domenica 6 ottobre 2024

Intervista al Dottore Agronomo Antonio Bruno sulla questione Ogm e agricoltura biologica

 

Intervista al Dottore Agronomo Antonio Bruno sulla questione Ogm e agricoltura biologica 


Intervistatore: Buongiorno Dottor Bruno, ci troviamo in un momento in cui la questione degli Ogm (organismi geneticamente modificati) e del biologico divide opinione pubblica e politica. Recentemente, la scienziata Elena Cattaneo ha dichiarato che l’unico modo per eliminare l’uso di pesticidi è ricorrere agli Ogm. Cosa ne pensa?

Dott. Antonio Bruno: Buongiorno, e grazie per l'invito a discutere di un tema così rilevante. Le affermazioni della Senatrice Cattaneo sono molto interessanti. Gli Ogm sono spesso demonizzati, ma molte evidenze scientifiche dimostrano che, se ben gestiti, possono contribuire alla riduzione dell’uso di agrofarmaci e alla protezione delle colture da parassiti e malattie. Questo non significa che debbano essere la sola soluzione, ma rappresentano senza dubbio uno strumento importante nella cassetta degli attrezzi dell’agronomo moderno.

Intervistatore: Lei ha menzionato la riduzione dell’uso di agrofarmaci. È un argomento spesso collegato all’agricoltura biologica, che, come sappiamo, cerca di evitare l'uso di pesticidi sintetici. Tuttavia, come indicato dalla Cattaneo, anche il biologico utilizza agrofarmaci autorizzati. È vero che possono essere ugualmente pericolosi?

Dott. Antonio Bruno: Sì, è vero. L’agricoltura biologica utilizza agrofarmaci di origine naturale, come il rame o il piretro, ma ciò non significa che siano privi di rischi per l'ambiente o per la salute umana. Alcuni prodotti naturali possono essere tossici per gli organismi acquatici o per le api, come evidenziato dalle etichette che riportano frasi di rischio simili a quelle dei pesticidi chimici di sintesi. L'agricoltura biologica non è sinonimo di "zero pesticidi", ed è importante che i consumatori siano informati correttamente su questo.

Intervistatore: Quindi, secondo lei, la percezione che il biologico sia sempre più sano o sicuro è sbagliata?

Dott. Antonio Bruno: Non è necessariamente sbagliata, ma è semplificata. La percezione che il "biologico" sia intrinsecamente migliore deriva in parte da un’efficace strategia di marketing, ma nella realtà i benefici nutrizionali rispetto al cibo convenzionale non sono così netti. Come riportato anche da Altroconsumo, le differenze tra prodotti bio e non bio in termini di nutrienti sono minime, e non sempre il biologico è esente da contaminazioni come nitrati o altre sostanze. Questo, unito ai prezzi più elevati, dovrebbe portare a riflettere sul vero valore aggiunto del biologico commerciale.

Intervistatore: Tornando agli Ogm, la Corte di giustizia europea ha stabilito che il principio di precauzione non basta per vietarne la coltivazione. Cosa pensa della normativa italiana che, dal 2015, permette agli Stati di vietare gli Ogm nonostante manchino prove di pericolosità?

Dott. Antonio Bruno: La sentenza della Corte europea è chiara: per vietare la coltivazione di Ogm è necessario dimostrare rischi concreti e documentati. Fino ad oggi, non esiste alcuna evidenza scientifica che dimostri che gli Ogm siano più pericolosi delle colture tradizionali o biologiche. Il divieto italiano rispecchia una scelta ideologica, più che basata su dati scientifici. Impedire la ricerca pubblica sugli Ogm limita la nostra capacità di trovare soluzioni innovative a problemi reali, come la necessità di produrre cibo in quantità sufficiente riducendo al contempo l'uso di pesticidi e l’impatto ambientale.

Intervistatore: Alcuni sostengono che gli Ogm possano compromettere la biodiversità e creare dipendenza dalle multinazionali che li producono. Come risponde a queste preoccupazioni?

Dott. Antonio Bruno: È vero che ci sono questioni etiche e socioeconomiche da considerare. La dipendenza dai brevetti delle multinazionali è una preoccupazione legittima, e per questo è essenziale che la ricerca pubblica sia incentivata. Questo permetterebbe di sviluppare varietà Ogm che possano essere utilizzate liberamente dagli agricoltori. Per quanto riguarda la biodiversità, l'impatto dipende da come gli Ogm vengono utilizzati. L'agricoltura industriale, con o senza Ogm, può influire negativamente sulla biodiversità se mal gestita, ma gli Ogm in sé non sono la causa di questo problema.

Intervistatore: Quindi, secondo lei, come si potrebbe bilanciare il rispetto per l'ambiente con l'uso di Ogm?

Dott. Antonio Bruno: La chiave sta nella gestione sostenibile. L'ingegneria genetica offre un’opportunità per ridurre l’uso di sostanze chimiche dannose e incrementare la resa delle colture, ma non possiamo prescindere da pratiche agricole che rispettino il suolo, l’acqua e la biodiversità. Tecniche come l’agricoltura conservativa, la rotazione delle colture e l’integrazione tra agricoltura biologica e Ogm potrebbero offrire una soluzione equilibrata, garantendo produzioni sufficienti e sostenibili a lungo termine.

Intervistatore: In conclusione, cosa ci riserva il futuro dell'agricoltura?

Dott. Antonio Bruno: Il futuro dell’agricoltura sarà sempre più basato su un approccio integrato, che sappia combinare le tecnologie moderne, come gli Ogm, con pratiche tradizionali e sostenibili. Sarà cruciale promuovere una maggiore informazione e trasparenza, affinché i consumatori possano fare scelte consapevoli, e incentivare la ricerca per trovare soluzioni che possano davvero conciliare produttività e tutela dell'ambiente.

Intervistatore: Grazie per questa interessante intervista, Dottor Bruno.

Dott. Antonio Bruno: Grazie a lei, è stato un piacere.

 

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