L'allevamento degli ovini
Karakul nel Salento
Non so quale
impressione abbia prodotto nell'animo dei nostri Allevatori il mio precedente
scritto dal titolo "L'Ariete Karakul nel Salento", pubblicato su
questa simpatica Rivista, con tanta amorevole cura, diretta dall'Illustre Prof.
Cav. Uff. Attilio Biasco. Penso, però, che, nell'interesse di tutti, dopo la
rosea esposizione da me fatta, occorra, pure, esaminare attentamente il
rovescio della medaglia per evitare possibili e non poche delusioni alle quali
si può andare inesorabilmente incontro, se non si terrà giusto conto di quanto
sarò ancora per dire.
Agnella all'età di giorni 15-1 Incrocio Karakul
Leccese nera
Allevamenti Comm. Dott. Raffaello Garzia
Innanzi
tutto, bisogna tenere ben presente che la razza Karakul, traendo origine da
regioni a noi molto lontane e costituita da elementi naturali ed atmosferici
assai diversi dai nostri, il primo e più grave inconveniente che gli Allevatori
dovranno superare sarà quello dell'acclimatazione. Non vi è certo chi non
sappia, infatti, come tale fenomeno se non sia trionfalmente superato,
rappresenti la causa fondamentale di limitata fecondità, di gravissime malattie
e della stessa perdita dei soggetti pagati spesso a peso d'oro!
È, quindi,
assolutamente necessario che coloro i quali vogliano darsi a un allevamento
qualsiasi, e a questo in modo particolare, siano molto cauti nella scelta dei
soggetti e stiano più che attenti sulla provenienza dei loro riproduttori,
sulla loro costituzione fisica, sulla loro resistenza organica.
Né ciò
basta. È anche necessario che ciascuno ponga al proprio passivo somme non
lievi, dipendenti da perdite, a volte dell'intero capitale, il che può
costringere, dopo pochi mesi, di dovere ricominciare di bel nuovo, con enorme,
incalcolabile dispendio e con l'immensa difficoltà di sostituire i propri
riproduttori con altri soggetti che, per quanto apparentemente forti, non danno
maggiori garanzie di quelli precedentemente perduti! Il fenomeno dell'ambientamento
rappresenta, infatti, un gioco a mosca cieca, per cui l'allevatore, per quanto
esperto ed oculato, non sa, il più delle volte, come potrà uscirne.
E passiamo
ad altro. Accanto alle gravissime difficoltà dell'ambientamento esistono fatti
patologici, non sempre apparentemente constatabili, specialmente nel periodo di
incubazione, che possono dar luogo a vastissima mortalità per il loro carattere
infettivo e parassitario. Tali malattie, di cui i nostri greggi sono finora
esenti, e guai ad introdurle nella nostra regione, provengono principalmente da
pascoli infetti messi a disposizione dei greggi esotici. Alcune di esse
colpiscono l'apparato gastro-intestinale, altre i bronchi e i polmoni. Tutte
sono ugualmente gravi, di difficilissima cura e conducono inesorabilmente alla
morte, distruggendo perfino interi greggi. Si richiede, quindi, anche per
questo, ogni prudenza nell'acquisto di simili ovini e, più specialmente,
grande, ben fondata fiducia nella provenienza.
Altro
importantissimo punto da dover tenere ben presente sarà la scelta dei
riproduttori. È necessario che essi siano purissimi dal punto di vista della
razza, altrimenti ogni somma impiegata per il loro acquisto sarà buttata,
senz'altro, al vento! Non è, però, facile assicurarsi della purezza dei
soggetti, specialmente se acquistati a distanza, per semplice corrispondenza.
Ma anche da vicino si può cadere facilmente in errore, tenendo presente, come
già dissi nel mio precedente scritto, che i meticci dalla quinta generazione in
poi hanno quasi tutti i caratteri del puro sangue. E se l'apparenza potrà,
quasi indiscutibilmente, ingannare, all'amara prova l'acquirente subirà le più
dure delusioni e i maggiori danni! Non bisogna dimenticare che l'Ariete Karakul
deve essere assolutamente e sicuramente puro sangue. Qualsiasi transazione su
questo importantissimo, capitale punto farà tornare sempre più indietro nelle
successive generazioni.
Un ultimo
consiglio sento di dover dare ai futuri allevatori: quello di non iniziare
l'allevamento senza prima aver curato di fornirsi di uno scelto gregge di vere
pecore leccesi nere, oggi in buona parte alterate nei loro migliori caratteri
da precedenti irrazionali incroci. Agendo diversamente si impiegherebbe
inutilmente un capitale non lieve nell'acquisto di un Ariete Karakul, riuscendo
a fare soltanto un buco nell'acqua!
Non ho
voluto con quanto ho detto scoraggiare completamente i futuri allevatori di
razze Karakul nel Salento, ma ho ritenuto mio dovere mettere in guardia sui
maggiori e più importanti pericoli coloro che si dessero a importare
riproduttori senza i necessari accorgimenti, senza la più sicura perizia. Così
facendo, essi sarebbero causa di danni gravissimi a se stessi e alla
collettività, invece di contribuire efficacemente a sollevare la nostra
bilancia agricolo-commerciale dal peso delle importazioni estere!
Raffaello
Garzia
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