martedì 7 novembre 2023

GIACINTO DONNO


 

GIACINTO DONNO (Corigliano d'Otranto, 5 settembre 1906 – Bari, 4 settembre 2001) è stato uno  studioso salentino, riconosciuto per i suoi notevoli contributi nel campo dell'agronomia e della ricerca scientifica. La sua lunga e proficua carriera accademica lo ha portato a occupare posizioni di rilievo presso diverse istituzioni universitarie del sud Italia, contribuendo significativamente allo sviluppo della conoscenza nel settore delle coltivazioni arboree e della viticoltura locale.

 

Dopo essersi laureato presso il Regio Istituto Superiore dell'Università di Napoli con lode, Donno ha intrapreso una brillante carriera accademica, che ha avuto inizio come assistente incaricato presso la cattedra di Coltivazioni Arboree dell'Università di Napoli, per poi giungere alla direzione dell'Istituto di Coltivazioni Arboree della Facoltà di Agraria dell'Università di Bari nel 1937. Durante la sua vita accademica, è stato anche insignito del titolo di Professore Straordinario presso la Facoltà di Agraria dell'Università di Catania, dimostrando la sua rilevante influenza nel panorama accademico del Mezzogiorno.

 

Donno ha dimostrato un forte attaccamento alla sua terra d'origine, dedicandosi con zelo alla ricerca della ricca biodiversità del territorio salentino. I suoi sforzi si sono concentrati principalmente sullo studio dell'olivicoltura, con particolare attenzione alla varietà dell'olivo, simbolo dell'agricoltura salentina. La sua dedizione al campo si è manifestata attraverso numerose pubblicazioni, monografie e ricerche bibliografiche che rappresentano ancora oggi punti di riferimento per gli studiosi del settore.

 

Tra le sue pubblicazioni più significative, si segnalano "Problemi olivicoli dell'Italia meridionale" (1964), "Influenza della distanza sul primo sviluppo delle piante di due cultivar di olivo" (1964), "Bibliografia sistematica dell'olivo e dell'olio d'oliva" (1943) e "Aspetti e problemi della ristrutturazione olivicola nella provincia di Lecce" (1969). Il suo contributo alla comprensione della coltivazione dell'olivo e di altre piante arboree della regione è stato cruciale per lo sviluppo dell'agricoltura locale e per la valorizzazione del patrimonio agroalimentare del Salento.

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