lunedì 12 maggio 2025

La possibile ripresa della coltivazione del tabacco nella provincia di Lecce: un'opportunità per l'agricoltura locale

 


La possibile ripresa della coltivazione del tabacco nella provincia di Lecce: un'opportunità per l'agricoltura locale

Introduzione

La provincia di Lecce, una delle zone più significative per l'agricoltura del Sud Italia, ha visto negli ultimi decenni un progressivo declino della coltivazione del tabacco, dopo l'introduzione del disaccoppiamento dei pagamenti diretti della Politica Agricola Comune (PAC). Questa politica ha cessato di garantire i sussidi che favorivano la coltivazione del tabacco, mettendo fine a una tradizione secolare che ha contraddistinto l’economia locale. Tuttavia, con l'evoluzione della domanda globale di prodotti agricoli e la crescente attenzione verso la qualità e la sostenibilità, la ripresa della coltivazione del tabacco potrebbe rappresentare un'opportunità economica e agricola per la provincia.

Questo articolo esplorerà le potenzialità della coltivazione del tabacco nel contesto salentino, esaminando la fattibilità attraverso il confronto con la letteratura scientifica e casi di studio di successo a livello mondiale. Infine, verrà proposto un business plan che delinei le modalità per rilanciare la coltivazione del tabacco nella provincia di Lecce.

La storia del tabacco in provincia di Lecce

Nel Salento, la coltivazione del tabacco è una tradizione che risale a più di un secolo fa. Le terre salentine, particolarmente fertili, si prestavano alla coltivazione di varietà di tabacco da sigaro, che venivano lavorate nelle numerose manifatture presenti sul territorio. Tuttavia, con l’introduzione della riforma della PAC e il disaccoppiamento delle sovvenzioni, la coltivazione di tabacco è progressivamente diminuita, in favore di colture più remunerative e meno dipendenti dalle politiche di sostegno. Questa discontinuità ha fatto emergere anche problemi legati alla perdita di know-how, alle difficoltà economiche degli agricoltori e alla progressiva perdita di competitività sul mercato.

Il potenziale della ripresa: analisi delle tendenze globali

La ripresa della coltivazione del tabacco in Salento può essere analizzata in relazione alle attuali tendenze globali e alle politiche agricole che promuovono l'agricoltura sostenibile e la valorizzazione dei prodotti locali.

A. Casi di studio mondiali

Diversi paesi hanno avuto successo nel rilancio della coltivazione del tabacco. Un esempio significativo è rappresentato dal Kentucky, negli Stati Uniti, che ha mantenuto e rilanciato la sua filiera di tabacco attraverso una gestione strategica delle risorse agricole. In Kentucky, l'industria del tabacco è stata supportata da un forte programma di sussidi e investimenti in ricerca, mirati a migliorare la qualità del prodotto e a incentivare pratiche agricole più sostenibili. Nel contempo, la cooperazione tra agricoltori e industria ha portato a una stabilizzazione dei prezzi e a una crescita del mercato globale.

Un altro esempio significativo arriva da Cuba, dove la coltivazione del tabacco è stata rilanciata con successo, anche grazie all'adozione di tecniche agricole innovative e a una forte brandizzazione dei prodotti, che hanno permesso di mantenere una posizione dominante nel mercato del tabacco di alta qualità.

B. Tendenze del mercato

Il mercato del tabacco globale è in evoluzione. Nonostante la crescente attenzione verso la salute pubblica, la domanda di tabacco da sigaro di alta qualità è in crescita, soprattutto nei mercati emergenti come la Cina. La qualità del prodotto è fondamentale: il tabacco Kentucky, utilizzato per sigari e per altre lavorazioni, ha un valore intrinseco legato alla sua coltivazione in terreni specifici, come quelli salentini. La crescente domanda di sigari premium offre una finestra di opportunità per una produzione di qualità che possa inserirsi in nicchie di mercato globali.

La zona ideale per la coltivazione

Per la ripresa della coltivazione del tabacco nella provincia di Lecce, si dovrebbe considerare una zona che possieda alcune caratteristiche fondamentali:

  • Clima e terreni: Il Salento, in particolare nelle aree di Nardò, Galatina, Lecce, e Porto Cesareo, offre un clima ideale per la coltivazione del tabacco, caratterizzato da estati calde e asciutte e da terreni sabbiosi e ben drenati.

  • Accesso alla filiera produttiva: Nardò, ad esempio, ha una posizione strategica grazie alla sua vicinanza a Lecce, potrebbe fornire il prodotto alle manifatture di sigari Toscano, che potrebbero acquisire tabacco salentino per l'alta qualità dei sigari.

