martedì 19 luglio 2011

“La relazione dell'uomo con il paesaggio rurale”


«un’area, così come percepita dalla popolazione, il cui carattere è il risultato dell’azione e dell’interazione tra fattori naturali e/o antropici» (Convenzione Europea del Paesaggio, 2000)





Ricerca è la parola chiave della relazione uomo – paesaggio rurale che vedrà protagonista il prossimo mese di ottobre 2011 nel Salento leccese Italia Nostra, l'Associazione Dottori in Scienze Agrarie e Forestali (ADAF Lecce), i Consorzi di Bonifica “Ugento e Li Foggi” e “Arneo” oltre che all'ANBI Puglia.

Il focus sul Paesaggio Rurale del Salento leccese di Venerdì 28 ottobre si basa sulla costante attività di ricerca i cui risultati saranno comunicati nel Convegno Nazionale di Sabato 29 ottobre 2011 e concretizzati poi in esposizioni. Un Focus sul paesaggio rurale della Provincia di Lecce visto come interfaccia tra aspetti ecologici, sociali, culturali, economici che ha l'ambizione di evolvere in progetto e processo di sviluppo locale a partire da una riflessione sul patrimonio identitario di una comunità.

Il focus ha l'anelito di divenire espressione di una comunità locale che si riappropria e si impegna a prendersi cura del proprio territorio individuandone gli elementi chiave di identità e di sviluppo oltre che di essere strumento per costruire un avvenire concertato con la comunità per costituire una risposta ai processi di trasformazione territoriale.

L’argomento generale di discussione sarà affrontato suddividendolo in quattro sotto temi:

• integrare le politiche di tutela ambientale con la pianificazione strategica BIODIVERSITÀ

• trovare un nuovo impulso per il rilancio dell’economia rurale PAESAGGIO RURALE

• affrontare problematiche globali a scala locale RISORSE ENERGETICHE

• immaginare nuovi spazi sostenibili nell’ambito urbano QUALITÀ DELLA VITA

La scelta di Italia Nostra del comune denominatore delle attività è caduta sul paesaggio rurale in quanto opera d'arte per eccellenza, memoria e punto d'incontro troppo spesso preda di luoghi comuni.

Non saranno solo le aree verdi ad essere indagate da professionisti, Associazioni, Organizzazioni professionali agricole, operatori del settore e studenti universitari ma aspetti noti e sottovalutati. Fra gli spunti più interessanti troviamo il progetto teso guardare con occhi diversi un paesaggio che è molto più di un semplice territorio, la Geofotografia del paesaggio che, servendosi delle immagini di ieri e di oggi, darà nuova lettura dell'urbanizzazione inserita nella natura e la ricerca e attenta analisi della fenomenologia del paesaggio rurale.

In definitiva il Convegno Nazionale “La relazione dell'uomo con il paesaggio rurale” sarà una narrazione del Paesaggio rurale in movimento e allo stesso tempo un'occasione per confrontarsi, perfezionarsi e condividere conoscenze.


mercoledì 13 luglio 2011

PRESENTAZIONE DEI FARMER’S MARKET ESTIVI DI CAMPAGNA AMICA presso la Marina di Racale, Torre Suda TAVOLA ROTONDA: RELAZIONI TRA PRODUTTORE E CONSUMATORE E PROBLEMATICHE RIGUARDANTI LE PATATE NOVELLE E L’OLIO EXTRAVERGINE D’OLIVA Luogo di svolgimento: Sala parrocchiale “Beata Vergine Stella Maris” Torre Suda, Racale Data e orario: 15/07/2011 ore: 19.30 Interventi: Saluti del Sindaco di Racale Avv. Massimo Basurto Saluti del Parroco della Parrocchia “Beata Vergine Stella Maris” Sac. Fernando Stefanelli Ing. Pantaleo Piccinno - Presidente Coldiretti Lecce: la Fondazione Campagna Amica per chi è amico dell'agricoltura italiana. Il Mercato di Campagna Amica è un mercato degli agricoltori (o in inglese “farmer’s market“), cioè un mercato in cui i produttori agricoli vendono direttamente ai consumatori i propri prodotti. Lo scopo della Fondazione Campagna Amica è quello di valorizzare l’identità dei nostri territori, del nostro “stile di vita”, garantire certezza sulla qualità, l’origine e la salubrità di ciò che mangiamo, promuovere leggi a tutela dei cittadini-consumatori; favorire la diffusione di una cultura dei consumi legati alle nostre campagne e alla diffusione di una “rete” informativa capillare su cibo, produzione, prezzi, educazione alimentare ed ambientale. Il progetto ha l’obiettivo di realizzare un grande sistema agroalimentare che premi i produttori e offra ai consumatori prodotti di qualità e a un giusto prezzo. Dr. Benedetto De Serio – Direttore Coldiretti Lecce Dr. Salvatore D’Argento (Presidente GAL Serre Salentine) Chris Butler - Direttore Generale e fondatore di Olive Matters: Tracciabilità, Sicurezza alimentare e Autenticità della produzione con riferimento, in particolare, al settore dell’olio extravergine d’oliva. Enzo Manni – Soc. Agr. Cooperativa Acli – Racale: La Patata novella Sieglinde del Salento, un prodotto della tradizione salentina. Dott. Agr. Antonio Bruno – Direttore Area Agraria Consorzio di Bonifica Ugento e Li Foggi: I Prodotti tipici: le bontà enogastronomiche salentine attraverso le quali conoscere ed apprezzare il nostro territorio.


PRESENTAZIONE DEI FARMER’S MARKET ESTIVI DI CAMPAGNA AMICA  presso la Marina di Racale, Torre Suda

TAVOLA ROTONDA:   RELAZIONI TRA PRODUTTORE E CONSUMATORE E PROBLEMATICHE RIGUARDANTI LE PATATE NOVELLE E L’OLIO EXTRAVERGINE D’OLIVA


Luogo di svolgimento: Sala parrocchiale “Beata Vergine Stella Maris” Torre Suda, Racale

Data e orario: 15/07/2011 ore: 19.30


Interventi:


Saluti del Sindaco di Racale Avv. Massimo Basurto

Saluti del Parroco della Parrocchia “Beata Vergine Stella Maris” Sac. Fernando Stefanelli


Ing. Pantaleo Piccinno - Presidente Coldiretti Lecce: la Fondazione Campagna Amica per chi è amico dell'agricoltura italiana.
Il Mercato di Campagna Amica è un mercato degli agricoltori (o in inglese “farmer’s market“), cioè un mercato in cui i produttori agricoli vendono direttamente ai consumatori i propri prodotti.
Lo scopo della Fondazione Campagna Amica è quello di valorizzare l’identità dei nostri territori, del nostro “stile di vita”, garantire certezza sulla qualità, l’origine e la salubrità di ciò che mangiamo, promuovere leggi a tutela dei cittadini-consumatori; favorire la diffusione di una cultura dei consumi legati alle nostre campagne e alla diffusione di una “rete”  informativa capillare su cibo, produzione, prezzi, educazione alimentare ed ambientale.
Il progetto ha l’obiettivo di realizzare un grande sistema agroalimentare che premi i produttori e offra ai consumatori prodotti di qualità e a un giusto prezzo.

Dr. Benedetto De Serio – Direttore Coldiretti Lecce


Dr. Salvatore D’Argento (Presidente GAL Serre Salentine)

Chris Butler - Direttore Generale e fondatore di Olive Matters: Tracciabilità, Sicurezza alimentare e Autenticità della produzione con riferimento, in particolare, al settore dell’olio extravergine d’oliva.

Enzo Manni – Soc. Agr. Cooperativa Acli – Racale: La Patata novella Sieglinde del Salento, un prodotto della tradizione salentina.


