venerdì 21 giugno 2019

Il nespolo comune (Mespilus germanica L.)



I Greci antichi lo chiamavano méspilon e nespolo deriva dal latino Mespilium tradotto dal greco mespilon che si riferisce a biancospini orientali simili a questa pianta da frutto.
Le meddhre (Mespilus germanica) erano frutti consacrati al dio greco Crono e al Dio latino Saturno perché era considerato utile arma di difesa contro le energie negative degli stregoni.
Pare che il primo maggio, secondo la credenza, gli stregoni potessero privare la pianta del fogliame rendendola sterile per non riprodurre i suoi frutti, ma solo se la pianta non era stata benedetta.
Anticamente i medici credevano che avesse il potere di regolare i flussi intestinali. Questa utilizzazione riprese all’inizio del secolo con una sperimentazione a livello ospedaliero da parte di un medico francese, il Dott. Mercier, che ottenne buoni risultati sulla regolazione delle diarree.
Nel Bollettino della Società dei naturalisti in Napoli è riportato uno scritto del Della Porta sulle varietà di nespolo (Mespibis germanica L.) che si coltivavano ai suoi tempi:
“I nostri nespoli sono di due specie, uno a frutto grande quasi quanto una mela, coi rami privi di spine, ed è coltivato e perciò ha perduto l'abito selvatico; l'altro, irto di spine, che nasce nelle selve e nei luoghi incolti , a frutto piccolo e più acerbo e che appena si può mangiare dopo che si è maturato lungo tutto l'inverno, e a Napoli lo chiamano niespolo canino. Ve n'è poi una terza specie, a frutto più stretto ed allungato, senza noccioli, che credo piuttosto un prodotto della coltura e della bontà del terreno, piuttosto che un genere diverso, perché dallo stesso albero si hanno frutti rotondi con nòccioli e frutti oblunghi e senza noccioli”
Quindi ci sono tre varietà di nespolo cioè il Mespilus germanica L., che corrisponde al nespolo canino; il M. g. apyrena, che è Vinternis ossihìis carens di Della Porta; e il M. g. fructìt maximo, che è quello descritto.
Il nespolo è un albero che ha avuto origine nella penisola balcanica sud orientale, nel Caucaso, in Crimea, nel Nord dell'Iran ed in Turkmenistan. Il nome germanica che fu adottato da Linneo perché riteneva che la presenza molto forte dell’albero in Germania era indicativa del fatto che quella terra fosse l'area d'origine.
Era noto insieme al cotogno come frutto astringente infatti Nicolas Alexander, benedettino, nel 1751 scriveva: “lo si impiega all’interno ancor verde, nei flussi di ventre, la dissenteria, i vomiti, la nausea e in tutti i casi in cui le fibre rilasciate hanno bisogno di essere ristrette”.
Henry Leclerc medico francese 1870-1955 scrittore del libro “Lineamenti di Fitoterapia” fece uno sciroppo di nespolo che risultò efficace nelle diarree infantili.
L'albero può raggiungere l'altezza di 6 metri ed è caratterizzato quasi sempre da un tronco storto. Le foglie sono grandi e caratterizzate da una leggera peluria nella pagina inferiore e una seghettatura vicino alla punta, i fiori sono bianchi.
Interessante la maturazione dei frutti: ricordate il vecchio adagio “col tempo e con la paglia maturano le nespole”? Bene, le nespole o meddrhe vengono raccolte in autunno e lasciate ammorbidire in un cesto mettendogli accanto un paio di mele per un paio di mesi. In questo modo diventano dolci, altrimenti sono molto astringenti.
La decozione delle foglie e dei frutti è utile come gargarismo nei mal di gola.
La tradizione popolare conosceva l’impiego antidolorifico, in caso di mal di stomaco, dei frutti secchi polverizzati.
Il decotto dei frutti freschi, non ancora maturi, era somministrato nelle affezioni epatiche.
Forse ho scritto delle nespole, perché il tempo è galantuomo, lo riscontro in ogni circostanza perchè con il tempo “i muri si abbassano” .
Bibliografia

Giancarlo Bounous, Elvio Bellini, Gabriele Beccaro, Laura Natarelli: Piccoli Frutti e Fruttiferi minori in montagna tra innovazione e tradizione
Markus Kobold:Liquori d'erbe e grappe medicinali
I Nostri frutti nelle TRADIZIONI POPOLARI e nella fitoterapiaCategoria Etnobotanica, Frutti, Tradizioni Popolari Contributo al Convegno sui Frutti Dimenticati di Casola Valsenio http://www.etnobotanica.org/category/tradizioni-popolari/
Bollettino della Società dei naturalisti in Napoli 1914 http://www.archive.org/stream/bollettinodellas26soci/bollettinodellas26soci_djvu.txt
Henry Leclerc : Lineamenti di Fitoterapia
Elvio Bellini – Edgardo Giordani: Riscopriamo i fruttiferi minori

