giovedì 31 marzo 2016

Validità e dubbi sulla strategia di contenimento: il parere scientifico di Efsa.

Su impulso della Commissione Europea, l'Efsa ha pubblicato oggi un nuovo parere scientifico che riguarda Xylella fastidiosa in Salento. Nello specifico, viene richiesto di valutare la validità di 4 punti cruciali legati alla strategia di contenimento spesso messi in discussione nel dibattito pubblico. Questi sono: 1) la correlazione tra il disseccamento rapido e vari fattori che si ritiene possano influenzare l'espressione dei sintomi e la diffusione di Xylella (salute dei suoli, agenti chimici ecc.) ; 2) il ruolo di Xylella fastidiosa come agente causale della malattia CoDiRO; 3) la validità e l'efficacia attesa della rimozione delle piante infette come strumento di contenimento della diffusione della malattia; 4) gli effetti secondari dei prodotti fitosanitari.


Segue la traduzione in italiano delle conclusioni del documento. La traduzione è stata fatta con il TRADUTTORE DI GOOGLE.




Conclusioni
Il gruppo PLH stato chiesto di fornire una valutazione scientifica di diverse dichiarazioni in discussione la strategia di controllo globale dell'UE contro X. fastidiosa e alcune disposizioni di legge rilevanti come previsto dalla Decisione (UE) 2015/789. Le conclusioni specifiche su quattro di queste questioni sono:
• sui fattori che influenzano l'espressione dei sintomi e la diffusione di X. fastidiosa: gli stati del pannello che non è possibile quantificare gli effetti dell'ambiente, la struttura fisica e composizione biologica del suolo e per valutare gli effetti positivi o negativi di particolare
Trattamenti (applicazioni di erbicidi / insetticidi) su X. fastidiosa subsp. batteri Pauca e su la malattia CoDiRO nelle olive. Questo perché i dati provenienti da studi a lungo termine, in normali condizioni sono carenti. Tuttavia, le pratiche agronomiche per aumentare la disponibilità di nutrienti e l'uso di acqua per supportare lo sviluppo e la crescita degli organi delle piante sopra e sotto la superficie del terreno può contribuire allo stato di salute delle piante e la resistenza alle malattie e può prolungare il tempo produttivo della coltura prima che la malattia casualmente entra in un fase sintomatica e il declino pianta non possono essere ulteriormente impedito. Il pannello pertanto conclude che l'incidenza, la gravità e la progressione della malattia sono influenzati da fattori abiotici / biotici. Migliorare lo stato di salute di una pianta infetta da X. fastidiosa può prolungare la sua vita produttiva, ma non può curare dalla infezione batterica. Tutti i fattori indicati nella comunicazione possono avere un effetto sull'espressione della malattia. Tuttavia, nonostante la validità di questi fattori per l'espressione della malattia, il rischio che la presenza del batterio X. fastidiosa per il resto dei resti UE (EFSA PLH Panel, 2015). Ha anche stato dimostrato che X. fastidiosa è l'agente causale della malattia CoDiRO nelle olive.
• sulla eziologia della CoDiRO: il gruppo di esperti conclude che le prove fornite dalla recente esperimenti (Saponari et al., 2016) dimostra che X. fastidiosa isolare cause 'De Donno' sintomi CoDiRO nelle olive e quindi è l'agente causale di questa malattia. Tuttavia il gruppo di esperti vuole anche affermare che l'adempimento dei postulati di Koch fornisce la prova per la diretta collegare tra il patogeno e la malattia di ulivi, ma che la presenza di X. Fastidiosa infezioni in olive era sufficiente per la sua classificazione del rischio come indicato nel 2015 dal gruppo di esperti (EFSA Pannello PLH, 2015).
• alla rimozione piante ospiti: il gruppo di esperti conclude che la rimozione di piante infette è una riduzione del rischio opzione che, eliminando fonti di inoculo, può contribuire a ridurre l'incidenza di infezioni nella zona esterna del focolaio e per prevenire l'ulteriore diffusione del patogeno.
In particolare nella situazione epidemia di Southern Italia, che è caratterizzato da una zona di contenimento delimitato da mare circostante e una zona cuscinetto avanzare il fronte le epidemie in cui non è ancora stato introdotto il patogeno, le misure indicate all'articolo 7 e all'articolo 6, in grado di fornire i mezzi per contrastare la diffusione del patogeno in aree non ancora infetto. Nella zona di contenimento, nel nord della Striscia al confine con la zona cuscinetto, la rimozione delle piante infette e severo monitoraggio può essere efficace nel prevenire ulteriore diffondere del patogeno in una zona che non è ancora stata raggiunta. Per quanto riguarda la eliminazione di nuovi focolai introduzione nelle aree di recente invasione, come la zona cuscinetto, la rimozione rigorosa di entrambe le piante infette e di tutte le piante ospiti a prescindere dal loro stato di salute un raggio, come descritto nella normativa UE, può essere efficace nel ridurre patogeno diffondere, quando rigorosamente amministrati e nuove infezioni sono rilevati in tempo.
• sugli effetti secondari dei pesticidi: con riferimento ai trattamenti fitosanitari richiesti dalla Decision (UE) 2015/789 (articoli 6 e 7), il gruppo di esperti mette in evidenza il fatto che, nonostante effetti indesiderati di prodotti fitosanitari, non vi è attualmente alcuna prova di qualsiasi negazione effetto di tali trattamenti sull'interazione di X. fastidiosa con ulivi infetti e in particolare della gravità della espressione dei sintomi CoDiRO e l'esito dell'infezione. Il gruppo di esperti conclude pertanto che l'applicazione dei prodotti fitosanitari contro vettori X. fastidiosa dovrebbe essere visto in un approccio basato sul sistema e mirati alle specifiche situazioni locali. SM UE può contare su un sistema molto strutturato di valutazione delle piante prodotti per la protezione (in cui l'EFSA svolge un ruolo chiave) garantire un elevato livello di protezione per la salute umana, la salute animale e l'ambiente. Il gruppo PLH, nella sua valutazione, considerato l'uso di pesticidi nella loro complessità, valutando diversi aspetti concernenti la loro efficacia e applicabilità con un approccio olistico. L'applicazione di appropriata trattamenti fitosanitari contro X. vettori fastidiosa dovrebbero includere, tra gli altri, chimica o misure di controllo non chimico (compreso il controllo biologico), così come la vegetazione gestione.

