venerdì 4 ottobre 2024

Intervista al Dottore Agronomo Antonio Bruno sull'agricoltare al tempo dei Romani

 Intervista al Dottore Agronomo Antonio Bruno sull'agricoltare al tempo dei Romani

La dea Demetra (https://www.romanoimpero.com/2010/01/il-culto-di-cerere.html)

Intervistatore: Buongiorno Dottor Bruno, grazie per averci dedicato il suo tempo. Oggi vorremmo parlare con lei dell'agricoltura romana, un argomento affascinante che ha influenzato le pratiche agricole moderne. Iniziamo con una domanda generale: come si sviluppava l'agricoltura ai tempi dei Romani?

Dott. Antonio Bruno: Buongiorno, è un piacere essere qui. L'agricoltura romana ha avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo della civiltà. Durante il VI-IV secolo a.C., Roma iniziò a espandersi e a entrare in contatto con popoli come gli Etruschi, i Cartaginesi e le popolazioni della Magna Grecia, che avevano già raggiunto un livello avanzato di tecniche agricole. I Romani furono abili nell'apprendere da questi popoli, migliorando così le loro pratiche agricole.

Intervistatore: Interessante! Quali erano le principali colture praticate dai Romani?

Dott. Antonio Bruno: La coltura principale era indubbiamente il grano, in particolare il farro, che era il cereale base dell'alimentazione romana. Col tempo, però, si cominciò a coltivare anche il grano tenero (Triticum aestivum) e la spelta (Triticum spelta). Accanto al grano, altre colture importanti erano la vite, per la produzione di vino, e l'ulivo, per l'olio. Non mancavano legumi e ortaggi, elementi essenziali nella dieta quotidiana. La produzione agricola romana non si limitava all'Italia: le province, come la Sicilia e il Nord Africa, erano grandi produttrici di grano e altre derrate.

Intervistatore: A livello simbolico, come veniva percepita l'agricoltura nella società romana?

La centuriazione romana delle campagne del Cesenate (http://www.liceocecioni.gov.it/sitorecupero/percorsi/confederazione_romana/la_centuriazione_ romana.html)

Dott. Antonio Bruno: L'agricoltura era profondamente legata alla vita sociale e culturale romana. La dea Cerere, che simboleggiava la fertilità dei campi, era una figura centrale. Cicerone, ad esempio, lodava la vita di campagna come esempio di parsimonia, diligenza e giustizia, vedendo nell'agricoltura una fonte di virtù civili. Anche figure come Catone il Censore sottolineavano l'importanza dell'agricoltura per la formazione di soldati robusti e cittadini virtuosi. L'agricoltura non era solo un'attività economica, ma un valore che permeava tutta la società.

Intervistatore: I Romani erano noti anche per l'organizzazione del territorio. Può spiegarci il sistema della centuriazione e il suo impatto?

Dott. Antonio Bruno: Certamente. La centuriazione era una tecnica di suddivisione del territorio agricolo in appezzamenti squadrati chiamati iugeri, che venivano aggregati in unità più grandi chiamate centurie, equivalenti a circa 50 ettari. Questo sistema non era solo utile per la gestione delle terre, ma anche per l'irrigazione e il drenaggio delle acque. Un esempio chiaro è la centuriazione del Cesenate, che ha un'efficacia tale da essere utilizzata ancora oggi per lo sgrondo delle acque.

Intervistatore: Quali erano le principali innovazioni tecnologiche dell'epoca per migliorare la produttività agricola?

Dott. Antonio Bruno: I Romani furono pionieri nell'introduzione di tecnologie avanzate per l'epoca. Già in epoca imperiale, si utilizzavano mulini ad acqua per la macinazione dei cereali, una tecnologia che consentiva di automatizzare parte del processo produttivo. Esistevano anche rudimentali mietitrici trainate da buoi o cavalli, menzionate da Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia. Queste innovazioni permisero un aumento significativo della produttività.

Intervistatore: Durante l'impero, i latifondi presero sempre più piede. Che impatto ebbe questo cambiamento sull'agricoltura romana?

Dott. Antonio Bruno: Sì, è vero. Con il passare del tempo, soprattutto dalla tarda Repubblica, il modello di piccola proprietà agricola andò diminuendo a favore di vasti latifondi, spesso coltivati da schiavi. Questo cambiamento fu determinato dal fatto che i contadini, spesso impegnati nelle guerre, si trovavano costretti a vendere le loro terre ai patrizi più ricchi. Tuttavia, nonostante questa tendenza, i Romani continuarono a mantenere una forte produzione agricola anche in Italia, per soddisfare le esigenze della popolazione urbana, in particolare quella dell'Urbe.

Intervistatore: Quali sono stati i principali scrittori romani che hanno trattato di agricoltura?

Dott. Antonio Bruno: I Romani produssero diversi testi fondamentali sull'agricoltura. Tra i più importanti c'è sicuramente Catone il Censore, con il suo De Agricultura, che è considerato uno dei primi trattati completi sull'agricoltura. In seguito, Marco Terenzio Varrone scrisse De Re Rustica, con consigli pratici su come migliorare la resa dei terreni. Poi c'è Virgilio, che nelle sue Georgiche e Bucoliche esaltava non solo l'agricoltura, ma anche il suo valore etico e sociale. Infine, Columella scrisse il De Re Rustica, un'opera monumentale in 12 volumi, che è stata un riferimento per tutta l'agronomia medievale e oltre.

Intervistatore: Un'eredità culturale e scientifica straordinaria! In che modo queste opere hanno influenzato l'agricoltura nei secoli successivi?

Dott. Antonio Bruno: Queste opere hanno fornito le basi teoriche e pratiche per lo sviluppo dell'agricoltura non solo nell'antichità, ma anche nel Medioevo e oltre. Autori come Columella hanno evidenziato l'importanza di pratiche sostenibili, come la rotazione delle colture e l'uso di leguminose per arricchire il terreno, concetti che sono validi ancora oggi. Anche l'attenzione al clima e alla qualità del suolo è stata cruciale e ha gettato le basi per una visione scientifica dell'agricoltura.

Intervistatore: Grazie mille, Dottor Bruno, per questa preziosa panoramica sull'agricoltura romana e il suo impatto. Vuole aggiungere qualcosa?

Dott. Antonio Bruno: Grazie a voi. Vorrei solo sottolineare quanto l'agricoltura romana, sebbene antica, continui a insegnarci molto su come gestire la terra in modo efficiente e sostenibile, valori che dobbiamo continuare a preservare nel nostro tempo.

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