Dott. Agr. Antonio Bruno – Direttore Area Agraria Consorzio di Bonifica Ugento e Li Foggi: I Prodotti tipici: le bontà enogastronomiche salentine attraverso le quali conoscere ed apprezzare il nostro territorio.



lunedì 11 luglio 2011

E’ solo grazie al Dottore Agronomo Antonio Guario che c’è la possibilità di combattere la lebbra dell’olivo

E’ solo grazie al Dottore Agronomo Antonio Guario che c’è la possibilità di combattere la lebbra dell’olivo




Grazie all’impegno del Dottore Agronomo Antonio Guario la Regione Puglia ha messo a disposizione dei proprietari degli oliveti del Salento un prodotto efficace contro la lebbra dell’olivo.

L’ha detto a chiare lettere il dott. Giampaolo Ronga Salentino d’adozione perché vive a Ruffano del Salento leccese e dipendente della BASF ovvero l’azienda che produce l’INSIGNIA che viene venduto a 76 Euro al chilo. Insomma con mezzo chilo ad ettaro e quindi con 38 Euro ecco che possiamo fare sino al 2 agosto 2011 un trattamento contro la lebbra.



Il seminario organizzato da Giuditta Cantoro

L’11 luglio 2011 alle 18.00 c’era anche il prof. Nigro dell’Università di Bari a Brindisi, Palazzo VIRGILIO corso Umberto I 149 (vicino Stazione FS) dove la componente del Consiglio dell’ADAF Lecce Dottore Agronomo Giuditta Cantoro con L'ANGA Brindisi (Giovani di Confagricoltura) insieme a Confagricoltura ed Oleopuglia ha organizzato un seminario su questo farmaco che può essere usato eccezionalmente su olivo di cui ho già scritto nei giorni scorsi http://centrostudiagronomi.blogspot.com/2011/07/dal-4-luglio-al-2-agosto-e-possibile.html



Le infezioni di lebbra dell’olivo

Il prof. Nigro ha esposto i dati scientifici affermando che le infezioni primarie partono dal peduncolo della drupa ma vi sono anche delle infezioni secondarie all’equatore.



Infezioni sulle foglie dell’olivo

Gli spagnoli sostengono che la causa dell’essiccazione delle foglie sia da ascriversi a delle patotossine prodotte dai funghi invece la ricerca italiana ha accertato che i funghi sono in gradi di colonizzare le foglie. Fatto sta che è possibile rilevare una defogliazione dell’olivo colpito dalla lebbra.



L’olio d’oliva rosso

Le drupe attaccate danno un olio d’oliva di colore rosso dovuto ai conidi dei funghi. Basta il 5 – 10 % di infezione per avere un olio con acidità libera elevata.



Una micotossina pericolosa

Pare che i conidi producano una pericolosa micotossina che è bene sia allontanata dall’olio per la tossicità.



Gli agenti della lebbra

C’è il Colletotrichum Gleosporioides che è a bassa attività parassitaria e quindi poco aggressivo e con solo due ceppi il CG1 e il CG2. Poi c’è il pericoloso Colletotrichum acutatum una specie devastante ad altissima attività parassitaria e quindi molto aggressivo e con una elevata variabilità della popolazione.



Quali delle due specie è più presente nel sud della Provincia di Brindisi e nel nord della Provincia di Lecce?

Dai dati elaborati dal prof. Nigro il 70% dei funghi sono Colletotrichum acutatum ma sempre dai suoi studi ha potuto osservare una specie nuova che non ha le caratteristiche né del Colletotrichum acutatum né del Colletotrichum Gleosporioides. Questa nuova specie è altamente virulenta.









Attenti al terzo attore

C’è un primo attore che è la pianta, un secondo attore che è l’ambiente con il clima ma c’è un terzo attore che è il fungo a cui si deve porre la massima attenzione e che può spiegare la virulenza della malattia.



Come si manifesta la lebbra dell’olivo

Intanto c’è un appassimento delle mignole ovvero dei fiori dell’olivo. Noi non ce ne accorgiamo perché la fioritura dell’olivo è ricchissima di mignole e quindi le poche che sono appassite sfuggono alla nostra osservazione. Ci sono anche degli insetti che provocano l’appassimento ma se sono questi gli agenti allora basta scuotere un poco il fiore e questo si stacca finendo a terra, non si stacca invece se a determinare l’appassimento è stato il fungo.



La infezione latente nelle drupe appena formate

Nelle drupe appena formate abbiamo a questo punto una infezione latente che non da nessun sintomo ovvero noi non possiamo notare alcun segnoi esteriore che ci possa far pensare che la drupa sia infetta dalla lebbra.



I primi sintomi all’invaiatura

La lebbra manifesta i primi sintomi all’invaiatura con degli affossamenti. Ma qual’è l’esito?



Un possibile esito

Le drupe cadono dall’albero di olivo formando un letto di olive invaiate.



Esito se il tempo è secco

Le drupe avvizziscono e mummificano



Esito se il tempo è umido

Le drupe vengono ricoperte da una patina rossastra di consistenza mucillagginosa.



Infezioni secondarie fine ottobre – prima decade di novembre

In questo periodo le infezioni secondarie sono senza speranza di cura poiché anche se riuscissimo a utilizzare un farmaco che entrasse nella drupa no avremmo alcun beneficio.



A maggio

Nel mese di maggio è possibile osservare l’infezione sulle foglie e le mummie dell’anno precedente quindi il micelio è vegetante sui rami e sulle drupe che fa da inoculo della malattie.



Da maggio a Luglio

L’infezione passa alle nuove drupe.



Perché il fungo passa dalla foglia alla drupa?

Le evidenze osservate dal prof Nigro hanno messo in luce che all’ascella delle foglie di olivo secche troviamo drupe secche e questo fa ritenere che il fungo passi dalle foglie alle drupe.



Fine agosto – settembre

Si notano degli infossamenti sulle drupe



Le Conclusioni del prof. Nigro

Il prof Nigro nelle sue ricerche sulla lebbra ha evidenziato che in oliveti con un infezione del 100% il 70% delle infezioni sono latenti. Quindi c’è la necessità che si combatta il fungo per tempo con un prodotto fitosanitario che penetri all’interno della drupa e delle foglie nel periodo dopo la fioritura allegagione oppure prima dell’invaiatura cioè prima che la drupa produca l’olio dove potrebbe pericolosamente passare il prodotto. Il Dottore Agronomo Antonio Guario della Regione Puglia, il Prof. Nigro dell’Università di Bari e la BASF hanno individuato la molecola di pyraclostrobin presente nell’l’INSIGNIA che viene venduto a 76 Euro al chilo la cura per limitare i danni della lebbra.

E’ del tutto evidente che l’UNICO trattamento nel periodo dal 4 luglio al 2 agosto 2011

di 0,50 chili per ettaro di Insignia deve essere integrato con le indicazioni delle strategie di controllo da adottare per contenere le infezioni della “lebbra delle olive” contenute nella DETERMINAZIONE DEL DIRIGENTE SERVIZIO AGRICOLTURA 10 marzo 2011, n. 238 della Regione Puglia consultabile al seguente indirizzo; http://www.regione.puglia.it/web/files/agricoltura/lebbra_delle_olive.pdf



La Commissione Consultiva per i Prodotti Fitosanitari

L’Osservatorio Fitosanitario della Regione Puglia con il consenso della società distributrice, ha richiesto al Ministero della Salute una deroga all’impiego di “Pyraclostrobin”, sostanza attiva sperimentata e ritenuta efficace nei confronti del fungo con caratteristiche di penetrare nella vegetazione e, pertanto, di ridotta dilavazione da parte delle piogge ritenute la causa principale dello sviluppo e diffusione della malattia. La Commissione Consultiva per i Prodotti Fitosanitari in data 21giugno ha approvato la deroga all’impiego del prodotto a base di Pyraclostrobin per un solo intervento dal 4 luglio al 2 agosto 2011. In tale periodo si consiglia, infatti, l’uso di tale sostanza attiva al fine di contenere le infezioni che possono verificarsi sulle drupe.



