sabato 30 gennaio 2021

Bacini di Ugento

 

la storia

di Laura Cicerello




 

     La Penisola Salentina, ricca di sole e tormentata dal vento,coperta di ulivi e di viti, con una storia antichissima, forse la più antica d’Italia, è una delle aree più suggestive della Puglia. Particolare fascino riveste la zona dei Bacini di Ugento, situata nel Basso Salento, a ridosso dello Ionio, nel territorio di Ugento e Salve. Molte volte ci siamo trovati, noi dei paesi limitrofi, a percorrere questi posti per passeggiate furtive, piacevoli pic-nic e divertenti nuotate senza considerare la storia, il valore, le problematiche ambientali che essi nascondono.

Oggi i Bacini di Ugento sono un sistema di canali e bacini di raccolta di acque, realizzato nel secolo scorso, della lunghezza di 8 km e con una profondità da 0,50 a 1,50 metri, che si distendono tra Torre S. Giovanni e Torre Pali, ma un tempo era un ambiente selvaggio e incoltivabile, sommerso da acque putride e maledeodoranti. L’aspetto particolare della zona, posta sotto il livello del mare e la sua litologia, argillosa e impermeabile, ne facevano un bacino di raccolta delle acque piovane, provenienti dall’entroterra, mentre la presenza di cordoni di dune ne impedivano lo sbocco in mare predisponendole ad un facile impaludamento.

La formazione di paludi si fa risalire al Medioevo quando la zona, per le incursione saracene, fu abbandonata e, come conseguenza, vi proliferò la malaria impedendo la coltivazione dei campi, oltre a causare la morte dei contadini. Si presentava, pertanto, la necessità di prosciugare il territorio cercando di drenare le acque dalle paludi verso il mare.

A metà del 1700  il governo borbonico di Carlo III affrontò il problema, creando l’apertura di un canale di deflusso che permetteva lo scarico in mare delle acque delle paludi situate tra la masseria Mammalie e Torre S.Giovanni. Durante il 1800 furono elaborati dalle amministrazioni civiche diversi materiali, ma solo documentali, per la bonifica della zona e nel 1855 fu emanato, dal ministro borbonico Morena, un Regio Decreto che rappresenta il primo vero provvedimento per la sua sanificazione, ma rimase anch’esso inattuato.

Nel 1867 fu inviata alle Opere di Bonifica di Bari una delibera del Comune di Ugento che richiedeva la costruzione di una strada tra il medesimo comune e la marina di S. Giovanni per facilitarne il collegamento. Negli anni successivi si succedettero vari progetti ( degli ingegneri Lopez Michele di Bari, Pasini di Ruffano, Fazzi-D’Ercole-Bernardini di Lecce) che proponevano diversi sistemi di bonifica: l' essiccamento per canali, la colmata naturale e artificiale, il drenaggio, un impianto di idrovore, ecc., ma rimasero solo nella fase progettuale per problemi logistici ed economici.

Un significativo progresso della bonifica ugentina si ebbe nel 1934, col progetto Biasco, che darà avvio alla sistemazione idraulica e al miglioramento socio-economico del comprensorio, reso possibile anche dalla costituzione, nel 1927, del Consorzio di Bonifica Mammalie-Rottacapozza-Pali (diventato nel 1958 Ugento e Li Foggi). I progettisti del Consorzio adottarono il principio dei canali a marea; in mezzo alle diverse zone delle paludi costruirono dei bacini in cui venivano convogliate le acque, collegati tra di loro con canali di cui due, agli estremi del sistema (Torre S. Giovanni e Punta Macolone), sfociavano in mare. Questi due canali avevano la funzione, durante le basse maree, di far defluire le acque putride e, con le alte maree, di far entrare acqua marina salubre; in tal modo veniva ad essere alterato l’habitat che permetteva lo sviluppo delle larve delle zanzare, vettori della malaria.

Le prime paludi ad essere risanate furono la Ulmo, la Bianca e la Suddenna, e via via negli anni furono bonificate le paludi Pali e altri bacini, con relativi canali, furono costruiti nelle paludi Spunderati e Rottacapozza. Negli anni ottanta e novanta furono costruite, attorno al reticolo idrografico, delle strade di servizio per una più facile pulizia dello stesso.

         Attualmente il sistema comprende i seguenti bacini con i relativi canali di collegamento: Suddenna, Bianca, Ulmo, Rottacapozza nord, Rottacapozza sud, Spunderati nord, Spunderati sud e Torre Pali. Per la loro riqualificazione  il Consorzio di Bonifica Ugento e Li Foggi ha elaborato uno studio che prevede, anche col sostegno economico della CEE, oltre a interventi di salvaguardia ambientale, la realizzazione di piste ciclabili, pontili per canoe, impianti di pesca sportiva e di un ecomuseo della bonifica.                                                                                                            

Fonte: http://old.bottazzi.gov.it/ipertesto/storia/la_storia.html 

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