mercoledì 23 luglio 2025

Un miliardo per l’agricoltura: sfide e nuove speranze


 Un miliardo per l’agricoltura: sfide e nuove speranze

Il recente annuncio del ministro Francesco Lollobrigida di destinare un miliardo di euro all’agricoltura italiana segna un momento di attenzione, forse ritrovata, verso un settore che da sempre ha rappresentato la spina dorsale della nostra identità nazionale. L’agricoltura, con le sue radici profonde nella cultura, nella tradizione, ma anche nella modernità che spesso fatichiamo a riconoscere, non può più essere vista come un comparto marginale o solo come un ambito di nicchia.

Coltivaitalia, così si chiama questo disegno di legge, si propone di distribuire queste risorse su tre anni, concentrandosi su tre pilastri: l’olivicoltura, la produzione di cereali e proteine vegetali per la mangimistica e l’allevamento. Tre settori essenziali, che intrecciano storia, economia e futuro. Eppure, mi chiedo se distribuire le risorse in parti uguali, come annunciato, sia davvero la strada giusta. Ogni filiera ha le sue specificità, le sue urgenze e potenzialità, e non sarebbe più efficace un investimento calibrato sulle reali necessità?

Il quadro europeo, con il taglio previsto alla Politica Agricola Comune, ci mette di fronte a una sfida ancor più grande. Un miliardo di euro, benché importante, appare come una goccia nel mare rispetto agli 8 miliardi in meno che l’Italia rischia di perdere dai fondi europei. Ed è qui che il rischio velleitario di questo annuncio emerge: senza una strategia di lungo respiro, senza un’integrazione intelligente delle risorse nazionali con quelle comunitarie e con investimenti privati, questa manovra rischia di rimanere un gesto simbolico.

Mi colpisce positivamente, però, l’attenzione al ricambio generazionale, con misure dedicate ai giovani agricoltori e con la messa a disposizione di terre in comodato d’uso. La sopravvivenza del mondo rurale e la sua capacità di rinnovarsi dipendono da chi decide oggi di investire fatica, intelligenza e cuore in questo mestiere. Tuttavia, serve molto più che terra e credito: serve un progetto di formazione, innovazione e sostegno concreto, che veda nella tecnologia e nella sostenibilità una vera opportunità, come mostrano esempi virtuosi nel Nord Europa e oltre.

Infine, non posso non sottolineare l’importanza della trasparenza e della ricerca. Il consumatore chiede chiarezza, il mondo agricolo ha bisogno di innovazione. Incentivare la sperimentazione di nuove tecniche e migliorare la tracciabilità dei prodotti sono passi fondamentali per garantire un futuro competitivo al nostro agroalimentare.

In conclusione, l’annuncio di un miliardo all’agricoltura italiana è un segnale incoraggiante, ma è solo il primo passo di un cammino che deve essere lungo, condiviso e consapevole. Occorre una visione chiara, coraggiosa e soprattutto pragmatica, che unisca tradizione e futuro. Solo così l’Italia potrà continuare a coltivare non solo la terra, ma anche il proprio destino.

Antonio Bruno


Di seguito l’analisi parola per parola del testo dell’articolo a pagina 8 del Sole 24 ore del 24 luglio 2025, con evidenziati errori, inadeguatezze, e aspetti potenzialmente velleitari, seguita da una proposta di intervento governativo basata su casi di studio mondiali.

Autore: Antonio Bruno

Istituzione: Associazione dei Laureati in Scienze Agrarie e Forestali della Provincia di Lecce


Analisi dettagliata e commenti

"Un miliardo di euro all’agricoltura italiana."

  • Corretta, chiara.

  • Nota: la cifra è alta ma deve essere valutata rispetto ai bisogni reali e alla dimensione del settore.

"È quanto annuncerà il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, presentando oggi il disegno di legge collegato alla Finanziaria."

  • Formulazione chiara.

  • “Disegno di legge collegato alla Finanziaria” è un termine tecnico corretto.

"Denominato Coltivaitalia, il collegato agricolo spalmerà le risorse su tre anni, dal 2026 al 2028."

  • Uso corretto di “spalmerà” (distribuirà).

  • Temporalità chiara.

"Il piano individua tre pilastri prioritari, a cui distribuirà la maggior parte delle risorse in parti uguali."

  • Chiaro e corretto.

  • Inadeguatezza: non è detto che distribuire “in parti uguali” sia la strategia più efficiente. Forse serve una differenziazione in base all’impatto o al fabbisogno.

"Uno è il comparto olivicolo, l’altro la produzione di cereali e proteine vegetali destinate in particolare alla mangimistica e il terzo è il settore dell’allevamento."