Le raccomandazioni dell’Assessore Dario Stefàno

“Ci appelliamo alla responsabilità di tutti gli operatori della filiera olivicola – sottolinea l’assessore Dario Stefàno - per evitare un uso scorretto del Pyraclostrobin e di altre sostanze attive, registrate e non, al fine di evitare spiacevoli conseguenze nella produzione e nella successiva vendita di oli, a causa di eventuali residui indesiderati o superiori ai limiti consentiti dalla legge. Siamo in prima linea accanto agli agricoltori per mettere in atto la strategia migliore per combattere la lebbra dell’olivo ma anche per rafforzare il profilo qualitativo della nostra produzione olearia che, va detto, continua a mietere riconoscimenti al gusto e alla qualità”.

di Antonio Bruno, Direttore dell’Area Agraria del Consorzio di Bonifica “Ugento e Li Foggi”, Presidente dell'ADAF della Provincia di Lecce, Dottore Agronomo (Esperto in diagnostica urbana e territoriale titolo Universitario International Master's Degree IMD in Diagnostica Urbana e territoriale Urban and Territorial Diagnostics).

domenica 10 luglio 2011

Da dove viene il grano impiegato per la produzione della pasta prodotta dalle industrie agroalimentari del Salento leccese?

Da dove viene il grano impiegato per la produzione della pasta prodotta dalle industrie agroalimentari del Salento leccese?



Domenica 10 luglio 2011 a Merine, una piccola frazione di Lizzanello del Salento leccese c’è la Sagra te lu ranu (Festa del grano). Sono andato ogni anno e ci andrò anche oggi. Le spighe dorate, la pasta e la gioia che accompagna l’abbondanza del raccolto. Ma è proprio così?



Il grano di San Cesario di Lecce

Già il grano, quello che la mamma del mio amico Luigi Pascali in autunno seminava nei campi vicino a casa di mia madre, quel grano che da ragazzo vedevo crescere sotto i miei occhi, prima quel tenue ed esile filo di verde e poi le prepotenti spighe che viravano improvvisamente in giallo prima della raccolta. Quello stesso grano che viene seminato ogni anno dietro alla casa in cui abito adesso in Via Vittorio Emanuele III che vedo ogni anno nascere, crescere e dare frutto, tanto frutto.



Il grano duro in Italia

A livello nazionale nel 2011 secondo l'ufficio studi di Toscana Cereali si è registrata una diminuzione su superficie investita a grano duro di 207.441 ettari , passando da una superficie di 1.257.074 ettari a 1.049.633; inoltre da una resa (2010) di 3 tonnellate ad ettaro si è passati alle 2,8 tonnellate ad ettaro (2011) per una produzione complessiva di 3,8 MT ad una previsione di 2,9 MT. Si avrà così una perdita di circa 9 milioni di tonnellate in termini di quantità.

Tutte le Regioni produttrici di grano duro, ad eccezione della sola Sardegna (+9%) fanno registrare una diminuzione delle superfici coltivate nel 2011. Le aree con maggiori diminuzioni sono quelle del nord: Lombardia -48%, Veneto -47%, Emilia Romagna -41%, Piemonte -31%. Ma non va molto meglio nel resto d'Italia: -21% Lazio, -19% Calabria, quindi la Toscana, Umbria, Basilicata e Sicilia che si attestano al -18%; Campania -17%; Molise -13%, Puglia – 12%, Abruzzo -9% e Marche -7%.



Il grano duro del Salento leccese

Nella Provincia di Lecce negli anni dal 2003 al 2005 si sono coltivati circa 29mila ettari di grano duro ovvero circa il 7% della superficie investita a grano della Regione Puglia con una produzione media di 3 tonnellate per ettaro e una produzione complessiva di circa 87mila tonnellate di grano duro.





Il grano duro da ai proprietari del paesaggio rurale del Salento leccese un reddito da fame

Si può concepire che tre tonnellate di grano duro diano un reddito per ettaro al proprietario del paesaggio rurale di 810 euro lordi? E’ pensabile che 29mila ettari della Provincia di Lecce diano un valore lordo, da cui cioè vanno tolte le spese, di 261mila euro?



Ma quali sono le spese per produrre il grano duro?

Secondo l’INEA le spese specifiche rappresentano il 32% di cui: sementi 9%; fertilizzanti 10%; fitofarmaci 4%; noleggi 8% e altre spese specifiche 1% con l’impiego di 15 ore lavoro per ettaro di manodopera.



La pasta Cavalieri

Sono rimasto suggestionato dall’intervista a Benedetto Cavalieri del giornalista Adelmo Gaetani del Nuovo Quotidiano di Puglia.



Ho cercato, senza successo, il sito dell’Antico Pastificio Benedetto Cavalieri, invece per chi ne volesse sapere di più rimando a Wikipedia, l'enciclopedia libera http://it.wikipedia.org/wiki/Antico_Pastificio_Benedetto_Cavalieri .

Un secolo di successi e di tradizione a Maglie del Salento leccese ed è li che alla Via Garibaldi al 64 c’è l’opificio.

In sintesi l’Antico Pastificio Benedetto Cavalieri è da tutti unanimemente riconosciuto come sinonimo di pasta di prima qualità apprezzata in tutto il mondo e prodotta ancora oggi con il metodo di lavorazione originale.



Ma quanto costa la Pasta dell’Antico Pastificio Benedetto Cavalieri

Le confezioni della Pasta dell’Antico Pastificio Benedetto Cavalieri costano 3,12 euro e pesano 500 grammi ovvero un chilo di pasta costa 6,24 Euro.



Ma da dove viene il grano della Pasta dell’Antico Pastificio Benedetto Cavalieri?

Anche se sulla confezione da 500 grammi della pasta dell’Antico Pastificio Benedetto Cavalieri si può leggere Maglie - Terra d'Otranto – Italia io non ho trovato alcun riferimento sulla provenienza geografica del grano duro. Già perché in Italia la pasta si può fare solo di grano duro infatti la legislazione italiana (Legge n. 580 del 1967) prevede che la pasta secca debba essere fabbricata solo ed esclusivamente con semola di grano duro. Qualsiasi aggiunta, anche se parziale, di grano tenero costituisce una frode. Non è però così in altri Paesi in cui è possibile utilizzare la farina di grano tenero anche per la pasta.



Chiarezza sulla provenienza della materia prima

Intanto cominciamo con l’affermare che non è chiaramente scritta sulla confezione da 500 grammi di pasta dell’Antico Pastificio Benedetto Cavalieri la provenienza geografica del grano con cui si fa la farina da cui si fa la pasta. Quindi il grano duro che viene molito e trasformato in farina che poi sarà successivamente trasformata in pasta potrebbe avere qualunque provenienza. Ma anche ammettendo che l’Antico Pastificio Benedetto Cavalieri utilizzi per la produzione della pasta solo grano della Provincia di Lecce dovremmo fare un po’ di conticini.





