“Una nuova, letale malattia dell'olivo si sta diffondendo
nel Salento, i cui tanti oliveti moribondi o morti costituiscono ormai un ben
triste spettacolo. La causa della
devastante affezione, cui è stato attribuito l’acronimo CoDiRO (complesso del
disseccamento rapido dell’olivo) è la Xylella fastidiosa, un batterio che
si annida nei vasi che trasportano acqua ed elementi nutritivi (xilema) delle
piante infette, occludendoli. Le più comuni reazioni alla comparsa di questo
vero e proprio flagello ecologico che si espande a vista d’occhio negli oliveti
della Puglia meridionale sono state incredulità, angoscia e rabbia.”
[…………..]
“……….le evidenze
sperimentali, asettiche e scevre da qualsivoglia teoria complottista,
forniscono molto più che indizi nel processo al responsabile del disastro: il
dito degli scienziati è puntato su Xylella fastidiosa.”
[…………..]
Com’è possibile che
più o meno da una dozzina di anni il tacco d’Italia sia diventato
la prima area europea ad essere stata invasa da X. fastidiosa?
Ripensandoci, è più che plausibile che una moltitudine di
piante asintomatiche, ancorché infette, siano state introdotte in Europa dal
XVI secolo in poi dal centro America e dalle aree tropicali e subtropicali del
Sud e del Nord America. Ed ancora vettori conclamati di X. fastidiosa sono
presenti e largamente diffusi in Europa. Come si è detto, X. fastidiosa si
localizza all’interno dei vasi
xilematici (legnosi) degli ospiti, ma è
anche presente negli insetti che si nutrono, succhiandola, della linfa grezza.
Una volta acquisito dall'insetto che lo trasporta (vettore), il batterio viene
trasferito ad altre piante nelle quali viene inoculato con le punture,
propagando così l’infezione. La risposta all’interrogativo di cui sopra la si
può pertanto trovare nel ceppo batterico che è sbarcato nel Salento, tenendo a mente che ceppi X.. fastidiosa differenti tra loro si
adattano al tipo di ospite che invadono e danneggiano.
Si dà ora il caso che
la popolazione di X. fastidosa che è costantemente presente negli olivi affetti
da CoDiRO appartenga ad una sottospecie (Xylella fastidiosa subsp. pauca) la
cui presenza è stata accertata solo in Sud e Centro America.
Poiché il ceppo batterico salentino è risultato geneticamente
identico ad uno costaricano della sottospecie pauca, appare più che probabile
che il Costa Rica sia il suo paese d’origine; questa tesi è avvalorata dalla
constatazione che diverse partite di piante ornamentali di importazione centro
americana (Costa Rica ed Honduras), infette da Xylella ma apparentemente sane,
sono state recentemente intercettate in
Olanda.
Al fine di informare le autorità governative ai vari livelli
e il pubblico è, a mio parere,
essenziale fornire spiegazioni
su quanto già si conosce, e cercare di comprende e quanto ancora si
ignora riguardo a questa nuova malattia dell’olivo. È bene
tenere a mente che il Salento, oltre agli olivi, ospita una serie di piante da
frutto come il mandorlo ed ornamentali tra cui l’oleandro, soggette agli attacchi di Xylella. Ciò rende
ancor più urgente la continuazione del lavoro in corso per l’identificazione di
altri possibili ospiti tra le essenze boschive ed ornamentali di interesse per
l’Europa ed il Mediterraneo ove la Xylella potrebbe diffondersi.
In qualità di studioso che fin dal lontano 1972 si è
occupato della epidemiologia di X.
fastidiosa e del contrasto alla diffusione delle fitopatie da essa indotte in
California, Messico, Brasile, Costa Rica, e che ben conosce il problema salentino che ha avuto modo di
osservare di persona, mi permetto di
riportare alcune considerazioni che ritengo importanti ed attuali.