Conclusions
The PLH Panel was requested to provide a scientific evaluation of several statements questioning the
overall EU control strategy against X. fastidiosa and some relevant legal provisions laid down under
Decision (EU) 2015/789. The specific conclusions on four of those statements are:
on factors affecting expression of symptoms and spread of X. fastidiosa: the Panel states that
it is not possible to quantify the effects of the environment, the physical structure and
biological composition of the soil and to evaluate the positive or negative effects of particular
treatments (herbicide/insecticide applications) on X. fastidiosa subsp. pauca bacteria and on
the CoDiRO disease in olives. This is because data from long term studies under field
conditions are lacking. However, agronomic practices to increase the availability of nutrients
and the use of water to support development and growth of plant organs above and below
the soil surface can contribute to the plant health status and the resilience to diseases and
may prolong the productive time of the crop before the disease eventually enters a
symptomatic stage and plant decline cannot be further prevented. The Panel therefore
concludes that incidence, severity and progression of the disease are influenced by
abiotic/biotic factors. Improving the health status of a plant infected by X. fastidiosa can
prolong its productive life but cannot cure it from the bacterial infection. All factors indicated
in the statement may have an effect on the expression of the disease. However, despite the
validity of these factors for the disease expression, the risk posed by the presence of the
bacterium X. fastidiosa for the rest of the EU remains (EFSA PLH Panel, 2015). It has also
been demonstrated that X. fastidiosa is the causal agent of the CoDiRO disease in olives.
on the aetiology of CoDiRO: the Panel concludes that the evidence provided by recent
experiments (Saponari et al., 2016) demonstrates that X. fastidiosa isolate ‘De Donno’ causes
CoDiRO symptoms in olives and thus is the causal agent of this disease. However the Panel
also wishes to state that the fulfilment of Koch’s postulates provides evidence for the direct
link between the pathogen and the disease in olives, but that the occurrence of X. fastidiosa
infections in olives was sufficient for its risk rating as stated in the 2015 by the Panel (EFSA
PLH Panel, 2015).
on host plants removal: the Panel concludes that removal of infected plants is a risk-reducing
option that, by removing inoculum sources, can contribute to reduce the incidence of
infections in the outer zone of the outbreak and to prevent further spread of the pathogen.
Particularly in the epidemic situation of Southern Italy, which is characterised by a
containment zone demarcated by surrounding sea and a buffer zone advancing the front of
the epidemics into which the pathogen has not yet been introduced, the measures indicated
in article 7 and in article 6 can provide means to counter pathogen spread into areas not yet
infected. In the containment area, in the northern strip bordering the buffer zone, the
removal of infected plants and stringent monitoring can be effective in preventing further
spread of the pathogen into an area that has not yet been reached. With regard to the
elimination of new introduction foci in areas of recent invasion, such as the buffer zone, the
stringent removal of both infected plants and all host plants irrespective of their health status
within a radius, as described in current EU legislation, can be effective in reducing pathogen
spread, when rigorously administered and new infections are detected in time.
 on secondary effects of pesticides: with reference to phytosanitary treatments required by
Decision (EU) 2015/789 (Articles 6 and 7), the Panel highlights the fact that, in spite of
undesired effects of plant protection products, there is currently no evidence of any negative
effect of such treatments on the interaction of X. fastidiosa with infected olive trees and in
particular on the severity of CoDiRO symptom expression and the outcome of the infection.
The Panel therefore concludes that the application of plant protection products against
X. fastidiosa vectors should be seen in a system-based approach and targeted to the specific
local situations. EU MSs can count on a very structured system of evaluation of plant
protection products (in which EFSA plays a key role) ensuring a high level of protection for
human health, animal health and the environment. The PLH Panel, in its assessment,
considered the use of pesticides in their complexity, evaluating different aspects concerning
their efficacy and applicability with a holistic approach. The application of appropriate
phytosanitary treatments against X. fastidiosa vectors should include, among others, chemical
or non-chemical control measures (including biological control) as well as vegetation


management.

Fabio Ingrosso mi comunica la pubblicazione dello studio di Copagri e Università di Foggia da parte dell’Efsa

Fabio Ingrosso mi comunica la pubblicazione dello studio di Copagri e Università di Foggia da parte dell’Efsa

Ho appena ricevuto una telefonata dal Presidente di Copagri Fabio Ingrosso che mi ha comunicato con soddisfazione la pubblicazione da parte dell’Esfa dello studio  sul Disseccamento degli ulivi che ha fatto con l’Università di Foggia. Il documento è in inglese e può essere consultato qui:

FOGGIA Xylella 31 marzo 2016




Xylella 31 marzo 2016








Corso PAN

Corso PAN


Scarica tutto qui:

martedì 29 marzo 2016

"Efsa: provata la patogenicità di xylella su olivo ed altre specie ospiti".


Sul sito EFSA pubblicato lo Scientific Report riguardante le “Prove di patogenicità di xylella su olivo ed altri ospiti”. A breve su questa pagina (si riferisce alla pagina Facebook https://www.facebook.com/infoxylella.it/?fref=nf n.d.r.) e sul sito sul sito “www.infoxylella.it la traduzione in italiano dell’indice e delle conclusioni del rapporto.

La traduzione che riporto è quella effettuata con il TRADUTTORE DI GOOGLE:

