venerdì 4 ottobre 2024

Intervista al Dottore Agronomo Antonio Bruno: Come valutare uno studio professionale agronomico

 Intervista al Dottore Agronomo Antonio Bruno: Come valutare uno studio professionale agronomico 


Intervistatore: Buongiorno Dottor Bruno, è un piacere averla qui con noi oggi. Sappiamo che ha una vasta esperienza nella gestione di studi agronomici. Partiamo da una domanda fondamentale: come si può valutare correttamente uno studio professionale agronomico?

Antonio Bruno: Buongiorno, grazie a voi per l’invito. Valutare uno studio professionale agronomico, come per altri settori professionali, richiede un’analisi complessa e multidimensionale. Va subito chiarito che uno studio professionale non è equiparabile a un'azienda in senso civilistico. Il valore dello studio non risiede tanto negli strumenti o nell’organizzazione, ma nella figura del professionista e nel rapporto di fiducia che egli stabilisce con i suoi clienti. Questo è un aspetto cruciale per ogni libero professionista, incluso l’agronomo.

Intervistatore: Quindi l’elemento centrale è la personalità del titolare dello studio. Potrebbe approfondire questo concetto?

Antonio Bruno: Esattamente. A differenza di un'azienda che vende beni o servizi, uno studio agronomico è legato alla prestazione d’opera intellettuale del professionista. In questo caso, parliamo di competenze scientifiche, consulenze tecniche e la capacità di risolvere problemi complessi legati all’agricoltura e all’ambiente. Anche se lo studio può avere collaboratori o strumenti moderni, ciò che conta davvero è l'intuito e l’esperienza del professionista. Il legame tra agronomo e cliente si fonda sull’intuitus personae, una fiducia personale che non può essere trasmessa semplicemente vendendo lo studio a un altro professionista.

Intervistatore: Quindi, la cessione della clientela non è paragonabile a quella di un’azienda?

Antonio Bruno: Esattamente. Quando un agronomo decide di cessare l’attività o cedere il suo studio, non si parla di una normale cessione di clientela come avviene nelle aziende. La relazione tra agronomo e cliente è basata sulla fiducia e sulla consulenza personalizzata, e per questo motivo spesso è necessario un periodo di affiancamento per introdurre un nuovo professionista. Questo passaggio delicato serve a far sì che il nuovo titolare dello studio possa guadagnarsi la fiducia dei clienti.

Intervistatore: Alla luce di questa particolarità, perché è importante valutare uno studio professionale agronomico?

Antonio Bruno: Ci sono diverse ragioni per cui si potrebbe voler valutare uno studio professionale agronomico. Potrebbe essere necessario in caso di modifiche nei rapporti tra soci, o per determinare un prezzo di cessione o trasferimento. La valutazione può servire per l’ingresso di un nuovo socio, per liquidare una quota o addirittura in contesti di vertenze legali o giudiziarie. Anche nei passaggi generazionali all’interno di studi familiari o in fusioni e aggregazioni tra studi professionali, la valutazione è cruciale.

Intervistatore: E quali sono i metodi più appropriati per valutare uno studio agronomico?

Antonio Bruno: I metodi di valutazione sono diversi e ognuno ha la sua applicabilità. Il metodo reddituale, ad esempio, si basa sui redditi medi conseguiti negli ultimi anni, mentre il metodo finanziario analizza i flussi di cassa previsti in futuro. Ci sono poi il metodo del sovrareddito, che aggiunge anche il valore dell’avviamento, e il metodo dell’intuitus personae, che tiene conto del rischio professionale e del rischio cliente. Infine, il metodo del pollice utilizza un multiplo del fatturato dell’ultimo anno come base per il calcolo.

Intervistatore: Quali di questi metodi trova più adatti al suo settore?

Antonio Bruno: Nel settore agronomico, i metodi più affidabili sono sicuramente il metodo reddituale e quello finanziario, poiché sono basati su flussi di reddito e cassa futuri, elementi fondamentali per capire la prospettiva di uno studio. Tuttavia, il metodo dell’intuitus personae è altrettanto importante, perché tiene conto della componente umana, che è centrale in un rapporto di consulenza personalizzata come quello agronomico.

Intervistatore: Quali fattori influenzano maggiormente il valore di uno studio agronomico?

Antonio Bruno: I principali fattori che influenzano il valore di uno studio agronomico sono la clientela e i servizi offerti. È importante conoscere bene i propri clienti, il loro fatturato, il grado di fidelizzazione e la loro solvibilità. Ma anche le specializzazioni offerte dallo studio giocano un ruolo determinante. Gli studi che riescono a differenziarsi attraverso competenze uniche in particolari nicchie di mercato, come la consulenza in agricoltura di precisione o la gestione sostenibile delle risorse idriche, hanno un valore aggiunto rispetto a studi più generici.

Intervistatore: È quindi possibile dire che la specializzazione è una chiave per il successo di uno studio agronomico?

Antonio Bruno: Assolutamente. La specializzazione permette di distinguersi dalla concorrenza e attrarre una clientela che cerca soluzioni specifiche e competenze di alto livello. Ad esempio, uno studio agronomico che si occupa di innovazione tecnologica in agricoltura o di sostenibilità ambientale può contare su un valore superiore rispetto a uno studio meno specializzato. Questo è un fattore che va sempre considerato durante la valutazione.

Intervistatore: In conclusione, qual è il consiglio principale che darebbe a chi sta valutando uno studio agronomico?

Antonio Bruno: Il mio consiglio è di considerare il maggior numero possibile di elementi. Non limitarsi solo ai dati economici, ma valutare anche i fattori umani, le relazioni con i clienti, e le competenze specifiche. Solo in questo modo si può ottenere una valutazione affidabile e realistica, in grado di riflettere il vero valore di uno studio professionale.

Intervistatore: Grazie mille, Dottor Bruno, per questo approfondimento estremamente utile e interessante!

Antonio Bruno: Grazie a voi, è stato un piacere.

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