venerdì 3 febbraio 2017

C’è tutto un Mondo sotto i nostri piedi



Sulla Terra siamo in 7 miliardi e mezzo di abitanti e non possiamo più continuare a consumare risorse senza pensare a come reintegrarle altrimenti rischiamo di compromettere la vita delle generazioni future. L’agricoltura del terzo millennio deve produrre più cibo ma, nello stesso tempo, deve ridurre sia i fertilizzanti che i farmaci per le piante prodotti con la sintesi chimica.
Finalmente la ricerca scientifica ha scoperto che l’agricoltura ha a disposizione gli abitanti del terreno, che sono migliaia di specie microbiche, che si nutrono e si riproducono proprio nei pressi delle radici delle piante, precisamente tra le radici delle piante e il terreno.  L’ambiente che ospita questi microbi viene chiamato rizosfera.
Tutte le specie microbiche presenti nel terreno hanno rapporti tra di loro tanto da organizzare una vera e propria Comunità che viene chiamata microbiota della rizosfera.
Anche noi uomini e donne abbiamo un microbiota  solo che si è organizzato in comunità nell’intestino e questo succede anche in tutti gli animali vertebrati. Ma cosa fa il microbiota del terreno? I microbi non fanno altro che agire insieme alla pianta per assorbire gli elementi nutritivi minerali del terreno e soprattutto difendono le radici dai parassiti.
E allora possiamo affermare che queste migliaia di specie microbiche sono dei BIO – FERTILIZZANTI e dei BIO – FARMACI PER LE PIANTE.
Nei secoli scorsi alcuni studiosi avevano già segnalato la presenza e l’utilità della Comunità dei microbi, ma siccome il Microbiota è molto complesso, non potendo distinguere le varie specie, non si è mai utilizzato in agricoltura.
Invece l’Accademia dei Georgofili con i professori Davide Bulgarelli e  Laura Pietrangelo ha reso noto che, attraverso i recenti sviluppi delle tecniche di sequenziamento dei genomi e degli strumenti di analisi informatica, si è potuto accertare quali specie compongono il microbiota del terreno agrario (la rizosfera), che tipo di funzioni benefiche essi sono in grado di esercitare e quali fattori agronomici influenzano l’attività dei microbi.
Si è accertato che le caratteristiche del terreno e le piante in esso coltivate influenzano i microorganismi anche nella loro composizione e determinano le funzioni che svolgono.
Gli studi quindi hanno stabilito che la quantità di prodotto di una pianta oltre a dipendere dal terreno e dalla varietà coltivata, dipende dalle specie microbiche presenti tra le radici e il terreno.
La medicina moderna attraverso lo studio del Microbiota gastro - intestinale è in grado di fornire una vera e propria medicina personalizzata. In analogia la conoscenza del Microbiota del terreno agricolo può portare ad una agricoltura personalizzata in grado di aumentare la produzione e quindi di dare più cibo senza inquinare l’ambiente con i prodotti della chimica di sintesi.
In pratica le esigenze delle piante coltivate in termini di nutrizione minerale e di trattamenti per limitare i parassiti, potrebbero essere soddisfatte interamente da interventi di distribuzione al terreno di microbi diversi a seconda dei diversi tipi di suolo.

Così facendo si otterrebbe una maggiore produzione con la distribuzione di ceppi batterici o di altri microorganismi e anche con la semina di varietà vegetali in grado di attrarre il microbiota più adatto al tipo di terreno su cui sono state seminate o trapiantate.
Quello che ho scritto è frutto della ricerca delle Università ma queste informazioni hanno già convinto molti imprenditori che utilizzano sempre più i microbi per sostituire i fertilizzanti e gli antiparassitari di sintesi chimica.
E’ mio compito segnalare che queste tecniche, che prevedono l’utilizzo dei microbi in agricoltura in sostituzione della chimica, essendo innovative devono essere necessariamente seguite dai ricercatori per avere chiari gli effetti sull’ambiente nel medio – lungo periodo. Inoltre c’è la necessità di una normativa specifica sui microorganismi in agricoltura in grado di regolare il loro utilizzo.
Il lavoro è appena cominciato ma è chiaro a tutti ormai che il microbiota che prolifera all’ interfaccia suolo-radice è una grande opportunità per lo sviluppo dell’agricoltura soprattutto in termini di sostenibilità che come tutti sanno è la condizione di uno sviluppo in grado di assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri.


Antonio Bruno

1 commento:

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