“La verità, gli ulivi e la scienza”
di Antonio Bruno
Ho imparato, in tanti anni di mestiere, che in Italia una bugia affascinante avrà sempre più successo di una verità scomoda. E forse non c’è esempio più clamoroso di questa nostra tendenza che nella storia infinita degli ulivi del Salento. Una tragedia verde trasformata in talk show permanente, tra stregonerie curative, accuse di complotti e promesse di miracoli a basso costo.
Leggo oggi che “la cura contro la Xylella c’è sempre stata”. Che bastavano 3 euro a pianta, e oggi forse ci sarebbero ancora migliaia di ulivi a fare ombra e olio in una delle terre più belle del mondo. E che chi ha osato dubitare, chi ha chiesto prove, chi ha invocato la scienza, è stato bollato come ottuso burocrate, invidioso o nemico del popolo. Ma se bastava davvero così poco, com’è che nessun centro di ricerca serio al mondo ha mai certificato quei risultati?
Ecco il punto. La scienza non è un talk show, non vive di titoli a effetto. La scienza ha bisogno di tempo, pazienza, e soprattutto di prove. E le prove, purtroppo per i sognatori, dicono che una cura contro la Xylella non esiste. Esistono tentativi, prodotti sperimentali, misure di contenimento, ulivi più resistenti. Ma una cura, no. E questo lo dicono l’EFSA, il CNR, le università, lo dicono i dati, non le chiacchiere.
Lo so, è dura accettare che per salvare i nostri ulivi qualcuno ha dovuto abbatterli. Che il taglio non è stata una crudeltà, ma una difesa preventiva, come amputare un arto per salvare il corpo. Non lo dico con leggerezza. Io stesso, nel Salento, ho ammirato quegli alberi come monumenti viventi. Ma proprio per questo, non si può affidare la loro salvezza a una scorciatoia emotiva o a un flacone miracoloso.
Eppure, come sempre accade, dopo dodici anni e centinaia di migliaia di piante scomparse, la narrazione si reinventa. Il prodotto che non aveva passato i test oggi diventa protagonista di uno studio in vitro – non su piante, ma su piastre di laboratorio. E allora giù con i titoli: “La cura c’è sempre stata!”. No, cari miei. Uno studio in vitro non è una cura. È il primo passo, semmai, di un lungo percorso scientifico. Che, guarda caso, quasi nessuno ha voluto finanziare o seguire con rigore.
La verità è che in questa vicenda ognuno ha recitato la sua parte: la politica con le sue incertezze, i media con le loro scorciatoie, certi scienziati in cerca di ribalta, e una parte dell’opinione pubblica che, comprensibilmente disperata, si è aggrappata a qualunque speranza. Ma a forza di rincorrere miracoli fasulli, abbiamo perso tempo, soldi e ulivi.
Se c’è un insegnamento da trarre è questo: non possiamo più permetterci di odiare la scienza. Di ignorare gli esperti per ascoltare i venditori di illusioni. Se lo facciamo, pagheremo ancora. Non solo in agricoltura, ma in sanità, in ambiente, in ogni campo dove i problemi sono complessi, ma le soluzioni non possono essere semplificate in una battuta televisiva.
Gli ulivi, quelli veri, non crescono sulle chiacchiere. Crescono sulla terra, col tempo, con le cure giuste. Come la verità.
Firmato, con affetto e un po’ di amarezza,
Antonio
Bruno
Il testo pubblicato da Il Fatto Quotidiano del 20 luglio 2025 contiene diverse affermazioni che necessitano una verifica rigorosa rispetto alla letteratura scientifica internazionale riguardante Xylella fastidiosa, la patologia CODIRO (Complesso del Disseccamento Rapido dell’Olivo) e il cosiddetto "metodo Scortichini" con uso del Dentamet. Di seguito procedo parola per parola (o per blocchi significativi) confutando imprecisioni, errori, notizie fuorvianti o non supportate scientificamente, fornendo evidenze e citazioni della letteratura.
Autore: Antonio Bruno
Istituzione: Associazione dei Laureati in Scienze Agrarie e Forestali della Provincia di Lecce
TITOLO: “Xylella, la cura c’è sempre stata”
Falso
Confutazione: Non esiste al momento alcuna cura scientificamente validata per Xylella fastidiosa nelle piante. Tutte le misure sono fitosanitarie di contenimento, non curative.
Fonte:
EFSA Panel on Plant Health (2019). “Update of the Xylella spp. host plant database.” EFSA Journal.
Saponari, M. et al. (2019). "Xylella fastidiosa in olive in Apulia: where we stand." Phytopathologia Mediterranea.
“...trattamento efficace e ad ampio spettro esisteva già dal 2018: il Dentamet”
Falso e fuorviante
Confutazione: Il Dentamet è un biostimolante a base di rame e zinco, non è registrato come battericida, e non è stato dimostrato essere efficace in campo per eradicare Xylella. I test in vitro indicano solo attività antibatterica generica, non un'efficacia terapeutica in condizioni reali.