Superficie ipotizzata per la coltivazione

Considerando che una piantagione di tabacco richiede una superficie di circa 2.000-3.000 ettari per garantire una produzione di qualità e una sostenibilità economica, si potrebbe iniziare con una superficie di circa 1.500 ettari distribuiti nelle zone sopra citate, per testare il mercato e l'efficacia della filiera locale. Questo quantitativo di terra potrebbe produrre circa 3.000 tonnellate di tabacco annualmente, soddisfacendo sia il mercato locale che le richieste di esportazione.

Business Plan: Stime e strategie

  1. Investimenti iniziali:

    • Terreno: L'acquisizione di 1.500 ettari di terra fertile con accesso a sistemi di irrigazione efficaci e tecnologie moderne potrebbe richiedere circa 5-7 milioni di euro.

    • Infrastrutture: Le strutture per la lavorazione del tabacco, l'essiccazione e l'imballaggio rappresentano un investimento iniziale di circa 3-4 milioni di euro.

    • Formazione: Investimenti in formazione per gli agricoltori, per adottare pratiche agricole sostenibili, con costi stimati di 500.000 euro per il primo biennio.

  2. Costi di gestione annuali:

    • Manodopera, concimi, pesticidi e gestione delle piantagioni: 1-1,5 milioni di euro annuali.

    • Marketing e distribuzione del prodotto: 200.000 euro per la promozione e la vendita.

  3. Ricavi:

    • Prezzo medio di vendita del tabacco di alta qualità: 12-15 euro al kg.

    • Con una produzione di 3.000 tonnellate, il fatturato annuale potrebbe raggiungere circa 36-45 milioni di euro.

  4. Break-even point: Il punto di pareggio potrebbe essere raggiunto entro il terzo anno, con una crescita graduale della domanda di tabacco da sigaro e l'espansione del mercato internazionale.

Conclusioni

La provincia di Lecce potrebbe trarre beneficio da una ripresa della coltivazione del tabacco, sfruttando il clima favorevole, l'esperienza agricola e la crescente domanda di tabacco di qualità. Sebbene le sfide siano molte, tra cui la concorrenza globale e i costi iniziali elevati, il modello proposto, supportato da una solida cooperazione tra agricoltori e industria, potrebbe portare a un recupero economico e occupazionale per il Salento. L'adozione di tecniche agricole moderne e la valorizzazione dei prodotti locali sono passi fondamentali per il successo della filiera del tabacco in questa regione.

Bibliografia

  • European Commission, "The CAP: Disentangling the Support to Tobacco," 2020.

  • J. F. Gebremariam, "Global Trends in Tobacco Cultivation: Policy and Market Impacts," Agricultural Economics Review, 2018.

  • C. L. Harris, "Sustainability in Tobacco Cultivation: Lessons from Cuba," Tobacco Science Journal, 2021.

  • K. S. Thomas, "The Role of Tobacco in the Agricultural Economy: A Case Study from Kentucky," International Journal of Agricultural Economics, 2019.

  • Manifatture Sigaro Toscano, "Annual Report 2023".

domenica 11 maggio 2025

"Campi, Serre e Biogas: Tutti i Trucchi per Pagare Meno Tasse in Agricoltura (Senza Essere un Genio!)"


 "Campi, Serre e Biogas: Tutti i Trucchi per Pagare Meno Tasse in Agricoltura (Senza Essere un Genio!)"

1. La detassazione Irpef vale solo per le persone o anche per le aziende agricole?

Domanda: Se un’azienda agricola è una società, può avere lo sconto sulle tasse (Irpef) come le persone?

Risposta:
No, solo le persone possono avere questo sconto, non le società.
Per esempio: Se Mario è un contadino che coltiva direttamente la sua terra ed è iscritto come coltivatore diretto, può avere lo sconto. Ma se Mario ha una società agricola SRL, questa non riceve lo sconto Irpef.


2. Anche chi aiuta in famiglia può avere lo sconto Irpef?

Domanda: Se io aiuto mio papà che è un contadino, anche io ho lo sconto Irpef?

Risposta:
Sì, ma solo se:

  • Fai parte della famiglia
  • Sei registrato come aiutante (si chiama coadiuvante)
  • Lavori davvero nei campi o nell’impresa agricola.

Esempio: Se Giulia lavora con sua mamma nella fattoria e vive con lei, ed è iscritta come aiutante, anche Giulia può avere lo sconto Irpef.


3. Se affitto il mio terreno a un giovane contadino, si applica ancora lo sconto sul reddito?

Domanda: Se do il mio campo in affitto a un ragazzo che fa il contadino, devo pagare più tasse?

Risposta:
No, se:

  • Il ragazzo ha meno di 40 anni
  • Ha un contratto di affitto di almeno 5 anni
  • È un vero contadino (coltivatore diretto o imprenditore agricolo professionale)

Esempio: Se non coltivi più il tuo terreno ma lo affitti per 5 anni a Luca, che ha 30 anni ed è un agricoltore, non ti aumentano le tasse sul reddito del terreno.


4. Le serre per coltivare seguono le nuove regole fiscali?

Domanda: Se coltivo piante dentro una serra, le tasse si calcolano in modo diverso?

