domenica 30 giugno 2019

Suzanne Simard e la possibilità che gli olivi della Puglia si aiutino l’un l’altro.



Io ho letto le parole del Prof. Stefano Mancuso, il collega Dottore Agronomo che ha scritto tanto sulle piante. Che si possa assistere a qualcosa del genere anche in Puglia? Suzanne Simard sostiene che le piante soccorrono quelle che tra loro sono più deboli. Che si possa realizzare questo anche da noi per far si che gli olivi non dissecchino più?
Di seguito i passaggi di Stefano Mancuso nell’intervista di Walter Ventroni pubblicata oggi Domenica 30 giugno 2019 sul Corriere della Sera.

Qual è il mutuo appoggio tra le piante?
«Immagini un bosco, un bosco originale, non piantato dall’uomo. Quel bosco è come se fosse un organismo unico. Cioè non costituito da tanti individui ma da una rete di piante che sono connesse le une con le altre. Possono essere direttamente connesse, attraverso le radici, a centinaia, letteralmente centinaia, di piante vicine. Qual è il mutuo appoggio? Il mutuo appoggio sta nel fatto che attraverso queste radici le piante si scambiano informazioni sullo stato dell’ambiente, e si scambiano nutrienti, acqua. Immagini un semino che cade in una foresta, un luogo buio. Il seme, prima di poter arrivare ad un’altezza tale da poter fare la fotosintesi, deve attendere molti anni. Come fa questo seme a vivere? È l’infanzia dell’albero. Lei non ci crederà ma in quel momento sono gli alberi adulti che lo alimentano, attraverso le connessioni radicali. Si chiamano cure parentali. E se consideriamo le cure parentali come un indice di complessità della specie come definire allora la straordinaria capacità “genitoriale” delle piante?».

Altri casi di «mutuo appoggio»?
«Le piante sanno soccorrere quelle, tra loro, che sono più deboli. Sembra poesia, ma è realtà. Una mia collega, si chiama Suzanne Simard, ha fatto uno straordinario esperimento... Cosa fa Suzanne? Va in un meraviglioso bosco di abeti del Canada, prende un abete adulto di venti metri e, facendosi aiutare da alcuni suoi studenti, lo isola completamente dall’atmosfera, mettendolo all’interno di un enorme pallone trasparente. All’interno di questo pallone fa entrare anidride carbonica marcata. Di modo che se ne potesse seguire il destino. Una settimana dopo, lo zucchero, l’energia che queste piante avevano prodotto, lo si trovava sparso in una grande zona della foresta. Dove l’aveva diffusa? Soprattutto, ecco il “mutuo appoggio”, negli individui giovani e deboli».


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