sabato 30 aprile 2011

Il cerino acceso della bonifica

Il cerino acceso della bonifica


C’è un dibattito in corso sulla minaccia dell’acqua che si può scongiurare con la manutenzione del territorio per evitare le alluvioni e sull’acqua che viene utilizzata dalla nostra Agricoltura che rappresenta oltre la metà di tutta la risorsa acqua a nostra disposizione. Questa è l’acqua di cui si devono prendere cura i Consorzi di Bonifica. L’acqua che può essere una minaccia oppure può rappresentare una risorsa è il tema! Il tema dei Consorzi di Bonifica della Puglia che riguarda tutti gli abitanti del territorio della Regione e quindi anche quelli del Salento leccese.


Qualche cifra per riflettere

71% = superficie del pianeta coperta dalle acque degli oceani, dei laghi, dei ghiacciai;

2% = percentuale di acqua utilizzabile per bere, cucinare, lavarsi, irrigare, ...

1.400.000.000 = persone che non hanno accesso a una fonte d'acqua potabile;

2.000.000.000 = persone che hanno accesso a risorse idriche scarse;

250 litri al giorno = consumo d'acqua pro capite in Italia;

2.328 litri al giorno = quantità d'acqua che può essere dispersa attraverso un foro di 1mm in una tubatura;

60% = percentuale d'acqua utilizzata in agricoltura;

25% = percentuale d'acqua destinata all'industria e alla produzione di energia;

15% = percentuale d'acqua impiegata per usi civili


In uno studio di Giuseppe Silletti avente per titolo “DANNI ALLUVIONALI IN PUGLIA: NON DIMENTICHIAMOCI DELLA DIFESA DEL SUOLO” si descrivono le caratteristiche e le conseguenze di due eventi pluviometrici di eccezionale rilevanza abbattutisi nella Puglia Centrale, cui sono stati interessati due bacini idrografici, uno del versante adriatico, l’altro del versante ionico.


Il deflusso delle acque nelle aste torrentizie ha generato morti ed enormi danni all’ambiente e alle strutture umane.
In questo studio l’autore stigmatizza alcuni errori umani che, soprattutto nel caso del versante adriatico, pare abbiano disatteso regole fondamentali sul deflusso delle acque, e dimostra l’effetto positivo che hanno avuto i grandi rimboschimenti realizzati dal Corpo forestale dello Stato auspicando che altri vengano costituiti.


Se andiamo avanti così facciamo fuori il Paesaggio
La situazione della Puglia e del Salento leccese è disperata al punto che il 12 dicembre 2008 nella Conferenza d’Area tenuta nel Castello di Acaya del Salento leccese per illustrare la via pugliese al piano paesaggistico si sollevò il grido d’allarme sintetizzato nello slogan “Se andiamo avanti così facciamo fuori il Paesaggio”.


A profetizzare la catastrofe fu il Prof. Alberto Magnaghi che in quell’occasione citò il prof. Antonio Rosario Di Santo, Segretario Generale dell'Autorità di Bacino di Puglia, che alla Conferenza d’Area di Altamura aveva già denunciato la situazione critica delle riserve idriche e la conseguente impossibilità per l’anno 2009 di irrigare i campi.


Poi il Prof. Alberto Magnaghi sempre in quell’occasione si soffermò in modo particolare sul Salento leccese perché, in conseguenza del ritmo dell’espansione messo in atto nei Cento Centri urbani dal dopoguerra ad oggi, si è messo un impermeabile al territorio! E la situazione è ancora più grave perché, sempre secondo Magnaghi, se l’ espansione del cemento e dell’asfalto proseguirà nei prossimi 50 anni allo stesso ritmo a cui abbiamo assistito, dovremo rassegnarci a vivere in un'unica GRANDE CITTA’ ovvero l’intera Penisola Salentina ridotta ad ASFALTO E CEMENTO!


