Intervista
al Dott. Antonio Bruno, esperto in diagnostica urbana e territoriale sul
Intervistatore: Dottor Bruno, recentemente,
fenomeni atmosferici estremi hanno colpito sia l’Italia che la Spagna. Come
possiamo confrontare questi eventi?
Dott. Bruno: Le recenti alluvioni in Italia,
come quelle in Liguria e Sicilia, sono molto simili al temporale
autorigenerante che ha colpito Valencia. Si tratta di eventi in cui una massa
d'aria umida e instabile si mantiene sopra una zona circoscritta, scaricando
enormi quantità di pioggia in un breve lasso di tempo. Un singolo giorno può
vedere l’equivalente di un intero anno di precipitazioni, come è accaduto in
Spagna.
Intervistatore: Cosa caratterizza questi temporali
autorigeneranti e dove si verificano?
Dott. Bruno: Questi temporali sono alimentati dalla confluenza dei venti nei bassi strati dell’atmosfera, che prelevano umidità dal mare. Per questo, il fenomeno è tipico delle aree costiere, in particolare durante l’autunno, quando il calore accumulato nel Mediterraneo crea condizioni favorevoli allo sviluppo di temporali violenti. Li chiamiamo anche “V-Shaped” poiché osservandoli dai satelliti appaiono a forma di “V”.
Intervistatore: Negli ultimi anni sembra ci sia un
aumento della frequenza di questi eventi estremi. Qual è la causa?
Dott. Bruno: È vero, si osserva una tendenza
all’aumento. I dati suggeriscono che il riscaldamento globale sia un fattore
determinante. Temperature atmosferiche più elevate portano a un incremento del
vapore acqueo, che rappresenta energia in più per i temporali e i cicloni. Più
energia significa una maggiore possibilità di eventi intensi. Le alluvioni sono
sempre esistite, ma oggi si verificano più spesso e con intervalli di tempo
sempre più brevi.
Intervistatore: Ci sono zone in Italia più
vulnerabili a questo tipo di fenomeno?
Dott. Bruno: Sì, le aree più esposte sono
quelle affacciate al Tirreno, allo Ionio e al Mar Ligure, quindi parliamo di
regioni come Liguria, Toscana, Lazio, Campania, Calabria, Sicilia, Sardegna,
Basilicata e Puglia, soprattutto lungo le coste. Tuttavia, non si può escludere
che fenomeni simili possano colpire anche altre zone, anche se con minore
frequenza.
Intervistatore: Negli ultimi giorni, le
temperature in Italia sono state insolitamente alte. Questo è un altro segnale
del cambiamento climatico?
Dott. Bruno: Assolutamente. Il fenomeno dell’anticiclone subtropicale, che ha mantenuto temperature eccezionalmente alte per il periodo autunnale, è una chiara manifestazione dei cambiamenti climatici. Quest’anno, ad esempio, abbiamo registrato temperature tipiche di fine estate – 28 gradi in Sicilia e valori simili in Calabria e Campania, con massime di 24 gradi a Napoli e Roma. Anche negli anni scorsi, come nel 2022 e 2023, si sono rilevate anomalie simili alla fine di ottobre, a testimonianza di una tendenza ormai consolidata.
Intervistatore: Secondo le previsioni, questo
anticiclone continuerà a influenzare il clima?
Dott. Bruno: Sì, è probabile che l’anticiclone
rimanga stabile sull’Italia ancora per una settimana o più. Questo porterà
tempo soleggiato nelle regioni del Centro-Sud e nelle zone montane, a ulteriore
conferma che i cambiamenti climatici sono in atto e hanno un impatto tangibile
sul nostro clima quotidiano.
Intervistatore: Dottor Bruno, grazie per queste
spiegazioni. Sembra evidente che i cambiamenti climatici stiano portando a una
nuova normalità, con eventi estremi e temperature anomale.