Stando all’analisi che l’Oms sta conducendo sono circa 200
le patologie correlate al cibo, dalle meno serie a quelle più mortali. Da qui
il richiamo ai consumatori ad una maggiore attenzione nella scelta dei cibi che
in un mondo alimentare all’insegna di “mala produzione”, “industrializzazione”
e “inquinanti” sta generando una reazione
a catena di ammalati cronici e costi sanitari alle stelle.
Fin qui, la teoria.
E la pratica?
Coma fare ad evitare i cibi meno sicuri?
L’OMS ha redatto a questo fine un vademecum suddiviso in 5
punti chiave:
1. Abituarsi alla pulizia dei cibi;
2. Separare gli alimenti crudi da quelli cotti;
3. Fare cuocere bene i prodotti;
4. Conservare gli alimenti alla giusta temperatura
5. Utilizzare solo acqua e materie prime sicure.
C’è da chiedersi se è sufficiente. Quali sono infatti le
materie prime sicure?
Sempre più studi dimostrano la pericolosità di molti generi
alimentari accusati di contenere a
nostra insaputa particelle cancerogene e metalli pesanti contro cui ben poco un
consumatore può fare, se non evitare accuratamente di mangiarli.
Ma una dieta a base di paure e cibi vietati, è davvero una
soluzione?
Scienziati e ricercatori, di cui molti italiani, ci mettono
in guardia dal consumo di tonno o di verdure (coltivate in un certo modo e
conservate in quel modo!) perché ricche di mercurio il primo, di pesticidi e
sostanze velenose le seconde.
Tuttavia, come ha correttamente sottolineato Andrea del
Buono, allergologo e specialista italiano nella lotta ai metalli pesanti,
conseguenza diretta di questi allarmismi è la fuga di massa da alcune tipologie
di alimenti accusati di essere dei “carnefici”. E la lista è lunga.
“Se però evito il pesce e non mangio le verdure perché
inquinate, che cosa mangio? – ha spiegato lo specialista- Provo con la carne.
Ma la mucca mangia erba. E allora, non siamo punto a capo? Gli animali sono un
concentrato di inquinamento da metalli
pesanti e sostanze velenose, ma stanno bene. Perché? Perché se la carne dello
squalo è quella più intossicante in tal senso, lo squalo – quello che nuota
nelle acque inquinate e mangia pesci inquinati- non sviluppa mai il cancro.
Perché gli animali, seppure intossicati, non si ammalano e noi esseri umani
invece si?
E’ qui che la scienza di oggi sta indagando. Come possono
sostanze potenzialmente cancerogene e dannose alla salute, dare espressione
alla malattia in un corpo e non in un
altro?
“E’ l’ambiente ciò che conta” dice Del Buono.
C’è qualcosa sopra i geni e la presenza di sostanze patogene
che ne comanda l’espressione e la manifestazione, e questo qualcosa è il cibo.
“Perché la mucca non sviluppa il cancro?
“Perché ha nel suo organismo una composizione di minerali
nutrizionali che la salvano. Dove li trova questi minerali: nel suo cibo. Un
cibo che anche se inquinato e con pesticidi cancerogeni è comunque ricco di
antiossidanti e in grado di creare un ambiente interno sfavorevole all’espressione
della malattia”
“Ormai sappiamo che la genetica non conta più del 30% nello
sviluppo di patologie. Il cibo crea l’ambiente adatto o meno adatto
all’espressione delle nostre malattie, siano esse generiche o indotte da
inquinamento. Con una corretta alimentazione che deve essere rigorosamente su
base vegetale, integrale, di stagione e a rotazione, il nostro organismo sa
mettere in atto tutte le strategie necessarie per difendersi dagli inquinanti,
eliminarli e mantenersi così in salute”
Di tutto questo si parlerà a San Cesario di Lecce il 25 settembre 2015.
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