1. È necessaria
un’azione immediata per incrementare e sostenere la ricerca sulla Xylella
fastidiosa in Europa. A partire dal 2000, gli Stati Uniti hanno investito
annualmente milioni di dollari per la ricerca di base ed applicata sulla X.
fastidiosa e per condurre azioni mirate sia al blocco della diffusione di nuovi
insetti vettori ritrovati in California, sia alla introduzione di nuovi ceppi
del batterio. Questo programma ha
prodotto risultati interessanti ed ha consentito lo sviluppo di nuovi promettenti metodi di lotta ora in
attesa di applicazione commerciale. Le frontiere non fermeranno la
diffusione della malattia oggi limitata a una piccola area del sud Italia. I
governi e i ricercatori dei Paesi con clima favorevole alla X. fastidiosa, nei
quali sono presenti colture ed essenze forestali suscettibili alle sue
infezioni, dovrebbero senza indugio studiare le potenzialità di diffusione del
batterio nel malaugurato caso che vi fosse introdotto. Dovrebbero anche
preparare piani d’intervento da mettere subito in opera non appena la presenza
del batterio viene segnalata nel loro
territorio. Tutto ciò adeguatamente sostenuto da assistenza finanziaria per gli
agricoltori e i servizi fitosanitari.
2. Il governo ai vari livelli e l'opinione pubblica
necessitano di informazioni chiare di cui possano fidarsi. Notizie aggiornate e
tempestive sono indispensabili per
stimolare l'interesse pubblico ed il
sostegno alle azioni necessarie per il contenimento della diffusione
della X. fastidiosa. Senza il supporto e
la convinta accettazione pubblica delle azioni da intraprendere, non vi è
speranza di successo nella campagna di lotta.
3. Un coordinamento internazionale nella azioni di contrasto
alla diffusione di Xylella fastidiosa è assolutamente necessario. I trasporti
aerei e la globalizzazione del commercio hanno accelerato la diffusione
intercontinentale di parassiti e malattie delle piante. In anni assai recenti
l'approdo della "malattia di Pierce", una gravissima affezione della
vite causata da X. fastidiosa, è stata
segnalata a Taiwan ed Iran. Si corre pertanto il rischio che questo ceppo
batterico si diffonda nei vigneti europei, asiatici e nord africani.
4. Ricerca e lotta devono essere adattate al tipo di coltura
e all'area interessata. Le strategie di lotta che funzionano in una determinata
regione o su di una specifica coltura possono non essere altrettanto efficaci su altre colture, o
sulla medesima coltura ma in condizioni pedoclimatiche differenti. Ad esempio,
la tempestiva eliminazione delle viti colpite dalla malattia di Pierce non ha
sortito effetti degni di nota in California, mentre la stessa operazione
condotta Brasile sugli agrumi è
risultata essenziale per contenere gli attacchi di "clorosi
variegata", una malattia anch'essa indotta da X. fastidiosa. Inoltre, in
tre differenti aree californiane vengono adottati tre diversi metodi di lotta
contro la malattia di Pierce. Ciò a causa della presenza e attività di
differenti insetti vettori e delle condizioni climatiche locali.
Ancorché non sia
possibile prevedere dove e come la Xylella si diffonderà, è però un fatto che
quando il batterio penetra in un territorio e vi si insedia, la sua
eradicazione non è più possibile. La prevenzione è quindi l'unico efficace
mezzo per affrontare questo patogeno. Il mio ultimo tentativo per attirare
l'attenzione sulla possibilità chela Xylella penetrasse in Europa risale a 18
anni addietro, con la nota "Xylella fastidiosa, a regional problem or global
threat?” (Journal of Plant Pathology, 79: 99-105, 1997). E' cambiato qualcosa nel tentare di prevenire
o rallentare la diffusione di questo patogeno? Non far nulla ha ora un costo
molto basso, ma il costo sarà assai più
elevato in un immediato futuro.
di Alexander Purcell, Professore Emerito della University of
California, Berkeley
Nessun commento:
Posta un commento