L’irrigazione sostenibile in Salento: paradosso e urgenza
dell’utilizzo delle acque reflue depurate
Autore: Antonio Bruno
Istituzione: Associazione dei Laureati in Scienze Agrarie e
Forestali della Provincia di Lecce
La crisi idrica che interessa la Puglia e il Salento,
aggravata da decenni di gestione frammentaria e da strategie di breve termine,
rischia di compromettere irreversibilmente la produttività agricola del
territorio. A fronte di una siccità che ha ridotto in maniera significativa la
disponibilità di acqua per usi agricoli e potabili, la Regione dispone già da
oltre dieci anni di una risorsa preziosa e poco sfruttata: le acque reflue
depurate provenienti dai moderni impianti consortili.
Dati di letteratura e stato dell’arte
In provincia di Lecce, sono disponibili circa 480.000 m³ di
acque reflue depurate ogni giorno, una quantità teorica che permetterebbe
l’irrigazione di fino a 3.500 ettari nel territorio salentino, considerando un
consumo medio di 5.000 m³/ha/anno.
Nonostante questa potenzialità, le superfici effettivamente
irrigate non superano i 1.200 ettari (dati Consorzio di Bonifica di Lecce,
2024), rappresentando meno del 35% della capacità teorica. La qualità di queste
acque è ampiamente validata da ARPA Puglia e rispondente ai requisiti previsti
dal Regolamento UE 741/2020.
Il progetto RIUBSAL (finanziato dalla Regione Puglia, Misura
16.2 PSR) ha dimostrato, attraverso studi sperimentali dell’Università di Bari,
che il riutilizzo irriguo delle acque affinate:
• Consente
un risparmio di fertilizzanti pari a circa il 30% di azoto, il 15% di fosforo e
il 40% di potassio, grazie ai nutrienti residui nelle acque.
• Apporta
benefici ambientali rilevanti: minore pressione sulle falde sotterranee,
riduzione della salinizzazione, riduzione delle emissioni di CO₂.
• Migliora
la resilienza delle produzioni agricole locali e consente l’avvio di nuove
coltivazioni anche in aree colpite da patologie arboree come la Xylella.
Criticità e analisi del comportamento degli imprenditori
agricoli
È qui che emerge il grande paradosso gestionale: gli
imprenditori agricoli che rivendicano soluzioni innovative e invocano
investimenti in dissalatori e nuove infrastrutture, non impiegano la risorsa
già disponibile e strategica sul territorio. Solo una frazione delle superfici
irrigabili è raggiunta dalle reti di irrigazione che sfruttano le acque reflue
depurate.
Chiedere di investire in dissalatori, con costi energetici e
ambientali decisamente superiori, non ha senso finché non si utilizza
totalmente la disponibilità di acqua depurata già validata, monitorata e
distribuita dagli impianti locali. Le richieste avanzate dagli stessi
imprenditori possono essere interpretate come strumentali e prive di logica se
non si colma prima il gap gestionale.
Inoltre, questa situazione si aggrava poiché la governance
dei Consorzi di Bonifica e degli impianti ARIF è affidata agli stessi
imprenditori agricoli: non affrontano e non risolvono da decenni i nodi
impiantistici, infrastrutturali, organizzativi che ostacolano il pieno uso
delle risorse. Eppure, la legge impone loro la responsabilità della gestione
condivisa: invece, si propone di attribuire al Governo centrale l’intero onere
della soluzione del problema idrico, scaricando la responsabilità che da tempo
gli imprenditori agricoli non si assumono.
La via da seguire
La soluzione concreta e realistica, confermata dai dati di
letteratura e dalle esperienze di progetti come RIUBSAL, consiste nel:
• Incentivare
il riuso totale delle acque reflue depurate disponibili sul territorio
salentino, sfruttando le tecnologie avanzate di controllo, monitoraggio ed
efficientamento.
• Attivare
una gestione condivisa e responsabile degli impianti irrigui collettivi,
affidando agli imprenditori agricoli la governance attiva dei consorzi e delle
infrastrutture.
• Solo una
volta esaurita completamente la disponibilità di acque reflue, potrà risultare
sensato valutare l’investimento in risorse alternative come i dissalatori.
Bibliografia
1. Progetto
RIUBSAL – Dipartimento Di.S.S.P.A., Università di Bari e Regione Puglia, Misura
16.2 Piano di Sviluppo Rurale. https://www.riubsal.it,
https://www.noinotizie.it/18-12-2024/utilizzo-delle-acque-reflue-per-lirrigazione-progetto-a-gallipoli/
2. Consorzio
di Bonifica di Lecce – Report annuale, 2024.
3. ARPA
Puglia – Validazione qualità acque reflue depurate per uso irriguo, report
2024. https://bonificaugento.bonificacspuglia.it/
4. Regione
Puglia, PSR 2014-2020, Misura 16.2 documentazione ufficiale.
5. Acquedotto
Pugliese – Comunicato ufficiale 2020. http://www.aqp.it
6. Telesveva.it,
“Riutilizzo delle acque reflue depurate in agricoltura: i risultati del
progetto RIUBSAL”, 16 dicembre 2024.
https://telesveva.it/attualita/riutilizzo-delle-acque-reflue-depurate-in-agricoltura-i-risultati-del-progetto-riubsal/
7. ISPRAMBIENTE,
Memorie Descrittive Carta Geologica d’Italia, Vol. 92 “Opere e impianti irrigui
mirati strategicamente a far fronte…”, 2022. https://www.isprambiente.gov.it
8. Antonio
Bruno: “L’uso delle acque reflue depurate a fini irrigui”, documento tecnico,
2007.
9. Brochure
DEMOWARE, ARTI Puglia, “Il riuso delle acque in agricoltura in Puglia”, 2015.
10. Regolamento
UE 741/2020, piani di gestione per il riutilizzo delle acque in agricoltura.

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