Intervista
al Dottor Antonio Bruno, Agronomo su olivi e olio di Puglia
Esperto di gestione sostenibile delle risorse agricole in Puglia.
Intervistatore: Dottor Bruno, quest'anno la
raccolta delle olive in Puglia è iniziata in anticipo, ma con previsioni di
produzione in netto calo. Qual è la causa principale di questo fenomeno?
Dott.
Antonio Bruno: Purtroppo,
il clima ha giocato un ruolo determinante. La siccità e il caldo record, con
temperature sopra la media già dalla scorsa primavera, hanno messo a dura prova
gli oliveti pugliesi. Questo fenomeno ha portato a una riduzione media della
produzione di olive del 40% rispetto allo scorso anno. L'assenza di piogge e la
scarsità d’acqua negli invasi pugliesi hanno colpito duramente, e anche il
suolo risente di una costante mancanza di umidità.
Intervistatore: Cosa comporta questo calo per le
province più produttive della regione?
Dott.
Antonio Bruno: La
situazione è piuttosto critica in province come Bari e la BAT, dove il caldo
anomalo ha colpito i raccolti già a partire da aprile e maggio. La zona di
Foggia e il Salento mostrano anch'esse un sensibile calo, e in alcune aree di
Taranto e Brindisi la situazione è molto simile, aggravata anche da costi di
produzione triplicati e dalla carenza di manodopera. Per esempio, a Taranto e
Brindisi la produzione si è quasi azzerata in alcune zone, come il sud del
brindisino e parte del tarantino, dove la siccità ha reso le condizioni
particolarmente difficili.
Intervistatore: Davvero una situazione difficile.
Secondo lei, ci sono delle soluzioni che possano migliorare la situazione
idrica e garantire la produttività delle colture?
Dott.
Antonio Bruno:
Assolutamente sì, ma richiedono una gestione mirata e scientifica delle
risorse. La gestione dell’irrigazione potrebbe essere migliorata con tecniche
come l'irrigazione in deficit idrico controllato, che consente di ridurre l’uso
d’acqua del 30-40% senza compromettere la salute della coltura. L’istituzione
di un Ente statale per la gestione del Paesaggio rurale realizzerebbe l’impiego
di agronomi esperti sul campo, sensori e strumenti di supporto alle decisioni,
e l’uso dell’acqua depurata dai vari impianti presenti in Puglia potrebbero
contribuire significativamente. La scienza ci offre già strumenti per una
gestione idrica ottimizzata e sostenibile, ma è fondamentale coinvolgere
tecnici specializzati per pianificare e ottimizzare queste risorse.
Intervistatore: Anche le associazioni di categoria
hanno sollecitato il decreto di stato di calamità naturale. Qual è la sua
opinione in merito?
Dott. Antonio
Bruno: La
richiesta di calamità naturale è un passo fondamentale per garantire un
sostegno economico immediato agli agricoltori colpiti dalla siccità. Tuttavia,
è essenziale che tali risorse non vengano disperse alle Aziende Agricole già
molto assistite con il denaro dei cittadini italiani ed europei e incapaci di
ottenere il riequilibrio economico con le loro sole forze ma darle ad un Ente
Statale che sia in grado di pianificare un intervento di più ampio respiro per
l’olivicoltura pugliese. Servirebbe un piano strategico per sostenere il
paesaggio agrario quasi totalmente abbandonato per incentivare il recupero
degli uliveti abbandonati e migliorare le infrastrutture idriche, cruciali in
una regione come la nostra dove l'acqua è una risorsa preziosa e sempre più
limitata.
Intervistatore: Molti esperti suggeriscono che
l’utilizzo dell’acqua depurata potrebbe essere una soluzione. Crede sia
fattibile?
Dott.
Antonio Bruno: Sì,
sarebbe una mossa estremamente vantaggiosa e percorribile. Utilizzando acqua
depurata per l’irrigazione, potremmo aumentare del 20% la superficie irrigabile
della Puglia, riducendo la pressione sui bacini idrici naturali. Questa pratica
consentirebbe di mitigare i danni da siccità e ottimizzare l’uso delle risorse
idriche disponibili, un aspetto cruciale nel contesto climatico attuale. Siamo
il primo importatore di olio d’oliva a livello mondiale e, paradossalmente,
rischiamo di perdere la capacità produttiva delle nostre coltivazioni se non
interveniamo.
Intervistatore: Infine, per quanto riguarda il
futuro dell'olivicoltura pugliese, ci sono prospettive positive?
Dott.
Antonio Bruno: Sì, e
questa è una buona notizia. La qualità dell’olio pugliese rimane eccellente, e
le aree del Salento interessate dai reimpianti torneranno a essere produttive
grazie al lavoro continuo di rigenerazione con varietà resistenti e alle misure
di supporto regionali e del PNRR, che mirano a modernizzare le strutture di
trasformazione. Occorre continuare su questa strada, istituendo un Ente Statale
per promuovere pratiche sostenibili e incentivare i giovani a lavorare nel
settore, magari per un periodo prima di laurearsi. In poche parole, dobbiamo
vedere questi cambiamenti climatici come un’opportunità per innovare, non solo
come un ostacolo da superare.
Intervistatore: Grazie, Dottor Bruno, per la sua
analisi e per le proposte concrete.
Dott.
Antonio Bruno: Grazie a
voi. Spero che queste riflessioni possano contribuire a sensibilizzare
sull'importanza di un'agricoltura sostenibile e di una gestione più consapevole
delle nostre risorse.
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