Agricoltura
e Innovazione: La Trasformazione del Metapontino verso il Futuro
L'agricoltura,
considerata da sempre il settore primario, ha un ruolo fondamentale non solo
nella produzione di beni, ma anche nella tutela dell'ambiente. Questo settore,
che affonda le sue radici nella storia delle antiche civiltà, ha subito una
trasformazione profonda, in particolare nel territorio del Metapontino, dove
l'innovazione agricola ha mutato l'economia e la società locale. Secondo i più,
l'agricoltura continua ad essere cruciale per la sostenibilità del pianeta,
poiché «è direttamente connessa alla protezione del suolo e alla gestione delle
risorse naturali» .
La Svolta del Metapontino: Dalla Palude
all'Agricoltura Moderna
La svolta
nel Metapontino risale agli anni '50, quando la riforma agraria permise a molte
famiglie di ottenere terra coltivabile. Questo ha trasformato una zona che un
tempo era paludosa in un'area fertile e produttiva. Secondo l'ISTAT, la riforma
agraria del dopoguerra è stata un fattore determinante nello sviluppo economico
delle zone rurali italiane, fornendo nuove opportunità per migliaia di famiglie
. Le famiglie contadine, che prima si dedicavano a coltivazioni di sussistenza
come i cereali, iniziarono a piantare agrumi, pesche e albicocche, dando vita a
un nuovo sistema produttivo destinato al mercato .
Questa
trasformazione ha richiesto agli agricoltori di adattamento un mercato
competitivo. Come evidenziato da uno studio dell'Università di Bari, il
passaggio dall'autoconsumo alla produzione per il mercato ha comportato la
necessità di una maggiore organizzazione delle aziende agricole, della
logistica e della manodopera .
Il Boom della Fragola: Un Esempio di Innovazione e
Internazionalizzazione
Uno degli
sviluppi più significativi è stato l'introduzione della coltivazione della
fragola, che ha cambiato il volto agricolo del Metapontino. La fragola,
originaria della California, ha trovato in questo territorio le condizioni
ideali per crescere e prosperare . Tuttavia, l'introduzione di questa coltura
ha presentato diverse sfide: era necessario adattare le cultivar alle specifiche
condizioni climatiche locali e allungare il periodo di raccolta per garantire
la sostenibilità economica delle aziende agricole. A questo proposito,
l'introduzione di nuove varietà, come evidenziato dal Consorzio Italiano di
Frutticoltura, è stata la chiave per garantire una produzione continua per sei
mesi .
La
coltivazione della fragola in Basilicata fu introdotta nel Metapontino nel
1955, ma ebbe una certa diffusione solo alla fine degli anni ’60 raggiungendo
la superficie di 70 ha. Nel corso degli anni ’70 si verificò un ulteriore
incremento tanto da arrivare a circa 900 ha nel 1979.
L’espansione
della coltura era allora favorita da manodopera a basso costo, dalla
disponibilità di nuove aree irrigue, dalla presenza di nuovi imprenditori e da
condizioni climatiche favorevoli. Infatti, le temperature miti nel periodo
autunnale favoriscono la differenziazione delle gemme, condizione
indispensabile per un’abbondante fruttificazione in primavera. Agli inizi, la
coltivazione era effettuata soprattutto nelle piccole aziende a conduzione
familiare. L’aumento dei costi di produzione, determinato dall’incremento del
costo della manodopera, provocò a partire da metà degli anni ’80 una drastica
diminuzione della superficie, con un aumento di campi coltivati a ristoppio.
Questo, accompagnato dagli anomali andamenti climatici stagionali e l’uso di
varietà non molto produttive, riduceva la redditività dei fragoleti, con un
continuo declino delle superfici sino a raggiungere i 350 ha a metà degli anni
‘90.
