martedì 1 luglio 2025

"Acqua depurata, oro blu sprecato: la Puglia è pronta, ma mancano le reti"

 


"Acqua depurata, oro blu sprecato: la Puglia è pronta, ma mancano le reti"

Autore: Antonio Bruno

Istituzione: Associazione dei Laureati in Scienze Agrarie e Forestali della Provincia di Lecce

Sempre su sollecitazione di Giovanni Seclì uno dei responsabili del Forum Ambiente e Salute ho provveduto anche a analizzare il testo in risposta al documento del Forum Ambiente e Salute pubblicato dalla stampa locale. L’analisi del testo fornito ha richiesto un confronto con la letteratura scientifica, i dati normativi e i casi di studio nazionali e internazionali sul riuso delle acque reflue depurate, in particolare per uso irriguo.


Analisi critica e confronto con la letteratura scientifica

Aspetti scientificamente fondati

  1. Riuso delle acque reflue come strategia di resilienza idrica
    • La letteratura conferma che il riuso delle acque reflue trattate è una delle principali strategie per far fronte alla scarsità idrica, specialmente in aree con stress idrico cronico, come la Puglia.
    • Fonte: FAO (2020), “Water Reuse in Agriculture: Good Practices and Safe Options”
    • L’UE, con la Regolamentazione (UE) 2020/741, incoraggia il riuso delle acque reflue urbane trattate per l’irrigazione agricola, purché soddisfi requisiti microbiologici e chimici rigorosi.
  2. Ostacoli infrastrutturali: carenza di reti e collegamenti
    • È un fatto noto che in Italia il principale ostacolo all’adozione diffusa del riuso irriguo non è solo tecnico ma infrastrutturale: spesso mancano le reti secondarie per la distribuzione dell’acqua affinata.
    • Fonte: ISPRA, “Rapporto Reuse 2022”
    • AQP correttamente evidenzia che la realizzazione di queste infrastrutture non rientra nelle sue competenze, bensì in quelle dei Consorzi di Bonifica o di altri enti locali.
  3. Urbanizzazione costiera e mismatch territoriale
    • L’affermazione secondo cui molti depuratori si trovano in aree costiere a bassa domanda agricola è coerente con quanto rilevato in altri studi, che parlano di asimmetria geografica tra produzione e domanda di acque riutilizzabili.
    • Fonte: ARERA – Quadro Conoscitivo Servizi Idrici 2023
  4. Ruolo delle condotte sottomarine
    • Le condotte sottomarine sono ancora necessarie per il rilascio sicuro delle acque trattate in mare quando non ci sono alternative valide. Esse sono previste nel Piano di Tutela delle Acque (PTA) delle Regioni per la protezione ambientale.
    • Fonte: Regione Puglia – Piano di Tutela delle Acque 2022

Imprecisioni e incongruenze rilevate

  1. "Solo 5 depuratori su 185 permettono il recupero delle acque"
    • Questa affermazione del Forum Ambiente e Salute non è accurata alla luce delle informazioni fornite da AQP e dalla Regione: 7 impianti sono operativi, 45 già configurati e 76 previsti entro il 2028.
    • Tuttavia, la confusione nasce dal termine "operativi", che spesso viene distinto da "abilitati al riuso". Sarebbe più corretto distinguere tra impianti tecnicamente pronti e impianti funzionalmente operativi (cioè con rete connessa e utilizzatori attivi).
  2. "Solo un milione su dieci è stato effettivamente utilizzato"
    • Questo dato mostra una scarsa domanda da parte del comparto agricolo o inefficienze sistemiche (mancata consapevolezza, costi, diffidenza). Tuttavia, manca una riflessione critica su perché ciò accade: il testo non affronta le barriere normative e culturali, che invece la letteratura identifica come centrali.
    • Fonte: OECD (2018), “Water Reuse: Potential for Expanding the Nation's Water Supply”
  3. Ruolo di ARERA
    • AQP afferma che ARERA impedisce di realizzare i collegamenti. Tuttavia, ARERA regola le tariffe e definisce i criteri per gli investimenti ammortizzabili, ma non vieta la realizzazione di opere. È più corretto dire che non sono incentivati o coperti tariffariamente, il che scoraggia AQP.
    • Fonte: ARERA Delibera 580/2019/R/IDR
  4. "La Puglia ha il mare più pulito d’Italia"
    • Questa affermazione è comunicativa, ma va contestualizzata. I dati del Ministero della Salute e dell’SNPA confermano che la Puglia ha una percentuale altissima di acque balneabili classificate come "eccellenti" (99,7%), ma ciò dipende da diversi fattori, non solo dalla qualità dei depuratori o dall’uso delle condotte sottomarine.
    • Fonte: Sistema Nazionale Protezione Ambiente – Report Acque di Balneazione 2024