I conti non tornano

Ho già scritto che una confezione da 500 grammi di pasta dell’Antico Pastificio Benedetto Cavalieri costa 3,12 euro come è possibile verificare al link http://www.pedrelli.com/it/prodotti/id/4034 ovvero 6mila240 euro alla tonnellata. Mentre un produttore di grano duro della Provincia di Lecce vende una tonnellata di grano duro nella migliore delle ipotesi a 270 euro la tonnellata come si può verificare al link http://www.ilgranoduro.it/userfiles/quotazione%2027a%20settimana%202011.pdf



Una filiera della pasta tutta del Salento leccese

Sarebbe bello per un proprietario di paesaggio rurale coltivare grano, è una coltivazione facile, si ara, si semina, si concima e si raccoglie. E sarebbe bello sapere che dalle tre tonnellate che il buon Dio con la Sua provvidenza regala a noi umani si potrebbe ottenere un reddito in grado di far vivere tante famiglie. Per farlo c’è bisogno di mettere tutto insieme il grano duro del Salento leccese e comunicare i dati della produzione. Sempre insieme si dovrebbero trasformare le 87mila tonnellate di grano duro del Salento leccese in farina. Un buon impianto di macinazione ha una resa del 60-64% di semola e dell’8-12% in farinette. Il Salento leccese è in grado di dare 55mila tonnellate di farina! E che fare delle 50 mila tonnellate di pasta?



Il consumo della pasta del Salento leccese

L’Italia, con oltre 3.1 milioni di tonnellate prodotte e 28 kg di consumo medio pro capite annuo, figura come il Paese leader indiscusso della tradizione pastaia. Ogni 10 piatti di pasta sfornati a ogni longitudine e latitudine, ben 3 sono infatti realizzati con pasta italiana. Quindi noi 800mila abitanti del Salento leccese potremmo auto consumare circa la metà della pasta prodotta ovvero 25mila tonnellate delle 55mila se scegliessimo da consumare in casa solo pasta prodotta con il grano duro del Salento leccese. Vi lascio pensare che cosa significhi conquistare anche un solo mercato estero! Una coltivazione facile diverrebbe anche una coltivazione che da la ricchezza! Una filiera tutta del Salento leccese è la soluzione! Le Organizzazioni professionali dei produttori agricoli dovrebbero lavorare su questa ipotesi e sin d’ora metto a disposizione l’Associazione Dottori in Scienze Agrarie e Forestali della Provincia di Lecce che ho l’onore di presiedere per costruire insieme un progetto che sta in piedi con le sue gambe e senza finanziamenti da parte di nessuno!



di Antonio Bruno, Dottore Agronomo (Esperto in diagnostica urbana e territoriale titolo Universitario International Master's Degree IMD in Diagnostica Urbana e territoriale Urban and Territorial Diagnostics), Presidente dell'ADAF della Provincia di Lecce e Direttore dell’Area Agraria del Consorzio di Bonifica “Ugento e Li Foggi”.

E’ la Puglia con le sue oltre 275mila Aziende la regione con il maggior numero di aziende agricole

E’ la Puglia con le sue oltre 275mila Aziende la regione con il maggior numero di aziende agricole


Lo scorso 5 luglio 2011 l’Istat ha diffuso i risultati provvisori del 6° Censimento generale dell’agricoltura, riferiti al 24 ottobre 2010. Essi sono stati rilevati, controllati e corretti dall’Istat in stretta collaborazione con gli Uffici di censimento costituiti presso le Regioni e Province autonome e presso i Comuni. La diffusione riguarda le variabili principali tra quelle comprese nel questionario di censimento, mentre è previsto che tutte le variabili, principali e secondarie, siano diffuse come dati definitivi entro aprile 2012, a conclusione dei processi di elaborazione ancora in atto.



L’Agricoltura dell’Italia del 2010

In estrema sintesi i dati del 6° CENSIMENTO GENERALE DELL’AGRICOLTURA dimostrano che in Italia le aziende agricole diminuiscono del 32,2% cresce del 44,4% la loro dimensione media. Ma cos’è l’Agricoltura della Puglia?



La Puglia è al primo posto in Italia per numero di Aziende Agricole

Insomma la Puglia da sola rappresenta il 16,8% delle aziende Italiane ma solo il 2,2% delle aziende agricole è di tipo zootecnico. Per quanto riguarda la Superficie Agricola Utilizzata (SAU) la Puglia con i suoi 1.280.876 ettari è seconda solo alla Sicilia e rappresenta il 10% della SAU della Nazione.

Quindi va tutto bene? Se confrontiamo i dati del 2010 con quelli del 2011 ci accorgiamo che in Puglia siamo passati da 336.697 a 275.633 Aziende Agricole con la perdita secca del 18,1% è aumentata invece del 2,7% la Superficie Agricola Utilizzata (SAU) e dell’1,9% la Superficie Agraria Totale (SAT).



Il fenomeno dell’accorpamento aziendale non c’è in Puglia

In controtendenza la Puglia con i suoi 5,1 ettari di media anche se in Italia risulta evidente il fenomeno dell’accorpamento aziendale per effetto delle politiche comunitarie e dell’andamento dei mercati che ha determinato l’uscita di piccole aziende dal settore, favorendo la concentrazione dell’attività agricola e zootecnica in unità di maggiori dimensioni e avvicinando il nostro Paese alla struttura aziendale media europea.



Gli allevamenti

In Puglia solo il 2,2% delle aziende agricole è di tipo zootecnico.



Le coltivazioni legnose agrarie

La Puglia è la Regione con il maggior numero di aziende (248 mila) e di superficie investita (521 mila ettari).



La coltivazione dei seminativi

Sicilia e Puglia coprono il 41% della superficie nazionale a seminativi rispetto ad una quota di SAU pari al 22,4%.



Un patrimonio che rischiamo di perdere

Già dai primi dati diffusi dall’ISTAT è possibile capire che la nostra regione è leader nel settore dell’Agricoltura e che ogni politica messa in atto dovrebbe rispettare questa vocazione che permane nonostante la crisi del settore.

I tentativi messi in atto nei lustri scorsi dai decisori politici sul piano dello sviluppo industriale non hanno avuto alcun esito così come posso certamente prevedere che nulla rimarrà alla Puglia e ai pugliesi della politica energetica messa sin qui in atto che ha visto la “calata” nel paesaggio rurale della nostra regione di olandesi, tedeschi, spagnoli tornati dopo le scorribande nella nostra terra fatte dai loro padri nei secoli scorsi.



In Puglia c’è bisogno di più Agronomia

La Puglia deve fare ciò che sta facendo il presidente francese, Nicolas Sarkozy che ha sferrato più volte nelle ultime settimane aspri attacchi alla speculazione sulle materie prime alimentari e ha fatto di questo tema una delle priorità del G-20, di cui la Francia, come presidente di turno, ha controllato l'agenda.

Sarkozy ha scritto una lettera alla sua collega brasiliana, Dilma Rousseff, legando il problema del rialzo dei prezzi agricoli a quello della sicurezza alimentare, una questione che era già venuta alla ribalta nel precedente ciclo rialzista del 2008 e per la quale il vertice dell'Aquila aveva varato un fondo da 30 miliardi di dollari.



Il problema della volatilità delle quotazioni dei prodotti agricoli

Per François Bourguignon, ex capo economista della Banca mondiale la volatilità delle quotazioni non è maggiore oggi che negli anni 70 o 80. Non è l'attività dei fondi sulle materie prime non ha fatto aumentare i prezzi ma l’influenza maggiore viene dai fondamentali, come il clima, i costi, fra cui quelli del petrolio e dei fertilizzanti, e l'aumento della domanda.

Il segretario generale dell'Ocse, Angel Gurria ritiene che non è solo un problema di speculazione il fatto è che c'è bisogno di investimenti in agricoltura.

In un recente forum sull'America latina organizzato dalla stessa Ocse e dalla Banca interamericana di sviluppo, i paesi della regione si sono schierati sulla stessa posizione.

Il presidente della Banca interamericana, Luis Alberto Moreno afferma che c'è stato un aumento della domanda mondiale, soprattutto in Asia, cui deve rispondere un aumento della produzione.



Il governo dell’Agricoltura della Regione Puglia

C’è bisogno di più Agronomia in Puglia e quindi c’è bisogno di più Laureati in Scienze Agrarie e Forestali nei posti “chiave” della governance. Voglio dire che c’è bisogno della presenza di Laureati in Scienze Agrarie e Forestali in quella parte del più ampio governo d'impresa che è il governo dell’Agricoltura regionale.