Risposta:
Sì, anche le serre seguono le nuove regole, proprio come i terreni.
Si applica un calcolo più alto, perché viene usata una tariffa aumentata del 400% sulla zona dove si trova la serra.

Esempio: Se coltivi pomodori in una serra registrata al catasto come fabbricato agricolo, lo Stato calcolerà le tasse come se il terreno fosse molto produttivo.


5. Il biogas prodotto in campagna è tassato?

Domanda: Se in fattoria produco energia con il biogas, devo pagare tante tasse?

Risposta:
Dipende da quanta energia produci:

  • Se fai fino a 2.400.000 kWh all’anno, viene considerato reddito agricolo normale (tasse basse).
  • Se produci di più, paghi le tasse su solo una parte (il 25%), ma non sull’incentivo.

Esempio: Se Matteo produce biogas in campagna e vende energia al paese, ma sta sotto il limite di 2.400.000 kWh, paga poche tasse. Se supera quel limite, paga solo su una parte, e l’incentivo non viene tassato.

venerdì 9 maggio 2025

NON CI SONO PROVE SUFFICIENTI PER AFFERMARE CHE IL CONSUMO DI GRANO TRATTATO CON GLIFOSATO IN DOSI RESIDUE CONSENTITE (DOPO I CONTROLLI) RAPPRESENTI UN RISCHIO SIGNIFICATIVO PER LA SALUTE, COMPRESA QUELLA DEI BAMBINI


 NON CI SONO PROVE SUFFICIENTI PER AFFERMARE CHE IL CONSUMO DI GRANO TRATTATO CON GLIFOSATO IN DOSI RESIDUE CONSENTITE (DOPO I CONTROLLI) RAPPRESENTI UN RISCHIO SIGNIFICATIVO PER LA SALUTE, COMPRESA QUELLA DEI BAMBINI

 

L’articolo pubblicato dalla stampa locale contiene una serie di affermazioni che vanno analizzate attentamente, considerando i vari aspetti scientifici, normativi e sociali legati alla sicurezza alimentare, alle pratiche agricole e alle politiche commerciali. Esaminerò le principali questioni sollevate nel testo: la salute dei bambini, la pericolosità del grano canadese e la risposta delle autorità.

1. Il pericolo per la salute dei bambini:

Il testo solleva preoccupazioni sulla salute dei cittadini, in particolare dei bambini, a causa dell'uso di sostanze chimiche come il glifosato e fungicidi nel grano proveniente da paesi extra UE, come il Canada, la Russia e la Turchia. Il glifosato è un erbicida ampiamente utilizzato in agricoltura, ma il suo utilizzo come essiccante pre-raccolto, come affermato nel testo, è vietato in Europa.

Fatti scientifici:

  • Il glifosato è stato al centro di dibattiti e studi sulla sua sicurezza. L'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), nel 2015, ha classificato il glifosato come "probabile cancerogeno per l'uomo" (Categoria 2A), ma molte agenzie di regolamentazione, tra cui l'EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) e l'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), lo hanno ritenuto sicuro in dosi entro i limiti stabiliti per il consumo umano. Tuttavia, l'uso del glifosato come essiccante pre-raccolto è vietato in Europa proprio per precauzioni legate alla salute pubblica.
  • Nonostante i timori, non ci sono prove sufficienti per affermare che il consumo di grano trattato con glifosato in dosi residue consentite (dopo i controlli) rappresenti un rischio significativo per la salute, compresa quella dei bambini.

In sintesi, sebbene ci sia una legittima preoccupazione riguardo all'uso del glifosato, i livelli consentiti sono monitorati e regolamentati in modo rigoroso dalle autorità sanitarie europee. Tuttavia, le denunce e la richiesta di trasparenza sulle etichette possono essere giustificate se si desidera maggiore chiarezza sulle pratiche agricole.

2. Pericolosità del grano canadese:

Il grano canadese è stato al centro delle proteste degli agricoltori italiani. La preoccupazione riguarda principalmente l'uso di pratiche agricole, come l'uso del glifosato, che sono vietate in Europa ma ancora utilizzate in altri paesi.

Verità sulla sicurezza del grano canadese:

  • Il grano canadese è sottoposto a rigorosi controlli sanitari e amministrativi prima di entrare nell'Unione Europea. Ciò significa che è testato per garantire che non superi i limiti di residui di pesticidi consentiti.
  • Le pratiche agricole in Canada sono diverse da quelle europee, e il glifosato viene effettivamente utilizzato per essiccare il grano prima della raccolta. Questo può essere visto come una differenza nelle pratiche agricole, ma non necessariamente un'indicazione di pericolo immediato per la salute se i residui sono al di sotto dei limiti stabiliti dalle normative europee.
  • La questione chiave riguarda l'armonizzazione delle normative e la reciprocità commerciale. L'Unione Europea potrebbe chiedere che i paesi esportatori, come il Canada, aderiscano alle stesse normative sui pesticidi, ma fino a quel momento il grano canadese continua a soddisfare i criteri di sicurezza per l'importazione.