Casi di studio internazionali

  1. Israele
    • È leader mondiale nel riuso delle acque reflue, con oltre l’85% riutilizzato per uso agricolo. Il sistema è basato su un’efficace integrazione tra depurazione, rete irrigua e cooperazione tra enti.
    • Fonte: OECD (2020), Water Governance in Israel
  2. California (USA)
    • In aree come Orange County, il riuso avanzato include infiltrazione artificiale e ricarica delle falde con acque trattate (non solo uso irriguo). La comunicazione trasparente e la fiducia pubblica sono state decisive.
    • Fonte: National Water Research Institute (2020)
  3. Spagna (Regione di Murcia)
    • La Murcia utilizza oltre il 60% delle acque reflue trattate in agricoltura grazie a un sistema integrato pubblico-privato e al forte supporto normativo locale.
    • Fonte: European Commission – Water Reuse Case Studies (2021)

Aspetti virtuosi e buone pratiche in Puglia

  • Programmi di riqualificazione di aree verdi urbane con acque reflue (es. Parco Costa Sud a Bari).
  • Uso di cave dismesse come bacini di accumulo (buona pratica già sperimentata in Veneto e Emilia-Romagna).
  • La trasparenza comunicativa di AQP e la strategia pluriennale di adeguamento impiantistico sono in linea con le indicazioni europee.

Bibliografia

  1. ARERA (2023). Relazione annuale sul servizio idrico integrato
  2. ISPRA (2022). Reuse: Il riutilizzo delle acque reflue in Italia
  3. Regione Puglia (2022). Piano di Tutela delle Acque
  4. OECD (2018). Water Reuse: Potential for Expanding the Nation's Water Supply
  5. FAO (2020). Water Reuse in Agriculture: Good Practices and Safe Options
  6. European Commission (2021). Water Reuse in the EU: Case Studies and Lessons Learned
  7. SNPA (2024). Rapporto Acque di Balneazione
  8. National Water Research Institute (2020). Water Reuse in California
  9. OECD (2020). Water Governance in Israel
  10. Regolamento (UE) 2020/741 del Parlamento Europeo e del Consiglio, relativo ai requisiti minimi per il riutilizzo delle acque

Conclusioni

L’analisi del testo sul riuso delle acque reflue in Puglia, alla luce della letteratura scientifica e delle normative italiane ed europee, porta a evidenziare alcuni punti chiave:

  1. Il riuso delle acque reflue trattate rappresenta una strategia fondamentale e scientificamente riconosciuta per migliorare la resilienza idrica in regioni come la Puglia, soggette a cronica scarsità idrica e pressioni legate al cambiamento climatico.
  2. Acquedotto Pugliese (AQP) ha effettivamente intrapreso da anni un percorso virtuoso per l’adeguamento degli impianti di depurazione al fine di rendere disponibile acqua affinata per uso irriguo, con risultati tangibili e coerenti con le direttive europee.
  3. Tuttavia, permangono criticità sistemiche, in particolare:
    • il mancato completamento delle infrastrutture di collegamento (reti irrigue e raccordi con gli impianti),
    • la scarsa domanda agricola in aree costiere,
    • l’assenza di una governance integrata tra gli attori coinvolti (AQP, Consorzi di Bonifica, Regione, ARERA),
    • barriere normative e regolatorie che scoraggiano gli investimenti diretti nelle infrastrutture di distribuzione da parte del gestore idrico.
  4. Alcune affermazioni pubbliche, come quelle del Forum “Ambiente e Salute” di Lecce, risultano parziali o imprecise e non tengono conto dei reali vincoli istituzionali e tecnici, mentre altre dichiarazioni di AQP rischiano un eccesso di autocelebrazione che non approfondisce le cause della scarsa effettiva fruizione dell’acqua affinata.
  5. I casi di studio internazionali dimostrano che l’elemento determinante per il successo del riuso è una coordinazione efficace tra enti, una forte pianificazione territoriale, incentivi economici mirati e fiducia degli utenti finali.
  6. Serve dunque un "cambio di rotta" reale e condiviso: non solo tecnico, ma anche politico, economico e culturale, affinché le infrastrutture già esistenti e quelle in progetto possano esprimere tutto il loro potenziale a beneficio dell’agricoltura, dell’ambiente e della società.

La Puglia ha gettato le basi per diventare un modello nazionale di riuso idrico, ma per completare questa transizione è necessario superare frammentazioni istituzionali, migliorare la programmazione integrata e aumentare la domanda consapevole da parte degli utilizzatori finali. Solo in questo modo l'acqua affinata potrà davvero diventare una risorsa centrale nell’economia circolare regionale.

 

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