lunedì 28 ottobre 2024

Intervista al Dottor Antonio Bruno, Agronomo su olivi e olio di Puglia

 


Intervista al Dottor Antonio Bruno, Agronomo su olivi e olio di Puglia
Esperto di gestione sostenibile delle risorse agricole in Puglia.


Intervistatore: Dottor Bruno, quest'anno la raccolta delle olive in Puglia è iniziata in anticipo, ma con previsioni di produzione in netto calo. Qual è la causa principale di questo fenomeno?

Dott. Antonio Bruno: Purtroppo, il clima ha giocato un ruolo determinante. La siccità e il caldo record, con temperature sopra la media già dalla scorsa primavera, hanno messo a dura prova gli oliveti pugliesi. Questo fenomeno ha portato a una riduzione media della produzione di olive del 40% rispetto allo scorso anno. L'assenza di piogge e la scarsità d’acqua negli invasi pugliesi hanno colpito duramente, e anche il suolo risente di una costante mancanza di umidità.

Intervistatore: Cosa comporta questo calo per le province più produttive della regione?

Dott. Antonio Bruno: La situazione è piuttosto critica in province come Bari e la BAT, dove il caldo anomalo ha colpito i raccolti già a partire da aprile e maggio. La zona di Foggia e il Salento mostrano anch'esse un sensibile calo, e in alcune aree di Taranto e Brindisi la situazione è molto simile, aggravata anche da costi di produzione triplicati e dalla carenza di manodopera. Per esempio, a Taranto e Brindisi la produzione si è quasi azzerata in alcune zone, come il sud del brindisino e parte del tarantino, dove la siccità ha reso le condizioni particolarmente difficili.

Intervistatore: Davvero una situazione difficile. Secondo lei, ci sono delle soluzioni che possano migliorare la situazione idrica e garantire la produttività delle colture?

Dott. Antonio Bruno: Assolutamente sì, ma richiedono una gestione mirata e scientifica delle risorse. La gestione dell’irrigazione potrebbe essere migliorata con tecniche come l'irrigazione in deficit idrico controllato, che consente di ridurre l’uso d’acqua del 30-40% senza compromettere la salute della coltura. L’istituzione di un Ente statale per la gestione del Paesaggio rurale realizzerebbe l’impiego di agronomi esperti sul campo, sensori e strumenti di supporto alle decisioni, e l’uso dell’acqua depurata dai vari impianti presenti in Puglia potrebbero contribuire significativamente. La scienza ci offre già strumenti per una gestione idrica ottimizzata e sostenibile, ma è fondamentale coinvolgere tecnici specializzati per pianificare e ottimizzare queste risorse.

Intervistatore: Anche le associazioni di categoria hanno sollecitato il decreto di stato di calamità naturale. Qual è la sua opinione in merito?

Dott. Antonio Bruno: La richiesta di calamità naturale è un passo fondamentale per garantire un sostegno economico immediato agli agricoltori colpiti dalla siccità. Tuttavia, è essenziale che tali risorse non vengano disperse alle Aziende Agricole già molto assistite con il denaro dei cittadini italiani ed europei e incapaci di ottenere il riequilibrio economico con le loro sole forze ma darle ad un Ente Statale che sia in grado di pianificare un intervento di più ampio respiro per l’olivicoltura pugliese. Servirebbe un piano strategico per sostenere il paesaggio agrario quasi totalmente abbandonato per incentivare il recupero degli uliveti abbandonati e migliorare le infrastrutture idriche, cruciali in una regione come la nostra dove l'acqua è una risorsa preziosa e sempre più limitata.

Intervistatore: Molti esperti suggeriscono che l’utilizzo dell’acqua depurata potrebbe essere una soluzione. Crede sia fattibile?

Dott. Antonio Bruno: Sì, sarebbe una mossa estremamente vantaggiosa e percorribile. Utilizzando acqua depurata per l’irrigazione, potremmo aumentare del 20% la superficie irrigabile della Puglia, riducendo la pressione sui bacini idrici naturali. Questa pratica consentirebbe di mitigare i danni da siccità e ottimizzare l’uso delle risorse idriche disponibili, un aspetto cruciale nel contesto climatico attuale. Siamo il primo importatore di olio d’oliva a livello mondiale e, paradossalmente, rischiamo di perdere la capacità produttiva delle nostre coltivazioni se non interveniamo.

Intervistatore: Infine, per quanto riguarda il futuro dell'olivicoltura pugliese, ci sono prospettive positive?

Dott. Antonio Bruno: Sì, e questa è una buona notizia. La qualità dell’olio pugliese rimane eccellente, e le aree del Salento interessate dai reimpianti torneranno a essere produttive grazie al lavoro continuo di rigenerazione con varietà resistenti e alle misure di supporto regionali e del PNRR, che mirano a modernizzare le strutture di trasformazione. Occorre continuare su questa strada, istituendo un Ente Statale per promuovere pratiche sostenibili e incentivare i giovani a lavorare nel settore, magari per un periodo prima di laurearsi. In poche parole, dobbiamo vedere questi cambiamenti climatici come un’opportunità per innovare, non solo come un ostacolo da superare.

Intervistatore: Grazie, Dottor Bruno, per la sua analisi e per le proposte concrete.

Dott. Antonio Bruno: Grazie a voi. Spero che queste riflessioni possano contribuire a sensibilizzare sull'importanza di un'agricoltura sostenibile e di una gestione più consapevole delle nostre risorse.

 

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