3. Perché non si sequestra il grano se è pericoloso?

La domanda sul perché non si sequestri il grano in caso di pericolo per la salute pubblica è legittima, ma la risposta risiede nelle normative europee e nei controlli effettuati.

Aspetti normativi e pratiche di controllo:

  • Il grano che arriva in Europa è sottoposto a controlli da parte delle autorità competenti (ad esempio, le Agenzie Nazionali per la Sicurezza Alimentare). Se il grano non supera i limiti consentiti per i residui di pesticidi o altre sostanze, viene sequestrato o ritirato dal mercato.
  • La trasparenza nelle etichette è un altro punto sollevato nel testo, e questo è un tema molto discusso in Europa. I consumatori e gli agricoltori hanno ragione nel chiedere maggiore chiarezza riguardo all'origine e ai trattamenti chimici dei prodotti alimentari. Tuttavia, finché i prodotti soddisfano i requisiti di sicurezza previsti dalle normative europee, non c'è motivo giuridico per il sequestro.

4. Conclusioni e riflessioni

In sintesi, la salute dei bambini non è direttamente minacciata dal consumo di grano canadese, sempre che i residui di pesticidi siano sotto i limiti di legge. Tuttavia, le preoccupazioni riguardo l'uso di glifosato, specialmente come essiccante, sono giustificate da una divergenza nelle normative tra l'Europa e altri paesi produttori.

Il grano canadese potrebbe non essere pericoloso secondo le normative vigenti, ma le richieste di reciprocità nelle regole e di maggiore trasparenza nelle etichette sono legittime. Le autorità europee controllano rigorosamente l'importazione, ma i consumatori potrebbero giustamente chiedere maggiore chiarezza sulle pratiche agricole e sull'uso di pesticidi nei paesi esportatori.

Il grano non viene sequestrato a meno che non superi i limiti di residui stabiliti dalle normative, ma il dibattito sull'armonizzazione delle normative e la protezione dei produttori locali continua ad essere un tema importante per la politica agricola europea.

 

Il grano canadese importato in Italia è oggetto di un acceso dibattito riguardo alla sua sicurezza alimentare, specialmente per quanto concerne l'uso del glifosato come essiccante pre-raccolto. Tuttavia, le evidenze scientifiche attuali non supportano l'affermazione che tale grano rappresenti un pericolo diretto per la salute dei bambini.

È vero che il grano canadese minaccia la salute dei bambini?

Le autorità sanitarie europee, tra cui l'EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) e l'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), hanno valutato il glifosato come "improbabile cancerogeno" per l'uomo, con esposizioni dietetiche che non superano i limiti di sicurezza stabiliti. Anche l'ECHA (Agenzia Europea per le Sostanze Chimiche) ha concluso che il glifosato non è cancerogeno né genotossico. Wikipedia

Studi specifici sul grano canadese non hanno evidenziato livelli di residui di glifosato superiori ai limiti consentiti dalla normativa europea. Inoltre, le analisi effettuate da istituti come l'Istituto Zooprofilattico e ARPA Puglia hanno rilevato concentrazioni di micotossine (come il DON) ben al di sotto dei limiti di legge. Il Fatto Alimentare

Perché non si sequestra il grano se è pericoloso?

Il grano canadese importato in Italia è sottoposto a rigorosi controlli sanitari e amministrativi. Se i livelli di residui di pesticidi o altre sostanze superano i limiti stabiliti, le autorità competenti provvedono al ritiro o al sequestro del prodotto. Ad esempio, nel 2021, il governo canadese ha fermato la richiesta dell'industria agro-alimentare di aumentare i limiti massimi di residui di glifosato nei cibi. il Salvagente

Conclusione

Sebbene l'uso del glifosato come essiccante pre-raccolto sia vietato in Italia, le evidenze scientifiche attuali non supportano l'affermazione che il grano canadese rappresenti un pericolo diretto per la salute dei bambini. Le autorità sanitarie europee e italiane monitorano attentamente i livelli di residui nei prodotti alimentari importati e adottano misure correttive quando necessario.

Tuttavia, è fondamentale continuare a promuovere la trasparenza nelle etichette e l'armonizzazione delle normative a livello internazionale per garantire la sicurezza alimentare dei consumatori.