ESTERNO relazione scientifica
APPROVATO: 22 marzo 2016 Pubblicato: 29 mar 2016
www.efsa.europa.eu/publications EFSA pubblicazione non protagonista 2016: EN-1013
Progetto pilota sulla Xylella fastidiosa per ridurre il rischio
incertezze di valutazione
Istituto per la Protezione delle Piante sostenibile, Nazionale delle Ricerche
Consiglio d'Italia, CNR
In collaborazione con:
Dipartimento di Scienze del Suolo, della Pianta e degli Alimenti, Università degli Studi di Bari Aldo
Moro (Italia)
Centro di Ricerca, Sperimentazione e Formazione in Agricoltura - Basile Caramia, Locorotondo, Bari, Italia
autori:
Maria Saponari, Donato Boscia, Giuseppe Altamura, Giusy D'Attoma, Vincenzo Cavalieri,
Stefania Zicca, Massimiliano Morelli, Danilo Tavano
Istituto per la Protezione delle Piante Sostenibile, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Unità
Organizzativa di Bari (Italia)
Giuliana Loconsole, Leonardo Susca, Oriana Potere, Vito Savino, Giovanni P. Martelli
Dipartimento di Scienze del Suolo, della Pianta e degli Alimenti, Università degli Studi di Bari Aldo
Moro (Italia)
Francesco Palmisano, Crescenza Dongiovanni, Antonia Saponari, Giulio Fumarola, Michele
di Carolo
Centro di Ricerca, Sperimentazione e Formazione in Agricoltura - Basile Caramia, Locorotondo, Bari, Italia
astratto
Xylella fastidiosa (X. fastidiosa) ha una gamma molto ampia di accoglienza, tra cui molte piante coltivate e selvatiche
comune in Europa. Vi è, tuttavia, scarse informazioni sui potenziali ospiti di X. fastidiosa in
flora europea naturali, come una vasta gamma di queste piante non sono mai stati esposti al batterio.
Le indagini effettuate negli ultimi anni (2013-2015), in Puglia (Italia meridionale), dove
X. fastidiosa è stato registrato il ulivi, stabilito che: (i) il ceppo associato a questo
scoppio, denotato CoDiRO, è geneticamente legata alla sottospecie Pauca, che rappresenta una variante
classificato come "sequenza di tipo 53"; (Ii) CoDiRO è costantemente associato a infezioni che si verificano sotto
condizioni naturali su diversi host finora sconosciute di X. fastidiosa. Lo scopo degli studi
condotta in questo progetto pilota è stato quello di valutare la gamma di ospiti del ceppo pugliese di X. fastidiosa da
inoculazioni artificiali e l'esposizione a vettori infettivi, di cultivar selezionate delle principali colture perenni
e alcune specie forestali. I test diagnostici, l'isolamento e la valutazione dei sintomi sono stati eseguiti per valutare
colonizzazione batterica nei diversi host e lo sviluppo dei sintomi associati alla
infezioni X. fastidiosa. I risultati complessivi di saggi molecolari ei saggi di isolamento batteriche effettuate
fino a 14 mesi dopo l'inoculazione chiaramente differenziato le specie vegetali in cui la rapida colonizzazione
le piante sono verificati da quelli che non supporta X. fastidiosa moltiplicazione e movimento.
inoculazione batterica di olive, oleandri e piante myrtifolia Polygala provocato sistemica
la colonizzazione da parte del batterio, e sintomi simili a quelli osservati in infezione naturale
sono state osservate condizioni. Infatti, i risultati relativi alle diverse cultivar confermato l'alto
predisposizione di questa coltura per la tensione CoDiRO e l'associazione coerente delle infezioni con il
comparsa di sintomi di deperimento ed essiccazione delle piante inoculate. Al contrario, inoculato
piante di agrumi, uva e Quercus ilex non sono mai stati trovati ad essere sistemica infetti né hanno
sviluppare qualsiasi sintomo sospetto. Inoltre, esperimenti in campo hanno confermato, anche se con una diversa
velocità di trasmissione, che infettiva philaenus spumarius era in grado di trasmettere il batterio all'host
piante utilizzate nell'esperimento campo (di oliva, oleandri e Polygala myrtifolia). In particolare, sierologica
e saggi molecolari facilmente rilevato il batterio in queste piante ospiti non appena sei mesi dopo
ingabbiamento i vettori infettivi, quando le piante non erano ancora mostrato alcun sintomo. In accordo con il
risultati della inoculazione artificiale, nessuna delle piante di agrumi, uva o Q. ilex finora risultati positivi per
X. fastidiosa in seguito all'esposizione a infettivi P. spumarius.
© Autorità europea per la sicurezza alimentare 2016
Spettro e la patogenicità del ceppo CoDiRO
www.efsa.europa.eu/publications 2 EFSA pubblicazione non protagonista 2016: EN-1013
Parole chiave: (CoDiRO, Xylella fastidiosa, olive, patogenicità, vaccinazioni ago, vettore
trasmissione)
Domanda numero: EFSA-Q-2.014-00.533
Corrispondenza: alpha@efsa.europa.eu
Xylella fastidiosa è responsabile della malattia che sta distruggendo gli alberi di ulivo nel sud Italia, un nuovo studio ha confermato. L’Oleandro e il mirto sono ospiti del ceppo pugliese del batterio, ma agrumi, vite e leccio sembrano essere resistenti.

I risultati sono derivati da indagini sul campo ospite di X. fastidiosa CoDiRO effettuati in Puglia nel corso degli ultimi due anni. Gli scienziati del Consiglio Nazionale delle Ricerche hanno esposto le principali colture al batterio attraverso inoculo artificiale e ad esposizione a insetti vettori infetti in campo.

Colture mediterranee come l'olivo, uva, agrumi, mandorla, pesca, ciliegia e prugna sono stati testati, così come le specie forestali come lecci e specie ornamentali come l'oleandro e mirto. Il progetto è stato finanziato dall'EFSA.

Giuseppe Stancanelli, capo dell'unità Salute di animali e piante dell'EFSA, ha dichiarato: "Questi risultati confermano che il ceppo CoDiRO di X. fastidiosa provoca il disseccamento dell’olivo. Si tratta di un importante passo avanti, perché siamo in grado di valutare con precisione il rischio della diffusione  dll’epidemia in Puglia e colmare le lacune di conoscenza sull’ ospite e l'epidemiologia del ceppo pugliese. "

Le piante di olivo inoculate visualizzate simili gravi sintomi - essiccazione e dieback - a quelli osservati nel campo. Tuttavia, non tutte le varietà di olive risposto nello stesso modo. Ad esempio, il batterio sembra richiedere più tempo a colonizzare - con una concentrazione di batteri più bassa - le cultivar Coratina, Leccino e Frantoio rispetto alla cultivar Cellina di Nardò, che è una delle cultivar più comuni della zona contaminata.
I ricercatori dicono che più test su un numero maggiore di cultivar di olivo sono necessari per comprendere le diverse risposte.
Gli esperimenti sul campo hanno inoltre dimostrato che l’insetto vettore philaenus spumarius - un insetto che è diffusa in Puglia - può trasmettere il batterio agli olivi, oleandri e mirto. L'infezione è stata rilevata fin da sei mesi dopo l'esposizione agli insetti, quando le piante erano ancora asintomatiche.

Nessuna delle piante di agrumi, uva o lecci sono risultati positivi per X. fastidiosa in seguito all'esposizione a infettiva P. spumarius. Allo stesso modo, le piante di agrumi, uva e lecci non sono diventati sistemica infetto o si sviluppano sintomi sospetti, quando sperimentalmente inoculata. Ulteriori osservazioni e prove sono necessarie per ottenere dati conclusivi sulle piante drupacee.

Tutte le piante inoculate saranno tenuti sotto osservazione per almeno una stagione vegetativa, mentre esperimenti sul campo sarà esteso per un massimo di 10 anni.

Dr Stancanelli ha aggiunto: "I risultati di questo progetto di ridurre in modo significativo le incertezze che circondano i rischi connessi al ceppo X. fastidiosa CoDiRO per il territorio UE e aiuteranno nella pianificazione della ricerca futura.

"Esperimenti sul campo e di laboratorio successivi dovranno esplorare ulteriormente le risposte di oliva del Mediterraneo, con l'obiettivo di individuare varietà tolleranti o resistenti che possono essere coltivate dagli agricoltori nelle zone colpite da X. fastidiosa.

"Ci aspettiamo di acquisire ulteriori approfondimenti che aiuteranno il controllo di questa malattia dai progetti di ricerca finanziati nell'ambito del programma Orizzonte 2020 dell'UE."