Nespolo comune - Mespilus germanica L.
Generalità
Il Nespolo (Mespilus germanica L.) secondo recenti studi è originario dell'areale caucasico, ma anche con primi nuclei di diffusione in Iran, in Turchia fino alla Grecia. Oggi è diffuso in tutta Europa come pianta spontanea nei boschi di latifoglie o come rinselvatichita negli incolti.
Appartiene alla Famiglia delle Rosaceae. Molto resistente al freddo invernale, si spinge fino ai mille metri di quota. La sua diffusione fu favorita moltissimo dai romani e prese piede a tal punto che in Germania al momento di classificarla, Linneo sospettandone l’origine in quest'area, la chiamò Mespilus germanica. Albero di modeste dimensioni, può raggiungere al massimo i cinque metri d'altezza, ma solitamente ha uno sviluppo ben pia' modesto. La corteccia dei rami da marrone scuro diventa chiara e poi, come sul tronco, grigia. Le foglie, grandi, hanno margine intero e sono dentellate solo all'apice. Hanno forma ovale, picciolo molto corto, e sono piu' frequenti nella parte distale dei rami. Inizialmente opache per la presenza di una leggera peluria che resta solo sulla pagina inferiore, divengono in autunno di uno splendido colore ramato. I fiori che a maggio si aprono al vertice dei rametti fruttiferi, sono grandi e isolati, di colore bianco con cinque petali e portano entrambi i sessi. Pianta autofertile, il Nespolo ha un'elevata percentuale di allegagione. Il frutto, la nespola, è un falso frutto dato dall'ingrossamento del ricettacolo attorno ai frutti veri e propri. Di forma riconoscibilissima, tondeggiante, con un'ampia depressione apicale, coronata dai residui del calice, ha un corto peduncolo e una resistente buccia che per grana, colore e consistenza ricorda il cuoio. I semi sono in numero di cinque, duri e legnosi.
Per l'alto contenuto in tannini i frutti non possono essere consumati alla raccolta. Necessitano di ammezzimento, una fermentazione di maturazione ottenuta deponendo i frutti all'interno di cassette di legno ricoperte di paglia e poste in un locale fresco. I frutti devono essere consumati a mano a mano che giungono a maturazione perché il processo di fermentazione non si arresta e i frutti possono rapidamente degradarsi. In seguito all'ammezzimento la polpa diventa bruna, molle, zuccherina, di consistenza pastosa, leggermente acidula e gradevole. In questo caso è consigliato il consumo come dessert. Con la trasformazione si ottengono: marmellate, gelatine, salse e varie preparazioni culinarie.
I nespoli vengono usati inoltre per la produzione di bevande alcoliche, quali brandy, liquori, schnaps. I frutti immaturi sono stati anche utilizzati per chiarificare vino e sidro. Rustica, resistente e molto bella, è apprezzata come pianta ornamentale. Con il tannino della corteccia, delle foglie e dei frutti immaturi si effettua la concia delle pelli. Il legno, di color bruno-giallognolo, è molto duro e viene utilizzato per lavori al tornio; fornisce inoltre un ottimo carbone.
Cenni Storici
Le prime coltivazioni di nespolo risalgono al I millennio a.C. lungo le rive del Mar Caspio, diffondendosi successivamente in Asia Minore per raggiunge poi la Grecia e l'Italia. La nespola, già conosciuta in epoca romana, ebbe la massima diffusione nel Medio Evo, quando entrò a far parte della farmacopea domestica, come febbrifugo, astringente, regolatrice delle funzioni intestinali oltre che diuretico e attivo sull'apparato epato-biliare. Ciò grazie ai suoi componenti: tannino, sostanze peptiche, vari acidi organici (malico, acetico, citrico, formico e tartarico), zuccheri e vitamina C.
Con l'avvento delle attività agricole maggiormente redditizie, si iniziarono a trascurare le essenze che non fornivano un elevato interesse economico, così, nei frutteti le piante di nespolo andarono via via scomparendo; continuò invece ad avere il suo posto nell'hortus conclusus dei conventi, dove ancora oggi vengono coltivate le piante medicinali e le essenze aromatiche indispensabili per fabbricare gli elisir e i tonificanti che caratterizzano la produzione delle erboristerie dei monasteri e delle abbazie. Normalmente quella che compare sulle nostre tavole è la nespola comune, molto saporita e dolce, dalla duplice azione: consumata da acerba è astringente e anti-diarroica, viceversa quando viene assunta quando è matura, regola in maniera completa le funzioni intestinali. La polpa bianco-rosata, compatta al momento della raccolta, dopo varie settimane di maturazione, diventa morbida e di colore giallo-arancio intenso. Tanto più il frutto è acerbo tanto maggiore è la quantità di tannini, molecole ad azione antiossidante, che danno la sensazione di asciutto in bocca e provocano un effetto astringente sull'intestino. Al contrario, nel frutto maturo i tannini si trasformano in zuccheri e il frutto diventa un blando lassativo. La nespola contiene anche una giusta quantità di acido formico, acetico, che determinano il gusto acidulo, oltre che fibre alimentari solubili che distendono le pareti dello stomaco riempiendolo d'acqua dando un maggior senso di sazietà. La nespola ricca di potassio, magnesio e caroteni è consigliata a chi svolge attività fisica prolungata (camminate, ciclismo...) perché permette al fisico di recuperare rapidamente acqua, sali minerali e antiossidanti. Per le sue proprietà, la nespola, non andrebbe dimenticata, anzi bisognerebbe tributarle maggiore rispetto e, visto che si tratta di un frutto che deve essere raccolto ancora acerbo anche... pazienza per farlo maturare. Nel frenetico mondo contemporaneo andrebbero riscoperte le nespole della saggezza, legate a un adagio popolare il tempo e con la paglia maturano le nespole" che, nella filosofica virtù della pazienza, ci suggerisce di saper attendere per ogni cosa il momento opportuno.
Tecnica colturale del Nespolo
MATERIALE DI PROPAGAZIONE E PORTINNESTO
Il materiale utilizzato per la propagazione del nespolo dovrà provenire dalle piante madri selezionate per le buone caratteristiche agronomiche delle piante e per quelle qualitative dei frutti. Il portainnesto da utilizzare per gli impianti dovrà essere il cotogno "autoctono" perché di tipo vigoroso e resistente al calcare.
Per quanto riguarda le tecniche d'innesto è possibile scegliere tra quello a gemma dormiente da eseguirsi verso la fine agosto, oppure a triangolo da effettuarsi a fine inverno.

