venerdì 25 ottobre 2024

Intervista al Dottor Antonio Bruno, agronomo esperto in diagnostica urbana e territoriale sull’odore acre che da alcuni giorni, si avverte a Lecce

 


Intervista al Dottor Antonio Bruno, agronomo esperto in diagnostica urbana e territoriale sull’odore acre che da alcuni giorni, si avverte a Lecce


Intervistatore: Dottor Bruno, grazie per la sua disponibilità. A Lecce, da alcuni giorni, si avverte un odore acre che desta grande preoccupazione tra i cittadini. Qual è la sua opinione sulla possibile origine di questi miasmi?

Dott. Antonio Bruno: Grazie a voi. In situazioni come queste, la presenza di odori sgradevoli e persistenti è spesso correlata a fenomeni di combustione di materiali, soprattutto plastici, in zone difficili da monitorare, come le aree rurali o industriali periferiche. Tuttavia, senza un’analisi specifica dell’aria, rimane un’ipotesi. L'odore acre che molti residenti descrivono potrebbe effettivamente essere dovuto a residui di processi di combustione che liberano composti volatili particolarmente irritanti per le vie respiratorie.

Intervistatore: Il Comune e l’Arpa Puglia stanno lavorando per individuare la causa. Cosa ne pensa dell’impiego dei droni e dei dispositivi di monitoraggio?

Dott. Antonio Bruno: L’utilizzo di droni è una strategia preziosa. Questi dispositivi possono mappare in tempo reale e raggiungere aree altrimenti inaccessibili. Un monitoraggio aereo con droni dotati di sensori permette una rilevazione più efficace e capillare delle emissioni di gas e dei particolati. Dalle notizie che ho appreso dalla stampa, se dovessero corrispondere alla realtà dei fatti, e non ho motivo per credere che non sia così, l’Arpa e le forze locali stanno facendo un buon lavoro nel cercare di ricostruire la mappa delle emissioni per seguire la traiettoria e la fonte dei vapori.

Intervistatore: Alcuni cittadini hanno riportato irritazioni alla gola e difficoltà respiratorie. È plausibile che questo fenomeno possa causare rischi per la salute pubblica?

Dott. Antonio Bruno: Purtroppo sì, specialmente quando si tratta di emissioni di natura sconosciuta che coinvolgono materiali sintetici. La combustione di plastiche o materiali contenenti composti chimici volatili produce spesso composti tossici come diossine e furani. Sebbene le prime rilevazioni dell’Arpa indichino una qualità dell’aria apparentemente buona, gli effetti temporanei o gli episodi localizzati possono comunque causare disturbi e reazioni nei soggetti più sensibili, soprattutto con problemi respiratori preesistenti.

Intervistatore: La Provincia di Lecce e altre autorità locali stanno intensificando i pattugliamenti. Dal suo punto di vista, quali altri approcci si potrebbero adottare per risalire alla fonte?

Dott. Antonio Bruno: Una buona pratica potrebbe essere l’incrocio delle segnalazioni raccolte con i dati meteo, specialmente relativi ai venti e alla nebbia, per osservare la dispersione degli odori. Si potrebbero anche utilizzare centraline mobili da disporre strategicamente, per esempio nelle zone da cui provengono le segnalazioni. Inoltre, potrebbe essere utile sensibilizzare i residenti sui segnali di fumo o odori sospetti provenienti da aree periferiche per supportare le indagini delle autorità con informazioni dettagliate.

Intervistatore: Dottor Bruno, nonostante i cattivi odori avvertiti dai cittadini, le centraline di Arpa Puglia indicano valori nella norma per i principali inquinanti. Cosa ci può dire riguardo a questa apparente contraddizione?

Dott. Antonio Bruno: È una situazione interessante. La qualità dell’aria è stata classificata come “buona” o addirittura “ottima” in alcune zone della provincia, il che suggerisce che gli inquinanti principali – ossido di carbonio, PM10, biossido d’azoto – siano a livelli nettamente sotto i limiti di legge. Tuttavia, rilevamenti standard come quelli delle centraline non sempre riescono a individuare concentrazioni di sostanze che, pur se presenti in quantità minime, possono avere un impatto odorigene significativo, soprattutto se concentrate in certi momenti della giornata e spinte dal vento in determinate aree.

Intervistatore: C’è un dato che emerge: un lieve incremento del livello di benzene, che tuttavia rimane sotto il limite consentito. Che importanza ha questo rilevamento in un contesto come quello che si sta vivendo?

Dott. Antonio Bruno: Il benzene è un composto organico volatile di origine naturale e antropica, che può provenire da molte fonti, dai processi di combustione ai gas di scarico dei veicoli, e anche da attività industriali. Sebbene il valore rilevato sia sotto il limite normativo, è interessante perché coincide con il primo giorno in cui i cittadini hanno segnalato i cattivi odori. Potrebbe suggerire un’attività o un fenomeno temporaneo che ha aumentato la concentrazione di benzene per un breve periodo. Anche se non costituisce un pericolo immediato, questo picco è un indizio importante per comprendere la natura delle emissioni.

Intervistatore: Possiamo quindi rassicurare i cittadini sulla qualità dell’aria che stanno respirando?

Dott. Antonio Bruno: Sì, i dati al momento indicano che non ci sono livelli pericolosi di inquinanti principali, e ciò è un aspetto rassicurante. Il monitoraggio in corso è essenziale per garantire che non vi siano rischi sottovalutati. Ma è altrettanto importante continuare a osservare la situazione, dato che l’esperienza ci insegna come certi fenomeni possano essere legati a cause temporanee, e per questo anche più difficili da individuare.

Intervistatore: Quale messaggio vuole trasmettere ai cittadini di Lecce che, in questi giorni, sono allarmati?

Dott. Antonio Bruno: Vorrei rassicurare i cittadini in quanto dalle notizie che ho appreso dalla stampa risulta che le autorità stanno facendo il possibile per risalire alla causa del fenomeno. Sempre dalle notizie che ho appreso dalla stampa l’allerta risulta alta e i controlli sono in corso. Quello che posso però specificare è che appare fondamentale la collaborazione della cittadinanza: segnalare tempestivamente può fare la differenza, permettendo agli enti di operare con informazioni accurate. Inoltre, mi pare evidente che da parte degli Enti preposti debba esserci un impegno puntuale e continuo nel monitorare l’eventuale ricomparsa dei sintomi descritti, senza allarmismi ma con prudenza, specialmente tra coloro che soffrono di patologie respiratorie.

 


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