giovedì 28 giugno 2012

Intervento di Sua Eccellenza Giuliana Perrotta Prefetto di Lecce alla SESTA CONFERENZA ECONOMICA CIA



SESTA CONFERENZA ECONOMICA CIA

FAR CRESCERE L’AGRICOLTURA PER FAR CRESCERE L’ITALIA

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Ringrazio innanzitutto la Confederazione Italiana Agricoltori, nella persona del suo Presidente Dott. Giuseppe Politi, per aver scelto di tenere a Lecce il tradizionale appuntamento annuale.

Ha suscitato in me particolare interesse lo slogan che è stato scelto per questa sesta conferenza economica “ Far crescere l’agricoltura per far crescere l’Italia”.

In questa circostanza si discuterà con i massimi rappresentanti delle Istituzioni europee, nazionali, regionali e locali , nonchè del mondo produttivo, del futuro dell’agricoltura, tra ricambio generazionale,produzione sostenibile e sicurezza alimentare, della PAC,della vendita diretta, delle agro energie e delle funzioni sociali del settore agricolo.

Prima di giungere a Lecce sono stato Prefetto ad Enna, dove ho potuto constatare quanto sia importante ancora oggi il settore agricolo nel sistema economico-produttivo del nostro Paese ed in particolare nel Mezzogiorno. Anche qui a Lecce, dove sono da circa dieci mesi, ho potuto apprezzare le eccellenze dell’agricoltura salentina, soprattutto riguardo ai settori vitivinicolo ed olivicolo che hanno innescato processi di innovazione territoriale.

Sono convinta, infatti, che i territori rurali abbiano la necessità di riacquisire la loro dignità affiancando ai processi aziendali quelli di matrice culturale, proprio perchè i prodotti dell'agricoltura salentina trasmettono il senso dei luoghi e nobilitano il loro territorio d’origine, facendosi testimoni di eccellenza. Tutti i nostri imprenditori agricoli dovrebbero associare i loro prodotti ad un’idea forte, culturalmente identificabile: un percorso nel tempo e nello spazio antropizzato per scoprire le doti segrete degli alimenti dei territori del Salento.

E’ sotto gli occhi di tutti che, sino alla metà del secolo scorso, l’agricoltura ha contribuito al progresso del nostro Paese, certo in un contesto meno dinamico e complesso e prevalentemente guidato e tutelato da politiche nazionali. Negli ultimi cinquanta anni abbiamo invece vissuto un travolgente susseguirsi di tanti eventi straordinari, capaci di far sparire in breve tempo anche la nostra millenaria civiltà contadina.

Nello scorso mese di aprile ho partecipato con piacere a Firenze all’inaugurazione del 259° Anno Accademico dei Georgofili, tenutasi nel salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, nel corso della quale il Presidente, Prof. Franco Scaramuzzi, ha svolto un’interessantissima relazione avente ad oggetto “ Lo sviluppo razionale per l’agricoltura europea”. In particolare mi ha colpito la moderna e sintetica definizione omnicomprensiva di “ agricoltura” che i Georgofili hanno da qualche tempo aggiornato e proposto come : razionale gestione e tutela delle risorse rinnovabili della biosfera.

Mentre si continua ancora a riflettere se le funzioni prioritarie dell’agricoltura siano quelle produttive( tradizionalmente indicate come agro-silvo-pastorali) o quelle relative alla tutela ambientale, la nuova definizione di agricoltura formulata dai Georgofili ritiene invece che entrambe le funzioni siano irrinunciabili in un equilibrio razionale e che vadano considerate anche a livello planetario, nel quadro dei processi di globalizzazione ormai difficilmente reversibili.

In definitiva la competitività economica e la sostenibilità ambientale non devono essere in conflitto tra di loro

In tale ottica certamente si inserisce la proposta che ho avanzato alla Regione ed alla Provincia per avviare un percorso di legalità insieme alle Associazioni agricole ed ambientaliste ed all’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali che, nel medio- lungo termine, possa pervenire all’obiettivo di diffondere nelle campagne pratiche agronomiche più moderne ed ecosostenibili,al fine di contrastare l’abitudine diffusa di bruciare le stoppie nei campi , fonte di rischi enormi alle persone ed all’ambiente.

D’altronde mi risulta che il programma di sviluppo rurale della regione Puglia, finanziato dall’UE, dallo Stato e dalla stessa Regione, preveda risorse finanziarie per le aziende che intendano dotarsi di impianti per ricavare energia dalle biomasse, allo scopo di ridurre il costo energetico per le stesse aziende e di promuovere la diversificazione del reddito aziendale. Tali attività determinano un elevato vantaggio ambientale connesso al risparmio energetico ed alla diffusione della produzione di energia da fonti rinnovabili.