Progetto pilota sulla Xylella fastidiosa per ridurre il rischio di valutazione uncerta
EXTERNAL SCIENTIFIC REPORT APPROVED:22 March 2016 PUBLISHED: 29 March 2016 www.efsa.europa.eu/publications EFSA Supporting publication 2016:EN-1013 Pilot project on Xylella fastidiosa to reduce risk assessment uncertainties Institute for Sustainable Plant Protection, National Research Council of Italy, CNR In collaboration with: Dipartimento di Scienze del Suolo, della Pianta e degli Alimenti, Università degli Studi di Bari Aldo Moro (Italy) Centro di Ricerca, Sperimentazione e Formazione in Agricoltura – Basile Caramia, Locorotondo, Bari, Italy Authors: Maria Saponari, Donato Boscia, Giuseppe Altamura, Giusy D’Attoma, Vincenzo Cavalieri, Stefania Zicca, Massimiliano Morelli, Danilo Tavano Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Unità Organizzativa di Bari (Italy) Giuliana Loconsole, Leonardo Susca, Oriana Potere, Vito Savino, Giovanni P. Martelli Dipartimento di Scienze del Suolo, della Pianta e degli Alimenti, Università degli Studi di Bari Aldo Moro (Italy) Francesco Palmisano, Crescenza Dongiovanni, Antonia Saponari, Giulio Fumarola, Michele Di Carolo Centro di Ricerca, Sperimentazione e Formazione in Agricoltura – Basile Caramia, Locorotondo, Bari, Italy Abstract Xylella fastidiosa (X. fastidiosa) has a very broad host range, including many cultivated and wild plants common in Europe. There is, however, scant information on the potential hosts of X. fastidiosa in the natural European flora, as a wide range of these plants have never been exposed to the bacterium. Investigations carried out in the recent years (2013-2015) in Apulia (southern Italy) where X. fastidiosa was first recorded on olive trees, determined that: (i) the strain associated with this outbreak, denoted CoDiRO, is genetically related to the subspecies pauca, representing a variant classified as “sequence type 53”; (ii) CoDiRO is consistently associated with infections occurring under natural conditions on several hitherto unknown hosts of X. fastidiosa. The aim of the studies conducted in this pilot project was to assess the host range of the Apulian strain of X. fastidiosa by artificial inoculations and exposure to infective vectors, of selected cultivars of major perennial crops and some forest species. Diagnostic tests, isolation and symptom evaluation were performed to assess bacterial colonization in the different hosts and the development of symptoms associated with X. fastidiosa infections. The overall results of molecular assays and bacterial isolation tests carried out up to 14 months post-inoculation clearly differentiated the plant species in which rapid colonization of the plants occurred from those that did not support X. fastidiosa multiplication and movement. Bacterial inoculation of olives, oleanders and Polygala myrtifolia plants resulted in systemic colonization by the bacterium, and symptoms resembling those observed under natural infection conditions were observed. Indeed, the results relative to different olive cultivars confirmed the high susceptibility of this crop to strain CoDiRO and the consistent association of the infections with the appearance of symptoms of dieback and desiccation of the inoculated plants. Conversely, inoculated plants of citrus, grapes and Quercus ilex were never found to be systemically infected nor did they develop any suspicious symptom. In addition, field experiments confirmed, although with a different transmission rate, that infective Philaenus spumarius was able to transmit the bacterium to the host plants used in the field experiment (olive, oleander and Polygala myrtifolia). Specifically, serological and molecular assays readily detected the bacterium in these host plants as soon as six months after caging the infective vectors, when the plants had not yet shown any symptom. In agreement with the results of the artificial inoculation, none of the citrus, grape or Q. ilex plants so far tested positive for X. fastidiosa upon exposure to infective P. spumarius. © European Food Safety Authority, 2016 Host range and pathogenicity of the CoDiRO strain www.efsa.europa.eu/publications 2 EFSA Supporting publication 2016:EN-1013 Key words: (CoDiRO, Xylella fastidiosa, olives, pathogenicity, needle inoculations, vector transmission) Question number: EFSA-Q-2014-00533 Correspondence: alpha@efsa.europa.eu 

Xylella ‘is causing olive disease in Italy’





Xylella fastidiosa is responsible for the disease that is destroying olive trees in southern Italy, a new study has confirmed. Oleander and myrtle-leaf milkwort also succumb to the Apulian strain of the bacterium, but citrus, grapevine and holm oak appear to be resistant.
The findings are from investigations into the host range of X. fastidiosa CoDiRO carried out in Apulia over the past couple of years. Scientists from the Italian National Research Council exposed varieties of major perennial crops to the bacterium through artificial inoculation and by exposure to infective insect vectors in the field.
Mediterranean crops such as olive, grape, citrus, almond, peach, cherry and plum were tested, as were forest species such as holm oak and ornamental species such as oleander and myrtle-leaf milkwort. The project was funded by EFSA.
Giuseppe Stancanelli, head of EFSA’s Animal and Plant Health Unit, said: “These findings confirm that the CoDiRO strain of X. fastidiosa causes olive dieback. This is an important step forward because we can only accurately assess the risk of an epidemic spreading from Apulia if we fill knowledge gaps on the host range and epidemiology of the Apulian strain.”
The inoculated olive plants displayed similar severe symptoms – desiccation and dieback – to those observed in the field. However, not all the varieties of olive responded in the same way. For example, the bacterium seemed to take longer to colonise – with a lower bacterial concentration – the Coratina, Leccino and Frantoio cultivars than the Cellina di Nardò cultivar, which is one of the most common cultivars in the contaminated area.
The researchers say that more tests on a larger number of olive cultivars are necessary to understand the different responses.
The field experiments also showed that infective spittlebug (Philaenus spumarius) – an insect that is widespread in Apulia – can transmit the bacterium to olive, oleander and myrtle-leaf milkwort. Infection was detected as early as six months after exposure to the insects, when the plants were still symptomless. 
None of the citrus, grape or holm oak plants tested positive for X. fastidiosa upon exposure to infective P. spumarius. Similarly, plants of citrus, grape and holm oak did not become systemically infected or develop suspicious symptoms when experimentally inoculated. More observations and tests are necessary to obtain conclusive data on the stone fruit plants.
All the inoculated plants will be kept under observation for at least one more vegetative season, while field experiments will be extended for up to 10 years.
Dr Stancanelli added: “The results from this project significantly reduce the uncertainties surrounding the risks connected to X. fastidiosa strain CoDiRO for the EU territory and will help in the planning of future research.
“Subsequent field and laboratory experiments will have to further explore the responses of Mediterranean olive, with the aim of identifying tolerant or resistant varieties that can be grown by farmers in the areas affected by X. fastidiosa.
“We expect to gain more insights that will assist control of this disease from the research projects funded under the EU’s Horizon 2020 programme.”