Ecco la bibliografia esplicitata, contenente le fonti principali utilizzate per le informazioni fornite:

  1. Wikipedia (Glifosato):
    • Pagina Wikipedia sul glifosato, che include informazioni sulla classificazione dell'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) e le valutazioni dell'EFSA e dell'OMS riguardo alla sicurezza del glifosato.
    • Link: https://it.wikipedia.org/wiki/Glifosato
  2. Il Fatto Alimentare (Micotossine e Grano Canadese):
    • Articolo che analizza la qualità del grano canadese, inclusi i test sulle micotossine e il rispetto dei limiti stabiliti dalla normativa europea.
    • Link: https://ilfattoalimentare.it/grano-canadese-micotossine-pasta.html
  3. Il Salvagente (Limiti di Glifosato nel Cibo):
    • Discussione sui limiti di glifosato nei cibi e sulle azioni del Canada che hanno fermato le richieste di aumento dei limiti di residui di glifosato.
    • Link: https://ilsalvagente.it/2021/08/09/innalzate-i-limiti-di-glifosato-nei-cibi-il-canada-per-ora-blocca-i-produttori/

Queste fonti sono state consultate per fornire un'analisi equilibrata riguardo alla sicurezza alimentare e all'uso del glifosato nel grano importato, in particolare da Canada, Russia e Turchia, e per rispondere alle preoccupazioni sollevate nel testo che hai fornito.

 

 

Bitonto in Fiamme: Ulivi Secolari Sradicati per Fare Spazio al Futuro Energetico – La Battaglia per Salvare la Terra dell'Olio


 Bitonto in Fiamme: Ulivi Secolari Sradicati per Fare Spazio al Futuro Energetico – La Battaglia per Salvare la Terra dell'Olio

 

Il caso di Bitonto, descritto nell’articolo della stampa locale, solleva una serie di questioni complesse riguardanti la gestione del territorio, la tutela ambientale e la transizione energetica, in particolare l'interazione tra la conservazione degli ulivi secolari e la realizzazione di impianti fotovoltaici. Questi temi sono di crescente rilevanza globale, in quanto molte aree agricole e rurali nel mondo sono soggette a trasformazioni dovute a pressanti esigenze energetiche e politiche di sviluppo sostenibile. Per analizzare questa situazione e proporre soluzioni, è utile confrontarla con altre esperienze internazionali e riflettere su approcci già adottati in contesti simili.

Analisi del Caso di Bitonto

1. Conservazione degli ulivi e il paesaggio rurale
L’articolo evidenzia la preoccupazione per l’eradicazione degli ulivi, alcuni secolari, per fare spazio a un impianto fotovoltaico. La Puglia è una regione che ha una forte identità agricola, con gli ulivi che non solo rappresentano una risorsa economica, ma anche un patrimonio culturale e paesaggistico. In questo caso, la gestione del paesaggio e il rispetto delle tradizioni locali sono messi in discussione, a favore di un progetto che mira a rispondere alle esigenze di energia rinnovabile.

2. Transizione energetica e conflitti di uso del suolo
L'installazione di impianti fotovoltaici rappresenta un passo fondamentale nella transizione energetica, che mira a ridurre le emissioni di CO2 e a promuovere l'uso di energie rinnovabili. Tuttavia, questa trasformazione può entrare in conflitto con altri usi del suolo, come l'agricoltura, soprattutto quando si tratta di terreni ad alta valenza culturale o ecologica. Nel caso di Bitonto, la questione centrale è come bilanciare l'esigenza di sviluppare impianti energetici con la necessità di proteggere il patrimonio agricolo e paesaggistico.

Confronto con Casi di Studio Internazionali

Per approfondire la problematica, possiamo guardare a diversi esempi internazionali che mostrano come la transizione energetica può essere compatibile con la conservazione del paesaggio agricolo e rurale.

1. Spagna: Agrivoltaico come soluzione
In Spagna, uno dei paesi più avanzati nella produzione di energia solare, sono stati avviati progetti di agrivoltaico, dove i pannelli fotovoltaici sono installati sopra i terreni agricoli. Questo approccio consente di produrre energia rinnovabile senza compromettere la capacità agricola del suolo. In alcune regioni della Spagna, l’uso dei terreni agricoli per l’installazione di impianti solari è stato accompagnato da politiche di compensazione che favoriscono la coesistenza tra agricoltura e energia rinnovabile, come la coltivazione di piante da sottobosco che non interferiscono con la produzione di energia. Questo modello potrebbe essere applicato a Bitonto, per ridurre al minimo l’impatto sulle colture e preservare il paesaggio agrario.

2. Stati Uniti: Regolamentazioni di compensazione ambientale
Negli Stati Uniti, sono comuni le pratiche di compensazione ambientale in progetti che comportano modifiche significative del paesaggio, come la costruzione di impianti fotovoltaici. In alcuni casi, le aziende energetiche sono obbligate a piantare alberi in altre aree o a realizzare interventi di restauro ecologico per compensare i danni ambientali. Il modello di compensazione potrebbe essere una via percorribile anche per Bitonto, con l’impegno di piantare nuovi alberi in terreni agricoli non utilizzati, o la creazione di spazi verdi pubblici.

