martedì 3 dicembre 2024

Il suolo in Puglia: sempre più cemento, anche se siamo meno

 


Il suolo in Puglia: sempre più cemento, anche se siamo meno

Hai mai pensato a quanto sia importante il suolo sotto i nostri piedi? Serve per coltivare il cibo, far crescere gli alberi e assorbire l’acqua quando piove. Eppure, in Puglia (e in altre parti d’Italia) stiamo coprendo sempre più suolo con il cemento, anche se la popolazione sta diminuendo.

Che cosa sta succedendo?

Ogni anno, in Italia, viene pubblicato un rapporto che ci racconta quanto terreno naturale viene trasformato in strade, case o fabbriche. Nel 2023, in Puglia, sono stati cementificati 538 ettari di suolo, una superficie più grande di 750 campi da calcio! Questo significa che l'8,27% del territorio pugliese è ormai coperto da cemento, mentre nel 2006 era solo il 7,5%.

Ma se siamo meno, perché costruiamo di più?

Può sembrare strano, ma meno abitanti non significa meno costruzioni. Infatti, ogni persona consuma più suolo rispetto al passato. Dal 2022 al 2023, in media, il suolo consumato per ogni abitante è aumentato di 1,3 metri quadrati!

Questo succede perché costruiamo nuove case, parcheggi e centri commerciali, anche quando non ce n'è bisogno, invece di ristrutturare ciò che già esiste.

La Puglia: dove si consuma di più?

In Puglia, la situazione è particolarmente critica nel Salento. La provincia di Lecce è quella con più suolo cementificato: ben il 14,4% nel 2023! Tra le città più colpite troviamo Bari, dove il 43% del suolo è ormai coperto, e Modugno, che ha un consumo di suolo pari al 42%, simile a grandi città del Nord Italia.

Quali sono le conseguenze?

Quando copriamo il terreno naturale con cemento:

  • L'acqua piovana non riesce a filtrare, aumentando il rischio di allagamenti.
  • Gli animali e le piante perdono il loro habitat.
  • Diventa più difficile coltivare cibo.
  • La temperatura aumenta, soprattutto in estate, perché il cemento trattiene più calore.

Che cosa possiamo fare?

Anche noi possiamo fare qualcosa per aiutare:

  1. Fare scelte consapevoli: restaurare vecchi edifici invece di costruirne di nuovi.
  2. Pianta alberi e fiori: aiuta a proteggere il terreno e a rendere il tuo quartiere più verde.
  3. Informati e condividi: sapere queste cose è il primo passo per cambiare le cose!

La terra è preziosa, e abbiamo il compito di proteggerla. Non sprechiamola sotto una colata di cemento!

 

domenica 1 dicembre 2024

I Primi Agricoltori dell’Europa Centrale: Vita in Uguaglianza 8.000 Anni Fa


 I Primi Agricoltori dell’Europa Centrale: Vita in Uguaglianza 8.000 Anni Fa

Circa 8.000 anni fa, l’Europa centrale visse una rivoluzione: l’arrivo dell’agricoltura. In questo periodo, noto come Neolitico, le persone iniziarono a coltivare i campi e ad allevare animali. Un recente studio genetico guidato da ricercatori di Vienna e Harvard ci ha aiutato a scoprire di più su come vivevano questi antichi agricoltori. La scoperta più sorprendente? Vivevano in condizioni di grande uguaglianza sociale.

Chi erano i primi agricoltori?

Gli agricoltori del Neolitico appartenevano alla cultura chiamata Linearbandkeramik (LBK), che si espanse rapidamente dall’area dei Balcani verso il centro e l’ovest dell’Europa, arrivando fino alla Francia e all’Ungheria. Usando tecniche avanzate, i ricercatori hanno analizzato il DNA di oltre 250 individui che vissero in questo periodo. Hanno confrontato questi dati genetici con informazioni su come vivevano, come si nutrivano e come venivano sepolti.

Un mondo senza disuguaglianze

Analizzando i resti trovati in luoghi come Nitra, in Slovacchia, e Polgár-Ferenci-hát, in Ungheria, gli scienziati hanno scoperto che non c’erano differenze significative tra le persone in base al sesso o alla famiglia. Tutti mangiavano cibi simili, avevano corredi funerari simili e venivano trattati allo stesso modo nella morte. Questo suggerisce che la società LBK fosse molto equa: non c’erano ricchi o poveri, potenti o sottomessi.

Viaggiatori instancabili

Un dato affascinante è che alcune famiglie si spostavano per lunghe distanze. Gli scienziati hanno trovato persone imparentate geneticamente a oltre 800 chilometri di distanza, un viaggio incredibile per quell’epoca. Questo ci fa capire quanto fosse dinamica questa cultura, con scambi e legami tra comunità lontane.

Il misterioso crollo della cultura LBK

Nonostante il loro successo iniziale, la cultura LBK scomparve intorno al 5000 a.C. Perché? Una delle ipotesi è che ci siano stati conflitti violenti e crisi economiche. Uno degli eventi più drammatici è il massacro di Asparn-Schletz, in Austria. In questo sito, i resti di oltre 100 persone mostrano segni di violenza brutale. Tuttavia, le analisi genetiche rivelano che queste vittime non erano tutte parenti, suggerendo che non si trattasse di un unico gruppo familiare.

Cosa possiamo imparare dal passato?

Lo studio dei primi agricoltori ci insegna molto sulle nostre origini. Ci mostra che comunità pacifiche e uguali sono possibili, ma anche che le difficoltà possono portare a grandi cambiamenti. Conoscere la storia delle persone che hanno abitato l’Europa migliaia di anni fa ci aiuta a capire meglio il nostro presente e a immaginare un futuro migliore.

Così, quando guardiamo un campo coltivato o una fattoria, possiamo ricordarci dei nostri antenati che, con impegno e ingegno, hanno posto le basi della nostra civiltà.