Consorzi di Bonifica 134mila le richieste di pagamento nelle province di Bari, Taranto, Brindisi e Lecce il 70% sono da 13 a 50 euro

nelle province di Bari, Taranto, Brindisi e Lecce
«Allo stato attuale sono all'incirca 134mila le richieste di pagamento, spalmate su tutti e quattro i consorzi pugliesi di queste il 70% sono da 13 a 50 euro. Poi c'è un altro range, pari al 15-18%, compreso tra 51 e 100 euro. Mentre va detto che non sono state emesse le cartelle con tributo fino a 12 euro. Questi numeri ci portano a dire che l'85% del totale delle contribuenze è inferiore a 100 euro».


domenica 27 marzo 2016

L’agricoltore che coltiva a secco: “L’acqua? Uno spreco inutile” L’esperimento in una cascina di Valenza: “Basta un rullo speciale”

VALENZA (ALESSANDRIA)

Federico Felli lo dice tranquillamente, come se fosse scontato: «Io coltivo senz’acqua». Solo dopo aver notato facce perplesse sorride e spiega il suo metodo, a metà tra filosofia e agricoltura biologica: «Non ci sono arrivato subito nemmeno io: ho dovuto studiare. In realtà mi informo ogni giorno, importo idee e tecnologie da altri mondi». Per «altro mondo» intende, ad esempio, gli Stati Uniti, da dove ha «rubato» il progetto - in realtà, era a disposizione gratuitamente - di uno speciale rullo per riuscire a far crescere i cereali utilizzando esclusivamente l’acqua che scende dal cielo.  
«UN MILANESE PENTITO»  
Felli è il titolare di Cascina Nuova, casolare che si nota subito grazie ai quattro silos colorati che salutano i passanti della provinciale tra Valenza e Casale, verso il Monferrato: hanno i colori della sabbia e della terra, le finestre quelli della bandiera della pace. «Il mio potrebbe sembrare ecologismo estremo, spinto. In realtà è solo biologico puro. Qui intorno ho terre molto diverse tra loro, alcune vicine al Po, altre fuori argine, poi terra da vigna sulle colline e un altopiano con un terreno più difficile, argilloso». Insomma, per coltivare questa terra ci vuole lavoro ma anche una buona dose di forza d’animo. «Sono un milanese pentito, arrivato qui nel 1998. Posso dire per crisi di noia? Sono tornato nel cascinale che era di mio nonno, Aldo Annaratone. Ho subito scelto il biologico. Noi otteniamo le stesse cose di tutti, ma in un modo diverso».  

Qui la sostenibilità è garantita, è «vera». «La mia agricoltura non prevede input esterni: no concimi, no a interventi invasivi. No anche all’acqua. Perché la natura non ha bisogno di niente».  
L’IDEA  
Per aiutarla, però, ecco l’idea di questo rullo speciale, il «roller crimper»: i progetti sono del Rodale Institute (Pennsylvania) che si occupa di agricoltura biologica d’avanguardia. Si tratta di un rullo «piegatore» da attaccare al trattore che, di fatto, aiuta a concimare il terreno schiacciando (senza tirarle via) le piante da sovescio, cioè quelle utilizzate tra una coltura e l’altra per arricchire il terreno. «Si seminano, ad esempio, nella pausa tra il taglio del grano di luglio e la semina del mais o della soia in primavera. Sarebbero otto mesi di vuoto, invece io pianto un mix di 36 erbe (non svela quali, ogni agricoltore ha i suoi segreti, ndr) che poi schiaccio con questo rullo; diventa una pacciamatura. È concimazione naturale». E l’acqua? «È un fattore limitante, uno spreco di energia incredibile». 
LA SPERIMENTAZIONE  
Basta la pacciamatura «speciale»? «Sì, perché protegge il terreno dalle piogge forti, concima, non permette alle malerbe di crescere, impedisce l’evaporazione dell’acqua». Il rullo l’ha costruito un fabbro della zona, esattamente di Candia Lomellina, giusto al di là del fiume Po, utilizzando i progetti del Rodale ma già con modifiche studiate ad hoc da Felli (che è socio di Confagricoltura Alessandria) e dell’agronomo Cristiano Concaro, che ha unito più progetti ed è riuscito pure a coinvolgere i risicoltori pavesi in questa ricerca. La sperimentazione, per ora, è su 14 ettari di Felli, su cinquanta in totale tra Piemonte e Lombardia.  

Consorzio di Bonifica 27 marzo 2016


sabato 26 marzo 2016

Contenimento Xylella: avviare subito le lavorazioni meccaniche


Mercoledì 23 marzo 2016 sono stati osservati nei pressi di Gallipoli ADULTI dell’insetto Philaenus spumarius che è stato dimostrato essere vettore del Batterio Xylella fastidiosa subspecie Pauca ceppo Co.Di.Ro.
Poiché il batterio (vedi Nota 1) sarebbe il principale responsabile del disseccamento degli olivi bisogna avviare le lavorazioni meccaniche in tutti i terreni delle province di Lecce, Brindisi e Taranto al fine del suo contenimento (Vedi Nota 2)

Nota 1: Secondo una ipotesi il Batterio Xylella fastidiosa subspecie Pauca ceppo Co.Di.Ro. è il responsabile principale del disseccamento degli olivi. Tale ipotesi che tra l’altro spiega le mie osservazioni su olivi disseccati in Provincia di Lecce.
Nota 2: La parola "contenimento" è qui usata con il seguente significato: mettere in atto delle misure fitosanitarie per ridurre la diffusione del batterio in un territorio, al fine di limitare i danni che esso provoca.

il suggerimento che arriva dagli esperti della Regione è «di avviare subito la lavorazione meccanica del terreno». Che significa principalmente: procedere con le arature e le trinciature. «Solo così è possibile abbattere la popolazione giovanile dei vettori - ha spiegato Cesari, agroecologo, direttore scientifico del Nepri - in modo da evitare che una volta adulti gli insetti possano infettare gli ulivi». Fonte: Quotidiano di Puglia del 26 marzo 2016 vedi Nota 3
A proposito di vettori, ieri sul sito del progetto europeo "Ponte", finanziato con Horizon 2020, l'entomologo Vincenzo Cavalieri che lavora con il Cnr di Bari, ha pubblicato la notizia del ritrovamento di alcuni adulti di sputacchina presso Gallipoli. Ciò significa che il ciclo del vettore del batterio è ampiamente in anticipo nel 2016 rispetto allo scorso anno. Fonte: http://www.ponteproject.eu/ponte-news/march-23-2016-first-seasonal-observation-philaenus-spumarius-new-generation-adults-salento/ vedi Nota 4