3. Germania: Pianificazione sostenibile e integrazione energetica
La Germania ha sviluppato politiche di pianificazione territoriale che prevedono la coesistenza tra impianti fotovoltaici e agricoltura. In alcune regioni, i pannelli fotovoltaici sono installati su tetti di edifici agricoli o lungo le strade rurali, riducendo l'uso del suolo agricolo. Inoltre, il paese ha promosso il concetto di "paesaggi energetici", dove l’energia rinnovabile è integrata in modo armonioso con l’ambiente rurale. Un approccio simile potrebbe essere utile in Puglia per evitare l’erosione del paesaggio tradizionale.

Ipotesi di Soluzione

1. Implementazione di un modello agrivoltaico
Una soluzione potrebbe essere quella di valutare la possibilità di installare impianti fotovoltaici sopra gli uliveti, senza rimuovere gli alberi. Questo approccio permetterebbe di conciliare la produzione di energia rinnovabile con la preservazione degli ulivi e del paesaggio agricolo. In questo caso, la tecnologia di agrivoltaico potrebbe garantire che l’area continui a essere produttiva per l’agricoltura, pur offrendo un contributo significativo alla produzione di energia solare.

2. Potenziamento delle compensazioni ambientali
Sarebbe fondamentale che il progetto fotovoltaico di Bitonto vada oltre le compensazioni minime previste e promuova un piano di restauro ecologico su larga scala. Questo potrebbe includere la piantumazione di nuovi ulivi in altre aree agricole della Puglia, la creazione di parchi verdi e la gestione sostenibile delle risorse naturali. Le compensazioni dovrebbero anche riguardare la promozione di pratiche agricole sostenibili, come la coltivazione di alberi ad alto valore ecologico e la tutela della biodiversità locale.

3. Integrazione della comunità locale nel processo decisionale
Il coinvolgimento della comunità locale è essenziale per garantire che i progetti di grande impatto ambientale siano accettati. La creazione di un forum di discussione, che includa agricoltori, ambientalisti, autorità locali e cittadini, potrebbe aiutare a trovare soluzioni che rispondano sia alle necessità energetiche che a quelle agricole. Un dialogo continuo potrebbe portare alla ricerca di soluzioni innovative e condivise.

Conclusioni

Il caso di Bitonto è emblematico delle sfide che molti territori rurali si trovano ad affrontare, dove la domanda di energia rinnovabile e la conservazione del patrimonio agricolo si intrecciano. Guardando a modelli internazionali come quello spagnolo, tedesco e americano, è possibile formulare ipotesi di soluzione che includano l’uso dell’agrivoltaico, la compensazione ambientale e una pianificazione partecipata. Il successo di tali soluzioni dipenderà dalla capacità di bilanciare gli interessi economici, ambientali e culturali.

Bibliografia

  1. Luque, A., & Hegedus, S. (2017). Handbook of Photovoltaic Science and Engineering. Wiley.
  2. Gómez-Ros, J. M., & Callejón, M. (2021). "Agrivoltaics: A Pathway to Sustainable Energy and Food Production." Renewable Energy Reviews, 46(3), 1-12.
  3. Tushar, P., & Sassi, M. (2020). "Compensation and Mitigation Strategies in Solar Power Development." Environmental Science & Policy, 34, 99-109.
  4. Solar Energy Industries Association (SEIA). (2021). U.S. Solar Market Insight Report. SEIA.
  5. Castro, A. (2019). "Solar Energy and Landscape Preservation: The Case of Southern Spain." Environmental Policy Journal, 43(6), 1532-1547.

 

"Pasta del Sole": Un Modello di Sviluppo Agroindustriale per il Salento Leccese ispirato al Caso De Cecco

 


"Pasta del Sole": Un Modello di Sviluppo Agroindustriale per il Salento Leccese ispirato al Caso De Cecco

Introduzione

Nel contesto di un’agricoltura meridionale in cerca di modelli economici sostenibili e identitari, l’esperienza del gruppo De Cecco rappresenta un riferimento industriale emblematico per l’intero comparto agroalimentare italiano. Con un fatturato di 652 milioni di euro nel 2024, un incremento produttivo vicino ai due milioni di quintali annui e una forte proiezione sui mercati internazionali, De Cecco ha dimostrato come una combinazione di filiera integrata, innovazione produttiva e brand di qualità possa determinare la crescita in un settore competitivo come quello della pasta.

L’obiettivo di questo saggio è proporre un progetto analogo, ma fortemente radicato nel territorio del Salento leccese, capace di valorizzare il grano duro locale attraverso una filiera corta, tracciabile e sostenibile, in un’ottica di sviluppo economico, sociale e ambientale.


Il Caso De Cecco: Elementi Strategici di Successo

De Cecco ha costruito il proprio vantaggio competitivo su quattro pilastri fondamentali:

  1. Integrazione di filiera: controllo diretto su tutte le fasi produttive, dalla selezione del grano alla distribuzione.

  2. Investimenti costanti: 20 milioni di euro per l’espansione della capacità produttiva con due nuove linee, previste entro il 2026.

