lunedì 3 novembre 2025

L’irrigazione sostenibile in Salento: paradosso e urgenza dell’utilizzo delle acque reflue depurate

 


L’irrigazione sostenibile in Salento: paradosso e urgenza dell’utilizzo delle acque reflue depurate

Autore: Antonio Bruno

Istituzione: Associazione dei Laureati in Scienze Agrarie e Forestali della Provincia di Lecce

La crisi idrica che interessa la Puglia e il Salento, aggravata da decenni di gestione frammentaria e da strategie di breve termine, rischia di compromettere irreversibilmente la produttività agricola del territorio. A fronte di una siccità che ha ridotto in maniera significativa la disponibilità di acqua per usi agricoli e potabili, la Regione dispone già da oltre dieci anni di una risorsa preziosa e poco sfruttata: le acque reflue depurate provenienti dai moderni impianti consortili.

Dati di letteratura e stato dell’arte

In provincia di Lecce, sono disponibili circa 480.000 m³ di acque reflue depurate ogni giorno, una quantità teorica che permetterebbe l’irrigazione di fino a 3.500 ettari nel territorio salentino, considerando un consumo medio di 5.000 m³/ha/anno.

Nonostante questa potenzialità, le superfici effettivamente irrigate non superano i 1.200 ettari (dati Consorzio di Bonifica di Lecce, 2024), rappresentando meno del 35% della capacità teorica. La qualità di queste acque è ampiamente validata da ARPA Puglia e rispondente ai requisiti previsti dal Regolamento UE 741/2020.

Il progetto RIUBSAL (finanziato dalla Regione Puglia, Misura 16.2 PSR) ha dimostrato, attraverso studi sperimentali dell’Università di Bari, che il riutilizzo irriguo delle acque affinate:

             Consente un risparmio di fertilizzanti pari a circa il 30% di azoto, il 15% di fosforo e il 40% di potassio, grazie ai nutrienti residui nelle acque.

             Apporta benefici ambientali rilevanti: minore pressione sulle falde sotterranee, riduzione della salinizzazione, riduzione delle emissioni di CO₂.

             Migliora la resilienza delle produzioni agricole locali e consente l’avvio di nuove coltivazioni anche in aree colpite da patologie arboree come la Xylella.

Criticità e analisi del comportamento degli imprenditori agricoli

È qui che emerge il grande paradosso gestionale: gli imprenditori agricoli che rivendicano soluzioni innovative e invocano investimenti in dissalatori e nuove infrastrutture, non impiegano la risorsa già disponibile e strategica sul territorio. Solo una frazione delle superfici irrigabili è raggiunta dalle reti di irrigazione che sfruttano le acque reflue depurate.

Chiedere di investire in dissalatori, con costi energetici e ambientali decisamente superiori, non ha senso finché non si utilizza totalmente la disponibilità di acqua depurata già validata, monitorata e distribuita dagli impianti locali. Le richieste avanzate dagli stessi imprenditori possono essere interpretate come strumentali e prive di logica se non si colma prima il gap gestionale.

Inoltre, questa situazione si aggrava poiché la governance dei Consorzi di Bonifica e degli impianti ARIF è affidata agli stessi imprenditori agricoli: non affrontano e non risolvono da decenni i nodi impiantistici, infrastrutturali, organizzativi che ostacolano il pieno uso delle risorse. Eppure, la legge impone loro la responsabilità della gestione condivisa: invece, si propone di attribuire al Governo centrale l’intero onere della soluzione del problema idrico, scaricando la responsabilità che da tempo gli imprenditori agricoli non si assumono.

La via da seguire

La soluzione concreta e realistica, confermata dai dati di letteratura e dalle esperienze di progetti come RIUBSAL, consiste nel:

             Incentivare il riuso totale delle acque reflue depurate disponibili sul territorio salentino, sfruttando le tecnologie avanzate di controllo, monitoraggio ed efficientamento.

             Attivare una gestione condivisa e responsabile degli impianti irrigui collettivi, affidando agli imprenditori agricoli la governance attiva dei consorzi e delle infrastrutture.

             Solo una volta esaurita completamente la disponibilità di acque reflue, potrà risultare sensato valutare l’investimento in risorse alternative come i dissalatori.

Bibliografia

1.            Progetto RIUBSAL – Dipartimento Di.S.S.P.A., Università di Bari e Regione Puglia, Misura 16.2 Piano di Sviluppo Rurale. https://www.riubsal.it, https://www.noinotizie.it/18-12-2024/utilizzo-delle-acque-reflue-per-lirrigazione-progetto-a-gallipoli/

2.            Consorzio di Bonifica di Lecce – Report annuale, 2024.

3.            ARPA Puglia – Validazione qualità acque reflue depurate per uso irriguo, report 2024. https://bonificaugento.bonificacspuglia.it/

4.            Regione Puglia, PSR 2014-2020, Misura 16.2 documentazione ufficiale.

5.            Acquedotto Pugliese – Comunicato ufficiale 2020. http://www.aqp.it

6.            Telesveva.it, “Riutilizzo delle acque reflue depurate in agricoltura: i risultati del progetto RIUBSAL”, 16 dicembre 2024. https://telesveva.it/attualita/riutilizzo-delle-acque-reflue-depurate-in-agricoltura-i-risultati-del-progetto-riubsal/

7.            ISPRAMBIENTE, Memorie Descrittive Carta Geologica d’Italia, Vol. 92 “Opere e impianti irrigui mirati strategicamente a far fronte…”, 2022. https://www.isprambiente.gov.it

8.            Antonio Bruno: “L’uso delle acque reflue depurate a fini irrigui”, documento tecnico, 2007.

9.            Brochure DEMOWARE, ARTI Puglia, “Il riuso delle acque in agricoltura in Puglia”, 2015.

10.          Regolamento UE 741/2020, piani di gestione per il riutilizzo delle acque in agricoltura.

 

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