Il governo dell’Agricoltura della Regione Puglia (in inglese corporate governance) è l'insieme di regole, di ogni livello (leggi, regolamenti etc.) che disciplinano la gestione dell’agricoltura pugliese e include anche le relazioni tra i vari attori coinvolti (gli stakeholder, ossia chi detiene un qualunque interesse) e gli obiettivi per cui è amministrata. Tra gli attori principali (shareholders), una parte di rilievo è svolta dal management che in considerazione delle evidenze del censimento dell’agricoltura dovrebbe andare ai Laureati in Scienze Agrarie e Forestali.

di Antonio Bruno, Direttore dell’Area Agraria del Consorzio di Bonifica “Ugento e Li Foggi”, Presidente dell'ADAF della Provincia di Lecce, Dottore Agronomo (Esperto in diagnostica urbana e territoriale titolo Universitario International Master's Degree IMD in Diagnostica Urbana e territoriale Urban and Territorial Diagnostics).

venerdì 8 luglio 2011

Nessuno vuole le Angurie del Salento leccese e l’ADAF Lecce istituisce un tavolo tecnico telematico

Nessuno vuole le Angurie del Salento leccese e l’ADAF Lecce istituisce un tavolo tecnico telematico






Nel Salento leccese si producono le migliori Angurie del mondo che vengono raccolte ogni anno dalle persone “venute da lontano”. Quest’anno per la psicosi Batterio Killer e per il caldo che tarda a farsi sentire nonché per la concorrenza sleale di angurie importate dall’Estero le angurie del Salento leccese non si stanno vendendo più!



Quali sono i danni?

C’è chi ha fatto le prime stime dei danni affermando che ammontano a oltre venti milioni di euro di mancato guadagno dei produttori, addetti ai lavori, raccoglitori e commercianti. Sempre secondo queste stime ammonterebbero a quindici milioni i soldi spesi fino ad ora per portare a piena produzione circa duemila ettari di angurie tra Nardò, Leverano, Copertino, Galatina, Aradeo e altri comuni limitrofi. Ma la parte del leone è quella di Nardò in cui alcuni hanno stimato una superficie di terreno coltivata ad angurie di 1500 ettari con 150 aziende a cui sono legate almeno altrettante famiglie, senza contare il numero degli addetti ai lavori, duemila persone impiegate nell’attività di raccolta di cui circa 700 sono lavoratori extracomunitari.



Le richieste delle Organizzazioni agricole del Salento leccese

Il 7 luglio 2011 negli uffici della Provincia di Lecce le Organizzazioni Professionali Agricole della Provincia di Lecce hanno stilato un documento da inviare alla Regione Puglia, al Ministero delle politiche agricole e a Bruxelles.

In questo documento si chiede un contributo economico per la distruzione delle angurie che rimangono invendute nei campi. Sempre nel documento si chiedono altri soldi all’UE per far rientrare le Angurie del Salento leccese tra le produzioni ammesse al beneficio per aver subito la crisi di mercato generata dal batterio killer ed infine si è chiesto la determinazione dello stato di crisi del settore agricolo per l’ortofrutta chiedendo l’utilizzo del meccanismo “de minimis” che consente l’erogazione di aiuti nazionali senza il nulla osta dell’Unione Europea.



Ma che ne pensano le persone?

Giuseppe Parigi commenta che è purtroppo la solita storia da diversi anni determinata dalla incapacità dei nostri agricoltori a fare sistema e squadra, perché producono su appezzamenti troppi piccoli.

Se non si capisce che dalla produzione alla mise-en -marche' (marketing ) bisogna operare con logiche economiche ferree e non con improvvisazione, sarà sempre cosi.

Afferma ancora Parigi “Ricordo la mia intervista per la mia tesi sulla Filiera Ortofrutta in Francia ed in Italia ad un capo acquisti di Auchan che già 10 anni fa mi parlava di angurie non raccolte sui campi pugliesi per gli stessi problemi”.

I consumatori di oggi vogliono angurie più piccole, senza semi, e possibilmente in ambito di produzioni certificate e biologiche.

Le aziende agricole salentine, dovrebbero riunirsi in consorzi, produrre ciò che il consumatore vuole comprare, raggiungere una massa critica adatta alla negoziazione con la GDO e la Grande Distribuzione. Altrimenti di cosa ci si lamenta?



In Germania le angurie spagnole, greche e nordafricane vanno a ruba

Ma a E. che scrive dall’Estero, più precisamente dalla Germania, sembra un po' strano che la causa sia "l'effetto virus" (batterio killer n.d.r). Questo effetto è già passato da un pezzo (e non si è mai parlato di angurie). Qui in Germania le angurie (spagnole, greche, nordafricane) vanno a ruba. Prezzo medio: 1,50 al Kg, peso medio dell'anguria in vendita 5/6 Kg.



Le Angurie costano troppo

C’è anche Ben Hur di San Pietro Vernotico che afferma che le angurie non si vendono perchè costano 40 centesimi al kg che non è poco considerando che un'anguria pesa circa 8 kg e ci vogliono euro 3,20 circa 6000 delle vecchie lire. E’ chiaro che i produttori hanno le loro ragioni e devono quadrare i conti ma anche i consumatori con questa crisi non la passano bene. magari abbassando i prezzi si possono aumentare i consumi. è sempre stata questa la legge del mercato.



La voce dei produttori

Gerardo Latino è tra i più conosciuti produttori di angurie della Puglia e dell'Italia che ha avuto modo di dichiarare: "Questa frenata, per noi produttori, è come una doccia gelata. Inserire l'anguria nell'elenco previsto dalla comunità europea sembrava una strada percorribile per le tante aziende agricole che sono in grave difficoltà. L'incubo di finire stritolati in mano alle banche potrebbe diventare un dramma concreto per molti produttori che sono fortemente preoccupati di non riuscire a onorare gli impegni assunti con i fornitori. Non possiamo che apprezzare l'impegno che avete dimostrato fino ad ora ma il morale è sotto i piedi. Una misura d'urgenza per aiutare immediatamente l'economia locale potrebbe essere costituita da un tavolo tecnico con le banche e l'Inps".

Michele Muci, imprenditore agricolo neretino che in questi giorni si è fatto portavoce della protesta afferma e « Ci sono aziende che hanno già perso interamente il frutto e campi già abbandonati. Su 1500 ettari di terra coltivata ad angurie, a Nardò è stato raccolto appena un 20 per cento. Non possiamo avere certezza di quali sono le cause, noi abbiamo pensato a una psicosi da batterio killer perché ci siamo accorti che la richiesta del prodotto, a differenza degli altri anni, è praticamente assente proprio dal nord Europa e perché una cosa simile non era mai successa in passato e mai già ad inizio raccolto. Alla storia della concorrenza poi crediamo poco perché altrimenti il nostro prodotto continua a rimanere invenduto anche al prezzo di 2 o 3 centesimi al chilo, concorrenziale anche se confrontato con quello della Grecia o della Turchia?».



Le iniziative dei rappresentati del Salento leccese presso la Regione, il Parlamento Nazionale e quello Europeo

L’assessore alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia Dario Stefàno ha indirizzato una lettera al Ministero delle Politiche Agricole, tramite il Servizio Alimentazione dell’Area Politiche per lo Sviluppo Rurale, per chiedere misure a tutela e a sostegno del comparto. La parlamentare salentina del Pd, Teresa Bellanova, ha presentato una interrogazione parlamentare sulla crisi delle angurie rivolta all’attenzione del ministro Saverio Romano. L'europarlamentare Raffaele Baldassarre, chiamato spesso in causa per l'importante ruolo che ricopre, smonta le speranze degli agricoltori: "Le angurie non sono state inserite nel provvedimento iniziale, né, a dire il vero, l'inclusione di questo prodotto è stata sollecitata. È evidente quindi che sarà difficile immaginare un nuovo regolamento ad hoc per le angurie". In ogni caso, l'on.le Baldassarre si è immediatamente adoperato presso il Presidente della commissione per l'agricoltura, Paolo de Castro, affinché ponga con urgenza la questione all'attenzione del Commissario europeo competente per la materia, Dacian Ciolos. Al parlamentare salentino è stato assicurato, che le risorse, seppure non ingenti, possono essere recuperate per un intervento di urgenza, il quale però dovrà essere motivato e veicolato dalle istituzioni.



