domenica 12 febbraio 2012

Salento leccese agricolo nel globo

Salento leccese agricolo nel globo


Ho notato che c’è un ansia che attanaglia le menti dei cercatori, quelli che si fanno le domande e che trovano delle risposte, tutti hanno l’urgenza di battezzare quello che fanno. Una giungla di aggettivi stanno soffocando la parola agricoltura. C’è quella biologica, biodinamica, sinergica, antica, moderna, tradizionale, verticale, orizzontale, macrobiotica e ancora potremmo trovarne tante altre.

Stiamo distruggendo il pianeta Terra.

Tutto però serve a dire una cosa sola. Quale cosa? Questa: il nostro pianeta non può continuare ad essere sottoposto agli stress che noi uomini causiamo perché abbiamo smesso di osservare ciò che ci accade intorno, quello che continua ad accadere anche quando non ci siamo noi.

Qualcuno a partire dagli anni ’80 ha messo in pratica un metodo di coltivazione che mette l’agricoltura in armonia con la natura.

L’armonia è la risposta

Si tratta di fare solo questo, stare in armonia con tutto quello che ci circonda, essere parte del tutto essendo intimamente legati a tutto. La natura siamo noi, siamo integrati nell’ambiente che ci circonda, per questo noi tutti se lo osserviamo attentamente contribuiremo a renderlo fonte di vita per noi e per tutti gli esseri viventi che popolano il nostro meraviglioso pianeta.

Quando le persone si incontrano accadono le cose! L’incontro non è detto che sia solo quello fisico. Anche tu che sei da qualche parte nel mondo che leggi la linea che si torce per formare i simboli, che nella tua mente divengono significato, ti stai incontrando con me adesso!

L’agricoltura sinergica

E che cosa scrivo? Io affermo che si può vivere in armonia, che c’è chi l’ha fatto e chi continua a farlo imitando quest’esempio messo in atto dall’agricoltrice spagnola Emilia Hazelip (1938-2003) adattando al clima mediterraneo i principi dell’agricoltura naturale estrapolati dall’agronomo giapponese Masanobu Fukuoka (1913-2008).

In questa mia breve nota vi scriverò questi quattro brevi e chiari principi e spero che insieme questo fatto ci porterà a fare una riflessione comune su quello che già da ora io e te possiamo fare. Ed ecco i quattro principi dell’agricoltura naturale:



I – Nessuna lavorazione del suolo

Nessuna lavorazione del suolo poiché la terra si lavora da sola attraverso la penetrazione delle radici, l’attività di microrganismi, lombrichi, insetti e piccoli animali.



II – Nessuna concimazione chimica

Nessun concime chimico né composto preparato poiché il suolo lasciato a se stesso conserva ed aumenta la propria fertilità.



III – Nessun diserbo

Nessun diserbo poiché le erbacce non vanno eliminate ma controllate attraverso consociazioni vegetali, pacciamatura e asportazione manuale.



IV – Niente chimica

Nessuna dipendenza da prodotti chimici poiché la natura, se lasciata fare, è in equilibrio perfetto.



Magari questo ci porta indietro nel tempo, sino ad arrivare sulle rive del lago di Giordania dove i Natufiani diedero inizio all’avventura dell’agricoltura. Perché sicuramente 13mila anni fa si applicavano questi quattro principi.

Solo che adesso li dobbiamo applicare sapendo di avere il dovere di sfamare tutte le persone umane sparse sulla faccia della terra. Oggi siamo in 7 miliardi e non riusciamo a dare cibo a tutti, nel 2050 saremo 10 miliardi e insieme dovremo dare la possibilità di vivere a tutti grazie al cibo che produrremo senza distruggere il nostro pianeta. Bella sfida vero? E allora io mi aspetto che tu cominci a pensarci, da subito, perché siamo tutti collegati e solo insieme possiamo farcela!


Amica, amico, leggi attentamente le parole che seguono, sono davvero importanti per me, per te e per i nostri figli. Grazie per l’attenzione!

“Abbiamo visto le cose da un punto di vista politico, scientifico e credo che adesso dovremmo vederle anche da un punto di vista filosofico. Perché gli uomini delle multinazionali vogliono il potere, vogliono controllare l’umanità, pensano solo al profitto, sono così avidi? Perché hanno paura in quanto hanno sviluppato un ego enorme. Credo che sia venuta l’ora di riconoscere questa avidità dentro di noi, la paura dentro di noi. È venuta l’ora di capire che questa civiltà dell’ego deve finire, altrimenti il mondo sarà distrutto. Dobbiamo diventare uomini umili, senza desideri, senza possessi materiali, con un’unica voglia: quella di servire la natura. Dobbiamo capire che tutto il nostro pianeta è un essere. Tutto è uno e uno è tutto. Ciò che succede alle farfalle, a un albero, a un animale, a un uomo, è di grande importanza per la nostra vita. Se la natura muore, l’uomo muore, Dio muore. Servendo la natura serviamo l’umanità. Il contrario è sbagliato”.( Panaiotis Manikis)

di Antonio Bruno

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