Intervista
al Dott. Antonio Bruno, esperto agronomo, sulla crisi agricola in Puglia
Intervistatore: Dott. Bruno, grazie per essere qui
con noi. La crisi idrica in Puglia sembra aver causato danni enormi al settore
agricolo, con una drastica riduzione della produzione. Qual è la situazione
attuale?
Dott. Bruno: Grazie a voi per l'invito. La
situazione è davvero critica. La siccità ha compromesso gravemente la crescita
delle colture autunnali, come molte varietà di verdure e ortaggi, con una
riduzione di raccolto stimata tra il 50 e il 60%. Parliamo di perdite importanti
anche per frutta e cereali. Pensate, ciliegie, grano, olive, miele e orzo
registrano un crollo del 40% o più rispetto all'anno scorso. Questo significa
meno materie prime, ma anche un aumento dei prezzi per gli agricoltori e, a
cascata, per i consumatori.
Intervistatore: Le associazioni di categoria hanno
parlato di aumenti vertiginosi dei costi, anche legati alla gestione delle
colture. Ci può spiegare meglio cosa sta succedendo?
Dott. Bruno: Assolutamente. La scarsità di
acqua ha reso difficile la disponibilità di foraggio verde per gli animali nei
pascoli, costringendo gli allevatori a comprare mangimi supplementari per
garantire l'alimentazione nelle stalle, con ulteriori costi. Per irrigare i
campi, vista la mancanza di pioggia, si è fatto un uso maggiore dei pozzi e
delle riserve d’acqua, e questo ha fatto schizzare i prezzi del carburante
necessario per i macchinari di irrigazione. Siamo di fronte a una situazione
fuori controllo, anche perché la siccità ha portato a una maturazione
contemporanea delle colture, con enormi difficoltà di gestione.
Intervistatore: La Puglia è una delle principali
regioni produttrici di olio d'oliva, ma anche questo settore sembra essere in
difficoltà. Quali sono le prospettive per la produzione di olio?
Dott. Bruno: La situazione per l'olio d'oliva è
forse una delle più gravi. Con la siccità persistente, la produzione di olio
d'oliva ha subito un calo del 30-40%, e rischiamo ulteriori riduzioni se il
clima non migliora. Gli olivi soffrono sia per la mancanza d'acqua, sia per
l’aumento dei costi di irrigazione. La fioritura precoce e le alte temperature
estive hanno causato anche la caduta prematura dei frutti, un fenomeno
conosciuto come "cascola". Senza interventi, rischiamo di avere
sempre meno olio d’oliva, una delle eccellenze della nostra terra.
Intervistatore: Anche il settore dei cereali
sembra colpito duramente. Cosa sta succedendo a colture come il grano e l'orzo?
Dott. Bruno: Sì, la crisi si fa sentire anche
qui. Il grano ha registrato cali del 50-60%, una riduzione davvero importante
per una risorsa essenziale. L’orzo, che poteva aprire nuove opportunità per la
filiera della birra in Puglia, è stato altrettanto colpito. La siccità, unita
alle temperature anomale, ha impedito la crescita delle spighe e ridotto le
rese. Questo mette in difficoltà non solo i produttori, ma anche chi punta a
investire in questi settori in crescita.
Intervistatore: Si è parlato di una mancanza di
strategia per gestire la crisi idrica. Cosa servirebbe per affrontare questa
emergenza in modo più efficace?
Dott. Bruno: Una strategia è cruciale. Più
volte ho avuto modo di affermare che in base alle mie osservazioni e studi il
paesaggio agrario non può essere gestito come una qualunque azienda
capitalistica neoliberista. Lo Stato deve prendere l’iniziativa di costituire
un Ente per la gestione integrata del Paesaggio agrario salentino per prima
cosa e poi via via negli altri territori quando l’impresa agricola dovesse
fallire nel suo intento esattamente come è avvenuto nel Salento dove ha dovuto
abbandonare a se stesso il Paesaggio agrario. Senza Ente statale ci saranno
interventi a pioggia che non daranno un posto di lavoro per rincorrere le
emergenze anziché prevenirle. È urgente un piano per l’uso agricolo dell’acqua
derivante dai depuratori, un’idea che può alleviare la pressione sui pozzi e
sugli invasi artificiali, che sono ai minimi storici. Se non cambiamo
approccio, rischiamo di compromettere non solo la produzione agricola ma anche il
Paesaggio che divenuto spettrale non sarà attrattivo e farà entrare in crisi
anche il turismo culturale e balneare.
Intervistatore: Un'ultima domanda, Dott. Bruno.
Quali sono le prospettive per la prossima stagione?
Dott. Bruno: La situazione non è delle più
rosee. Se non interveniamo con un Ente statale il 2025 potrebbe riservare
un’annata altrettanto difficile, se non peggiore. L’obiettivo dovrebbe essere quello
di arrivare preparati alla prossima primavera, con risorse e strategie che ci
consentano di non ripetere questa crisi del paesaggio rurale che è un bene comune
che siccome è ridotto a un deserto piegherà tutto il territorio agli stenti
dell’improduttività.
Intervistatore: Grazie per la sua disponibilità e
per aver condiviso con noi questo quadro così chiaro e dettagliato.
Dott. Bruno: Grazie a voi, è importante che
questi temi siano discussi e compresi da tutti.
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