Il Tavolo tecnico dei Laureati in Scienze Agrarie e Forestali della Provincia di Lecce

Al fine di consentire la razionalizzazione della coltivazione dell’Anguria nella Provincia di Lecce l’Associazione dottori in Scienze Agrarie e Forestali della Provincia di Lecce (ADAF Lecce) istituisce immediatamente un tavolo tecnico telematico di confronto tra i tecnici dell’Associazione, le amministrazioni interessate, le associazioni e gli imprenditori agricoli. Per partecipare al tavolo spedire i propri interventi a angurie.crisisalento@libero.it gli interessati verranno poi convocati per un workshop.

IL CASO Bruno (Presidente Agrari e Forestali): Nessun limite per i Coordinatori

giovedì 7 luglio 2011

Quale Laurea per fare il coordinatore in occasione del 15° censimento generale della popolazione?

Quale Laurea per fare il coordinatore in occasione del 15° censimento generale della popolazione?




Non c’è nulla da fare, "si fanno sempre riconoscere” è il motto che nel film Italians campeggia senza paura di smentita! Oggi 7 giugno 2011 sul “Nuovo Quotidiano di Puglia a pagina 7 il giornalista F.Soz. annunciando che a Lecce c’è aria di Censimento con conseguenti 88 posti di lavoro per tre mesi riporta le parole dell’Assessore comunale ai Servizi Demografici Fiorino Greco che potete leggere di seguito :



“Il Comune (di Lecce n.d.r.) dunque dovrà selezionare ottanta rilevatori e 8 coordinatori. La selezione avverrà prima tra i dipendenti comunali, per i soli rilevatori che vogliono partecipare e che hanno già fatto esperienza. Se non si raggiungerà il numero le professionalità andranno cercate all’esterno. Diversa, invece, la ricerca dei coordinatori che, a differenza dei rilevatori per i quali è previsto solo il diploma, per legge devono essere selezionati all’esterno dell’ente e devono aver conseguito la laurea in Statistica, materie sociologiche o scienze politiche.”



Questa mattina ho ricevuto numerosissime telefonate dai miei iscritti che lamentavano l’incomprensibile esclusione dei Laureati in Scienze Agrarie e Forestali. Mi sono immediatamente attivato e non avendo trovato nulla nel sito dell’ISTAT http://www.istat.it/ ho cominciato una ricerca tra i Bandi che i Comuni d’Italia hanno formulato per l’affidamento di incarichi di coordinatore in occasione del 15° censimento generale della popolazione.



Ebbene nessuno di questi bandi prevedeva Lauree specifiche per ricoprire l’incarico di coordinatore in occasione del 15° censimento generale della popolazione mentre invece tutti indicavano che per ricoprire l’incarico si doveva essere in possesso di una qualsiasi Laurea del vecchio Ordinamento o di una qualunque Laurea triennale o Magistrale del nuovo ordinamento.



Alla luce di tali inconfutabili evidenze prego il giornalista F.Soz. del “Nuovo Quotidiano di Puglia” di pubblicare questa breve nota di rettifica delle affermazioni dell’Assessore comunale ai Servizi Demografici Fiorino Greco riportate che potrebbero danneggiare gli iscritti all’Associazione Dottori in Scienze Agrarie e Forestali della Provincia di Lecce che ho l’onore di presiedere e, nello stesso tempo, prego l’Assessore del Comune di Lecce Fiorino Greco di prendere visione di alcuni dei bandi che ho consultato e che sono riportati qui di seguito prima di formulare il bando della Città di Lecce.

Approfitto dell’occasione per salutare con la più viva cordialità



IL PRESIDENTE

(Dott. Agr. Antonio BRUNO)







Comune di Pordenone

BANDO DI SELEZIONE PUBBLICA, PER L’AFFIDAMENTO DI N. 12 INCARICHI DI COORDINATORE IN OCCASIONE DEL 15° CENSIMENTO GENERA LE DELLA POPOLAZIONE E DELLE ABITAZIONI



http://www.comune.pordenone.it/comune/albo/concorsi/selezione-per-affidamento-n.-12-incarichi-di-coordinatore-per-il-censimento/bando-e-modello-di-domanda



COMUNE DI BRESCIA

SELEZIONE PUBBLICA PER SOLI TITOLI PER L’ASSUNZIONE A TEMPO DETERMINATO DI N. 20 ISTRUTTORI DIRETTIVI AMMINISTRATIVI (CAT. D) DA IMPIEGARE NELLE ATTIVITA’ DI COORDINATORE CONNESSE ALLA REALIZZAZIONE DEL 15° CENSIMENTO GENERALI DELLA POPOLAZIONE E DELLE ABITAZIONI INDETTI PER L’ANNO 2011



http://www.comune.brescia.it/NR/rdonlyres/F034755C-4037-411C-9334-7F6AB5FDFD73/0/BandoIstruttoriDirettiviAmministrativiCensimento2011.pdf



Comune di Padova

AVVISO DI SELEZIONE PUBBLICA PER ATTRIBUZIONE DI INCARICO DI COLLABORAZIONE COORDINATA E CONTINUATIVA PER COORDINATORI PER IL 15° CENSIMENTO GENERALE DELLA POPOLAZIONE E DELLE ABITAZIONI



http://www.padovanet.it/allegati/C_1_Allegati_12106_Allegato.pdf

martedì 5 luglio 2011

Dal 4 luglio al 2 agosto è possibile usare il pyraclostrobin contro la lebbra dell’Olivo

Dal 4 luglio al 2 agosto è possibile usare il pyraclostrobin contro la lebbra dell’Olivo



Ha la data del 4 luglio 2011 il Decreto dell’Autorizzazione eccezionale di prodotti fitosanitari a base della sostanza attiva pyraclostrobin.



La richiesta della Regione Puglia e della Basf Italia srl

La richiesta è stata fatta dalla Regione Puglia segnalando la necessità di poter disporre di prodotti fitosanitari contenenti la sostanza attiva pyraclostrobin che è stata ritenuta indispensabile per il controllo della Lebbra delle olive (Colletrichum gleosporioides, C. acutatum) mettendo in atto una procedura eccezionale.

Per la verità lo scorso aprile anche l’Azienda Basf Italia srl aveva chiesto l’autorizzazione eccezionale dell’uso di pyraclostrobin.

Fatto sta che il ministero della salute con questo decreto ha autorizzato un unico trattamento di pyraclostrobin da effettuarsi al massimo sino al 2 agosto 2011.



Cos’è il pyraclostrobin?

È uno dei risultati della ricerca dell’Azienda Basf che per prima ha scoperto le strobuline sintetiche per la lotta contro i funghi che provocano malattie nelle piante.



Come agisce il pyraclostrobin?

Di fatto inibisce la respirazione cellulare dei funghi e impedisce il trasferimento di elettroni all’interno dei mitocondri. Come dici? Non sai che cosa sono i mitocondri? Non preoccuparti adesso te lo scrivo io. L’interruzione del flusso di elettroni blocca la produzione di ATP (Adenosina trifosfato, la molecola chiave nel metabolismo energetico della cellula) che alimenta le funzioni della cellula; la conseguenza di quest’azione è l’arresto dei processi cellulari vitali con la conseguente morte del fungo.