  • Corretta elencazione.

  • La “mangimistica” è termine tecnico, ma non tutti i lettori lo conoscono. Sarebbe meglio specificare: “produzione di mangimi”.

"Al ministero sostengono che è dal 1977 che non venivano messi così tanti soldi sull’agricoltura."

  • Frase informativa.

  • Aspetto velleitario: ricordare un dato storico senza contestualizzarlo può essere fuorviante. Occorre sapere quanto era il PIL agricolo allora e ora.

"L’annuncio di questo miliardo arriva a pochi giorni dalla presentazione della proposta per il bilancio Ue 2028-2034, nella quale la Commissione europea ha ipotizzato un taglio delle risorse destinate alla Pac da 386 a 300 miliardi di euro."

  • Corretta.

  • Ottimo contesto europeo.

  • Critica: manca un’analisi di come ciò impatterà concretamente sull’agricoltura italiana.

"Per l’Italia, si tratterebbe di circa 8 miliardi in meno in sette anni. Che il governo ora cerca di risarcire offrendo un miliardo in più di risorse nazionali."

  • Ben espresso.

  • Inadeguatezza: un miliardo nazionale a fronte di 8 miliardi persi UE appare insufficiente per colmare il gap.

"Il sostegno agli olivicoltori era in qualche modo già stato anticipato due giorni fa dal sottosegretario all’Agricoltura, Patrizio La Pietra, durante un’iniziativa promossa dall’Aifo, l’Associazione italiana frantoiani oleari."

  • Buon riferimento.

  • La citazione contestualizza il tema.

"«Il sistema olivicolo - aveva ricordato il sottosegretario - rappresenta una delle filiere per noi fondamentali, insieme a quella del grano. L’Italia è un Paese esportatore, più o meno esportiamo più di quella che è la nostra produzione nazionale e quindi, considerando anche che abbiamo un consumo interno elevato, siamo, in qualche maniera costretti ad importare olio di oliva»."

  • Frase complessa e poco chiara in alcune parti (“più o meno esportiamo più di quella che è la nostra produzione nazionale” sembra contraddittorio o mal formulato).

  • Errore: “più o meno esportiamo più di quella che è la nostra produzione” è logicamente errato o ambiguo. Forse si intendeva dire “importiamo più olio di oliva di quanto produciamo” o viceversa.

"Per aumentare la produzione nazionale dunque il governo è pronto a sostenere la ricostituzione di tutta la capacità produttiva nazionale, e non solo quella parte del sistema olivicolo - come la Puglia - più colpita negli ultimi anni dalle fitopatie."

  • Frase chiara.

  • Approccio positivo.

"Al potenziamento della coltivazione di proteine vegetali destinate alla produzione di mangimi puntava già il Fondo per la sovranità alimentare istituito nel 2023, con una dotazione annua di 25 milioni di euro."

  • Buona informazione.

  • Inadeguatezza: 25 milioni annui è una cifra modesta rispetto a quanto richiesto da un settore strategico.

"Ora, con il piano Coltivaitalia, il governo punta ad accelerare con il sostegno, in primo luogo, alla produzione nazionale di soia."

  • Corretta e chiara.

"L’obiettivo è quello di smarcarsi sempre di più dall’importazione di cereali e legumi destinati all’alimentazione animale."

  • Strategia corretta e condivisibile.

"Anche perché una mangimistica nazionale più forte serve anche a sostenere un allevamento più forte, e questo è appunto il terzo pilastro su cui il governo intende scommettere."

  • Frase chiara, buon collegamento tra pilastri.

"L’Italia importa ancora molti dei capi di bestiame che vengono poi allevati e macellati nel Paese: l’obbiettivo è di arrivare a un’indipendenza sempre maggiore anche in questo ambito, come la filosofia della sovranità alimentare richiede."

  • “obbiettivo” è un errore ortografico, va scritto “obiettivo”.

  • Ottima linea strategica.

"La maggior parte del miliardo che il ministero dell’Agricoltura - dopo una lunga trattativa col ministero dell’Economia - mette oggi in campo andrà al sostegno dei contratti di filiera."

  • Frase tecnica e corretta.

"Ma il piano di Lollobrigida ha un’altra parola d’ordine, che è ricambio generazionale."

  • Chiarezza e rilevanza tematica.

"Coltivaitalia prevede un sostegno ad hoc per le imprese under 40, la facilitazione dell’accesso al credito dei giovani e, soprattutto, più di 8mila ettari di terre disponibili da domani in comodato d’uso gratuito per i prossimi dieci anni."

  • Ottima misura.

  • Domanda: 8mila ettari sono una quantità significativa o no? Occorre confronto internazionale.

