giovedì 14 novembre 2024

Intervista al Dott. Antonio Bruno, esperto agronomo, sulla crisi agricola in Puglia

 


Intervista al Dott. Antonio Bruno, esperto agronomo, sulla crisi agricola in Puglia

Intervistatore: Dott. Bruno, grazie per essere qui con noi. La crisi idrica in Puglia sembra aver causato danni enormi al settore agricolo, con una drastica riduzione della produzione. Qual è la situazione attuale?

Dott. Bruno: Grazie a voi per l'invito. La situazione è davvero critica. La siccità ha compromesso gravemente la crescita delle colture autunnali, come molte varietà di verdure e ortaggi, con una riduzione di raccolto stimata tra il 50 e il 60%. Parliamo di perdite importanti anche per frutta e cereali. Pensate, ciliegie, grano, olive, miele e orzo registrano un crollo del 40% o più rispetto all'anno scorso. Questo significa meno materie prime, ma anche un aumento dei prezzi per gli agricoltori e, a cascata, per i consumatori.

Intervistatore: Le associazioni di categoria hanno parlato di aumenti vertiginosi dei costi, anche legati alla gestione delle colture. Ci può spiegare meglio cosa sta succedendo?

Dott. Bruno: Assolutamente. La scarsità di acqua ha reso difficile la disponibilità di foraggio verde per gli animali nei pascoli, costringendo gli allevatori a comprare mangimi supplementari per garantire l'alimentazione nelle stalle, con ulteriori costi. Per irrigare i campi, vista la mancanza di pioggia, si è fatto un uso maggiore dei pozzi e delle riserve d’acqua, e questo ha fatto schizzare i prezzi del carburante necessario per i macchinari di irrigazione. Siamo di fronte a una situazione fuori controllo, anche perché la siccità ha portato a una maturazione contemporanea delle colture, con enormi difficoltà di gestione.

Intervistatore: La Puglia è una delle principali regioni produttrici di olio d'oliva, ma anche questo settore sembra essere in difficoltà. Quali sono le prospettive per la produzione di olio?

Dott. Bruno: La situazione per l'olio d'oliva è forse una delle più gravi. Con la siccità persistente, la produzione di olio d'oliva ha subito un calo del 30-40%, e rischiamo ulteriori riduzioni se il clima non migliora. Gli olivi soffrono sia per la mancanza d'acqua, sia per l’aumento dei costi di irrigazione. La fioritura precoce e le alte temperature estive hanno causato anche la caduta prematura dei frutti, un fenomeno conosciuto come "cascola". Senza interventi, rischiamo di avere sempre meno olio d’oliva, una delle eccellenze della nostra terra.

Intervistatore: Anche il settore dei cereali sembra colpito duramente. Cosa sta succedendo a colture come il grano e l'orzo?

Dott. Bruno: Sì, la crisi si fa sentire anche qui. Il grano ha registrato cali del 50-60%, una riduzione davvero importante per una risorsa essenziale. L’orzo, che poteva aprire nuove opportunità per la filiera della birra in Puglia, è stato altrettanto colpito. La siccità, unita alle temperature anomale, ha impedito la crescita delle spighe e ridotto le rese. Questo mette in difficoltà non solo i produttori, ma anche chi punta a investire in questi settori in crescita.

Intervistatore: Si è parlato di una mancanza di strategia per gestire la crisi idrica. Cosa servirebbe per affrontare questa emergenza in modo più efficace?

Dott. Bruno: Una strategia è cruciale. Più volte ho avuto modo di affermare che in base alle mie osservazioni e studi il paesaggio agrario non può essere gestito come una qualunque azienda capitalistica neoliberista. Lo Stato deve prendere l’iniziativa di costituire un Ente per la gestione integrata del Paesaggio agrario salentino per prima cosa e poi via via negli altri territori quando l’impresa agricola dovesse fallire nel suo intento esattamente come è avvenuto nel Salento dove ha dovuto abbandonare a se stesso il Paesaggio agrario. Senza Ente statale ci saranno interventi a pioggia che non daranno un posto di lavoro per rincorrere le emergenze anziché prevenirle. È urgente un piano per l’uso agricolo dell’acqua derivante dai depuratori, un’idea che può alleviare la pressione sui pozzi e sugli invasi artificiali, che sono ai minimi storici. Se non cambiamo approccio, rischiamo di compromettere non solo la produzione agricola ma anche il Paesaggio che divenuto spettrale non sarà attrattivo e farà entrare in crisi anche il turismo culturale e balneare.

Intervistatore: Un'ultima domanda, Dott. Bruno. Quali sono le prospettive per la prossima stagione?

Dott. Bruno: La situazione non è delle più rosee. Se non interveniamo con un Ente statale il 2025 potrebbe riservare un’annata altrettanto difficile, se non peggiore. L’obiettivo dovrebbe essere quello di arrivare preparati alla prossima primavera, con risorse e strategie che ci consentano di non ripetere questa crisi del paesaggio rurale che è un bene comune che siccome è ridotto a un deserto piegherà tutto il territorio agli stenti dell’improduttività.

Intervistatore: Grazie per la sua disponibilità e per aver condiviso con noi questo quadro così chiaro e dettagliato.

Dott. Bruno: Grazie a voi, è importante che questi temi siano discussi e compresi da tutti.

 

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