Cosa sono i mitocondri?

Il mitocondrio presenta alcune caratteristiche tipiche dei batterie e sono organelli semiautonomi in quanto replicano, per scissione binaria, autonomamente rispetto alla cellula.

Per queste similitudini, la teoria endosimbiotica afferma che i mitocondri deriverebbero da ancestrali batteri, che sarebbero stati inglobati dalle cellule con conseguente mutuo beneficio. Successivamente i batteri avrebbero trasferito gran parte del loro materiale genetico a quello cellulare, divenendo così, mitocondri.



La ricerca comparsa sul periodico scientifico Nature

Nel 2010 una ricerca sulle origini delle cellule eucariotiche (dal greco Eu 'perfetto' e Karyon 'nucleo') comparsa su Nature ha chiarito per quale motivo é i mitocondri sono stati fondamentali per l'evoluzione della vita. Gli eucarioti sono quindi gli organismi viventi uni o pluricellulari costituiti da cellule dotate di nucleo, distinti dai procarioti (gruppo parafiletico), le cui cellule procarioti, sono prive di nucleo ben differenziato. La chiave sarebbe racchiusa nel fatto che le cellule eucariotiche devono sintetizzare molte più proteine delle cellule procariote (i batteri), e possono farlo solo grazie ai mitocondri, cellule simbiontiche ottimizzate per produrre molta energia e consumarne pochissima. È stato calcolato che questo dà un vantaggio energetico alle cellule eucariote da 3 a 4 ordini di grandezza in più.



Spettro d’azione e mobilità nell’olivo

Il pyraclostrobin agisce su Oomiceti, Ascomiceti, Basidiomiceti e Deuteromiceti svolgendo anche un ottima attività preventiva e una forte inibizione della germinazione delle spore. Inoltre ha un rapido assorbimento foliare ed è dotato di una elevatissima mobilità translaminare mentre il movimento in senso acropeto (verso l’alto), basipeto (verso il basso) ed in fase di vapore è limitato. Il pyraclostrobin è quindi un fungicida sistemico che penetra attraverso la cuticola, traslocando all'interno della pianta con un’alta resistenza al dilavamento.



Facciamo il trattamento al nostro oliveto

Consiglio a tutti gli olivicoltori di effettuare il trattamento all’oliveto considerato che la lebbra è stata un problema per tutto il salento.

Per il trattamento attenersi alle indicazioni contenute qui:

https://docs.google.com/viewer?a=v&pid=explorer&chrome=true&srcid=0B2s7PZc-mrIaODU0ZDU5NjctZjEwYS00N2YwLWJiMWEtMzg3ZGQzMGQxOGRh&hl=en_US



di Antonio Bruno, Direttore dell’Area Agraria del Consorzio di Bonifica “Ugento e Li Foggi”, Presidente dell'ADAF della Provincia di Lecce, Dottore Agronomo (Esperto in diagnostica urbana e territoriale titolo Universitario International Master's Degree IMD in Diagnostica Urbana e territoriale Urban and Territorial Diagnostics).

Tutti dobbiamo vivere


Tutti dobbiamo vivere



Si sono incontrati a Parigi lo scorso 22 giugno 2011 i Ministri dell’Agricoltura dei 20 paesi più ricchi del mondo. Il G20 di qualche giorno fa è stato interamente dedicato all’agricoltura, attività inventata dalle donne che ha dato il cibo all’umanità.

Il presidente della Repubblica francese Nicolas Sarkozy in quell’occasione ha detto delle parole che mi hanno fatto riflettere e che mi portano a chiedere anche a te che mi leggi un approfondimento. C’è necessità di ricostruire il capitalismo del pianeta mettendo al centro l’agricoltura che è la prima risposta ai bisogni vitali delle popolazioni.



44 ​​milioni di persone immerse nella povertà

Se c’è la povertà c’è la destabilizzazione di interi paesi perché la comunicazione globale ha messo in moto le nuove generazioni che si sono scambiate informazioni e hanno prodotto azioni decise finalizzate a cambiare lo stato delle cose. Non è più possibile che manchi il cibo a milioni di persone umane.



Agricoltura che da reddito e che rispetta l’ambiente

L’agricoltura deve essere sostenibile per rispettare le risorse naturali del nostro pianeta, ma deve essere allo stesso tempo rispettosa del lavoro degli agricoltori che deve ottenere la giusta remunerazione.

Non si può relegare l’agricoltura a uno dei tanti parametri di crescita globale perché è l’attività economica umana che da il cibo a tutti, quindi se c’è una crisi dell’agricoltura c’è una generale destabilizzazione del pianeta e il conseguente pericolo di sommosse.



Regole per evitare la crisi dei mercati agricoli

La crisi finanziaria ha imposto a tutti i paesi di obbedire a delle regole, la crisi agricola deve produrre la stessa decisione. Quello che è stato fatto per i mercati finanziari deve essere fatto anche per i mercati agricoli. I 20 paesi riuniti a Parigi rappresentano il 65% dei terreni agricoli, il 77% della produzione mondiale di grano e l'80% del commercio mondiale di prodotti agricoli e com’è evidente hanno un immenso peso e conseguentemente una grandissima responsabilità per il futuro dell’agricoltura globale.



Non si produce abbastanza cibo

La produzione agricola del pianeta Terra negli ultimo 20 anni è aumentata dell’1,5% e comunque non è sufficiente a soddisfare la richiesta di cibo dei 7 miliardi delle persone umane che lo abitano. Nel 2050 si stima che diventeremo 9 miliardi di persone e la situazione sicuramente peggiorerà se la produzione agricola non aumenterà del 70%.



Nel 2009 si sono comprati una terra grande quanto la Francia (50 milioni di ettari)

Si compra terra in Africa ed in Asia, si investe in terra perchè presto ci sarà tanta richiesta di cibo. Bisogna che la terra come l'acqua sia considerata un bene da salvaguardare e valorizzare per ottenere tutto il cibo che necessita.



La volatilità dei prezzi

I prezzi dei mercati agricoli sono volatili come dimostra quello che accade per il prezzo per tonnellata di grano che è raddoppiato in sei mesi. Penso che sia noto a tutti che dai 140 € dello scorso luglio siamo passati ai 280 euro nel febbraio 2011 per poi ricadere ai 225 € di oggi. Io chiedo a te come si può fare in qualsiasi campo un investimento senza una minima stabilità dei prezzi. Tu investiresti i tuoi soldi in un'impresa se non avessi la speranza di un guadagno?

La volatilità ha conseguenze drammatiche per tutti i produttori e consumatori, sia dei paesi in via di sviluppo che di quelli sviluppati.



La proposta di NICOLAS SARKOZY

Dobbiamo fare per l'agricoltura quello che siamo stati in grado di fare per il petrolio ovvero una banca dati comune che consenta a tutti di avere accesso a informazioni complete, affidabili e regolarmente aggiornate. Inoltre c'è da registrare l'impegno del Commissario Europeo Ciolos a rendere disponibili già a partire da questo autunno i dati europei per i principali prodotti agricoli.

C'è la necessità di imparare dalla tragedia del 2008 aggravata dalla circostanza per cui ognuno ha preso decisioni in maniera unilaterale senza coordinamento. I governi decidano insieme e lo facciano per sfamare tutte le persone umane.

domenica 3 luglio 2011

Il pompelmo del Salento


Il pompelmo del Salento

Nel Salento leccese nel 1962 si iniziava a coltivare il pompelmo. Non c’erano dei veri e propri agrumeti di pompelmo ma tanti agricoltori avevano l’albero nel loro giardino. Questa specie è di grande importanza sia per l’industria trasformatrice sia per il consumo come frutto fresco. Nel primo caso il pompelmo viene utilizzato nella produzione di succhi e nella conservazione degli spicchi in scatola.

