250mila possessori del Paesaggio rurale del Salento leccese
Il Salento leccese è abitato da 800mila persone di cui 250mila sono possessori di un pezzetto di Paesaggio rurale!
Un’enormità! Basti pensare che in tutta Italia gli imprenditori agricoli professionali “professionisti”, ovvero quelli che fanno in maniera prevalente l’attività di agricoltore, sono poco più di 900mila. Ogni famiglia del nostro territorio possiede un piccolo pezzetto di paesaggio rurale e, se non lo possiede, lo cerca e corre subito a acquistarlo. Una febbre!
Ma è una passione solo degli abitanti del Salento leccese?
Sembra proprio di no, infatti una ricerca svolta da Nomisma http://www.nomisma.it/ in collaborazione con il mensile "Vita in Campagna" http://www.informatoreagrario.it/ita/riviste/vitincam/index.asp dimostra come le aree rurali di tutto il nostro Paese sono sempre più interessate dalla presenza sia di persone che decidono di spostarsi e di vivere in campagna, che di quelle che si dedicano alle attività agricole pur rimanendo nei centri urbani.
Perché? Perché occupandosi di agricoltura è possibile osservare la sorgente di ogni vera ricchezza, in quanto la terra risponde alle nostre speranze se è coltivata.
I nostro padri e le nostre madri hanno potuto costatare di persona che dalla terra hanno avuto in compenso pane, vino, frutti e legumi per cibarsene, legna per riscaldarsi, lana e lino per vestirsi materiali e per fabbricarsi una casa.
La lavorare la terra non significa solo avere il nutrimento perché la ricompensa più importante sta nell’immergersi nel Paesaggio rurale, l’unico ambiente dove è possibile la sola felicità che si può sperare nella vita ovvero la tranquillità! L’esperienza comune a tutti, quando si è nel Paesaggio rurale, è l’assoluta assenza di pensieri e preoccupazioni, la libertà, l’essere in sintonia con quanto ci circonda.
Le piante come ogni forma di vita sulla terra nascono, crescono e muoiono, esattamente come accade per gli animali e allo stesso modo di come accade anche a noi.
Ma le piante, proprio come noi, si alimentano e se sono trattate bene lussureggiano, mentre soffrono e si ammalano o, nella migliore delle ipotesi non danno alcun frutto, se sono abbandonate.
La circostanza che ci deve far riflettere è quella che le piante non possono spostarsi da un luogo all’altro a meno che non sia l’uomo a trasportarle e trapiantarle lontano dal luogo della loro nascita. Anche se le piante non possono muoversi esse vivono, sentono, si nutrono, crescono, si moltiplicano generando altre piante e infine muoiono.
Già! Muoiono! Ma lo fanno in maniera diversa perchè il grano ad esempio muore dopo otto mesi da quando è stato seminato, la barbabietola da zucchero e il prezzemolo vivono due anni e specificamente nel primo vegetano, mentre nel successivo fruttificano per poi morire, altre possono vivere per dei secoli come il nostro olivo.
Misteri! Anche se la circostanza di vedere sotto i nostri occhi l’accadimento di quanto ho narrato non da a tutti questa consapevolezza, solo quelli che hanno l’avventura di doversi occupare del loro pezzetto di Paesaggio rurale si soffermano su questi misteri cercando di penetrarli per capire di più.
Già! Capire e poi capire e ancora capire. Non correre allucinato senza guardarti intorno, osserva ciò che ti circonda, è solo questo il modo per non lasciarsi sfuggire neppure un briciolo di istanti della vita meravigliosa che ti è stata regalata.
di Antonio Bruno, Dottore Agronomo (Esperto in diagnostica urbana e territoriale titolo Universitario International Master's Degree IMD in Diagnostica Urbana e territoriale Urban and Territorial Diagnostics).
Nessun commento:
Posta un commento