Rigenerare il paesaggio rurale della Provincia di Lecce: una
proposta di gestione pubblica per un futuro sostenibile
La Provincia di Lecce, con la sua straordinaria bellezza naturale e il suo
patrimonio agricolo, è un esempio emblematico di come le sfide legate alla
rigenerazione del paesaggio rurale siano particolarmente difficili da
affrontare in un contesto di mercato neoliberista. Nonostante gli sforzi e gli
ingenti fondi messi a disposizione a livello nazionale ed europeo, il paesaggio
agricolo salentino non ha visto quel rinnovamento promesso, e le risorse
erogate non hanno avuto l'effetto sperato. Le cause di questo fallimento sono
molteplici e secondo lo studio pubblicato da Confindustria Lecce vanno dalla
frammentazione delle terre, che nella provincia di Lecce assume dimensioni di
polverizzazione, alla predominanza delle medie e grandi imprese agricole che
tendono a godere della rendita, senza investire a sufficienza nella
rigenerazione del territorio. In economia la rendita è definibile come il
reddito percepito in virtù della proprietà di una risorsa naturale scarsa o
come la remunerazione eccedente il costo opportunità di un fattore produttivo.
Il fallimento del modello attuale nella Provincia di Lecce
Secondo lo studio pubblicato da Confindustria Lecce, le cause principali del
fallimento delle politiche agricole nella provincia sono da ricondurre alla rendita
delle medie e grandi imprese e alla frammentazione delle terre.
Le medie e grandi imprese agricole nella Provincia di Lecce, pur beneficiando
di risorse pubbliche e politiche di sostegno, non sono riuscite a rispondere
alle sfide della rigenerazione agricola e del paesaggio. Queste realtà godono
infatti di una "rendita" derivante dalla gestione consolidata dei
terreni, senza intraprendere azioni concrete per migliorare la qualità del
territorio o per contrastare la frammentazione delle terre, un problema che
diventa ancor più evidente nelle piccole proprietà agricole salentine.
La frammentazione delle terre, come evidenziato nel
documento di Confindustria Lecce, assume nella provincia salentina una forma di
"polverizzazione" che rende particolarmente difficile per le piccole
proprietà agricole competere e partecipare attivamente alla rigenerazione del
paesaggio. La scarsa capacità di aggregazione tra le piccole realtà agricole,
le dimensioni esigue dei terreni e la mancanza di risorse per effettuare
interventi strutturali, fanno sì che le risorse pubbliche erogate per la
rigenerazione non possano essere efficacemente impiegate. La frammentazione ostacola
l’efficacia delle politiche di sviluppo, non permettendo alle piccole imprese
di beneficiare appieno degli incentivi previsti dai fondi europei e regionali.
Le risorse pubbliche richieste e la previsione di insuccesso
In aggiunta a queste problematiche strutturali, è importante considerare gli
ingenti fondi pubblici ancora richiesti dalle imprese agricole, che non sembra
possano produrre risultati tangibili. Attualmente, circa 6.000 imprese
agricole nella Regione Puglia stanno aspettando fondi pubblici per un
totale di 52 milioni e 146 mila euro per l'anno 2020 e 23
milioni e 272 mila euro per l'anno 2021. Questi fondi, che dovrebbero
essere destinati alla rigenerazione delle imprese e al miglioramento delle
pratiche agricole, è facile prevedere che non avranno risultati significativi.
Il motivo di questo insuccesso risiede principalmente nell’incapacità delle
imprese agricole di utilizzare in modo efficace le risorse disponibili, spesso
a causa della frammentazione e della difficoltà nel mobilitare capitali
sufficienti per interventi strutturali.
Le previsioni future non sono più ottimistiche. L’assenza di una visione
collettiva e integrata, unita alla mancanza di pianificazione e alla
predominanza di interessi individuali, impedisce che tali risorse vengano
utilizzate in modo efficace per la rigenerazione del paesaggio rurale. Se anche
questi fondi dovessero essere erogati, è probabile che non producano i
risultati auspicati, dal momento che non affrontano la questione strutturale
della frammentazione delle terre e non incentivano la cooperazione tra le
piccole e medie imprese agricole.
La proposta: una gestione pubblica diretta del paesaggio rurale
salentino
Alla luce di questi fallimenti, è necessario pensare a un cambiamento
radicale nella gestione del paesaggio rurale della Provincia di Lecce. La
proposta è quella di affidare la gestione diretta del paesaggio agricolo
salentino a un ente pubblico che prenda in mano la responsabilità di rigenerare
il territorio. L’ente pubblico, che dovrebbe essere gestito da professionisti
del settore agricolo e forestale, come Dottori in Agraria e Forestali, Periti
Agrari e Agrotecnici, potrebbe finalmente garantire una gestione unitaria e
pianificata del paesaggio.
