venerdì 11 maggio 2012

Il Soffione del Salento leccese Taraxacum officinale (group) - Asteraceae - Tarassaco comune

Il Soffione del Salento leccese Taraxacum officinale (group) - Asteraceae - Tarassaco comune


Nel Salento leccese la temperatura e l’umidità di questo Maggio 2012 favorisce questa campagna verde riempita da queste 1.500 specie tra cui quelle tipiche dell’areale mediterraneo orientale. Io ormai sono di casa nel paesaggio del Salento leccese, lo esploro in compagnia dell’amico e collega Rory Muratore. Proprio in questi giorni è bellissimo vedere nelle campagne di questa penisola immersa nel grande lago salato il soffione.

Questo globo di piume e di semi che non aspetta che una folata di vento per spargesi prima nell’aria e cadere poi in qualche terreno lontano dove poter nascere, crescere e andare a seme di nuovo, fare un altro globo che non aspetta altro che il vento per raggiungere tutte le parti del pianeta.

Una pianta con le ali. Già le ali, quelle che ognuno di noi vorrebbe possedere per vedere da un’altra prospettiva questo pianeta che invece osserviamo dal basso, andando a piedi e per questo rischiando di non vedere il tutto di cui facciamo parte rimanendo imprigionati in un piccolo pezzetto di territorio che scambiamo per l’Universo.

Vedono più cose le piante anche se non si muovono. Le vedono nella prospettiva di dover espandere la loro presenza e colonizzare ogni parte del pianeta, le vedono nella consapevolezza che c’è spazio per tutti e che basta solo cercarlo per avere un piccolo pezzetto di paradiso.

Adesso leggete con me quello che si scrive del soffione per conoscerlo meglio, apprezzarlo e cavarne quello che di buono ci può donare in maniera assolutamente gratuita. Buona lettura.



Tarassaco

Nome scientifico-Taraxacum officinale Web.



Classe- Magnoliopsida

Sottoclasse- Asteridae

Ordine- Asterales

Famiglia- Asteraceae

Genere- Taraxacum



Descrizione

(Da Gualtiero Simonetti - Marta Watschinger : Guida al riconoscimento delle erbe di campi e prati - Illustrati Mondadori)

Tarassaco, soffione, dente di leone, piscialetto

Pianta perenne, di aspetto alquanto variabile, con foglie lobato-dentate (roncinate) raccolte in rosetta basale, con capoloni di 3 cm di diametro, portati singolarmente su scapi cavi e composti da fiori ligulati gialli. Gli acheni grigiastri presentano un sottile becco e il pappo peduncolato allargato a ombrello.

L'origine del nome generico non è ben nota,forse deriva dal persiano, erba amara, o dal greco, significando cura dei turbamenti, a causa delle proprietà medicinali.

Fioritura: da Febbraio a Giugno o, a seconda delle zone, tutto l'anno.

Comunissima nei prati falciati, campi, incolti e lungo i sentieri fino al piano alpino. Diffusa in tutta Europa.

(Da Roberto M. Suozzi : Dizionario delle erbe medicinali-Grandi Tascabili Economici Newton)

Inglese: Common dandelion.

Francese: Pissenlit vulgaire, Dent de lion.

Tedesco:Kuhblume, loewenzahn.

Spagnolo:Diente de leòn, Amargòn, Achicoria amarga.

E' una pianta erbacea comunissima in tutti i prati e nei campi incolti, e può raggiungere i 10 centimetri di altezza.

Le foglie, riunite a rosetta, sono lanceolate e con margine dentato, i fiori sono capolini di color giallo.

Il frutto è costituito da acheni di forma ovale. Si raccoglie in autunno.



Note storiche –

Verso la fine del Medioevo, gli Apoticari denominavano questa pianta Taraxacum, nome che secondo alcuni deriva dal greco taràsso/tarachè, ovvero turbamento. Altri lo fanno derivare dall'arabo Tarakchaken, nome che designava una cicoriacea. Razes e Avicenna menzionano il dente di leone che è in verità presente in tutti i trattati del Medioevo. Secondo il Supplemento al Dizionario di Sanità, 1784, tomo IV:Ha un gusto amaricante, il quale nella pleuritide, ed altri morbi scioglie ottimamente i grumi del sangue, ed esternamente chiarifica la vista e consuma la tunica cornea istillato negli occhi.

