sabato 10 luglio 2010

Piove sul Salento leccese: senti come viene giù!


Piove sul Salento leccese: senti come viene giù!
di Antonio Bruno
--------------------------------------
Perché farsi devastare dalla pioggia in autunno per poi cadere nella più atroce siccità d'estate? Possiamo mantenere sulla superficie della terra l'acqua che ogni anno sprofonda 80 – 100 metri sotto i nostri piedi? In questa nota alcune proposte per l'uso dell'acqua di pioggia nel Salento leccese.
------------------------------------

Nella mia vita l'acqua è importante. Bella scoperta! Lo so che mentre leggi stai dicendo un po' seccato: è un'ovvietà, l'acqua è importante per tutti. Il fatto è che io, con l'acqua, ci lavoro da sempre. L'acqua che disseta la terra del Salento leccese che fa parte della “Apulia siticulosa” (Orazio Epod. 3,16) e che non a caso Dante Alighieri, nei suoi versi, descrisse come «terra sitibonda ove il sole si fa vino».
Il vino che sgorga direttamente dal sole e inebria le menti dei salentini leccesi immersi in una sbornia infinita. Immagine da bagordi senza fine che però non corrisponde alla realtà. Anche perchè con il vino oltre che dissetarsi, ci si ubriaca!
L'estate non piove e c'è necessità di pompare acqua a tutta birra dalla falda, ma poi ecco che nel periodo autunnale e dell'inverno l'acqua viene giù forte tanto da ispirare Lorenzo Jovanotti: “Piove! Senti come piove! Madonna come piove! Senti come viene giù! Hai visto che piove? Senti come viene giù! Tu che dicevi che non pioveva più!”.
L'acqua è talmente tanta che ogni volta ecco che c'è l'allagamento e siamo fortunati se non ci scappa il morto!
L'acqua viene già in maniera sempre più intensa, cade molta più acqua in un tempo molto più breve e tutto questo pare si verifichi per il riscaldamento climatico.
L'acqua viene giù e il mio lavoro consiste nel tenere efficiente la rete di canali per farla defluire (rete idrografica del Salento leccese). Il bello è che molti di questi canali finiscono nelle famose Vore (inghiottitoi carsici) e attraverso questi l'acqua che viene fatta defluire nei canali va a finire già, nella falda. E noi che siamo parecchio intelligenti poi in estate la pompiamo su per irrigare le aride terre del Salento leccese. Eppure i nostri antenati avevano ideato un sistema per non disperdere l'acqua di pioggia e l'hanno chiamato “pozzelle”. Queste vere e proprie cisterne per la raccolta dell'acqua di pioggia venivano costruite nelle zone di depressione naturale del terreno. Qui si scavava una buca profonda dai tre ai sei metri e poi di rivestivano le pareti con le pietre, stesso sistema dei furnieddrhi, si disponevano le pietre in cerchi concentrici sino a formare in alto una falsa cupola a forma di campana. Da queste “pozzelle” tutta la comunità prelevava l'acqua e il loro uso si è protratto sino agli anni 30 del secolo scorso. Nelle città greche del VIII secolo a. C le cisterne pubbliche erano simili alle nostre pozzelle.
Ma ripeto, noi invece, l'acqua la lasciamo andare sotto terra e poi con un grande dispendio di energia, la pompiamo per farla risalire e provvedere così ad irrigare le nostre piante.
Tra l’Ottocento ed il Novecento le paludi occupavano una grandissima parte della penisola del Salento leccese ed erano la causa della diffusione della malaria nelle nostre zone.
Nel secolo scorso si è iniziato e portato a termine un insieme di interventi che hanno bonificato il territorio riducendo in maniera significativa le zone umide. Questo lavoro ha prodotto profonde modificazioni alla rete di canali (rete idrografica) ed alle Vore (inghiottitoi carsici), rendendo coltivabili ampie aree del territorio del Salento leccese e allontanando le acque di ruscellamento e le acque reflue dai centri urbani. Nello stesso tempo, in conseguenza di queste opere dell'uomo, si sono alterati gli equilibri che regolano l’assetto idrico ed idrogeologico del territorio, anche perchè dall'analisi delle opere realizzate evidenze scientifiche hanno dimostrato che non sono basate su validi presupposti di carattere geologico, idrogeologico e geomorfologico. Anche se ai progettisti dell'epoca se leggessero queste parole direbbero : “Se un giorno ti verrà rimproverato che il tuo lavoro non è stato fatto con professionalità, rispondi che l'Arca di Noè è stata costruita da dilettanti e il Titanic da professionisti....”
Ma poi è arrivato l'inquinamento e l'acqua che ruscella (la cosiddetta acqua di prima pioggia) è inquinata, ed ecco che arriva in soccorso il legislatore con l’art. 113 del Decreto Legislativo 3 aprile 2006 n. 152 – che sancisce l’obbligo di trattamento delle acque meteoriche per le quali vi sia il rischio di dilavamento da superfici impermeabili scoperte di sostanze pericolose o di sostanze che creano pregiudizio per il raggiungimento degli obiettivi di qualità dei corpi idrici.
Inoltre, le acque di dilavamento successive a quelle di prima pioggia, che dilavano dalle pertinenze di stabilimenti industriali e che non recapitano in fognatura, devono essere sottoposte, prima del loro smaltimento, ad un trattamento di grigliatura, disoleazione e dissabbiatura.
Chissà che direbbero di tutto questo i nostri antenati che prendevano l'acqua dalle pozzelle? Ma adesso al problema dello spreco di energia per pompare l'acqua dalla falda si somma il problema dell'inquinamento della falda. Ecco perchè applicando la legge, dopo aver recuperato l'acqua piovana, dopo che si sia provveduto a depurarla è bene utilizzarla sia per gli usi civili che per quelli agricoli.
Ci stanno provando le Istituzioni, infatti la Regione Puglia ha fissato i criteri per la disciplina delle acque meteoriche. In estrema sintesi tutti gli insediamenti destinati alla produzione, residenza o ai servizi in cui si effettua il transito, la sosta o il parcheggio di mezzi di qualsiasi tipo devono provvedere al trattamento delle acque meteoriche ricadenti su queste superfici.
Io ci sto provando, mettendo a disposizione tutta la mia professionalità, ma anche voi che state leggendo potete fare qualcosa.
Come dici? Che non puoi fare nulla? Invece sei proprio tu che puoi iniziare a fare scendere la media del consumo d'acqua che nei paesi europei è di oltre 150 litri al giorno a testa.
Siccome circa la metà potrebbe essere costituita da acqua non potabile. E tu potresti rivolgerti all'Associazione “Idee in movimento” di San Cesario di Lecce per ottenere una consulenza che ti metta a disposizione un sistema completo che permette il recupero e l'utilizzo dell'acqua piovana che puoi impiegare per l'irrigazione del tuo giardino, per lo scarico d'acqua dei tuoi W.C., per i tuoi bucati e per il lavaggio delle tue automobili.
E allora che aspetti a scrivere a idee.in.movimento@hotmail.it su facebook http://www.facebook.com/home.php?ref=home#!/profile.php?id=100001021145619&v=wall

Nessun commento:

Posta un commento