Per un certo
periodo la superficie si è mantenuta costante, per poi avere un incremento a
fine anni ’90, tanto da superare i 700 ha nei primi anni del 2000, grazie alla
presenza di grossi gruppi di commercializzazione del Nord, privati o
cooperative, che coprivano periodi di mercato non soddisfatti dalle produzioni
settentrionali, con un prodotto decisamente di alta qualità. Dal 2003 si è
avuta una contrazione della superficie che si è poi stabilizzata intorno a 400
ha. Negli anni successivi, grazie all’uso di piante fresche e di varietà di
grande qualità, si è verificata un’inversione di tendenza, con un aumento
continuo delle superfici, arrivando a circa 900 ha nel 2016/17. La ripresa ed
il rilancio è avvenuto grazie alla introduzione di nuovi genotipi ed alle elevate
capacità imprenditoriali che hanno puntato alla realizzazione di sistemi
colturali tesi a massimizzare la qualità delle produzioni. Nel 2020 si sono
avuti buoni risultati commerciali conseguiti anche per la minore concorrenza
per il prodotto riveniente da altri Paesi produttori europei, nello specifico
la Spagna. Il prezzo di mercato e la campagna produttiva abbastanza ampia,
hanno determinato una buona redditività della coltura, che si è riversata su
una maggiore superficie investita in questa annata. Nello specifico, nel 2021
si stimano 998 ha di fragola contro gli 841 del 2020, con un incremento del 19%
e di circa 157 ha.
Grazie a
queste innovazioni, la Basilicata è diventata la regione leader in Italia per
la coltivazione delle fragole, tanto da esportare in tutta Europa. Tuttavia,
per distinguersi sul mercato, è stato fondamentale creare un consorzio locale
che, attraverso la comunicazione e l'utilizzo di strumenti come il QR code, ha
reso trasparente il processo produttivo e ha permesso di valorizzare la qualità
del prodotto . Questo ha permesso di costruire un legame di fiducia con i
consumatori, educandoli su dove e come venivano coltivate le fragole.
Le Nuove Sfide dell'Agricoltura: Cambiamenti Climatici
e Sostenibilità
Nonostante i
successi raggiunti, l'agricoltura oggi si trova ad affrontare sfide globali
complesse, tra cui i cambiamenti climatici e le nuove esigenze dei consumatori.
Secondo la FAO, entro il 2050 la popolazione mondiale raggiungerà i 10 miliardi
di persone, richiedendo un aumento del 60% della produzione alimentare globale
. Tuttavia, questo deve avvenire senza aumentare il consumo di risorse
fondamentali come il suolo e l'acqua, che sono limitate e non riproducibili. Il
rapporto del WWF sottolinea che «la gestione sostenibile delle risorse naturali
sarà cruciale per garantire la sicurezza alimentare in futuro» .
Agricoltura 4.0: Tecnologia e Sostenibilità
Per
affrontare queste sfide, la tecnologia gioca un ruolo fondamentale
nell'agricoltura moderna. Con l'avvento dell'agricoltura 4.0, gli agricoltori
possono ora monitorare con precisione l'utilizzo dell'acqua e di altre risorse,
riducendo gli sprechi e migliorando l'efficienza . Questo approccio consente di
ottimizzare la resa dei campi con un uso minimo di risorse, come sottolineato
da un rapporto del Politecnico di Milano sull'impatto delle tecnologie digitali
in agricoltura.
La ricerca
scientifica continua ad essere una parte fondamentale di questo processo di
innovazione. Progetti di ricerca in corso, come quelli sviluppati nel
Metapontino, stanno sperimentando nuove tecniche per la produzione sostenibile,
utilizzando insetti benefici al posto dei pesticidi e sviluppando piante più
resilienti . Secondo un rapporto dell'Associazione Nazionale dei Produttori
Agricoli (ANPA), queste innovazioni stanno trasformando l'agricoltura italiana
in un modello di sostenibilità a livello mondiale .
Conclusione
L'agricoltura
è chiamata a svolgere un ruolo centrale per affrontare le sfide future,
garantendo una sostenibilità che sia economica, sociale e ambientale.
L'agricoltura del Metapontino ha dimostrato di saper adattarsi ai cambiamenti,
diventando un modello di resilienza e innovazione. Come affermava Charles
Darwin, non è il più forte a sopravvivere, né il più intelligente, ma chi si adatta
meglio ai cambiamenti. In questo contesto, l'agricoltura, guidata
dall'innovazione, è pronta a plasmare il futuro in un mondo sempre più
complesso e interconnesso.
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