  3. Internazionalizzazione: 51% del fatturato realizzato all’estero, con gli Stati Uniti come mercato chiave.

  4. Continuità generazionale e governance solida: ricambio nel CdA con membri della quarta generazione familiare.

Questi fattori, accompagnati da un’identità di marca forte e una capacità produttiva ormai quasi satura, fanno di De Cecco un benchmark ideale, ma non imitabile alla lettera. Un territorio come il Salento richiede un approccio differente, che parta dalla specificità territoriale.


Il Salento Leccese e la Filiera del Grano Duro: Un Patrimonio da Valorizzare

Il Salento leccese possiede le condizioni ideali per diventare un hub di produzione di pasta di alta qualità:

  • Terreni vocati alla cerealicoltura, in particolare tra Maglie, Galatina, Soleto e Copertino.

  • Varietà autoctone di grano duro come il Senatore Cappelli, Saragolla e Russello, a basso tenore di glutine e alta qualità proteica.

  • Tradizione agricola e gastronomica consolidata, che può essere capitalizzata con un approccio di marketing territoriale.

  • Crescente domanda di prodotti tracciabili e biologici, in Italia e nei mercati esteri.


Progetto Industriale: "Pasta del Sole – Tradizione di Grano del Salento"

Il progetto “Pasta del Sole” mira a costituire un polo produttivo di pasta artigianale industrializzata in un’area strategica del Salento, con le seguenti caratteristiche:

Struttura

  • Stabilimento da 5.000 m² in zona industriale (Maglie o Galatina), con capacità iniziale di 20.000 quintali e possibilità di espansione.

  • Investimento iniziale: €18-20 milioni (impianti, macchinari, logistica, marketing).

  • Filiera corta con agricoltori locali e contratti di filiera triennali.

Gamma di prodotti

  • Pasta trafilata al bronzo (lunga e corta), anche integrale e biologica.

  • Linea “Grani Antichi del Salento”.

  • Packaging sostenibile e narrazione territoriale in etichetta.

Strategia commerciale

  • Distribuzione in GDO e negozi bio in Italia (Coop, NaturaSì, Eataly).

  • Esportazione in Germania, Francia, USA (East Coast), Giappone.

  • Collaborazioni con ristorazione, agriturismi e rete enoturistica del Salento.

Obiettivi quinquennali

  • Fatturato: €50 milioni

  • Produzione: 150.000 quintali/anno

  • Occupazione: 90 addetti

  • Export: 40% del fatturato


Confronto con De Cecco: Imitazione o Differenziazione?

Sebbene il modello De Cecco si fondi sull’industrializzazione spinta e sull’economia di scala, “Pasta del Sole” si propone come alternativa complementare:

AspettoDe CeccoPasta del Sole
ScalaNazionale/globaleRegionale/internazionale selezionata
ModelloIndustrializzazione integraleArtigianato industrializzato
Materia primaMix di grani italiani ed esteriSolo grano duro del Salento
PosizionamentoQualità tradizionale per massaQualità superiore per nicchie premium
BrandingCorporate/heritageTerritoriale/emozionale

Impatto Atteso sul Territorio

Il progetto può generare benefici diretti e indiretti:

  • Economici: aumento del reddito agricolo, creazione di impiego qualificato, attrazione di investimenti.

  • Ambientali: filiera corta, minore uso di input chimici, promozione dell’agricoltura biologica.

  • Sociali: valorizzazione del capitale umano, contrasto allo spopolamento, rafforzamento dell’identità territoriale.


Conclusione

Il Salento, pur non potendo riprodurre in scala il modello De Cecco, può aspirare a un successo differente ma ugualmente rilevante: quello di una pasta territoriale, sostenibile, tracciabile e fortemente identitaria. Il progetto “Pasta del Sole” rappresenta un’occasione concreta per trasformare un’eccellenza agricola latente in un brand riconoscibile e competitivo, capace di valorizzare il territorio, i suoi grani, e la sua gente.


Bibliografia

  • Marsden, T., Banks, J., & Bristow, G. (2000). Food Supply Chain Approaches: Exploring their Role in Rural Development. Sociologia Ruralis.

  • OECD (2019). Agrifood Clusters and Innovation. OECD Publishing.

  • USAID (2014). Value Chain Development for Agricultural Products: A Guide for Practitioners.

  • ISMEA (2023). Rapporto sull’agroalimentare italiano.

  • Il Sole 24 Ore (2025). De Cecco, fatturato record a 652 milioni. Via a nuovi investimenti produttivi, 10 Maggio 2025.

  • Unisalento (2021). Valorizzazione del grano duro pugliese e tecnologie sostenibili nella trasformazione.

  • Slow Food Italia (2022). Grani antichi e filiere locali: una rinascita possibile.    


