente nel nostro ruolo nel preservare
quel legame indissolubile tra uomo e natura.
Intervistatore: Ha parlato del contadino come
figura centrale, e spesso sottovalutata. Come vedete il ruolo dell'agricoltore
oggi?
Antonio
Bruno:
L'agricoltore è una figura chiave, ma purtroppo è raro che un giovane decida di
fare il contadino. Purtroppo, spesso è visto con stereotipi negativi, come
"braccia levate all'agricoltura". Ma la verità è ben diversa.
L'agricoltura richiede intelligenza, capacità di innovazione e una grande
passione. Il contadino non solo produce cibo, ma ha un impatto decisivo sulla
protezione del territorio. Penso al nostro Paese: grazie alla conformazione
geografica e alla varietà di microclimi, abbiamo una biodiversità straordinaria
e prodotti unici al mondo. Questo è merito degli agricoltori, che applicano
disciplinari rigorosi per ottenere prodotti di altissima qualità, come i
formaggi DOP oi vini DOC.
Intervistatore: Quale futuro vede per l'agricoltura
e cosa possiamo fare come cittadini per supportarla?
Antonio
Bruno: Il futuro
dell'agricoltura passa per la sostenibilità, la diversità e la distintività.
Come coltivare, dobbiamo continuare su questa strada, ma il vero cambiamento
arriverà con il supporto dei cittadini. Ognuno di noi ha il potere di scegliere
cosa mangiare, e queste scelte influenzano il nostro legame con la terra e
l'ambiente. Se impariamo a valorizzare il cibo di qualità, a supportare
l'agricoltura sostenibile e a riconoscere l'importanza del nostro territorio,
possiamo creare un patto tra agricoltori e consumatori che ci porterà un futuro
più equilibrato e prospero. Io credo fermamente che tale patto debba
circostanziarsi nella gestione pubblica del Paesaggio rurale. Lo Stato deve
produrre cibo!
Intervistatore: Grazie Dottor Bruno per il suo
tempo e per le preziose riflessioni.
Antonio
Bruno: Grazie a
voi. Spero che queste parole possano aiutare a far innamorare un po' di più del
nostro straordinario mondo agricolo.
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