Nota 3
di Maria Claudia MINERVA 
Rinviata a dopo Pasqua l'approvazione del nuovo piano anti-xylella. L'Osservatorio fitosanitario della Regione Puglia sta praticamente riscrivendo le linee-guida alla luce delle osservazioni presentate la settimana scorsa dalla task force di esperti voluta dal governatore Michele Emiliano, perché quelle presentate nel corso dell'ultima riunione del gruppo di lavoro contenevano, secondo il parere degli scienziati e dei giuristi, delle evidenti lacune da colmare.
Il direttore della task force aveva così dato 48 ore di tempo per le osservazioni che poi ha girato all'Osservatorio e che ora diventeranno parte integrante del nuovo piano contenente le misure di contrasto al batterio che divora gli ulivi del Salento. E stato lo stesso Nardone a far sapere che il nuovo documento sarà portato all'attenzione della Giunta regionale la prossima settimana. Una notizia confermata anche dal segretario della task force, Gianluigi Cesari: «Meglio perdere qualche giorno in più e redigere un piano ineccepibile anche dal punto di vista giuridico, che approvare un documento con delle lacune che può generare errori ed equivoci. Il piano è quasi pronto e sarà approvato dopo Pasqua».
Nel frattempo, poiché, come hanno confermato dall'Osservatorio Fitosanitario la schiusura delle uova della sputacchina, scientificamente il Philaenus spumarius, è in anticipo di quindici giorni rispetto allo scorso anno, il suggerimento che arriva dagli esperti della Regione è «di avviare subito la lavorazione meccanica del terreno». Che significa principalmente: procedere con le arature e le trinciature. «Solo così è possibile abbattere la popolazione giovanile dei vettori - ha spiegato Cesari, agroecologo, direttore scientifico del Nepri - in modo da evitare che una volta adulti gli insetti possano infettare gli ulivi».
A proposito di vettori, ieri sul sito del progetto europeo "Ponte", finanziato con Horizon 2020, l'entomologo Vincenzo Cavalieri che lavora con il Cnr di Bari, ha pubblicato la notizia del ritrovamento di alcuni adulti di sputacchina presso Gallipoli. Ciò significa che il ciclo del vettore del batterio è ampiamente in anticipo nel 2016 rispetto allo scorso anno.
La comunicazione formale è stata data ieri al Servizio Fitosanitario Regionale. «A noi non risulta che sia stata monitorata la presenza di vettori adulti, però potrebbe essere notizia di queste ore.
Quello che ci ha detto l'Osservatorio Fitosanitario nel corso dell'incontro con la task force era quella del ritrovamento di sputacchine già al secondo stadio giovanile, con ben 15 giorni di anticipo del ciclo rispetto a marzo 2015- ha sottolineato Cesari -. Ecco perché vanno sollecite le lavorazioni dei terreni, al fine di ottenere la massima riduzione della popolazione di insetti vettori». Il ritrovamento di vettori nella fase adulta preoccupa perché potrebbe favorire la propagazione del contagio anche in zone fino a questo momento indenni. Come è stato detto più volte, anche nella nuova bozza delle linee guida, è probabile che il trasferimento dei vettori in altre zone avvenga pure in modo passivo, con il trasporto attraverso gli indumenti o attraverso mezzi di trasporto sui quali gli insetti si aggrappano. Motivo per cui bisogna stringere i tempi e approvare subito il nuovo piano.


Nota 4
23 marzo 2016 : prima osservazione stagionale di adulti di philaenus spumarius nel Salento

25 / 03 / 2016 / a Ponte NEWS /
Tra le attività di Ponte volte a studiare la biologia del vettore philaenus spumarius vi sono i campionamenti periodici e le osservazioni sul campo fatte nelle zone della provincia di Lecce ( sud Italia ) colpite da Xylella fastidiosa . Nel quadro di queste attività il 23 marzo , adulti di philaenus spumarius sono stati osservati per la prima volta nella stagione .
Gli insetti sono stati catturati nella campagna di Gallipoli e che sono stati identificati attraverso l'esame microscopico dei caratteri morfologici chiave .
Una comunicazione formale del ritrovamento è stato data oggi , 25 marzo al Servizio fitosanitario regionale.

Consorzi di Bonifica 26 marzo 2016


Xylella 26 marzo 2016



1897. Inaugurazione primo Istituto in Italia per la lavorazione dei tabacchi orientali a Lecce.


venerdì 25 marzo 2016

ANTICIPO DELLA COMPARSA DEI PRIMI ADULTI DI SPUTACCHINA (PHILAENUS SPUMARIUS), VETTORE DI XYLELLA FASTIDIOSA.

ANTICIPO DELLA COMPARSA DEI PRIMI ADULTI DI SPUTACCHINA (PHILAENUS SPUMARIUS), VETTORE DI XYLELLA FASTIDIOSA.

E’ di qualche ora fa la notizia del ritrovamento di alcuni adulti di sputacchina (Philaenus spumarius), vettore di Xylella fastidiosa presso Gallipoli. Ciò significa che il ciclo del vettore del batterio è ampiamente in anticipo nel 2016 rispetto allo scorso anno. La notizia è riportata dal sito del progetto POnTE (http://www.ponteproject.eu/…/march-23-2016-first-seasonal-…/). Questo evento era nell’aria poiché il 4 marzo era giunta la segnalazione del ritrovamento di sputacchine già al secondo stadio giovanile, con ben 15 giorni di anticipo del ciclo rispetto a marzo 2015. La comunicazione formale è stata data oggi, 25 marzo 2016, al Servizio Fitosanitario Regionale.
Grafico ridisegnato da:
Porcelli F. and Bosco D., 2015.The EU Horizon 2020 POnTE project: the work plan on Xylellal fastidiosa vectors. Proc. EFSA Meeting, Bruxelles, November 12-13th 2015.

Fonte: https://www.facebook.com/infoxylella.it/photos/a.828416737287598.1073741829.826987824097156/837118999750705/?type=3&theater

Piano di settore olivicolo-oleario 2016

DOC.SR.P.17) Piano di settore olivicolo-oleario 2016 ver 21 marzo 2016

scaricalo qui: http://www.agricolae.eu/wp-content/uploads/2016/03/pianolivicolotesto1.pdf

