mercoledì 13 novembre 2024

La Gestione Integrata delle Malerbe in Agricoltura: Una Sfida per la Sostenibilità


 

La Gestione Integrata delle Malerbe in Agricoltura: Una Sfida per la Sostenibilità

 di Antonio Bruno

Definizione del Problema

L’agricoltura moderna, anche in Italia, mira sempre più a produrre in modo efficiente e sostenibile, riducendo l’uso di input non rinnovabili come fertilizzanti chimici, agrofarmaci e carburanti (Tilman et al., 2002). Tuttavia, questo obiettivo è ostacolato da due sfide principali: la continua riduzione di terreni agricoli a causa dell’urbanizzazione, che colpisce le aree più produttive del paese, e la crescente pressione legislativa e sociale per garantire una produzione rispettosa dell’ambiente. In questo contesto, la gestione delle malerbe assume particolare rilevanza, poiché rappresenta una delle principali minacce alla produttività agricola a livello globale, con perdite stimate in media al 13,2% (Zoschke e Quadranti, 2002) e che, senza interventi, potrebbero arrivare fino al 34% (Oerke, 2006).

 

La Gestione delle Malerbe: Evoluzione e Problematiche

A partire dagli anni ‘60, il controllo delle malerbe è stato reso efficace ed economicamente sostenibile grazie all’introduzione di diserbanti chimici. Tuttavia, l’uso continuativo di erbicidi ha determinato lo sviluppo di vari problemi: l’emergere di popolazioni resistenti e la contaminazione delle acque superficiali e profonde (Ruegg et al., 2007). Questi effetti collaterali richiedono soluzioni sostenibili ed efficaci, e la Gestione Integrata delle Malerbe (Integrated Weed Management, IWM) si presenta come una delle migliori alternative.

 

Che Cos'è l’IWM?

L’IWM è un sistema che combina misure agronomiche, biologiche, culturali e chimiche per gestire le malerbe in modo economico, rispettoso dell’ambiente e socialmente accettabile (Shaw, 1982). Questo approccio non si limita a ridurre l’uso di erbicidi, ma si basa sulla conoscenza approfondita delle malerbe e delle loro interazioni con le colture e l’ecosistema agricolo, consentendo di sostituire in parte i mezzi chimici con tecniche basate su conoscenze biologiche e agronomiche (Pretty, 2008).

 

Misure Proattive e Reattive nell’IWM

L’IWM include misure preventive, o proattive, e misure di controllo, o reattive. Le misure proattive mirano a creare un ambiente agricolo sfavorevole per le malerbe, riducendone la densità al punto da rendere necessarie solo minime azioni di controllo (Liebman et al., 2001). Queste misure includono pratiche come la rotazione delle colture, l’uso di colture di copertura, la gestione dei residui colturali e l’adozione di varietà di colture competitive.

 

Le misure reattive comprendono, invece, l’uso di erbicidi in dosi ridotte, interventi meccanici e metodi fisici o manuali. Tuttavia, l’attenzione della ricerca si è spesso concentrata su come limitare l’uso degli erbicidi piuttosto che su come ridurre l’insediamento delle malerbe alla radice attraverso un’accurata gestione dell’ecosistema agricolo (Morse e Buhler, 1997).

 

Le Conoscenze Essenziali per l’IWM

Per attuare efficacemente l’IWM, sono necessarie ampie conoscenze sulla biologia delle malerbe e sull’ecofisiologia delle colture. È essenziale conoscere il ciclo vitale delle malerbe, dalla germinazione alla maturità, le loro capacità competitive e le risposte alle pratiche agricole. La conoscenza del Periodo Critico di Controllo delle Malerbe è particolarmente importante per prevenire perdite di resa superiori al 5%, considerata la soglia di tolleranza per la maggior parte delle colture (Sattin e Tei, 2001). Inoltre, comprendere la competitività delle colture e sviluppare varietà più resistenti può aiutare a limitare la diffusione delle malerbe.

 

Sfide e Barriere all’Adozione dell’IWM

Nonostante i vantaggi ambientali e sociali dell’IWM, molti agricoltori italiani sono ancora riluttanti ad adottare questa pratica. Le ragioni principali includono la complessità e l’elevato livello di conoscenze richieste per la sua applicazione, la mancanza di incentivi economici adeguati e la carenza di aziende dimostrative. Inoltre, in Italia il servizio di assistenza tecnica è stato notevolmente ridimensionato, limitando il supporto disponibile per gli agricoltori (Moss, 2008).