Un ettaro di terreno impermeabilizzato aumenta la quantità d’acqua alluvionale
Un ettaro di terreno impermeabile fa scorrere verso la parte più bassa 100 litri al secondo di acqua che sono 360 metri cubi d’acqua in un ora una quantità dieci volte superiore a quella che fa scorrere un ettaro di terreno coltivato che invece fa convogliare verso il basso 10 litri al secondo che sono 36 metri cubi d’acqua in un ora.


E dove va a finire tutta quest’acqua in più?A valle verso un corso d’acqua! Ma il corso d’acqua che fa parte del reticolo idrografico riusciva a far defluire l’acqua del Bacino idrografico siccome dalle aree AD ASFALTO E CEMENTO ARRIVANO QUANTITA D’ACQUA DIECI VOLTE SUPERIORI PER RIUSCIRE A SMALTIRE TUTTA L’ACQUA CHE ARRIVA dovrebbe avere una sezione maggiore.


E se la sezione del canale o corso d’acqua non viene allargata cosa succede?
Quando tentiamo di versare una bottiglia di acqua minerale in un bicchiere di plastica dopo che il bicchiere si è riempito ecco che l’acqua traboccherà dal bicchiere riempiendo il pavimento!
Allo stesso modo accade al canale che quando raggiunge la quantità massima di acqua che riesce a far defluire verso la parte più bassa ecco che la restante parte tracima provocando ogni genere di danno. Come quelli che sono avvenuti nello scorso mese di marzo 2011 che riporto di seguito.


L’alluvione del 1 marzo 2011
Come ricordiamo la notte del primo marzo l’Italia è stata investita da un'ondata di maltempo e per l'Italia centro-meridionale è stato nuovamente uno stillicidio di notizie in stile bollettino di guerra; morti e decine di feriti, alluvioni, ettari di coltivazioni distrutte, fabbriche inondate, scuole chiuse, viabilità in tilt, circolazione aerea e ferroviaria bloccate.


Il nubifragio che si è abbattuto sulla Puglia ha causato danni e disagi soprattutto nella Capitanata, che si trova in provincia di Foggia, e nella provincia di Taranto. La statale 90 delle Puglie è stata chiusa perché allagata. Le colture tra Manfredonia e Zapponeta, nella Capitanata, sono andate completamente distrutte. A Marina di Ginosa, alluvionata tra la notte di dell'1 e del 2 di marzo, è intervenuto l'esercito per portare soccorso alla popolazione.


Il dibattito deve affrontare la sicurezza e la difesa del territorio
Le cronache di questi giorni riportano notizie che pur riguardando i Consorzi di Bonifica della Puglia non hanno come argomento il tema dell’acqua. Questo mio modesto contributo ha l’intento di riportare l’attenzione sul vero tema che è divenuto sempre più presente nella consapevolezza di tutti gli abitanti della nostra regione. Mi diceva il mio amico dott. Angelo Serravezza che l’ultimo film della serie 007 trattava dell’acqua e delle guerre che gli uomini fanno per entrare in possesso di questa importante risorsa. Il tema è anche oggetto del prossimo referendum.


Nel sito “Campagna referendaria l’acqua non si vende” si può leggere:
Perché l’acqua è un bene comune e un diritto umano universale. Un bene essenziale che appartiene a tutti. Nessuno può appropriarsene, né farci profitti. L’attuale governo ha invece deciso di consegnarla ai privati e alle grandi multinazionali. Noi tutte e tutti possiamo impedirlo, sostenendo oggi la campagna e votando 2 SI quando, il 12 e 13 giugno prossimi, saremo chiamati a decidere. E’ una battaglia di civiltà. Nessuno si senta escluso. Ecco i Consorzi di Bonifica sono Enti pubblici! Hanno un Consiglio dei delegati democraticamente eletto tra tutti i proprietari, perché non affidare tutta l’acqua a loro? Non vi sembra che sia questo il vero tema?


di Antonio Bruno, Dottore Agronomo (Esperto in diagnostica urbana e territoriale titolo Universitario International Master's Degree IMD in Diagnostica Urbana e territoriale Urban and Territorial Diagnostics).

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