sabato 28 giugno 2014

Negramaro


Negro Amaro può essere tradotto in “nero nero”, probabilmente ad indicare l’eccezionale pigmentazione delle uve e dei vini, caratteristica peculiare del vitigno, o anche “nero e amaro” in riferimento al gusto amaro dovuto all’abbondante dotazione di tannini tipica della varietà. Nella prima ipotesi l’etimologia del nome, dalla fusione del termine latino niger = nero e greco antico melas = nero, rimanderebbe ad un’origine molto antica, secondo alcuni, l’arrivo nel Salento dei colonizzatori greci nell’VIII secolo a.C. Nell’800 la grande diffusione in Salento dell’ormai introvabile vitigno Negro dolce, per contrapposizione dei termini, avvalorerebbe invece la seconda ipotesi. Il vitigno, come affermano i Prof. Antonio Calò ed Angelo Costacurta nell'ottima ed approfondita ricerca storica sulla varietà (in Dei vitigni Italici, 2004), era in passato diffuso ben oltre i confini del Salento e della Puglia prendendo nomi differenti a seconda della località Storicamente in bibliografia, in citazioni, descrizioni ampelografiche, informazioni sulla coltivazione del vitigno e sulla viticoltura salentina, sono stati citati ed associati al vitigno almeno 13 diversi nomi: Abruzzese, Albese, Albese nero, Arbese/Orbese, Jonico, Negro Amaro, Negramaro, Negroamaro, Vernaccia, Lacrima, Lagrima, Purcinara, Uva olivella. A questi se ne aggiungono almeno altri56 (Mangiaverde a Martina Franca, Nero Leccese, Nicra amaro, Niuru maru, Negro Minitillo) variamente riportati in articoli e pubblicazioni recenti.

Tutti i nomi citati possono essere distinti in categorie; Abruzzese, Jonico, Nero Leccese sono sicuramente toponimi abbastanza generici attribuiti in funzione della possibile provenienza o diffusione del vitigno; Nicra amaro e Niuru maru sono locazioni dialettali tutt’ora utilizzate e direttamente riconducibili al nome italiano Negro amaro. Dalle informazioni disponibili non è possibile avanzare ipotesi sulla etimologia e possibile origine dei nomi Albese/Arbese/Orbese, Mangiaverde, Purcinara, e Minitillo, peraltro sinonimi alquanto incerti e citati solo sporadicamente. Il nome Uva olivella è forse riconducibile alla forma ellittica ed oblunga degli acini (appunto a forma di prugna o oliva) che caratterizza la maggior parte dei biotipi del vitigno. Per Lacrima/Lagrima e Vernaccia, nomi nel passato attribuiti a più varietà diffuse in diverse regioni, a causa della mancanza di descrizioni ampelografiche precise risulta difficile la verifica delle sinonimie. Nella pratica tra gli operatori della filiera vitivinicola regionale sono attualmente utilizzati come sinonimi solo i termini Negro Amaro, Negramaro, Negroamaro e Nero Amaro.

Il sinonimo Negramaro, nel 1916, è per la prima volta riportato dal Montefiori il quale, descrivendo l’andamento del germogliamento delle viti a Mesagne (BR), segnala fenomeni di arricciamento su viti delle varietà Moscatellone e Negramaro. Il sinonimo Negroamaro è largamente utilizzato dal Prof. Michele Vitagliano il quale, nella pregevole e dettagliatissima opera “Storia del vino in Puglia”, ripercorre nel tempo la storia dei vitigni, dei vini e dell’enologia pugliese. Infine il nome Nero Amaro, nel 1893, è per la prima volta riportato dal Bianchi ad indicare il vitigno importato dalla Puglia in Basilicata.

Fonte:  RELAZIONE TECNICA “Negroamaro” , “Negramaro” e “Nero amaro” sinonimi della cv Negro Amaro (cod. cv n. 163), utilizzati in Puglia, proposti per l’iscrizione al Catalogo Nazionale delle Varietà di Vite. Centro di Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura "Basile Caramia" Via Cisternino, 281 - 70010 Locorotondo (BA) Tel. 080/4313071- Fax 080/4310007- E-mail: crsa@libero.it AREA RICERCA E SPERIMENTAZIONE - SETTORE VITICOLTURA ED ENOLOGIA



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