sabato 19 aprile 2025

"Radici Future": Piano Verde Integrato per Lecce 2025–2035


🌿 "Radici Future": Piano Verde Integrato per Lecce 2025–2035

Introduzione – Radici e Futuro: i dati di partenza

Nel quinquennio 2019–2024, la Città di Lecce ha compiuto importanti passi avanti nella tutela e valorizzazione del verde urbano. Grazie al censimento arboreo e al Piano Comunale del Verde, oggi disponiamo di una fotografia chiara e aggiornata del patrimonio naturale urbano e periurbano, che costituisce il punto di partenza per il futuro.

Il territorio comunale conta circa 2,48 milioni di metri quadrati di aree verdi pubbliche, di cui oltre 307.000 mq sono stati incrementati negli ultimi cinque anni attraverso progetti di riqualificazione, nuove piantumazioni e forestazione urbana​.

Nel periodo 2019–2024 sono stati messi a dimora 6.795 nuovi alberi, di cui:

  • 4.514 attraverso progetti pubblici e urbanistici,

  • 2.281 grazie a donazioni, associazioni, cittadini, scuole e campagne partecipative, tra cui la Festa dell’Albero e l’iniziativa “Alberiamo”​.

Contestualmente, 879 alberi sono stati abbattuti per cause fisiologiche, fitosanitarie o legate alla sicurezza pubblica. Il bilancio arboreo risulta comunque fortemente positivo e in crescita costante.

Dal punto di vista demografico, Lecce conta 95.790 abitanti al 2024, con una media annua di circa 605 nuovi nati negli ultimi cinque anni​. Ciò comporta una sfida importante: rispettare l’obiettivo normativo e simbolico di “un albero per ogni nato”, previsto dalla Legge 113/1992 e ribadito dalla Legge 10/2013.

La città si trova ora in una fase cruciale: il Piano del Verde è in corso di redazione e la nuova pianificazione urbanistica mira a integrare in modo sistemico il verde con mobilità, salute, educazione e clima. Le attività già avviate, come l’Orto Botanico del Salento, i parchi agroforestali e i progetti partecipativi, rappresentano esempi concreti da ampliare e connettere.

Da queste radici nasce “Radici Future”: un piano strategico per trasformare il verde in infrastruttura vitale, inclusiva e resiliente, capace di affrontare le sfide climatiche e sociali dei prossimi decenni.


1. Visione

Rendere Lecce un modello di città mediterranea resiliente, dove il verde urbano e periurbano diventa infrastruttura viva per salute, cultura, economia, bellezza e giustizia climatica.


2. Obiettivi

  • Incrementare il patrimonio arboreo di 10.000 nuovi alberi entro il 2035.

  • Connettere i quartieri attraverso corridoi ecologici verdi.

  • Raddoppiare gli spazi a verde attrezzato, arrivando a oltre 600.000 mq fruibili in 10 anni.

  • Integrare il Piano del Verde nel Piano Urbanistico Generale (PUG).

  • Rendere Lecce una città pilota per la forestazione urbana partecipata in Sud Italia.


3. Azioni Chiave

🌳 A. "Boschi di Comunità"

Creazione di tre nuove aree forestali periurbane in:

  • Frigole - Surbo vecchia (rafforzamento del progetto MITE)

  • Zona Tagghiate – Casermette

  • Parco agroforestale di Masseria Sant’Angelo

Ospiteranno:

  • Arboreti didattici

  • Food forest mediterranee

  • Sentieri sensoriali e naturalistici

  • Aree giochi e relax

🏙️ B. "Verde in ogni Quartiere"

Espansione capillare delle alberature stradali in quartieri meno dotati:

  • Borgo Pace, San Lazzaro, Santa Rosa, Ferrovia

  • Attuazione del censimento dinamico per monitoraggio e pianificazione

  • Utilizzo di specie autoctone resilienti e a bassa manutenzione

🏫 C. "Scuole Botaniche"

Ogni istituto scolastico dotato di:

  • Mini orti didattici

  • Progetti di “adozione alberi”

  • Laboratori verdi con tecnici forestali

  • Partecipazione annuale alla “Festa dell’Albero” (già avviata dal 2019​)

🧘 D. "Benessere Verde"

Progettazione di aree terapeutiche e inclusive:

  • Giardini sensoriali per persone con disabilità

  • Aree yoga all’aperto

  • Percorsi salute ombreggiati in collaborazione con ASL Lecce

🤝 E. "Verde in Rete"

Piattaforma digitale pubblica per:

  • Mappare tutti gli alberi urbani

  • Segnalare criticità

  • Promuovere la partecipazione attiva dei cittadini


4. Sostenibilità e Risorse

  • Integrazione con fondi PNRR, MITE, LIFE EU

  • Collaborazione con università, fondazioni e ordini professionali (già attive come nel caso dell’Orto Botanico​)

  • Incentivi per adozioni verdi e sponsorizzazioni da parte di imprese locali (modello Arbolia)


5. Monitoraggio e Indicatori

  • Superficie verde pro capite (attualmente sotto soglia nei quartieri esterni​)

  • Alberi piantati/abitante (verso l’obiettivo di 1 albero per nato)

  • Grado di ombreggiamento urbano

  • Riduzione temperatura media in aree riqualificate


6. Comunicazione e Cultura

  • Campagne pubbliche: "Un albero, una storia"

  • Festival del Verde: esposizioni, workshop e arte ambientale

  • Collaborazione con artisti locali per installazioni vegetali in spazi pubblici


7. Bibliografia

  • Comune di Lecce (2024). Bilancio Arboreo della Città di Lecce – Giugno 2019/Giugno 2024. A cura di Francesco Tarantino, Dott. Agronomo.