 

L’IWM è considerato più rischioso rispetto ai sistemi di gestione tradizionali, in quanto la sua efficacia dipende da variabili stagionali e spaziali. Tuttavia, studi come quello di Jones et al. (2006) indicano che l’IWM potrebbe aumentare il profitto economico del 6% rispetto ai metodi convenzionali in condizioni stabili, mentre in condizioni variabili i benefici possono decuplicarsi.

 

Sfide nella traduzione della ricerca in pratiche operative

 

La ricerca accademica ha accumulato un vasto insieme di conoscenze sperimentali sul controllo delle malerbe, ma la traduzione operativa di queste informazioni non è ancora avvenuta in modo efficace. Spesso gli strumenti sviluppati in laboratorio risultano troppo complessi o costosi per un’applicazione diffusa e richiedono livelli di organizzazione aziendale ancora poco comuni nelle realtà agricole italiane. Uno dei principali problemi riguarda l’insufficiente coinvolgimento degli agricoltori nelle fasi di ricerca e sviluppo, fattore considerato cruciale per un’adozione diffusa delle pratiche di IWM.

 

L'efficacia limitata dei modelli di simulazione e dei SAD (Sistemi di Aiuto alle Decisioni)

 

Gli strumenti sviluppati per supportare la gestione delle malerbe includono i SAD, come GESTINF e Alertinf. GESTINF, ad esempio, si basa su rilevamenti dettagliati per determinare la composizione delle malerbe e suggerire interventi personalizzati, calcolando anche un indice di impatto ambientale. Tuttavia, il sistema ha avuto scarsa diffusione tra gli agricoltori italiani a causa della sua complessità e dei costi associati. Anche Alertinf, uno strumento online per il monitoraggio delle malerbe nel mais, ha ottenuto attenzione solo marginale, evidenziando una necessità di strumenti più semplici e accessibili per gli operatori agricoli.

 

I problemi strutturali dell'IWM in Italia: il ruolo della formazione e dell'intermediazione

 

Un problema fondamentale che ostacola l’adozione dell’IWM è l’assenza di intermediari efficaci tra la ricerca scientifica e l’agricoltura pratica. In Italia manca una rete di collegamento che possa raccogliere, aggiornare e diffondere le innovazioni in modo efficace. Inoltre, i SAD richiedono aggiornamenti frequenti per restare rilevanti, poiché l’evoluzione delle malerbe e la disponibilità di nuovi erbicidi influenzano costantemente il contesto operativo.

 

Il contributo della ricerca internazionale e il GIRE (Gruppo Italiano di lavoro sulla Resistenza agli Erbicidi)

 

Un’iniziativa che ha ottenuto successo è il GIRE, un gruppo di lavoro che riunisce rappresentanti della ricerca pubblica, università, tecnici del settore e aziende produttrici di erbicidi. Questo gruppo si concentra sulla prevenzione della resistenza agli erbicidi e sulla promozione di pratiche di IWM. Attraverso il GIRE, si sono avviate collaborazioni fruttuose tra diversi attori, mirate a sensibilizzare gli agricoltori sull'importanza di strategie di gestione responsabili.

 

La dimensione sociale dell'IWM e la necessità di un approccio integrato

 

Uno degli aspetti meno considerati nell’adozione dell’IWM è il fattore umano. Diversi studi sottolineano che la percezione degli agricoltori influisce in modo significativo sull’adozione di nuove tecniche. Fattori come la percezione del rischio e il livello di conoscenza dell’IWM incidono sulle scelte gestionali. Per favorire una diffusione efficace dell’IWM, è quindi necessario integrare sociologia, economia e agronomia. Analizzare i processi decisionali degli agricoltori può aiutare a comprendere le motivazioni dietro l'adozione limitata dell’IWM, rendendo così possibile un miglioramento nella comunicazione e nella formazione del settore.

 

Conclusioni: il futuro dell’IWM e il bisogno di una gestione olistica

 

La gestione integrata delle malerbe deve evolvere verso un modello più olistico che integri la dimensione umana e l’ecologia. L’agricoltura di precisione, con l’uso di tecnologie come il GPS e il remote sensing, offre opportunità per ridurre l’impatto ambientale e ottimizzare l’uso degli erbicidi, ma è necessario un impegno costante per adattare tali tecnologie alle esigenze specifiche dell’agricoltore. La formazione e la cooperazione tra scienza e pratica agricola sono quindi essenziali per promuovere una gestione delle malerbe efficace e sostenibile in Italia.

Antonio Bruno

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