martedì 6 luglio 2010

Danneggiata dalle Gazze l'Agricoltura del Salento leccese


Danneggiata dalle Gazze l'Agricoltura del Salento leccese
di Antonio Bruno
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Sono oramai troppe le grida d'allarme che giungono dal mondo agricolo per i danni delle Gazze (Pica pica, Linnaeus 1758). Secondo la mia opinione è opportuno presentare immediatamente una domanda di risarcimento danni al Comitato tecnico provinciale per la tutela faunistico-venatoria previsto dalla L. R. n. 27/98
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Ce ne sono troppe, sono voraci, mangiano le uova degli altri uccelli e fanno danni ai frutti e agli impianti di irrigazione: sono le Gazze (Pica pica, Linnaeus 1758) in leccese Mita o Picalò è un uccello della famiglia dei corvidi.
Il Salento leccese e il suo paesaggio essendo un'area prevalentemente agricola, deve confrontarsi con il rapporto tra agricoltura e fauna selvatica. Ecco perchè secondo la mia opinione sarebbe opportuno iniziare una ricerca sulle interazioni ecologiche tra avifauna e agricoltura.
L’articolo 19 della Legge Nazionale 157/92 e successive modificazioni definiscono i motivi che possono portare all’autorizzazione di piani di controllo di specie selvatiche all’interno di aree vietate alla caccia. I piani di controllo per le Gazze sono quindi possibili per la migliore gestione del patrimonio zootecnico, per la tutela del suolo, per motivi sanitari, per la selezione biologica, per la tutela del patrimonio storico-artistico, per la tutela delle produzioni zoo-agro- forestali ed ittiche ragione quest'ultima che giustificherebbe l'adozione per la Provincia di Lecce visti i danni che questi corvidi provocano all'agricoltura.
Ma faccio immediatamente una proposta: per cominciare si potrebbe effettuare un rilevamento, da realizzare di concerto con l’Università del Salento, l’Istituto Tecnico Agrario “G. Presta” e l’Amministrazione Provinciale, per iniziare una forte collaborazione con i proprietari agricoli del Salento leccese, per individuare sia le specie di uccelli presenti che utilizzano prodotti agricoli quale propria risorsa trofica, sia quello di valutare l’entità del danno provocato alle coltivazioni.
A scopo preventivo sarebbe opportuno mettere in atto vari sistemi di dissuasione in collaborazione con gli agricoltori, come i palloni "Predator", i cannoni a GPL, l'electroscare mobile e la recinzione elettrica.
Detto questo si potrebbe elaborare un piano di controllo della Gazza (Pica pica) che dovrebbe essere esercitato selettivamente, praticato mediante l’utilizzo di metodi ecologici e autorizzato dalla Provincia di Lecce sentito il parere ISPRA (ex INFS http://www.apat.gov.it/site/it-it/ISPRA_-_ex_INFS/L'Istituto_-_ex_INFS/ ) .
Ma la domanda che pongo è se si possano contenere i danni provocati dalla fauna selvatica e specificamente dalle Gazze.
Ricordo a me stesso che la Legge 11 febbraio 1992, n. 157 avente per oggetto le Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio pubblicata sulla G.U.. 25 febbraio 1992, n. 46 - S.O. n. 41 all'Art. 26 prevede il risarcimento dei danni prodotti dalla fauna selvatica e dall'attività venatoria recita che "Per far fronte ai danni non altrimenti risarcibili arrecati alla produzione agricola e alle opere approntate sui terreni coltivati e a pascolo dalla fauna selvatica, in particolare da quella protetta, e dall'attività venatoria, è costituito a cura di ogni regione un fondo destinato alla prevenzione e ai risarcimenti, al quale affluisce anche una percentuale dei proventi di cui all'articolo 23"
Secondo la mia personale opinione una misura da applicare in questo caso è un premio forfettario che sostituisce un eventuale indennizzo per risarcimento danni almeno sino a quando il piano di controllo della Gazza (Pica pica) non sia stato messo in atto. Tale premio dovrebbe essere dato per promuovere la valorizzazione delle colture, pratiche colturali, prodotti tradizionali e per promuovere il recupero di manufatti e infrastrutture di valore paesaggistico. Per questi motivi il premio avrebbe finalità ambientale e quindi sarebbe esonerato dall'obbligo della notifica alla Commissione Europea.
Agli agricoltori che hanno subito i danni da Gazze (Pica pica, Linnaeus 1758) suggerisco di presentare una domanda di risarcimento danni al Comitato in cui siano presenti rappresentanti di strutture provinciali delle organizzazioni professionali agricole maggiormente rappresentative a livello nazionale e rappresentanti delle associazioni venatorie nazionali riconosciute maggiormente rappresentati (articolo 26 Comma 2 Legge 11 febbraio 1992, n. 157)
Il Comitato tecnico provinciale per la tutela faunistico-venatoria previsto dalla L. R. n. 27/98 risulta così composto: Salvatore Perrone (presidente Comitato ed assessore Attività Venatoria), Francesco Bruni (presidente Commissione Ambiente e Risorse Naturali), Renato Stabile e Gianfranco Coppola (consiglieri provinciali), Sandro Panzera (responsabile Osservatorio Faunistico Provinciale), Donato Puzzovio (Federcaccia), Giorgio Colucci (Libera Caccia), Luigi Prato (ANUU), Tiziano Simone (Unione Nazionale Enalcaccia Pesca e Tiro), Antonio Lillo (Arci Caccia Lecce), Alessandro Capani (Italcaccia), Mario Rizzo (CPA Sport), Bartolo Ravenna (Ente Produttori Selvaggina), Francesco Trono (Unione Provinciale Agricoltori), Massimo De Pascali (Confederazione Italiana Agricoltori), Vito Greco (Ispettorato Dipartimentale delle Foreste), Massimo Nisi (Raggruppamento Interregionale Appuro-Lucano di Ornitologia), Raffaele Palmieri (Anci Puglia), Orazio Muratore (Ente Nazionale Cinofilia Italiana), Francesco Geusa, Massimo Cera, Vittorio De Vitis e Cosimo Gaspare Giannuzzi.

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