Nel corso del 2015 il MiPAAF ha avviato, nell’ambito del Tavolo di Filiera olivicolo, i lavori per un nuovo Piano di settore olivicolo-oleario al fine di ridefinire gli obiettivi strategici per il settore a 5 anni di distanza dal precedente piano del 2010. L’articolo 4 del DL 51/2015, convertito con modificazioni dalla Legge 91/2015, ha istituito il Fondo di intervento, finanziato con risorse nazionali, finalizzato al raggiungimento di pochi ma decisi obiettivi: • invertire il processo di diminuzione della produzione nazionale di olio proponendo una strategia di intervento che, coordinando le risorse nazionali e quelle regionali, possa portare al conseguimento di obiettivi quantificabili di incremento della produzione nazionale; • sostenere le “nuove” Organizzazioni di produttori ad assolvere alla loro funzione di concentrazione e commercializzazione del prodotto; • qualificare il prodotto nazionale con la realizzazione di un regime di qualità basato sulla sostenibilità e su specifici “processi” di qualità. Il Fondo di intervento giunge subito dopo il varo della riforma dell’organizzazione economica del mondo associativo del settore olivicolo varato con il combinato disposto dell’articolo 29, degli articoli 152 e segg e dell’articolo 169 del Regolamento (UE) 1308/2013: una riforma che comporta per le associazioni dei produttori (O.P. ed A.O.P.) un impegno a ricoprire un ruolo molto più incisivo nella gestione del mercato e nella commercializzazione del prodotto dei propri associati. L’anno 2015 è stato inoltre caratterizzato da diverse novità per il settore: a) il varo dei programmi di sostegno di cui all’articolo 29 del regolamento 1308/2013 (DM 6931/2014); b) l’attuazione operativa del DM 86483/2014 che ha portato alle nuove modalità di riconoscimento delle OP ed AOP del settore olivicolo; c) la conferma di un aiuto accoppiato per il settore nell’ambito del I° pilastro della PAC a testimonianza del ruolo ad esso riconosciuto nel panorama produttivo nazionale; d) l’approvazione dei Programmi di sviluppo rurale nell’ambito della nuova PAC 2014-2020; e) l’istituzione del citato “Fondo per sostenere la realizzazione del piano di interventi nel settore olivicolo-oleario” con l’articolo 4 del DL 51/2015, come modificato in sede di conversione dalla Legge 91/2015. Appare evidente come il settore olivicolo, con gli strumenti sopra ricordati, abbia un potenziale operativo che occorre trasformare in azioni e interventi concreti idonei a far conseguire una maggiore capacità produttiva, una migliore organizzazione commerciale e, nel complesso, una maggiore competitività sia a livello di sistema che delle singole imprese. Questo documento rielabora, pertanto, gli obiettivi strategici del Piano di settore ai quali far aderire gli specifici interventi di natura pubblica attivati a livello nazionale e a livello regionale.

SABATO 22 NOVEMBRE 2008 scrivevo dell'olivicoltura della Provincia di Lecce




La FORESTA DEGLI ULIVI della terra di Lecce: raccogliere o non raccogliere le Olive? Questo è il problema!
di Antonio Bruno*

"Per ormai inutile utilizzo, offresi azienda olivicola di 100 ettari per l'installazione di pannelli solari. Il ricavato sarà utilizzato per l'acquisto di biglietti del superenalotto che consideriamo un investimento più sicuro".
NELLA FOTO: L'impianto di pannelli che si può ammirare sulla Sogliano Cavour _ Galatina e che potrebbe sostituire LA FORESTA DEGLI ULIVI DELLA TERRA DI LECCE
Una trovata di un burlone? No! E’ lo striscione di un olivicoltore pugliese che non sa se raccogliere o non raccogliere le olive.

Io lo scrivo a chiare lettere: NON POSSIAMO SOSTITUIRE LA TECNICA DI COLTIVAZIONE CON LE ORGANIZZAZIONI DI CATEGORIA.

Chi rappresenta i contadini? Le organizzazioni di categoria e sono sempre queste che hanno determinato dagli anni 60 ai giorni nostri e che ancora determinano la politica del governo in tema di agricoltura.
Oggi c’è l’olio che non si vende e determina la protesta. Ma anche l’olio dell’anno scorso non si è venduto.
A Lecce i nostri amici olivicoltori sono dei simpatici vecchietti che continuano a raccogliere le olive. Hanno fatto laureare i loro figli che sono oggi medici, avvocati ed ingegneri con i raccolti della loro terra e questi però della “terra madre” non ne vogliono più sapere lasciando al nostro arzillo contadino, anche se oramai verso il tramonto, il compito di continuare a trarre da quella madre il nutrimento per il nostro territorio.

La polverizzazione delle aziende olivicoli che poteva essere un punto di forza se indirizzato alla tipicizzazione dei prodotti con il conseguente mercato di nicchia ad altissimi prezzi è invece in Terra di Lecce una debolezza.

Provincia: Lecce
Numero Aziende: 78.672
Superficie Totale: 163.438
Superficie SAU: 152.284
Fonte ISTAT
Si affrontano i problemi con l’emergenza, si convocano politici, associazioni di categoria e si utilizzano anche trovate geniali come quelle del Collega Dottore Agronomo Ministro Zaia che, chiamato in causa da pugliesi e calabresi, promette risultati concreti: "il Consiglio Ue - ha affermato - sta discutendo un progetto di regolamento che prevede la possibilità di inserire anche l’olio d’oliva nel programma di distribuzione di derrate a favore degli indigenti".
“Con il regolamento CE n. 983/2008 votato dalla Commissione lo scorso 3 ottobre – ha spiegato Zaia - è stato approvato il piano di ripartizione delle risorse per l’esercizio finanziario 2009, con il quale l’Italia dispone di risorse pari a 129.220.273 euro, finalizzate all’acquisto sul mercato comunitario di determinati prodotti alimentari da distribuire agli indigenti, come i cereali, il riso e il latte scremato in polvere”.
“Lavorerò personalmente – conclude il Ministro - affinché anche l’olio d’oliva, quanto prima, venga inserito in questa lista e possa essere distribuito agli indigenti nella Comunità, consentendo così la ripresa del mercato”.
Sono tutte belle intenzioni ma a San Cesario di Lecce più volte abbiamo riscontrato che le vie dell’inferno sono lastricate di belle e buone intenzioni.
La PAC che poi sarebbe la politica agricola COMUNE, quella che ha visto fioccare integrazioni di prezzo all’olio per anni sin dai lontani anni 60 che ha sostenuto questo settore ne ha anche decretato lo stato in cui langue in questi giorni.
C’è chi si appella a lasciare morire la foresta degli ulivi di Lecce così come si vuol lasciare morire la povera Eliana Cuccurullo.
Non ci sono più agricoltori che decidono, che si affidano ognuno al suo Dottore AGRONOMO, con il quale affrontare e risolvere i problemi dell’azienda.
Al posto di questa sana impostazione ci sono carte da compilare, moduli, richieste, premi e punizioni dopo controlli che hanno reso il settore olivicolo molto simile al gioco a quiz televisivo allontanandolo dalla realtà.
Chi gestisce tutto questo? Uffici di persone competenti che però compilano carte su carte e che con queste carte hanno affogato la foresta degli ulivi della Terra di Lecce.
Ma qual è la realtà?
La prima è quella della tutela del territorio.
La FORESTA DEGLI ULIVI della terra di Lecce, quella che ha sostituito il leccio (la lizza) e che ha alimentato con i residui della potatura i camini delle cucine economiche della terra di Lecce e con l’olio ha illuminato per anni Mosca e San Pietrobrugo in Russia luoghi dai quali provenivano i velieri raffigurati nei bei quadri del porto di Gallipoli dei secoli scorsi deve vivere affinché la nostra penisola bagnata dai due mari non diventi il deserto dei due mari.