  • Beghdli, N. (2025). La versione degli alberi: lezioni di rinascita sotto le verdi fronde. Il Sole 24 Ore, N.109, 20 Aprile 2025.










 

La versione degli alberi: lezioni di rinascita sotto le verdi fronde

Tesori naturali. Dalle foreste vetuste alle piante monumentali, fino alle metropoli e ai parchi urbani: riserve e progetti valorizzano il patrimonio vegetale come fonte di benessere.
(Nara Beghdli)

Su quelle fronde ampie, come quelle che – narra la leggenda – già nel Trecento offrirono riparo alla regina Giovanna I d’Angiò e alla sua corte di cento cavalieri durante una tempesta, non c’è quasi più traccia dell’incendio che nel 1923 le attaccò. Ci sono, invece, i segni delle fiamme che, durante l’estate torrida di un anno recente, hanno colpito un altro enorme e millenario tronco, dal quale però sono nati vigorosi e nuovi polloni.

Il Castagno dei Cento Cavalli di Sant’Alfio, alle pendici dell’Etna, e S’Ommu e S’Orku, l’olivastro tra i più antichi del pianeta con almeno tremila anni di età, nelle campagne di Luras, nella Gallura sarda, sono due dei “patriarchi” arborei che punteggiano l’Italia: piante antichissime che sembrano aver sconfitto il tempo e le sue minacce, pronte a fiorire primavera dopo primavera, simbolo e ispirazione di rinascita.

Alcuni di questi alberi, censiti dall’associazione Patriarchi della Natura – che gestisce un archivio di oltre 13.000 esemplari in tutta Italia – sono legati a miti e personaggi che ne aumentano l’attrattiva. È il caso delle piante legate a San Francesco, dal cipresso del monastero di Verucchio, vicino a Rimini, al faggio di Rivodutri, nel Reatino.

Ma anche quelli non associati a nomi celebri riescono silenziosamente a ispirare rinnovamento, come gli ulivi salentini colpiti dalla Xylella: pur aggrediti dal batterio, a volte riescono ancora a rigenerarsi e persino a dare frutti.

Paradossalmente, l’assenza dell’essere umano è spesso garanzia di più lunga sopravvivenza. Lo dimostrano le foreste vetuste: la faggeta di Soriano nel Cimino, nel Viterbese, è ciò che resta dell’impenetrabile Silva Cimina, descritta da Tito Livio come maius usque horrendum, grande e spaventosa. Suggestioni che riecheggiano anche nel nome della “Valle Infernale”, nel Parco Nazionale dell’Aspromonte, formata da faggi, abeti bianchi e roveri.

A volte, però, gli alberi si sono moltiplicati proprio grazie all’intervento umano. Negli anni Trenta, mentre fondava il suo lanificio e il villaggio operaio di Trivero, Ermenegildo Zegna ordinò la piantumazione di 500.000 conifere – insieme a migliaia di azalee e rododendri – sui terreni che avrebbero dato vita all’Oasi Zegna.

Il rapporto tra paesaggi naturali e cultura è al centro del progetto fotografico “Raccordi di boschi, di fabbriche e di persone” di Francesco Jodice con Sara Gentile, che sarà inaugurato a Casa Zegna il prossimo 17 maggio.

E nel cuore di Milano è appena stato completato il primo tratto della Milano Green Circle 90/91, progetto per la rinaturalizzazione della linea filotranviaria, condotto dal Comune con Forestami e il sostegno del Gruppo Armani. Una volta concluso, entro un paio d’anni, porterà in città 350 nuovi alberi e oltre 60.000 arbusti ed erbacee perenni.

Anche a due passi dal trafficatissimo Lungotevere romano (abitato e ingentilito dagli stessi platani piantati nel 1933), l’Orto Botanico si prepara alla nuova edizione di “Era di Maggio”, con le storie di donne pioniere dell’ambientalismo, come quella – mai abbastanza studiata – dell’artista Maria Sibylla Merian, che partì per un viaggio naturalistico in Suriname circa 130 anni prima di Darwin, e di Wangari Maathai, Nobel per la Pace 2004, che piantò milioni di alberi in Kenya come atto di riforestazione e difesa della democrazia e della libertà.

Ai boschi di abete rosso è legata anche la storia di indipendenza e sostenibilità ante litteram della Magnifica Comunità di Fiemme, che dal palazzo di Cavalese gestisce il patrimonio naturale della valle. Non è stato facile riprendersi dalla devastazione della tempesta Vaia del 2018. Da un lato si è deciso di diversificare maggiormente le specie arboree del territorio, piantumando anche larici, cirmoli e pini cembri per aumentare la resilienza delle foreste. Dall’altro, oltre al commercio del legname, si investe in progetti turistici e eventi (come il World Wellness Weekend, previsto a settembre).

Sui principi della macroecologia ambientale, e sulla capacità degli alberi di influire positivamente sul benessere umano, è stato riprogettato anche lo storico parco (disegnato nel 1743 da Ludwig Winter) di Borgo Seghetti Panichi, sulle colline di Ascoli Piceno, dove – grazie a tecnologie innovative – sono stati mappati e rappresentati i benefici “scientifici” di 341 alberi.

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