lunedì 9 luglio 2012

Pisello riccio story

Pisello riccio story

Scritto da Azzurra De Razza

Qualcuno mi ha scritto. Qualcuno mi ha scritto chiedendomi del pisello. Quello "riccio di Sannicola". E io ho sospirato. ("Che bello, qualcuno mi segue"). Giorgio, dalla brindisina Latiano, ha evidentemente conosciuto la mia fervida attività per la salvaguardia di questo ecotipo di pisello nano - perché di piccole dimensioni - dolcissimo e "riccio" - solo per via del suo viticcio, che cresce attorcigliandosi come in boccoli. E qui, per lui, lettore attivo e propositivo, oggi faccio nomi e cognomi sul pisello.

RICCIO STORY
Dal dopoguerra agli anni '80 è stato l'ortaggio più coltivato nell'area ionico-salentina. E più venduto: finiva sui mercati di Napoli e Roma. Dal 2000 è stato inserito nell'elenco dei PAT, Prodotti Agroalimentari Tradizionali. Oggi è immancabile nella sezione "da non perdere" delle più popolari guide turistiche dedicate a Gallipoli e dintorni. E lo si può trovare citato tra gli indispensabili ingredienti di ricette fashion sui più blasonati siti internet al femminile. In realtà, lotta per vivere da qualche anno, il pisello, quello "riccio di Sannicola" - piccolo comune di poco più di cinquemila abitanti, a trenta chilometri da Lecce e a due dalla "città bella".

Fino ad un ventennio addietro, lì si svolgeva un imponente mercato stagionale del pisello. Poi, agli inizi dei '70, è arrivato il pisello progress a mettere in crisi il "riccio". Baccello più lungo, frutto più grosso, coltivazione meno difficoltosa, maggior praticità di raccolta (in meno tempo si raccoglievano più quintali), ed ecco che l'economicità del progresso, ha pian piano fatto diminuire i campi di "riccio di Sannicola". Ma le cose sono cambiate non solo nella terra in quegli anni. Il tempo che prima le donne investivano a "sbucciare piselli", veniva meno sempre più. E poi comunque nei supermercati si potevano acquistare ormai ad un prezzo ragionevole i Findus, pisellini surgelati facili da preparare e soprattutto prêt-à-porter.

SANNICOLA
Se siete in zona, raggiungete il piccolo comune in questione e chiedete di "Villa Excelsa" per mangiare. Quando arrivate, cercate Mino e dite che vi mando io, è meglio. Se mi scrivete prima una mail magari, lo avviso. Così si prepara. Non che ne abbia bisogno, però non si sa mai.
"Siamo venuti da lontano per gustare un piatto con pisello riccio" direte. Lui farà spallucce e proporrà altro. Accordatevi sulle portate. Ma prima almeno fatevi spiegare la storia dell'immobile in cui vi trovate. Ex Villa Starace.

Dal '94 al 2003, ad amministrare il paesello c’è stato Sergio Bidetti, partito dei Verdi, il primo sindaco "verde" d'Italia. Che fortuna per il pisello! "Andai da lui circa un decennio fa, per cercare di sollecitare azioni per la tutela dell'ecotipo salentino. Mi rispose: «Sannicola è paese di gay, se mi metto a proteggere il pisello, finisco certo sui giornali»". Me l'ha raccontato il mio amico Massimo Vaglio, gastronomo salentino, esperto in produzioni agroalimentari mediterranee, i cui buoni propositi si scontrarono con la paura del primo cittadino di creare scalpore.

Digressione obbligatoria per spiegare: Sannicola ha rappresentato un po' l'avanguardia del movimento omosessuale in Italia, visto che proprio in questo piccolo comune è nato e cresciuto Giò Stajano, nome d'arte di Gioacchino Stajano Starace, icona gay degli anni Cinquanta, primo trans del Paese, oggi donna, tornata a vivere nel Salento. E nipote del gerarca fascista, braccio destro di Mussolini, Achille Starace. Nella cui villa - oggi Excelsa - vi auguravo di pranzar piselli. Ricci. Locali.

MARZO PISELLO

"Il problema è la manodopera, che costa troppo oggi. E il pisello riccio da novembre, quando si prepara la terra e si piantano i semi, fino alla raccolta, a marzo, ha bisogno di continue attenzioni. Allora, così, i prezzi di vendita salgono. Qui vogliono pagarlo come il verdone! Ci ole ssi lu mangia, ccu ssi lu chianta ssulu, ca poi sape quantu costa! (chi vuole mangiarlo, se lo pianti da solo, così capisce il perché di un prezzo così alto!)". Agostino e Carmelina, marito e moglie, contadini in pensione, il nocciolo della questione ce lo spiegano davanti ai torti viticci di un piccolo campo tra muretti a secco che rimane ad oggi una delle poche isole di conservazione del pisello riccio sopravvissute a Sannicola.

Non si può più fare economia con il pisello? Prova a fare i conti con il "riccio" da conservare l'assessore comunale all'agricoltura, Cosimo Cataldi - 30 anni ed un master in marketing del territorio, è tra i giovani che sono andati via e tornati nel Salento, anche se non per lavorare la terra. E pure carino, per cui sto tentando di dargli una mano. Ci troviamo per giunta nell'anno internazionale della biodiversità, proclamato dall'ONU, per cui ho/abbiamo un dovere quasi morale.

Sto organizzando un gruppo d'acquisto. Raccolgo prenotazioni per il pisello. Lo compriamo e lo salviamo. Scrivetemi, la quantità che volete, senza esagerare, che sono pochi. Ma se li compriamo quest'anno - ah, 10 euro al kg però! - il prossimo ne coltiveranno di più. E i ristoratori della zona magari avranno ognuno un piatto speciale sul pisello. E tutti verranno a chiederlo, qui. E magari rifacciamo pure un mercato. E Cataldi magari si innamora pure di me.

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