La costituzione della Comunità Europea ha avuto la conseguenza di sofferte riconversioni delle diverse agricolture e quindi anche di quella italiana; successivamente si sono aggiunti problemi di interesse mondiale, quali i cambiamenti climatici,la tutela ambientale, la necessità di reperire le risorse energetiche e la sicurezza alimentare. E’ evidente che essi possono essere risolti solo con scelte condivise appunto a livello globale anche considerando la crescente delocalizzazione delle attività produttive e l’ organizzazione di reti multinazionali di imprese, che contribuiscono a rendere sempre meno controllabile il mercato globale

La conclusione è evidente: gestire il complesso di tante nuove realtà, di interesse planetario, non è più alla portata di singoli Paesi, per quanto potenti possano essere. Ciò vale anche per le imprese agricole che, pur grandi ed organizzate, avranno sempre maggiori difficoltà ad operare singolarmente nel proprio microcosmo.

Si impongono quindi orizzonti più ampi ed azioni lungimiranti, ma in archi temporali più brevi. Per le attività agricole ciò comporta e comporterebbe certamente maggiori difficoltà, se non si comprende che l’aggregazione non è più una scelta ma una necessità improcrastinabile.

Avendo quindi bisogno di assumere dinamiche più veloci, rispetto a quelle tradizionali, anche l’imprenditorialità agricola richiede impostazioni ed intenti diversi da quelli del più recente passato, finora basati sulla classica disponibilità di tre sostanziali elementi: capitale fondiario, lavoro e capitali di esercizio . In prospettiva le attività produttive delle aziende agricole avranno, invece, bisogno di due soli capitali: quello umano (fatto di conoscenze, a cominciare dal know how produttivo, manageriale e di mercato) e quello finanziario (per procurarsi l’uso degli strumenti necessari, quali terra e macchine).

Ha sempre maggior peso rispetto al passato ed è quindi ineludibile che il futuro dell’agricoltura sia strettamente legato al ricambio generazionale.

Conoscenza e finanza rappresenteranno sempre più il binomio indispensabile dell’agribusiness per il rilancio economico del Paese. La proprietà fondiaria è, e rimarrà, un importante punto di partenza e di garanzia, ma non è l’unico.

Se il momento critico che stiamo attraversando rende più difficile riavviare una crescita, ciò non pregiudica la validità di quanto ho ricordato, nella convinzione che l’agricoltura possa essere determinante e fungere da locomotiva per il rilancio del sistema economico del nostro Paese, così come anche recentemente emerso nell’incontro svoltosi in Prefettura con l’Ambasciatore della Svizzera in Italia, dott. Bernardino Regazzoni.

Gli eventi che ci hanno recentemente colpito non ci hanno però sopraffatto e neppure stordito. Siamo in grado di reagire e correggerne le cause. Abbiamo le conoscenze e le forze per sviluppare le nostre capacità ed accrescerne le potenzialità, più che mai con convinzione e decisione.

In tale contesto sono importanti le decisioni che assumerà nei prossimi mesi l’Unione Europea in merito alla nuova PAC ed in questo lodiamo l’opera di mediazione che sta svolgendo il Commissario Europeo all’Agricoltura ,dott.Dacian Ciolos.

Purtroppo la definizione della nuova PAC si sta svolgendo in un periodo di grave crisi economica, finanziaria, politica e morale che ha già provocato effetti destabilizzanti ed un diffuso scoraggiamento nel mondo dell’agricoltura.

Occorre tener conto che la carenza alimentare rappresenterà un fattore determinante e le attività agricole assumeranno un ulteriore valore strategico.

Il presidente del Consiglio dei Ministri, Sen. Mario Monti,ha recentemente affermato che” non dobbiamo perdere di vista una crisi molto più vasta e profonda: quella energetica ed alimentare”…” La sicurezza alimentare deve essere una priorità per la comunità internazionale e per l’Italia”….” Un mondo affamato è un mondo ingiusto ed è anche un mondo instabile”.

La necessità di rimettere la produttività al centro dell’attenzione è stata ripetutamente evidenziata dal Prof.On. Paolo De Castro, Presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo,che nel suo interessante saggio “Corsa alla terra – cibo e agricoltura nell’era della nuova scarsità” ci ricorda che entro la metà di questo secolo occorrerà raddoppiare l’attuale complessiva produzione agricola per far fronte non solo all’incremento della popolazione mondiale ( che passerà dai 7 miliardi attuali ai circa 9 miliardi nel 2050), ma anche per soddisfare le maggiori esigenze alimentari e il conseguente aumento medio dei consumi nelle grandi aree mondiali in sviluppo.

Anche il nostro Ministro dell’Agricoltura, Dott.Mario Catania ha più volte ricordato che “ la PAC deve dettare i principali indirizzi guida per gli agricoltori europei, senza dimenticare che le attività imprenditoriali agricole sono rivolte allo sviluppo quantitativo e qualitativo della produzione”.

Concludendo il mio indirizzo di saluto sono, comunque, convinta che ci attendono sicuramente tempi migliori, nuove energie giovani ed idee sempre più svincolate dal passato, nella misura in cui ritroveremo un coerente spirito unitario che è stato alla base del pensiero dei padri dell’Unione Europea. Le scommesse da vincere nel prossimo futuro, anche immediato, sono tanto difficili quanto stimolanti. Dobbiamo essere preparati e pronti ad affrontarle. Con l’auspicio di un futuro sempre più solidale dell’umanità, formulo a tutti voi i migliori auguri di prosperità e benessere.


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