IMPIANTO E CONDUZIONE DEL NESPOLO
Il Nespolo ha una fioritura molto tardiva (maggio), per cui non teme le gelate tardive.
Terreno
E' una pianta molto rustica, per cui si adatta perfettamente ai terreni fertili dove non necessita di concimazioni, né di irrigazioni, se non nel caso di annate particolarmente siccitose (irrigazione di soccorso) e nell'anno di impianto.
Sistema d'impianto e forma di allevamento
Le forme di allevamento più consigliate sono il vaso, per le piante isolate, e il fusetto, per le piante in filare. In ogni caso la pianta ha bisogno di sostegno per evitare lo sradicamento in caso di temporali di forte intensità o di forte produzione. Il sesto d'impianto consigliato è di mt 4,00-4,20 tra le fila e mt 1,30 -1,60 sulla fila.
Concimazione
La pianta non necessita di alcuna concimazione in quanto la fertilità, la composizione chimica e biologica, nonché la struttura dei terreni tendenzialmente di medio impasto, fanno sì che si creino quelle caratteristiche e peculiarità, tali da permettere all'essenza di soddisfare le esigenze nutritive e renderne un suo sviluppo completo.
Potature e diradamento
La potatura di produzione va eseguita annualmente, asportando la totalità dei rami di un anno, troppo vigorosi, e il 50% dei rami che hanno prodotto, per stimolare la pianta ad emettere nuova vegetazione in quanto produce sul legno dell'anno. Il diradamento è quasi sempre necessario e va fatto il più presto possibile per liberare la pianta dalla produzione eccessiva e quindi ottenere frutti di grossa pezzatura.
CONTROLLO DELLE MALATTIE ED INSETTI
Il Nespolo non risulta esser stato attaccato da parassiti, e quindi non necessita di alcun intervento antiparassitario.

GESTIONE DEL TERRENO
Il terreno va lasciato inerbire e periodicamente sfalciato.
RACCOLTA DEI FRUTTI
Va eseguita nella seconda decade di novembre con i frutti perfettamente asciutti per evitare lo sviluppo di muffe nel punto di distacco del picciolo durante la conservazione. Dopo la raccolta i frutti vanno immagazzinati in luogo fresco ed arieggiato dentro casse, sotto uno strato di paglia di 10-12 cm, in attesa della maturazione (ammezzimento) che inizia dopo tre-quattro settimane. Inoltre il clima umido e nebbioso migliora il processo di maturazione, conferendo al frutto particolari caratteristiche organolettiche.
CARATTERISTICHE PER IL CONSUMO
Al momento del consumo il frutto deve essere completamente ammezzito con buccia di colore ruggine intenso e polpa di colore ruggine chiaro. Il frutto intero sano, privo di marciumi, parassiti, ammaccature e umidità non deve presentare sapori e odori estranei. Le dimensioni minime per il prodotto di PRIMA QUALITA' devono essere le seguenti: - diametro trasversale mm 35; lunghezza frutto mm 35; peso gr 24. Le dimensioni minime per il prodotto EXTRA devono essere le seguenti: - diametro trasversale mm 42; lunghezza frutto mm 42; peso gr 34. Esistono frutti che possono arrivare e superare i 46 mm di diametro trasversale e i 50 gr di peso.
PRESENTAZIONE DEL PRODOTTO E CONFEZIONAMENTO
Dovrà avvenire in imballaggi tali da garantire una gradevole immagine, conferire un'adeguata attrattiva nei confronti del consumatore e garantire una protezione adeguata al prodotto. In ogni confezione i frutti dovranno essere di peso e dimensione uniformi e sì consiglia l'utilizzo di cestini da 500 gr o massimo 1 Kg.

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