L’ente dovrebbe essere supportato dalla presenza di operai agricoli assunti
a tempo indeterminato, creando così posti di lavoro stabili e qualificati, e
permettere un approccio collettivo alla gestione del paesaggio. La gestione
pubblica consentirebbe di superare la frammentazione e la polverizzazione delle
proprietà, concentrando le risorse e le azioni su progetti di largo respiro,
che non solo rigenerano il paesaggio, ma creano un impatto positivo
sull’ambiente e sull’economia locale.
L’agrivoltaico: un’opportunità per l’agricoltura salentina
Un altro aspetto fondamentale della proposta è l’integrazione
dell’agricoltura con l’energia rinnovabile, attraverso il settore dell’agrivoltaico,
che potrebbe essere gestito dall'ente pubblico. L’agrivoltaico, ovvero
l’utilizzo combinato di terreni agricoli per la produzione di energia solare e
coltivazioni agricole, rappresenta un’opportunità fondamentale per la Provincia
di Lecce. Grazie alla grande disponibilità di sole, il Salento è una zona
ideale per lo sviluppo dell’energia solare, e l’agrivoltaico potrebbe
rappresentare una risorsa per le imprese agricole salentine, riducendo la
dipendenza dai combustibili fossili e generando energia pulita.
L’adozione di impianti agrivoltaici potrebbe inoltre contribuire alla
protezione delle colture dagli effetti estremi dei cambiamenti climatici, come
l’aumento delle temperature e la siccità, e rappresenterebbe una via per
incrementare la sostenibilità ambientale dell’agricoltura salentina.
Esempi di buone pratiche: l’esperienza europea
Esistono diversi esempi di come la gestione pubblica del paesaggio agricolo
possa risultare efficace. In Spagna, il programma “Agri-environmental
schemes” ha avuto successo nella gestione integrata delle risorse
agricole e forestali. Questi schemi, sostenuti da fondi pubblici, sono stati
progettati per incentivare pratiche agricole sostenibili, promuovendo la
protezione della biodiversità e l'integrazione di energie rinnovabili. La Politica
Agricola Comune (PAC), infatti, ha permesso la creazione di
collaborazioni tra enti pubblici e agricoltori, favorendo la cooperazione e la
gestione integrata del territorio. Uno degli esempi più rilevanti è il progetto
della "Red de Custodia del Territorio", che coinvolge
i cittadini nella gestione e protezione del paesaggio, migliorando anche la
sostenibilità delle attività agricole. (Fonte: European Network for Rural
Development, "Agri-environmental Schemes in Spain", 2019).
In Francia, la gestione integrata del paesaggio è stata
implementata attraverso il programma "Plan Ecophyto",
che promuove pratiche agricole ecologiche e sostenibili, riducendo l'uso dei
pesticidi e favorendo la biodiversità. Il piano coinvolge sia agricoltori che
enti pubblici, creando sinergie per la rigenerazione del paesaggio.
L’esperienza francese si è concentrata sulla gestione dei terreni agricoli e
forestali in modo congiunto, con un forte focus sulle energie rinnovabili, come
l’agrivoltaico, e sulla protezione della biodiversità. Questo approccio ha dato
buoni risultati sia in termini di qualità del paesaggio che di creazione di
opportunità lavorative stabili nelle zone rurali. (Fonte: French Ministry of
Agriculture, "Plan Ecophyto: La transition agroécologique en France",
2020).
Conclusioni
La rigenerazione del paesaggio rurale della Provincia di Lecce è una sfida
che non può più essere affidata esclusivamente alle imprese agricole, che,
complice la frammentazione delle terre e la carenza di risorse, non hanno dato
i frutti sperati. È giunto il momento di ripensare il modello di gestione del
territorio e di dare ai cittadini italiani ed europei la possibilità di gestire
direttamente il paesaggio rurale.
Un ente pubblico, supportato da professionisti qualificati e con la
possibilità di integrare l’agricoltura con l’energia rinnovabile attraverso
l’agrivoltaico, potrebbe essere la soluzione per superare le difficoltà
attuali. Questo modello permetterebbe di rigenerare il paesaggio salentino,
creare posti di lavoro e garantire la sostenibilità a lungo termine del
territorio, facendo della Provincia di Lecce un esempio di innovazione e
resilienza agricola.
In questo modo, l’agricoltura salentina non solo tutelerebbe il paesaggio e
l’ambiente, ma contribuirebbe anche a rafforzare l’economia locale e a
rispondere alle sfide del cambiamento climatico
Antonio Bruno
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