venerdì 20 settembre 2024

Intervista al Dottore Agronomo Antonio Bruno: Riflettere sul nostro futuro ambientale e sociale

 

Intervista al Dottore Agronomo Antonio Bruno: Riflettere sul nostro futuro ambientale e sociale


Intervistatore : Dottor Bruno, nel suo scritto "Vogliamo vivere in delle bolle artificiali?" emerge una riflessione molto profonda sulla nostra relazione con l'ambiente e sulle scelte che stiamo facendo in merito al nostro futuro. Cosa intendi quando si parla di "nicchia ecologica" e del rischio che questa sia limitata alla città o all'Italia stessa?

Antonio Bruno : Quando parlo di "nicchia ecologica", mi riferisco allo spazio che ogni essere vivente occupa e percepisce nel suo ambiente. È un concetto che include tutto ciò che riteniamo rilevante per la nostra esistenza. Se un bambino cresce solo in città, la sua percezione del mondo sarà confinata a quell'ambiente urbano. Non sarà in grado di comprendere realmente cosa significa vivere fuori da quel contesto, perché non fa parte della sua "nicchia". Lo stesso vale per chi pensa che l'Italia, o una qualsiasi regione circoscritta, sia il tutto del nostro mondo. Ma la nostra nicchia ecologica non è solo lo spazio fisico che occupiamo, è anche il mondo che contribuiamo a creare, con le nostre decisioni e le nostre azioni.

Intervistatore : Lei menziona il pensiero di Humberto Maturana, secondo cui "siamo generatori dei mondi che abitiamo". Potresti approfondire questo concetto?

Antonio Bruno : Maturana ci ricorda che il mondo non esiste come qualcosa di indipendente da noi. Noi creiamo il mondo attraverso le nostre interazioni, i nostri pensieri, le nostre scelte. Siamo responsabili di quello che costruiamo e delle conseguenze che ne derivano. Questo vuol dire che abbiamo il potere e la responsabilità di scegliere come sarà il mondo in cui vogliamo vivere. Possiamo generare mondi sostenibili, rispettosi della biosfera, oppure possiamo creare mondi artificiali, dove la natura è ridotta a una simulazione, a un ambiente in cui non c'è più spazio per la vita come la conosciamo oggi.

Intervistatore : In che modo le nostre decisioni attuali in materia di ambiente potrebbero portare a un mondo artificiale, come descritto nel suo testo?

Antonio Bruno : Le nostre decisioni hanno il potenziale di modificare radicalmente l'ambiente in cui viviamo. Se continuiamo a sfruttare le risorse naturali senza limiti e senza una reale consapevolezza delle conseguenze, potremmo trasformare il pianeta in una sorta di "luna" artificiale, come lo definisco nel mio scritto. Un luogo dove gli esseri umani vivono in capsule, producendo chimicamente il proprio cibo, isolati dal resto della biosfera. È uno scenario estremo, certo, ma possibile se non prendiamo misure. Ma non è detto che questo debba accadere: tutto dipende dalla nostra consapevolezza e dalla velocità con cui agiamo per cambiare rotta.

Intervistatore : Quindi, secondo lei, la questione della conservazione ambientale non è solo una questione tecnica o scientifica, ma anche di desiderio e benessere?

Antonio Bruno : Esattamente. La conservazione non riguarda solo dati e argomentazioni razionali. È una questione di estetica, di benessere, di desiderio. Dobbiamo chiederci: cosa vogliamo? Vogliamo vivere in un mondo naturale, con tutte le sue complessità e bellezze, oppure vogliamo adattarci a un mondo artificiale, dove tutto è costruito e controllato? Le nostre scelte ambientali riflettono i nostri valori, ciò che consideriamo importante per il nostro futuro e il nostro benessere. Se vogliamo preservare il nostro spazio vitale naturale, dobbiamo fare scelte drastiche e immediate, anche se questo comporterà disagio per molti.

Intervistatore : Secondo lei, qual è il ruolo dell'educazione ambientale in tutto questo? Come possiamo aumentare la consapevolezza?

Antonio Bruno : L'educazione ambientale è cruciale. Deve essere presente in ogni ambito della nostra vita, non solo a scuola, ma anche nelle politiche pubbliche, nei media e nelle nostre comunità. Dobbiamo educare le persone a comprendere che le loro azioni quotidiane hanno un impatto sul mondo che abitiamo. E più questa consapevolezza crescerà, più sarà possibile prendere decisioni drastiche e collettive che, sì, causeranno disagi nel breve termine, ma che garantiranno uno spazio vivibile per le generazioni future.

Intervistatore : Alla luce di tutto ciò, come vede il futuro del nostro pianeta e delle nostre società? Dobbiamo prepararci a vivere in queste "bolle artificiali" di cui parla?

Antonio Bruno : Il futuro dipende dalle scelte che facciamo oggi. Se continuiamo su questa strada, rischiamo davvero di finire in un mondo artificiale, dove la natura sarà solo un ricordo lontano. Ma non dobbiamo rassegnarci a questa idea. Possiamo ancora invertire la rotta, se agiamo con urgenza e determinazione. La chiave è la consapevolezza: capire che siamo responsabilità del mondo che creiamo e che possiamo fare scelte diverse, scelte migliori. Non siamo condannati a vivere in bolle artificiali. Sta a noi decidere.

Intervistatore : Grazie mille, Dottor Bruno, per queste riflessioni così profonde e stimolanti. Speriamo davvero che il messaggio arrivi forte e chiaro.

Antonio Bruno : Grazie a voi. È fondamentale continuare a discutere di questi temi e a sensibilizzare quante più persone possibile. Il futuro del nostro pianeta è nelle nostre mani.

 

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