sabato 31 maggio 2014

Venerdì 6 giugno 2014 ore 20,00 Museo della Civiltà Contadina Tuglie (Lecce)


Il consumo di prodotti fitosanitari non conosce freni sul territorio salentino. Stando agli ultimi dati forniti da Arpa Puglia, pubblicati nella Relazione sullo Stato di Salute del 2011, la regione Puglia, con 155.555 quintali di prodotto distribuito nel 2010, resta al quarto posto in Italia, dopo Veneto, Emilia Romagna e Sicilia, per quantità di fitofarmaci utilizzati. Nel leccese, è abuso record, nello stesso anno ne sono stati impiegati 2.032.691 kg, il 15% in più rispetto all’anno precedente.
Tenuto conto che gli effetti nocivi sulla salute umana ed animale possono derivare dall’esposizione diretta, ma anche da quella indiretta, a queste sostanze; considerando che proprio in relazione alla presenza di residui chimici nei prodotti ortofrutticoli, secondo Arpa Puglia, si registrato il più alto numero di irregolarità riscontrate, in aumento rispetto agli anni precedenti, e che la sicurezza alimentare è condizione prioritaria per la tutela della salute;  tenendo presente che “accreditati riscontri medico-scientifici rilevano che l’esposizione a pesticidi, anche a dosi bassissime, rappresenta un rischio per la salute umana, in special modo durante le prime fasi della vita, comportando una documentata associazione a specifiche patologie cancerogene, in particolare linfomi, mielomi e leucemie” (Tar Trento, sentenza del 14 gennaio 2011);  considerando, inoltre, che anche i fertilizzanti chimici sono riconosciuti come una delle principali “pressioni” ambientali generate dall’agricoltura e, soprattutto quelli azotati e fosfatici, possono contaminare le acque superficiali o profonde, come sottolineato dall’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale);  per tutto questo alcuni cittadini chiedono con urgenza di inibire, sul territorio della provincia di Lecce, l’uso di fitofarmaci chimici, in particolar modo di quelli classificati come “tossici”, “molto tossici” e “nocivi”, e di regolamentare in maniera restrittiva l’utilizzo di quelli catalogati come “irritanti” e “non classificati” e dei fertilizzanti sintetici.

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