Fonti:
Saponari et al. (2024). "Screening of antimicrobial compounds against Xylella fastidiosa." Chemical and Biological Technologies in Agriculture.
EFSA Journal (2019). “Scientific Opinion on the updated pest categorisation of Xylella fastidiosa.”
“...osteggiato da scienziati e istituzioni...”
Fuorviante
Confutazione: Le critiche non erano politiche o ideologiche ma scientificamente fondate, a causa di mancanza di dati di campo affidabili, assenza di peer review iniziale, design sperimentale debole, e conclusioni premature.
Fonte:
Boscia, D. et al. (2018). Interventi pubblici e report CURSA – Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura.
“Ora lo dice anche chi lo negava”
Falso
Confutazione: Gli autori dello studio in vitro sul Dentamet (tra cui Maria Saponari) hanno esplicitamente negato di aver mai definito il prodotto “una cura”. Lo studio non dimostra alcuna efficacia in vivo.
Fonte:
Intervista a Maria Saponari, riportata su Chemical and Biological Technologies in Agriculture, 2024.
Dichiarazioni ufficiali in conferenze stampa del CNR-IPSP e Università di Bari, 2023.
“Funziona: bastano 3 euro per salvare un ulivo”
Fuorviante / privo di validazione
Confutazione: Nessuno studio scientifico pubblicato in peer-review ha mai dimostrato che 3 euro di trattamento con Dentamet salvino un albero infetto da Xylella in modo replicabile.
Fonte:
Mancuso, S., Boscia, D., et al. (2021). “Management of Xylella fastidiosa: Challenges and Perspectives.” Plant Pathology Journal.
EFSA (2020). “Effectiveness of control measures against Xylella fastidiosa: review of field studies.”
“Lo studio dimostra... attività anti-Xylella”
Parzialmente corretto
Verifica: Lo studio pubblicato nel 2024 (Chemical and Biological Technologies in Agriculture) dimostra attività antibatterica in vitro, ma non prova efficacia in campo. Anche la stessa coautrice (Saponari) ha chiarito pubblicamente che non si tratta di una “cura”.
Fonte:
Saponari et al. (2024). Ibid.
Intervista rilasciata da Saponari al Fatto Quotidiano, 2025.
“Dal 2018 il protocollo ha mantenuto in vita gli ulivi”
Non provato in letteratura scientifica
Confutazione: I dati riportati da scuole agrarie o da aziende non costituiscono evidenza scientifica pubblicata. Studi osservazionali senza controlli e replicabilità non possono essere considerati validazione scientifica.
Fonti:
Mancuso et al. (2021). Ibid.
EFSA (2021). “Scientific criteria for the evaluation of field trials on Xylella fastidiosa.”
“Coldiretti parlò di farneticazioni”
Irrilevante ai fini scientifici
Confutazione: Le opinioni di Coldiretti, media o politici (es. Paolo Mieli, Elena Cattaneo) non sostituiscono l’evidenza scientifica ma ne richiamano l'importanza.
Nota: La comunità scientifica internazionale ha sempre seguito le raccomandazioni EFSA e del CNR-IPSP.
“Alcuni ulivi mostrano adattamento spontaneo”
Verificabile, in parte
Chiarimento: Esistono ulivi tolleranti alla Xylella (es. cultivar Leccino e FS17), ma non esiste alcuna evidenza di “guarigioni spontanee” nei ceppi notoriamente suscettibili come Ogliarola salentina.
Fonte:
Giampetruzzi et al. (2016). “Transcriptome profiling of Leccino reveals tolerance mechanisms to Xylella.” BMC Genomics.
Scortichini, M. (2020). Alcune evidenze in campo – non ancora validate da trials indipendenti.
BIBLIOGRAFIA SCIENTIFICA (principale)
EFSA Panel on Plant Health. (2019). “Update of the Xylella spp. host plant database.” EFSA Journal, 17(5).
Saponari, M., Boscia, D., et al. (2019). “Xylella fastidiosa in olive in Apulia: where we stand.” Phytopathologia Mediterranea.
Saponari, M., Morelli, M., Dongiovanni, C. et al. (2024). "Screening of antimicrobial compounds against Xylella fastidiosa in vitro." Chemical and Biological Technologies in Agriculture.
Giampetruzzi, A., et al. (2016). “Transcriptome analysis of tolerant vs susceptible olive cultivars.” BMC Genomics.
Mancuso, S., et al. (2021). “Management of Xylella fastidiosa: Challenges and Perspectives.” Plant Pathology Journal.
EFSA (2020). “Effectiveness of control measures against Xylella fastidiosa.” EFSA Journal.
European Commission, DG SANTE (2022). “Xylella fastidiosa: containment and surveillance measures in the EU.”
CONCLUSIONI
Il testo pubblicato da Il Fatto Quotidiano contiene numerose affermazioni non supportate da prove scientifiche oppure distorce il contenuto di studi validi. La cura contro la Xylella non esiste, e l’unico approccio validato rimane il contenimento, la selezione varietale e la gestione agronomica integrata

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