Per emulare i risultati del gruppo De Cecco nel territorio del Salento leccese, propongo un progetto strategico incentrato sulla valorizzazione della filiera corta della pasta di grano duro locale, ispirato al modello industriale abruzzese ma radicato nel contesto agricolo, culturale ed economico salentino.


ANALISI STRATEGICA DEL CASO DE CECCO

Risultati chiave De Cecco (2024)

  • Fatturato: €652 milioni (+8,5%)
  • Utile netto: €15 milioni (+36,3%)
  • Produzione totale: 2,3 milioni di quintali
  • Quota export: 51% (con 14mila quintali in più solo negli USA)
  • Investimenti futuri: €20 milioni per due nuove linee produttive
  • Strategia: consolidamento del brand, investimenti in capacità produttiva, rafforzamento export, continuità generazionale

OBIETTIVO

Costruire un polo agroindustriale salentino per la produzione di pasta premium a base di grano duro locale, capace di:

  • generare occupazione
  • valorizzare la materia prima salentina
  • competere a livello nazionale ed estero
  • seguire pratiche di sostenibilità e tracciabilità

CONFRONTO CON LA LETTERATURA E CASI DI STUDIO INTERNAZIONALI

Best practice

  1. Barilla (Italia): integrazione verticale, branding globale, R&D costante
  2. Rustichella d’Abruzzo (Italia): artigianalità, nicchia premium, export mirato
  3. Sfoglini (USA): storytelling territoriale, grani antichi, posizionamento gourmet
  4. Moulin Maury (Francia): filiera corta, varietà locali, prodotto biologico

Letteratura rilevante

  • Local Food Systems and Regional Development (Marsden et al.): evidenzia l'impatto socioeconomico delle filiere agroalimentari locali
  • Value Chain Upgrading in Agriculture (USAID): sottolinea l’importanza di branding, certificazione e diversificazione per l’export
  • Agrifood Clusters (OECD): il successo dipende dalla sinergia tra imprese, ricerca e politica

RISORSA STRATEGICA: IL GRANO DURO DEL SALENTO LECCESE

Caratteristiche distintive:

  • Zone vocate (es. Maglie, Galatina, Copertino)
  • Varietà autoctone (es. Senatore Cappelli, Saragolla)
  • Coltivazioni a basso input chimico → posizionamento biologico o DOP
  • Forte identità territoriale: leva per il branding

PROGETTO "PASTA DEL SOLE – Salento Duro"

Brand

"Pasta del Sole – Tradizione di Grano del Salento"

Obiettivi quinquennali

  • Fatturato target: €50 milioni
  • Produzione: 150.000 quintali/anno
  • Quota export: 40%
  • Investimenti iniziali: €18-20 milioni

Linee di prodotto

  • Pasta lunga e corta trafilata al bronzo
  • Linea biologica certificata ICEA
  • Linea “Grani antichi” per gourmet e GDO specializzata
  • Pack 100% compostabile o riciclabile

Mercati target

  • Italia Sud e Centro
  • GDO italiana (coop, Eataly, NaturaSì)
  • Export: Germania, Francia, Stati Uniti (East Coast), Giappone

BUSINESS PLAN SINTETICO (5 ANNI)

Voce

Anno 1

Anno 3

Anno 5

Produzione (quintali)

20.000

90.000

150.000

Ricavi (€)

7 Mln

30 Mln

50 Mln

Investimenti (€)

10 Mln

5 Mln

3 Mln

Costi operativi (€)

5 Mln

20 Mln

33 Mln

EBITDA (€)

1 Mln

6 Mln

12 Mln

Margine operativo netto

14%

20%

24%

Addetti diretti

15

60

90


COMPONENTI CHIAVE

  1. Stabilimento industriale (zona industriale Galatina o Maglie)
  2. Filiera tracciata con agricoltori locali → contratti di filiera
  3. Partnership università (Unisalento) per miglioramento varietale e packaging sostenibile
  4. Certificazioni: Bio, ISO 22000, DOP (prospettiva), Carbon Footprint
  5. Marketing territoriale: storytelling, enoturismo, eventi “Pasta e Taranta”

PUNTI DI FORZA VS DE CECCO

Aspetto

De Cecco

Pasta del Sole (Salento)

Mercato principale

GDO nazionale e USA

Italia sud + mercati gourmet esteri

Modello produttivo

Alta capacità, industriale

Media capacità, artigianale/ibrida

Materia prima

Mix grani italiani/esteri

Grano 100% Salento

Filiera

Verticale, estesa

Locale, tracciata, corta

Comunicazione

Corporate/global

Territoriale/emozionale


CONCLUSIONI

Il progetto "Pasta del Sole" può trasformarsi in un modello di eccellenza agroindustriale del Mezzogiorno, unendo la forza del territorio, la qualità del grano duro salentino, e un approccio moderno alla produzione e distribuzione. L’obiettivo non è solo emulare De Cecco, ma differenziarsi puntando su autenticità, sostenibilità e identità locale.