Il Comi (XIX secolo) scrive:Tessalo e Sorano lo usavano nelle idropsie varie come idrotorace, idropericardio, idrocele, idrocefalo, anasarca, edema delle estremità inferiori. Fu pure usata nella acataposi (difficoltà di inghiottire) facendone gargarismi con la decozione.

(Da Giorgio De Maria : le nostre Erbe e Piante Medicinali - Fratelli Melita Editori)

Nomi dialettali Susciùn, Radiciùn (Lig.) Virasoul (Piem.) Cicoria mata (Lomb.) Brusa-oci (Ven.) Pessalèt (Em.) Piscialletto (Tosc.) Girasole selvatico (Marc.) Pisciacane (Umb.) Cicoria selvaggia (Camp.) Cascigno (Abr.) Maroglia (Bas.) Macogliola (Pug.) Taràssacu (Sic.) Zicoria burda (Sard.)

Pianta tradizionalmente nota, al pari della sua copiosa presenza in tutti i periodi dell'anno nei luoghi prativi soleggiati di quasi tutta l'Italia. E' impossibile non notarla quando in primavera forma delle macchie gialle compatte nei campi verdeggianti di tenera erba, ed è facile isolarla in un prato fiorito all'inizio dell'estate, quando fruttifica in una palla rotondeggiante piumosa, con i semi che si staccano facilmente ad ogni colpo di vento, tipico esempio di disseminazione anemofila. E' il seme infatti che, sfruttando la forza motrice dell'aria e per la sua forma a "paracadute rovesciato", può assicurare la continuità della specie, disperdendosi anche molto lontano dalla pianta madre. Note e confermate anche le sue molteplici proprietà che si riassumono in azioni depurative, per l'impiego commestibile delle foglie, e stimolatrici delle funzioni epatiche sfruttando i principi attivi della radice. Tradizionali infine gli usi domestici dei boccioli fiorali che, posti sotto aceto, sostituiscono i capperi e delle radici tostate che costituiscono un buon surrogato del caffè. Habitat: Comune in tutta l'Italia, nei luoghi erbosi, negli incolti ed anche nei boschi.

Proprietà

(Da Gualtiero Simonetti - Marta Watschinger : Guida al riconoscimento delle erbe di campi e prati - Illustrati Mondadori)

Le rosette basali si consumano crude o cotte in insalata, per il sapore gradevole e leggermente amaro;ha proprietà diuretiche e stimolanti. E' buona mellifera.

(Da Roberto M. Suozzi : Dizionario delle erbe medicinali-Grandi Tascabili Economici Newton)

Parti usate - Foglie e rizoma. Componenti principali - Nelle radici e nelle foglie sono stati individuati alcoli triterpenici (beta-amirina, tarasserolo, tarassasterolo, beta-tarassasterolo), steroli (beta-sitosterina, stigmasterina, chitianolo), vitamine A, B, C, D, tiamina, acido nicotinico.

Altri componenti sono:inulina, acido palmitico, oleico, linoleico, levulosio, acido caffeico.Nelle foglie sono presenti alcuni flavonoidi.

Indicazioni terapeutiche –

Il tarassaco viene principalmente usato nell'insufficienza epatica, nelle epatopatie su varie basi (tossica, infettiva), negli itteri e nella litiasi biliare.

La droga ha azione diuretica e viene usata nella terapia per le iperlipidemie, delle ipercolesterolemie e delle ipertrigliceridemie.Per via orale è consigliato sotto forma di infuso, decotto.

(Da Giorgio De Maria : le nostre Erbe e Piante Medicinali - Fratelli Melita Editori)

Proprietà: Depurative, stimolatrici delle funzioni epatiche, diuretiche, lassative, anticellulitiche, coleretiche, vitaminizzanti.

Fioritura: Quasi tutto l'anno, ma in particolar modo in primavera.

Tempo balsamico: Settembre.

Parti usate: La radice (rizoma) da essiccare al sole.

Componenti principali: Carotenoidi, fitosteroli, colina, tannini, una sostanza amara, la taraxacina (nella radice).

Preparazioni Decotto (Depurativo, diuretico, per attivare le funzioni epatiche): Far bollire in un litro d'acqua per 5 minuti 80 grammi di radici.Filtrare, zuccherare a piacere e berne ogni giorno due-tre tazzine.

Succo (Diuretico, contro i calcoli renali): Raccogliere una buona quantità di foglie e di radici fresche, ripulirle bene, poi strizzarle con un tovagliolo pulito. Addolcire il succo con poco zucchero e prenderlo a cucchiaiate nella dose giornaliera di 20-30 grammi.

Nessun commento:

Posta un commento