Antonio Bruno è Laureato in Scienze Agrarie Dottore Agronomo iscritto all'Ordine di Lecce - Esperto in diagnostica urbana e territoriale e studente all'Università del Salento del Corso di laurea in Viticultura ed Enologia
venerdì 1 aprile 2011
Carota di Polignano
Carota di Polignano
In località San Vito, a Polignano a Mare, in provincia di Bari, nelle vicinanze dell’Abbazia, si coltivano circa cinque ettari di tale carota di colore giallo, viola, rosso e arancione. La coltivazione è seguita da pochi agricoltori (sei o sette), alcuni dei quali sono in pensione. La carota di Polignano sta suscitando un grande interesse per la varietà dei colori, per l’eccelsa fragranza, croccantezza e per le sue caratteristiche salutistiche.
La carota di Polignano ha ottenuto il riconoscimento dei Presìdi Slow Food (quale esempio di un nuovo modello di agricoltura, basata sulla qualità, sul recupero dei saperi e delle tecniche produttive tradizionali). Dopo la cipolla rossa di Acquaviva e il pomodoro fiaschetto di Torre Guaceto, un altro riconoscimento per i Prodotti di Puglia.
La carota di Polignano a Mare è inserita nel Programma di Sviluppo Rurale della Puglia (2007-2013, Allegato 8), che riporta l’elenco delle specie vegetali minacciate di erosione genetica.
Cenni colturali ed areale di coltivazione
Si semina in estate (da fine agosto agli inizi di settembre) e si raccoglie da dicembre a marzo.
Una carota simile a quella di Polignano è coltivata a Tiggiano, in provincia di Lecce (carota giallo–viola di Tiggiano, pastanaca ti santu pati, del Santo Patrono). Questa è inclusa nell’elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali. Nei dintorni di Tricase, e in particolare nel territorio di Tiggiano, viene coltivato questo antico ecotipo, detto di Sant’Ippazio, che ha colorazione bianco-giallastro ed è sempre più o meno largamente screziata di violetto. E’ venduta in occasione della locale fiera di Sant’Ippazio, che si tiene il 19 febbraio.
A Tiggiano, come del resto nel Sud Italia, la carota (Daucus carota L.) viene indicata erroneamente come pastinaca (o bastinaca, parsinaca, ecc.).
La pastinaca (Pastinaca sativa L.) è un ortaggio da radice, simile alla carota ma assai meno diffuso; le radici, di colore bianco, vengono usate cotte e per dare sapore alle minestre, ma possono essere impiegate anche come foraggio per il bestiame. La pastinaca è coltivata soprattutto nell’Italia settentrionale. Del resto, nella terminologia e nei dialetti locali, la parola carota è utilizzata soprattutto, se non esclusivamente, per indicare la bietola da orto, Beta vulgaris L. subsp. vulgaris (Gruppo conditiva) che, appunto, viene indicata erroneamente come "carota rossa".
Oggi la carota di Polignano (più di quella di Tiggiano) sta suscitando particolare interesse nei consumatori e vanta sempre più estimatori. Viene consumata cruda o cotta, ed è utilizzata come ingrediente di primi piatti e contorni, torte e tortini (salati e dolci), pasta, liquori, gelati, yogurt, marmellate. Consumata cruda ha una fragranza davvero unica
Caratteristiche qualitative della carota
Dal confronto tra diverse cultivar di carota (arancione, bianca, gialla, rossa, viola e viola con midollo arancione) è emerso che la capacità antiossidante, il contenuto in fenoli e quello di carotenoidi variano con il colore della carota.
Più in particolare, le carote viola (quelle di colore viola anche all'interno) hanno contenuto di fenoli e capacità antiossidante elevati, ma basso contenuto di carotenoidi. Le carote viola con midollo arancione (come quelle di Polignano) hanno evidenziato un elevato contenuto sia di fenoli sia di carotenoidi.
Nelle carote rosse è presente in forma biodisponibile il licopene; in quelle gialle è in forma biodisponibile la luteina.
di Pietro Santamaria, ricercatore del Dipartimento di Scienze agro-ambientali e territoriali, dell'Università degli Studi di Bari.
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