Le varietà di pompelmo coltivate
La varietà principale, Marsh, coltivata in tutto il mondo, si presta molto ai suddetti scopi grazie al favore universalmente riscosso, alle rese elevate, al sapore gradevole (blandamente amarognolo) e alla mancanza di semi.
Nel Texas e nella Florida si coltivano le varietà rosate (Thompson e Redblush), destinate principalmente al mercato del fresco, poiché i pigmenti rosa creano problemi nella preparazione dei succhi. Il pompelmo contiene vitamina C, potassio ed acidi organici, ma la sua importanza farmaceutica la deve alla “narigina”, che si trova solo in questo agrume, capace di potenziare l’effetto di molti comuni farmaci.

Ma che cos’è il pompelmo?
 E’ stato dimostrato che sono solo tre i progenitori di tutti gli agrumi oggi conosciuti: il cedro, il mandarino e il Citrus maxima o “pomelo” gigante di altri tempi nativo del sud dell'Asia e della Malesia dove è conosciuto da più di quattromila anni. Originari della Cina, dove la loro coltura inizia probabilmente attorno al 2400 a.c. - le prime notizie sugli agrumi e sulla coltivazione del pummelo  (progenitore del pompelmo) risalgono all’imperatore Ta Yu (2205-2197 a.C.), alla cui corte gli agrumi e i loro semi venivano inviati come tributo da regioni lontane. I fiori del pompelmo sono piuttosto grandi e decorativi certo più appariscenti delle corolle di molti altri agrumi, ed è forse per questo che in Polinesia si usa incoronare con fiori di pompelmo la più bella del paese.
Botanicamente non fu possibile distinguere il pompelmo dal Citrus maxima o pomelo, fino al 1830, quando gli fu assegnato il nome di Citrus paradisi. Le sue origini non furono determinate fino al 1950, quando il nome fu variato in Citrus × paradisi che è un albero da frutto appartenente al genere Citrus, e alla famiglia delle Rutaceae..

Le osservazioni del Prof. Luigi Mellacqua
 Gli alberi di pompelmo del Salento leccese furono osservati dal Prof. Mellacqua che riferisce di uno sviluppo vegetativo supriore e di una produttività maggiore rispetto agli aranci presenti nella zona.
Inoltre sempre in quegli anni era facile trovare nella Provincia di Lecce pompelmi aduti molto produttivi.
Le osservazioni del Prof. Mellacqua erano frutto del confronto tra i pompelmi del Salento e quelli della Sicialia dove era stato introdotto alla fine dell’800. Negli anni ’60 il pompelmo era coltivato soprattutto nella Campania dove c’era una vastissima collezione di pompelmi che era stata costituita dal 1925 al 1930 dal Prof. Gaetano Briganti nel Parco Gussone di Portici.

Il pompelmo è amaro
Sicuramente almeno una volta nella vita avete assaggiato un frutto o un succo di pompelmo. Il mio ricordo risale a quando a mia madre scoprirono il diabete e consigliarono di consumare il succo di pompelmo. Io lo assaggiai allora ed eravamo più o meno al tempo in cui il prof. Mellacqua riferiva della coltivazione in Salento e registrai un gusto fra agrodolce ed amaro che non aveva nessuno degli altri agrumi che avevo mangiato.

Il sapore amaro dovuto alla NARIGINA
 Il sapore amaro è dovuto alla presenza della narigina, un glucoside scoperto da De Vry nel 1857 che ha questi effetti benefici:
•    Potenzia l’emivita clearance della caffeina (attraverso l’inibizione del CYP1A1)
•    Antiossidante
•    Azione anti aterogenica
•    Azione miorilassante
•    Azione antivirale
•    Azione epato-protettiva

In Florida nel 1809
Il frutto quando viene introdotto in Florida nel 1809 nessuno lo vuole tanto che rimane a marcire sugli alberi. Ma quando i visitatori provenienti da Nord cominciarono a gustare i pompelmi i consumi si incrementarono tanto che negli anni 60 negli USA si consumavano 5 chili di pompelmi pro capite quando il consumo delle arance si attestava a 10 chili pro capite. Gli USA in quel periodo producevano il 90% dei pompelmi del mondo e ne consumavano l’85%.

La farmacia più piccola del mondo
Il pompelmo è la "farmacia più piccola del mondo" soprattutto per gli estratti dei suoi semi. La scoperta di queste virtù fu fatta nel 1963 dal dr. Jacom Harich che osservò che i semi di pompelmo non si decomponevano perchè erano capaci di distruggere i microrganismi che li aggredivano. Ecco perché oggi l'estratto dei semi di pompelmo, per le sue accertate qualità antisettiche e disinfettanti, viene usato nel trattamento di patologia umane, animali e vegetali.
Famosa anche una dieta del pompelmo, quella che doveva fare a quel tempo mia madre che ora è costretta ad utilizzare l’insulina, infatti a quel tempo fu consigliato a mia madre, malata di diabete, di mangiare mezzo pompelmo dopo ogni pasto per aiutare a metabolizzare gli zuccheri dei cibi.


di Antonio Bruno, Direttore dell’Area Agraria del Consorzio di Bonifica “Ugento e Li Foggi”, Presidente dell'ADAF della Provincia di Lecce, Dottore Agronomo (Esperto in diagnostica urbana e territoriale titolo Universitario International Master's Degree IMD in Diagnostica Urbana e territoriale Urban and Territorial Diagnostics).



Bibliografia
Luigi Mellacqua, Prospettive di coltivazione del Pompelmo in Puglia – Rassegna Pugliese di tecnica vinicola ed agraria – Luglio – Agosto 1963
Patrizio Damigella, Carminantonio Cafaro, Possibilità di sviluppo in Italia della coltura del pompelmo in rapporto alle esigenze della specie ed alle caratteristiche dei mercati alla produzione e di consumo  / - Catania : [s.n.], 1972 (Catania : La Nuovagrafica). - 72 p. : ill. ; 22 cm..
Maish W JD, Lovallo WR (1996). Influence of grapefruit juice on caffeine pharmacokinetics and pharmacodynamics. Pharmacotherapy 16(6):1046-52.
Fuhr U, Klittich K, Staib AH (1993). Inhibitory effect of grapefruit juice and its bitter principal, naringenin, on CYP1A2 dependent metabolism of caffeine in man. Br J Clin Pharmacol 35(4):431-6.
Fuhr U, Maier A, Keller A, Steinijans VW, Saute R, Staib AH (1995). Lacking effect of grapefruit juice on theophylline pharmacokinetics. Int J Clin Pharmacol Ther 33(6):311-4.
Lee CH, Jeong TS, Choi YK, Hyun BH, Oh GT, Kim JR, Han JI, Book SH (2001). Anti-atherogenic effect of citrus flavonoids, naringin and naringenin, associated with hepatic acat and aortic vcam-1 and mcp-1 in high cholesterol-fed rabbits. Biochem Biophys Res Commun. 284(3):681-8.
Duke J A. Phytochemical Database. USDA-ARSA-NGRL, Beltsville Agricultural Research Center, Beltsville, Maryland (USA). 2001 Edition. Available on request.
Gordon PB, Holen I, Seglen PO (1995). Protection by naringin and some other flavonoids of hepatocytic autophagy and endocytosis against inhibition by okadaic acid. J Biol Chem 270(11):5830-8.
Blankson H, Grotterod EM, Seglen PO (2000). Prevention of toxin induced cytoskeletal disruption and apoptotic liver cell death by grapefruit flavonoid, naringin. Cell Death Differ 7(8):739-46.
Bear WL, Teel RW (2000). Effect of citrus flavonoids on the mutagenicity of heterocyclic amines and on cytochrome P450 1A2 activity. Anticancer Res. 20(5B):3609-14.