"Complessivamente, il valore delle misure destinate ai giovani supera i 100 milioni di euro."

  • Buona informazione quantitativa.

"Nei 20 articoli del Ddl c’è spazio anche per la semplificazione dei rapporti tra Stato e imprese, per la trasparenza in etichetta sulla provenienza degli olii miscelati nelle bottiglie in vendita sugli scaffali e per la creazione di una banca dati dei terreni silenti, in modo che si possa rapidamente riportarli in attività."

  • “olii” è tecnicamente corretto ma la forma più comune è “oli”.

  • Ottima attenzione alla trasparenza e gestione territoriale.

"Un capitolo da 13,5 milioni, infine, è riservato alla ricerca, dalla sperimentazione del miglioramento genetico nelle colture all’agromeccanica di precisione, compreso un contributo per assumere il personale ad hoc."

  • Ottima attenzione alla ricerca e innovazione.

  • Inadeguatezza: 13,5 milioni in ricerca possono sembrare modesti per la scala del settore.


Aspetti velleitari o potenzialmente critici

  • La cifra di 1 miliardo su 3 anni, pur rilevante, potrebbe essere insufficiente rispetto alle sfide della PAC ridotta e all’importanza del settore (che muove miliardi di euro).

  • La suddivisione “in parti uguali” tra i tre pilastri può non riflettere la reale priorità o necessità di investimento.

  • Mancanza di un piano di misurazione e valutazione di impatto (M&E) chiaro.

  • Alcuni numeri citati (es. 8mila ettari, 25 milioni per sovranità alimentare) appaiono contenuti e potrebbero non produrre risultati dirompenti senza un’efficace strategia di accompagnamento.

  • Il linguaggio è a volte tecnico senza un’adeguata semplificazione per il cittadino medio, e alcune frasi risultano confuse o poco precise.


Proposta per il Governo: Piano di Sviluppo Agricolo Integrato “AgriItalia 2030”

Obiettivi chiave:

  1. Rafforzare la sovranità alimentare italiana puntando a ridurre le importazioni strategiche entro il 2030.

  2. Promuovere la sostenibilità ambientale con pratiche agricole rigenerative e di precisione.

  3. Garantire un ricambio generazionale efficace con politiche di inclusione e formazione per giovani agricoltori.

  4. Innovare con ricerca avanzata e digitalizzazione.


Linee guida e azioni (con casi di studio mondiali):

  • Distribuzione risorse basata su analisi di impatto:
    I pilastri non devono essere finanziati “in parti uguali” ma secondo valutazioni di impatto e potenzialità di sviluppo, come fa il programma americano “USDA Sustainable Agriculture Grants” che assegna fondi in base a risultati attesi e innovazione.

  • Incentivi mirati per la rigenerazione del suolo e pratiche sostenibili:
    Come in Germania, dove la PAC è integrata da fondi regionali che premiano l’agricoltura biologica e rigenerativa, si deve incentivare il passaggio a pratiche che migliorino la fertilità del suolo e riducano emissioni.

  • Sostegno all’aggregazione di filiere corte e locali:
    Favorire contratti di filiera che coinvolgano produttori, trasformatori e distributori, ispirandosi al modello francese “Agriculture de Proximité” che valorizza la vendita diretta e i mercati locali.

  • Potenziamento di infrastrutture digitali e tecnologie di precisione:
    L’Italia deve accelerare su agrimeccanica di precisione (droni, sensoristica, AI), come fatto nei Paesi Bassi, leader mondiali nell’agricoltura hi-tech.

  • Programmi di formazione e accesso al credito per giovani agricoltori:
    Ampliare il modello tedesco di “Junglandwirteförderung” (sostegno ai giovani agricoltori), con formazione, mentoring e strumenti finanziari specifici.

  • Monitoraggio e trasparenza:
    Creare una piattaforma digitale nazionale per la tracciabilità completa dei prodotti, ispirandosi al modello israeliano di “Agricultural Traceability System” che garantisce trasparenza e tutela dei consumatori.


Finanziamento:

  • Integrare risorse nazionali con fondi europei e investimenti privati, favorendo partenariati pubblico-privati.

  • Prevedere un fondo dedicato all’innovazione tecnologica e alla resilienza climatica, di almeno 200 milioni annui.


Conclusione:
Un miliardo in tre anni è un buon punto di partenza, ma senza una strategia integrata e finanziamenti mirati rischia di essere solo un gesto simbolico. La riforma deve puntare su innovazione, sostenibilità e formazione, con un approccio basato su dati e casi di successo internazionali, per trasformare davvero l’agricoltura italiana in un settore moderno, competitivo e resiliente.


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