venerdì 8 marzo 2013

Video Giovedì 7 febbraio alle ore 17 e 30 a Castrignano dei Greci nella sala Conferenze del Castello De Gualtieris il Dottore Agronomo Rosario Centonze Segretario della Federazione Regionale degli Ordini dei Dottori Agronomi e Forestali di Puglia e coordinatore regionale Puglia e Molise dell'organismo di controllo Bios ha tenuto un seminario dal titolo "Da rifiuti a risorsa" organizzato dal Centro Internazionale di Cooperazione Culturale (CICC) http://www.web-cicc.org/site/ . .

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Giovedì 7 febbraio alle ore 17 e 30 a Castrignano dei Greci nella sala Conferenze del Castello De Gualtieris il Dottore Agronomo Rosario Centonze Segretario della Federazione Regionale degli Ordini dei Dottori Agronomi e Forestali di Puglia e coordinatore regionale Puglia e Molise dell'organismo di controllo Bios ha tenuto un seminario dal titolo "Da rifiuti a risorsa" organizzato dal Centro Internazionale di Cooperazione Culturale (CICC) http://www.web-cicc.org/site/ . .


I passati modelli di crescita hanno permesso di incrementare la prosperità, ma al prezzo di un uso intensivo e spesso poco efficiente delle risorse. Il ruolo della biodiversità, degli ecosistemi e dei relativi servizi è ampiamente sottovalutato; i costi dei rifiuti non sono rispecchiati nei prezzi e le attuali strategie pubbliche e di mercato non possono, da sole, far fronte alla domanda di risorse strategiche come minerali, terreni, acqua e biomassa. Per questo occorre reagire in modo coerente e integrato con un'ampia gamma di strategie per affrontare le previste limitazioni di risorse e per sostenere la prosperità a lungo termine.
Ad affermarlo è la Commissione europea che ha illustrato i vantaggi derivanti da una corretta attuazione della legislazione unionale: un risparmio annuale di 72 milioni di euro, un incremento di 42 milioni di euro nei fatturati di chi gestisce e ricicla i rifiuti e la creazione di oltre 400.000 posti di lavoro entro il 2020.
Cosa fare dunque? Lo studio della Commissione arriva a 3 conclusioni: in primo luogo è necessario avere una conoscenza più approfondita dei rifiuti, disporre quindi di dati migliori e verificare sistematicamente la corretta applicazione della legislazione; in secondo luogo, andrebbe migliorato il principio "chi inquina paga", ricorrendo a strumenti economici che potrebbero costituire un fondo utile alla gestione dei rifiuti; infine, andrebbero incrementate le azioni di monitoraggio. Se si riutilizzano, riciclano e recuperano i rifiuti, puntando su alternative alla discarica e sviluppando mercati per i materiali secondari e riciclati, entro il 2020 i rifiuti arriveranno a essere gestiti come una risorsa.
I seminari nell'ambito delle iniziative della Mostra fotografica di educazione ambientale "Il paesaggio salentino: quale identità, quale futuro?" sono coordinati da Marta Chilla.

giovedì 7 marzo 2013

"gli impianti energetici nella pianificazione territoriale e paesaggistica pugliese"




Nell’ambito delle iniziative collegate alla Mostra fotografica “Paesaggio del Salento: quale identità. Quale futuro” Martedì 12 marzo alle ore 17.00 presso il Castello De Gualtieris a Castrignano dei Greci (Lecce) l’Ing. Antonio De Giorgi e l’esperto di gelsicoltura Roberto Malerba terranno un seminario sul tema: "gli impianti energetici nella pianificazione territoriale e paesaggistica pugliese". Il tema delle fonti di energia rinnovabili è da tempo ormai al centro del dibattito pubblico interno ed europeo, in quanto le necessità di tutela ambientale dettate in Costituzione e nei Trattati sono divenute stringenti per qualunque livello territoriale di governo. Nella prospettiva del nostro ordinamento, però, va rilevato che in talune occasioni l’utilizzo di questo tipo di fonti, pur a difesa dell’ambiente, può intrecciarsi problematicamente con un altro principio costituzionale, come quello della tutela paesaggistica; è il caso degli impianti di energia alternativa che, se da un lato producono energia senza inquinare l’ambiente, dall’altro rischiano di danneggiare il paesaggio, in particolare sotto il profilo dell’impatto visivo. Il bilanciamento tra l’interesse paesaggistico e quello ambientale appare l’unica soluzione alla problematica compatibilità tra gli impianti di energie alternativei e il paesaggio; tuttavia, la suddetta ponderazione non dovrebbe avvenire nell’ottica della preferenza caso per caso di un principio costituzionale rispetto all’altro, bensì dovrebbe essere ispirata al principio di integrazione. Del resto, non manca la disciplina normativa favorevole all’integrazione, come dimostra ancora la già richiamata possibilità del piano paesaggistico di individuare le “misure necessarie per il corretto inserimento, nel contesto paesaggistico, degli interventi di trasformazione del territorio, al fine di realizzare uno sviluppo sostenibile delle aree interessate” (art. 143, 1° comma, lett. h, d. lgs. 42/2004). Il principio di integrazione potrebbe godere di una forza, quasi inaspettata. Secondo le linee guida del D.M. 10 settembre 2010, la localizzazione degli impianti dovrebbe privilegiare il recupero delle aree degradate.
L’art. 131, d. lgs. 42/2004, per cui anche l’attività umana può contribuire alla creazione di un nuovo paesaggio. L’espressione “nuovo paesaggio” adottata dalle linee guida può significare, pur nella consapevolezza di un’interpretazione problematica, non solo il recupero da un punto di vista ambientale di una zona degradata, ma anche la possibilità – volendo riprendere il valore culturale del paesaggio – di trasmettere alle future generazioni uno degli aspetti della cultura contemporanea, cioè che l’ambiente rappresenta per la nostra società un’istanza assiologica. Dunque, l’integrazione degli impianti di energie alternative all’interno di una zona degradata significherebbe oltre al suo ripristino ambientale, anche la realizzazione di un’attività dell’uomo capace di tramandare alle future generazioni l’attenzione per la qualità della vita, secondo il principio dello sviluppo sostenibile, unitamente ai valori culturali ambientali del nostro tempo
In conclusione è da tenere presente sempre la valenza decisiva del principio di integrazione e ciò testimonia la validità del noto insegnamento di una parte della dottrina costituzionalistica tedesca del ‘900, che, tra l’altro, sosteneva: “Solo grazie a questa ricchezza di valori lo Stato domina, cioè diventa una connessione permanente e unitaria di esperienze vissute che motiva i suoi appartenenti; ma diventa un’esperienza vissuta soltanto come totalità di valori. Un’opzione, perciò, a favore dell’integrazione dei valori, senza alcuna preferenza di uno a danno dell’altro, dimostra come certi principi possono rimanere un ancoraggio sicuro anche per le complesse problematiche della società contemporanea.