Ma quest’estate avete guardato le campagne del paesaggio agrario salentino? Gli incendi che hanno distrutto centinaia di alberi di olivo. L’oliveto è l’unico bosco rimasto nel Salento. L’olivo nei millenni scorsi dopo l’arrivo dei Romani, ha rubato il posto alla Quercia, al Leccio, alla Lizza che aveva invaso tutto il nostro territorio, e l’energia che la foresta di Quercia forniva sotto forma di legna, fu sostituita dalla legna della potatura di questi alberi di olivo altissimi che lasciavano cadere le preziose drupe per terra perchè non serviva fossero raccolte dall’albero tanto l’olio lampante serviva appunto ad illuminare tutta Europa e i proventi di quel commercio hanno prodotto il barocco leccese che è sotto gli occhi di tutti con il suo fraseggio scintillante e sfavillante pieno di sfarzo eccessivo e sovrabbondante.

Il Salento era l’Arabia Saudita del 1600, forniva l’energia per l’illuminazione in tutta Europa, il porto di Gallipoli ospitava navi di grande stazza che caricavano e partivano per i porti del Nord Europa cariche di olio e di quant’altro proveniva dalle nostre ricche terre. Era fiorente il commercio e i vari sedili di foggia Veneziana testimoniano a Lecce e a Nardò la discesa di quei mercanti che per fare affari si trasferirono in quel tempo nella nostra terra.
Adesso queste persone vengono da tutta Europa per visitare quello che può definirsi “IL MUSEO DIFFUSO E L’ALBERGO DIFFUSO SALENTU LU SULE LU MARE LU IENTU”.

Ma adesso che un litro d’olio lampante (la maggior parte della nostra produzione) costa quanto un litro di gasolio cosa fanno gli agricoltori? Trascurano la coltivazione dell’oliveto, non sono tempestivi nel togliere le erbacce e fiorenti masserie sono divenute ruderi circondati dai residui dell’incendio che le rende simili a un territorio di guerra incendiato dai conquistatori.
L’oliveto non può essere sostituito se non dopo un’autorizzazione rilasciata dall’Assessorato dell’Agricoltura della Puglia, l’oliveto non ha più la stessa capacità produttiva di un tempo ma è una foresta, l’unica foresta che il Salento possiede e che funziona proteggendo il Suolo ed evitando danni immani da rischio idrogeologico (si chiama così il rischio delle alluvioni).

Ma fare le lavorazioni per togliere le erbe secche ed evitare di avere la propagazione degli incendi ha un costo e gli agricoltori che non riescono più a vendere quel prodotto non hanno alcuna intenzione di sborsare dei soldi che non gli verranno mai restituiti dalla terra, la madre terra che nei millenni passati ha nutrito e curato le generazioni che ci hanno preceduti.
Servono soldi che provengano dalle attività che producono risorse utilizzando il territorio. “IL MUSEO DIFFUSO E L’ALBERGO DIFFUSO SALENTU LU SULE LU MARE LU IENTU” deve mettere mano al portafoglio e finanziare la foresta oliveto perché se il turista troverà, tra un paese e l’altro del Salento, un territorio bruciato con delle rovine anch’esse bruciate non verrà mai più.


Se l’impresa agricola del Salento diverrà economica raddoppiando nel prossimo quinquennio la produzione di ricchezza (passando dall’oderno 2,5% del PIL Prodotto Interno Lordo del Salento al 6%) allora le foreste d’olivo potranno essere finanziate da questa ricchezza. Se ciò non avverrà allora dovremmo pensare seriamente di far rientrare gli oliveti nel demanio forestale dello stato.

La Foresta degli Ulivi della Terra di Lecce è sicuramente oggetto della Direttiva 2001/42/CE del Parlamento europeo e del Consiglio che dal luglio del oramai lontano 2004 è attuata anche in Provincia di Lecce che viene denominata Direttiva VAS che impone di valutare gli effetti sull’ambiente delle scelte programmatiche e pianificatorie.
Come? Chiedete cosa ci sia di programmato nella crisi del settore olivicolo di questi giorni? Ma come non lo vedete? Eppure è sotto gli occhi di tutti! C’è l’abbandono a se stesso del mercato dell’olio e di conseguenza l’abbandono programmato degli oliveti che porterà a gravissime conseguenze ambientali nel nostro territorio.
Chi è responsabile non può far finta di non sapere che quel cartellone che sulla strada statale pubblicizza a caratteri cubitali una bottiglia di OLIO EXTRA VERGINE d’oliva a € 2,80 con un costo della sola confezione (di bottiglia ed etichetta) di € 1,50 sta COMMETTENDO L’OMICIDIO DEGLI OLIVICOLTORI DELLA TERRA DI LECCE!
Come fanno a vedere l’olio extravergine a € 1,30?
Poi c’è il problema della desertificazione che è una conseguenza del mancato apporto di Sostanza organica nel terreno.
E solo alla fine c’è il problema del reddito agricolo degli olivicoltori.
Cosa appare oggi?
Un manipolo di contadini “fanno casino” perché non vendono l’olio. Nessuno che ponga il vero problema e cioè quello del rischio idrogeologico (che tradotto significa che senza la foresta degli ulivi della Terra di Lecce c’è il rischio delle alluvioni), quello del rischio paesaggistico (pensate che sarebbe la Terra di Lecce senza la sua foresta di Ulivi e al turista che passerebbe attraverso il deserto per andare a Gallipoli o a Otranto) con conseguenze sull’economia del turismo.

Il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola ha convocato per lunedì 24 c.m. alle ore 17.30 presso la sala Giunta della Presidenza tutti i rappresentanti delle forze dell’ordine e i soggetti istituzionali preposti al controllo antisofisticazione della filiera olivicola-olearia.

All’incontro parteciperà anche l’Assessore alle Risorse Agroalimentari Enzo Russo che questa mattina ha incontrato i rappresentati degli olivicoltori, giunti a Bari da tutta la provincia per protestare.

Al bravo Assessore Russo rivolgo un appello affinché, passata l’emergenza, affidi all’ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della Provincia di Lecce il compito di affrontare e risolvere il problema della conservazione e promozione della FORESTA DEGLI ULIVI DELLA TERRA DI LECCE.
Ricordo all’Assessore che il professore Sacco dell’Università degli Studi di Bari ha scoperto un metodo che non lascia margini ad errori per analizzare la PROVENIENZA DELL’OLIO D’OLIVO, io ne ho scritto e chiunque può leggere il report.
Si tratta adesso di salvare il salvabile oggi ma nello stesso tempo di affrontare con noi professionisti il domani.
*Dottore Agronomo (Esperto in diagnostica urbana e territoriale titolo Universitario International Master’s Degree IMD in Diagnostica Urbana e territoriale Urban and Territorial Diagnostics).

dott. Agr. Antonio BRUNO
Esperto in Diagnostica Urbana e Territoriale